Quando si svegliò, Neville si rese
conto di non trovarsi nella sua stanza, a Villa dei Paciock, quella che
continuava a condividere con la vecchia Augusta. Prima di tutto, infatti, il
suo letto non aveva mai avuto coperte rosa e - Neville
implorò Merlino - mai ne avrebbe avute. Le pareti della sua stanza erano
azzurre e bianche, mentre quelle nella stanza variavano fra le tonalità più
strambe: a partire dal rosso fenice fino al verde
avvicino.
Solo quando, qualche minuto dopo, osservò il
suo stesso viso dipinto sul soffitto, insieme a quello di Harry, Ron, Hermione
e Ginny, si rese conto di dove si trovasse.
La camera di Luna.
La camera dove aveva dormito la scorsa notte
dopo che lui e la sua ragazza avevano…
Neville arrossì il solo pensiero. Lui, che
aveva ucciso il terribile serpente di Lord Voldemort, era arrossito al pensiero
di ciò che aveva fatto con la sua fidanzata la sera prima.
Riflettendo ancora per qualche minuto -
appena sveglio le sue funzioni celebrali erano decisamente sotto lo zero - si
rese conto che la sua disgrazia era appena iniziata: non solo avrebbe dovuto
render conto alla nonna del perché non fosse tornato a casa la notte prima -
cosa di per se terrificante - ma sarebbe dovuto uscire
dalla porta principale, sperando di non essere beccato dal suocero, poiché casa
Lovegood era stata protetta con incantesimi anti-smaterializzazione.
A rianimare il cuore del povero eroe di
guerra fu il pensiero che, magari, essendo solo le prime luci dell’alba, non
avrebbe incontrato nessuno. Luna era sonnambula, probabilmente stava vagando
per casa alla ricerca di Nargilli.
Con la speranza di un disperato, Neville si
alzò, ricercò i suoi vestiti e saltellando come un Ippogrifo zoppo li indossò,
fissando costantemente la porta come se fosse stata il suo più orribile incubo.
« Coraggio, sei un
grifondoro! Puoi farlo, puoi farlo… » iniziò una
cantilena con se stesso, allungando la mano verso il pomello e ritirandola
immediatamente, come se fosse stata colpita dal fuoco maledetto. Ripeté il
tutto per almeno una decina di volte, prima di afferrare saldamente la maniglia
con l’intenzione di girarla.
Accadde tutto così
velocemente che quasi non se ne rese
conto: la porta che si
spalancava, qualcosa di chiaro davanti ai suoi occhi ed un forte dolore alla
nuca, seguito dal buio.
Quando si riprese, si ritrovò steso in quello
che, con orrore, riconobbe essere lo strano e scomodissimo divanetto che c’era
nel salotto di casa Lovegood. Davanti a lui, invece, c’erano due conosciute
teste bionde con la faccia decisamente preoccupata.
« Stai bene, ragazzo?
Pensavamo fossi morto » iniziò Xeno, facendo sbiancare
visibilmente il povero Neville.
« Cosa… cos’è successo?
» domandò l’eroe della Guerra Magica, rialzandosi
lentamente e pregando Merlino di non arrossire. Non sarebbe stato per nulla
saggio, da parte sua.
« Ti ho dato la porta in faccia » iniziò
Luna, avvicinandosi e poggiandogli uno strano impacco puzzolente sulla fronte.
Al dolore per il colpo si unì anche la nausea per quel coso abominevole.
Sembrava cacca di troll. « Cosa ci facevi lì? »
« Io.. uhm… stavo venendo a cercarti » per la prima
volta da tantissimo tempo, Neville si ritrovò a mentire più che spudoratamente.
Bugia che i Lovegood si bevvero tranquillamente, annuendo comprensivi. Anche
se, Neville l’avrebbe giurato, c’era stato uno strano sorrisino sul volto della
ragazza.
« A quanto pare è
stata lei a trovare te, però! » il vecchio Xeno rise allegramente, prima di
voltarsi verso la figlia « Luna, cara, perché non vai a prendere un po’ di
infuso di Prugne Dirigibili? Sono certo che lo aiuterebbero a riprendersi » aggiunse, indicandole la cucina con uno svogliato gesto
della mano.
Neville osservò la sua fidanzata sparire nell’altra
stanza ed ebbe giusto il tempo di sperare di essersela cavata, quando si
ritrovò una bacchetta puntata proprio in mezzo agli occhi. La bacchetta di Xeno
Lovegood. La bacchetta di suo suocero.
« Spero tu abbia ottime intenzioni, con mia figlia. Specialmente
dopo stanotte » mormorò l’uomo, con un tono di voce
così glaciale che ebbe la capacità di far irrigidire il povero malcapitato.
Dopo aver deglutito quello che
sembrava essere il suo cuore, Neville si ritrovò ad annuire, senza fare bruschi
spostamenti « Si, certo… io… sì »
« Sarà meglio per te.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e le sue maledizioni ti sembreranno una barzellette, in confronto a quello che ti farò io. Sarai
il pasto per i miei gnomi » aggiunse, con un sorriso così sinistro da far
venire la pelle d’oca al giovane eroe, quasi strabico per
poter tenere sotto controllo l’arma che aveva puntata sul naso.
Poi, veloce come l’aveva tirata fuori, Xeno
ritirò l’arma e si voltò tutto sorridente verso un’incuriosita figlia, che
teneva in mano una grossa tazza rosa dall’odore nauseante.
« Di che cosa stavate
parlando? » domandò, allegra, passando il bicchierone
al ragazzo che, per evitare di svenire come una donnicciola ci si tuffò dentro,
dimentico che fosse bollente e scottandosi pure il cervello.
« Della colazione,
cara. Sai, devo dare gli avanzi agli gnomi… »
» Per amor di
contestualizzazione
Qui abbiamo il giorno dopo la prima notte (BWHAHA) di Neville
e Luna, più o meno qualche giorno dopo il famoso Capodanno a casa Finnigan.
Suppongo che Xeno, per quanto possa essere strambo, abbia a
cuore il futuro della figlia e… sì, insomma… è pur sempre un padre. Ed è stato
un Corvonero (per quello che so io o.o).
E noi Corvonero sappiamo essere
bastardi più delle Serpi u.u
» Arthie’s Corner
Uhm.
Credo che dovrei mettermi in ginocchio e fustigarmi per il
ritardo abominevole, vero? Ne sono consapevole e giuro che lo farò quando mamma
toglierà i tappeti, che altrimenti si macchiano ed il
sangue è difficilissimo da pulire. Non chiedetemi come faccio a saperlo.
Scusatemi davvero tanto, il tutto non è dipeso dalla mia
volontà ma dall’amore che i miei professori, quest’anno, sembrano nutrire nei
confronti delle interrogazioni. È dalla seconda settimana che combatto!
Finché si trattava di aggiornare l’altra raccolta, quella
sulle ultime parole, avrei anche potuto essere più veloce, visto che sono solo
cento parole, ma per questa…
E mi rendo anche conto di quanto faccia
schifo, perdono anche stavolta.
Spero che ci sia ancora qualcuno, fra voi, disposto a
seguirmi.
Ricordate che Arthie vi vuole bene
e che non è necessario farle del male fisico per via del ritardo <3
Attendo i vostri suggerimenti!
A presto,
A.