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Autore: Arthemisia    15/10/2011    1 recensioni
Un gruppo di fan fiction, su due dei miei pairing preferiti, basate sui prompt previsti dall'ormai conosciuta Big Damn Table.
Stralci di vita quotidiana di due coppie - a mio parere - perfette che condividono momenti felici, divertenti oppure tristi.
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#45 - Luna
Ted odiava la luna piena. L’aveva odiata quand’era bambino e non conosceva le sue origini e continuava ad odiarla anche in quel momento, ben consapevole di essere stato fin troppo fortunato nel non dover diventare un grosso ammasso di pelo con una coda a ciuffo.
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. « Jimmy? Sei… sei tu? » domandò, sentendosi un idiota nel parlare con un cane. Cane che, contro ogni sua previsione, annuì

...
#56 - Colazione
Quando si svegliò, Neville si rese conto di non trovarsi nella sua stanza, a Villa dei Paciock...
Accadde tutto così velocemente che quasi non se ne rese conto: la porta che si spalancava, qualcosa di chiaro davanti ai suoi occhi ed un forte dolore alla nuca, seguito dal buio...
Dopo aver deglutito quello che sembrava essere il suo cuore, Neville si ritrovò ad annuire, senza fare bruschi spostamenti « Si, certo… io… sì »

{Neville/Luna - Teddy/James Sirius}
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Quando si svegliò, Neville si rese conto di non trovarsi nella sua stanza, nella Villa dei Paciock, quella che continuava a condividere con la vecchia Augusta

#56 - Colazione

 

Quando si svegliò, Neville si rese conto di non trovarsi nella sua stanza, a Villa dei Paciock, quella che continuava a condividere con la vecchia Augusta. Prima di tutto, infatti, il suo letto non aveva mai avuto coperte rosa e - Neville implorò Merlino - mai ne avrebbe avute. Le pareti della sua stanza erano azzurre e bianche, mentre quelle nella stanza variavano fra le tonalità più strambe: a partire dal rosso fenice fino al verde avvicino.

Solo quando, qualche minuto dopo, osservò il suo stesso viso dipinto sul soffitto, insieme a quello di Harry, Ron, Hermione e Ginny, si rese conto di dove si trovasse.

La camera di Luna.

La camera dove aveva dormito la scorsa notte dopo che lui e la sua ragazza avevano…

Neville arrossì il solo pensiero. Lui, che aveva ucciso il terribile serpente di Lord Voldemort, era arrossito al pensiero di ciò che aveva fatto con la sua fidanzata la sera prima.

Riflettendo ancora per qualche minuto - appena sveglio le sue funzioni celebrali erano decisamente sotto lo zero - si rese conto che la sua disgrazia era appena iniziata: non solo avrebbe dovuto render conto alla nonna del perché non fosse tornato a casa la notte prima - cosa di per se terrificante - ma sarebbe dovuto uscire dalla porta principale, sperando di non essere beccato dal suocero, poiché casa Lovegood era stata protetta con incantesimi anti-smaterializzazione.

A rianimare il cuore del povero eroe di guerra fu il pensiero che, magari, essendo solo le prime luci dell’alba, non avrebbe incontrato nessuno. Luna era sonnambula, probabilmente stava vagando per casa alla ricerca di Nargilli.

Con la speranza di un disperato, Neville si alzò, ricercò i suoi vestiti e saltellando come un Ippogrifo zoppo li indossò, fissando costantemente la porta come se fosse stata il suo più orribile incubo.

« Coraggio, sei un grifondoro! Puoi farlo, puoi farlo… » iniziò una cantilena con se stesso, allungando la mano verso il pomello e ritirandola immediatamente, come se fosse stata colpita dal fuoco maledetto. Ripeté il tutto per almeno una decina di volte, prima di afferrare saldamente la maniglia con l’intenzione di girarla.

Accadde tutto così velocemente che quasi non se ne rese conto: la porta che si spalancava, qualcosa di chiaro davanti ai suoi occhi ed un forte dolore alla nuca, seguito dal buio.

 

Quando si riprese, si ritrovò steso in quello che, con orrore, riconobbe essere lo strano e scomodissimo divanetto che c’era nel salotto di casa Lovegood. Davanti a lui, invece, c’erano due conosciute teste bionde con la faccia decisamente preoccupata.

« Stai bene, ragazzo? Pensavamo fossi morto » iniziò Xeno, facendo sbiancare visibilmente il povero Neville.

« Cosa… cos’è successo? » domandò l’eroe della Guerra Magica, rialzandosi lentamente e pregando Merlino di non arrossire. Non sarebbe stato per nulla saggio, da parte sua.

« Ti ho dato la porta in faccia » iniziò Luna, avvicinandosi e poggiandogli uno strano impacco puzzolente sulla fronte. Al dolore per il colpo si unì anche la nausea per quel coso abominevole. Sembrava cacca di troll. « Cosa ci facevi lì? »

« Io.. uhm… stavo venendo a cercarti » per la prima volta da tantissimo tempo, Neville si ritrovò a mentire più che spudoratamente. Bugia che i Lovegood si bevvero tranquillamente, annuendo comprensivi. Anche se, Neville l’avrebbe giurato, c’era stato uno strano sorrisino sul volto della ragazza.

« A quanto pare è stata lei a trovare te, però! » il vecchio Xeno rise allegramente, prima di voltarsi verso la figlia « Luna, cara, perché non vai a prendere un po’ di infuso di Prugne Dirigibili? Sono certo che lo aiuterebbero a riprendersi » aggiunse, indicandole la cucina con uno svogliato gesto della mano.

Neville osservò la sua fidanzata sparire nell’altra stanza ed ebbe giusto il tempo di sperare di essersela cavata, quando si ritrovò una bacchetta puntata proprio in mezzo agli occhi. La bacchetta di Xeno Lovegood. La bacchetta di suo suocero.

« Spero tu abbia ottime intenzioni, con mia figlia. Specialmente dopo stanotte » mormorò l’uomo, con un tono di voce così glaciale che ebbe la capacità di far irrigidire il povero malcapitato.

Dopo aver deglutito quello che sembrava essere il suo cuore, Neville si ritrovò ad annuire, senza fare bruschi spostamenti « Si, certo… io… sì »

« Sarà meglio per te. Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato e le sue maledizioni ti sembreranno una barzellette, in confronto a quello che ti farò io. Sarai il pasto per i miei gnomi » aggiunse, con un sorriso così sinistro da far venire la pelle d’oca al giovane eroe, quasi strabico per poter tenere sotto controllo l’arma che aveva puntata sul naso.

Poi, veloce come l’aveva tirata fuori, Xeno ritirò l’arma e si voltò tutto sorridente verso un’incuriosita figlia, che teneva in mano una grossa tazza rosa dall’odore nauseante.

« Di che cosa stavate parlando? » domandò, allegra, passando il bicchierone al ragazzo che, per evitare di svenire come una donnicciola ci si tuffò dentro, dimentico che fosse bollente e scottandosi pure il cervello.

« Della colazione, cara. Sai, devo dare gli avanzi agli gnomi… »

 

 

 

» Per amor di contestualizzazione

Qui abbiamo il giorno dopo la prima notte (BWHAHA) di Neville e Luna, più o meno qualche giorno dopo il famoso Capodanno a casa Finnigan.

Suppongo che Xeno, per quanto possa essere strambo, abbia a cuore il futuro della figlia e… sì, insomma… è pur sempre un padre. Ed è stato un Corvonero (per quello che so io o.o).

E noi Corvonero sappiamo essere bastardi più delle Serpi u.u

 

» Arthie’s Corner

Uhm.

Credo che dovrei mettermi in ginocchio e fustigarmi per il ritardo abominevole, vero? Ne sono consapevole e giuro che lo farò quando mamma toglierà i tappeti, che altrimenti si macchiano ed il sangue è difficilissimo da pulire. Non chiedetemi come faccio a saperlo.

Scusatemi davvero tanto, il tutto non è dipeso dalla mia volontà ma dall’amore che i miei professori, quest’anno, sembrano nutrire nei confronti delle interrogazioni. È dalla seconda settimana che combatto!

Finché si trattava di aggiornare l’altra raccolta, quella sulle ultime parole, avrei anche potuto essere più veloce, visto che sono solo cento parole, ma per questa…

E mi rendo anche conto di quanto faccia schifo, perdono anche stavolta.

Spero che ci sia ancora qualcuno, fra voi, disposto a seguirmi.

Ricordate che Arthie vi vuole bene e che non è necessario farle del male fisico per via del ritardo <3

 

 

Ricordo a tutti che per propormi un prompt basta andare nella mia pagina autore e farmi sapere il numero corrispondente alla tematica che desiderate!

 

Attendo i vostri suggerimenti!

A presto,

A.

 

 

   
 
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