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Autore: Nackros    16/10/2011    8 recensioni
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«Questa è casa di Courtney!» sbraitò lui, con gli occhi sgranati.
«Lo so...»
«Non penserai mica che io abbia intenzione di andare a scusarmi con quella!»
«Duncan, vedi...»
«Io non voglio più avere niente a che fare con lei! Non ho intenzione...»
«Lasciami parlare!»
Se c'era una cosa che rendeva Gwen diversa da Courtney era che lei non gli aveva mai gridato contro, ed il fatto che avesse appena alzato la voce rivolgendosi a lui lo lasciò sconcertato.
«Duncan...» riprese a parlare, con un tono più pacato, «...Non è vero che non ti interessa più.
Non sono stupida, me ne rendo conto. Forse abbiamo sbagliato, eravamo confusi...»
«Cosa c'è, hai intenzione di scaricarmi adesso davanti a casa di Courtney?»
Lei non rispose, e mantenendo lo sguardo basso, continuò il suo discorso.
A volte
si è confusi, a volte ci si sbaglia.
Ma, certe volte, si può anche tornare indietro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Duncan, Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il paesaggio scorreva veloce visto dal finestrino dell'abitacolo della macchina, ed i caldi colori autunnali apparivano sfocati e confusi.
Duncan, seduto nella postazione del passeggero, continuava a battere i polpastrelli ritmicamente contro la carrozzeria dell'auto.
«Gwen, si può sapere dove hai intenzione di andare?» domandò annoiato.
«No, non ancora», gli rispose secca, con fare distaccato.
Lui continuò ad osservarla. Teneva le mani ben salde al volante e lo sguardo concentrato e fisso sulla strada.
«Se io adesso avessi la mia macchina...»
«Ce l'avresti se tu non andassi ad una velocità che supera di trenta chilometri il limite» disse lei, prima che potesse terminare la frase.
Il ragazzo fece per ribattere, ma ci ripensò, emettendo soltanto un brontolio sommesso ed accendendo la radio.
Nonostante la musica risuonasse ad alto volume e la canzone fosse una delle preferite di Gwen, lei sembrò rimanerne completamente indifferente.
«C'è qualcosa che non va?» chiese.
Lei sembrò distrarsi un attimo.
«No, no...» mormorò, per poi tornare, poco dopo, a concentrarsi nella guida.
Era ovvio che c'era qualcosa di strano, ma preferì non indagare ulteriormente.
Si limitò a rivolgergli un'occhiata di sbieco, tornando poi a concentrarsi sulla musica e socchiudendo gli occhi.
Quando sentì la macchina rallentare sollevò le palpebre, ritrovandosi in un piccolo quartiere pieno di villette colorate dai praticelli ben ordinati.
Il senso di sonnolenza si dissolse immediatamente e, per quanto Duncan volesse negarlo, sentì il cuore aumentare i suoi battiti.Conosceva bene quel posto.
Rivolse a Gwen uno sguardo preoccupato, al quale lei rispose distogliendo quel contatto.
«Perché siamo qui?» domandò minaccioso, con il tono di voce più alto del normale per contrastare la musica.
«Parcheggiamo» si limitò a dire lei, senza più la sicurezza di poco prima.
Duncan rimase per qualche secondo immobile, alla vista della villetta davanti alla quale avevano posteggiato.
Si distolse dai suoi pensieri solamente quando Gwen spense la radio, facendo calare il silenzio tra i due.
«Questa è casa di Courtney!» sbraitò lui, con gli occhi sgranati.
«Lo so...»
«Non penserai mica che io abbia intenzione di andare a scusarmi con quella!»
«Duncan, vedi...»
«Io non voglio più avere niente a che fare con lei! Non ho intenzione...»
«Lasciami parlare!»
Se c'era una cosa che rendeva Gwen diversa da Courtney era che lei non gli aveva mai gridato contro, ed il fatto che avesse appena alzato la voce rivolgendosi a lui lo lasciò sconcertato.
«Duncan...» riprese a parlare, con un tono più pacato, «...Non è vero che non ti interessa più.
Non sono stupida, me ne rendo conto. Forse abbiamo sbagliato, eravamo confusi...»
«Cosa c'è, hai intenzione di scaricarmi adesso davanti a casa di Courtney?»
Lei non rispose, e mantenendo lo sguardo basso, continuò il suo discorso.
«Sai, magari non sono una persona molto loquace, ma stando in silenzio si capiscono più cose di quanto tu possa immaginare... E tu pensi ancora a lei, me ne sono accorta.»
«Ma che diavolo stai dicendo, Gwen?»
«Baciami»
«Che cosa, Gwen? Sei impazzita?»
La ragazza, incurante della sua reazione, si avvicinò al suo viso, prendendolo tra le mani.
Duncan sospirò, iniziando a sfiorargli le labbra.
Continuarono quel contatto per poco, finché lui non si interruppe avvertendo una lacrima calda scivolargli sulla guancia. Una lacrima che non era la sua.
«Con Courtney provavi più di questo» affermò lei, asciugandosi con un gesto veloce gli occhi inumiditi.
«Scusami, sono nervosa...» si giustificò immediatamente, cercando di evitare che il trucco le colasse, riacquistando l'espressione ferma di poco prima.
Il punk rimase sorpreso da quella sua reazione, incerto nel ribattere.
Odiava quel genere di situazioni.

«Sai...», riprese Gwen, «io mi trovo bene con te. Mi diverto, sei simpatico, però... Non so, è come se entrambi pensassimo a qualcos'altro ed io non sono più così sicura. E' un periodo strano, è successo tutto così velocemente...»
Lasciò la frase in sospeso, incapace di nascondere il tremolio della voce.
Duncan inspirò fortemente.
«Perché proprio davanti a casa di Courtney?» chiese dopo alcuni pesanti secondi di silenzio.
«Perché è inutile prendersi in giro. Lei ti piace, e tanto. E se per una volta entrambi mettesse da parte l'orgoglio...»
«Non penserai mica che io adesso vada da lei per scusarmi?»
«L'idea era quella».
Duncan scosse la testa ed, afferrata una piccola leva, la spinse facendo calare in basso il sedile e ritrovandosi quasi in parallelo con il terreno.
La gotica lo osservò, per poi imitarlo e ritrovandosi anche lei supina ad osservare con sguardo vacuo il tettuccio della macchina.
«Mi odi, vero?» chiese lei, voltandosi su un fianco.
Lui scosse ancora la testa, in segno di disapprovazione, restando in silenzio.
«Allora?» lo incitò a continuare.

Lui emise un pesante respiro, passandosi le mani tra i capelli.
«...Hai ragione», rispose con fatica.
Gli era difficile ammetterlo, quasi impossibile, ma non poteva certamente negare di non provare ancora qualcosa per Courtney. In fondo, quel suo modo di fare, per quanto fosse irritante, lo divertiva. E Gwen, beh, era comprensiva, decisamente più simile a lui... Ma, semplicemente, non era Courtney.
Seguì un minuto in cui rimasero zitti, finché Duncan non riprese a parlare.
«Dio! Che discorsi mi sono ridotto a fare...» mormorò, riportando il sedile dritto alla posizione originaria, subito seguito da Gwen che fece la stessa cosa.
«Allora? Hai intenzione di andare a scusarti con lei, oppure ti ho portato qui per niente?»

«Hai idea del numero di calci che mi tirerà quella?»
«Secondo me è un rischio che vale la pena correre» rispose con un lieve sorriso.
Il ragazzo sfiorò la maniglia, indeciso sull'aprirla.
«Non ha senso stare insieme se continui a pensare a Courtney. Lei non ti odia veramente, è soltanto orgogliosa, le ci vuole un po' di tempo per ammettere le cose... Ma non ti odia, di quello ne sono sicura. Abbiamo sbagliato, io e te, ci siamo lasciati trasportare da tutto quello che stava succedendo... E per quanto sembri nasconderlo, lei sarebbe disposta a perdonarti. Ne sono certa.»
Duncan si voltò in direzione della ragazza, che lo incitò con un cenno del capo.
«Sei incredibile, veramente...» disse spalancando la portiera e scendendo sul vialetto.
«Però mi spieghi come farò a tornare a casa senza una macchina?» sdrammatizzò.
«Oh, se tutto va bene dubito che te ne andrai via presto da quella casa...»
Duncan sorrise, chiudendo la portiera e poggiandosi al finestrino abbassato dell'auto.
«Perché dovrei perdere una ragazza come te? Una che non mi insulta solo per un minimo sbaglio, che non mi critica in continuazione...»
«Perché te ami lei, non me.» rispose decisa, ma mantenendo comunque un tono comprensivo.
Il ragazzo chinò lievemente il capo, nascondendo un sorriso.
«E te chi ami, Gwen?»
Lei arrossì, mordicchiandosi un labbro.
«Tu pensi ancora a lui, me ne sono accorto... Ed è inutile prendersi in giro» sorrise, citando il discorso fatto poco prima dalla ragazza.
«Tornerai dal tuo Elvis, eh?»
«Beh, ecco... Tu pensi che forse...»
«Quello è cotto di te. Probabilmente appena ti vedrà ti salterà addosso».
 «Duncan!» esclamò, «sei sempre il solito!».
Lui fece spallucce, osservandola con una finta aria innocente.
«Allora... Buona fortuna con il chitarrista».
«E te parati bene i kiwi, se ci tieni a non cambiare voce»
«Seguirò i tuoi consigli», disse incamminandosi verso una piccola villetta gialla.
«Aspetta!» lo richiamò lei, «non mi hai ancora detto se mi odi per questo...»
«Ah, no che non ti odio! Sei troppo paranoica»
«Si, forse ha ragione...», fece una breve pausa, «Però, ecco, vedi... Alla fine sono contenta che tra di noi si sia risolto tutto così.»
«Sono contento anch'io, Gwen. E' meglio per entrambi... »
E così dicendo si avviò definitivamente verso l'ingresso della casa.
Si salutarono con un gesto della mano, mentre Gwen mise in moto l'auto allontanandosi dalle stradine pulite ed ordinate di quel quartiere.
Sentì il senso d'ansia dissolversi lentamente, scivolandole via dalla pelle, man mano che la macchina acquistava velocità.
Respirò l'aria fredda autunnale che si infiltrava dal vetro semi-aperto, scompigliandole i capelli.
Accese la radio, riuscendosi finalmente a concentrare sulle note della sua canzone preferita.
Tutto sarebbe tornato al suo posto e lei non desiderava altro.
Lo stress, la confusione provata in quel periodo, il senso di vuoto da colmare in entrambi...
Ora poco importava capire da dove tutti quei problemi fossero nati.
L'auto scivolava veloce tra il traffico e lei stava ritornando indietro, all'inizio.
Ripensò a Duncan, che in quel momento probabilmente stava bisticciando con Courtney, entrambi già consapevoli del fatto che prima o poi avrebbero risolto tutto con un bacio.
E poi pensò a Trent, alle scuse che gli doveva, a quanto gli dispiacesse... E a come sperava, anche lei, di ritrovarsi tra poco tra le labbra del ragazzo che realmente gli apparteneva.
Ora tutto sarebbe ritornato come prima, come veramente doveva essere.
In fondo, certe volte, tanto valeva perdersi, per poi ritrovarsi.

 

 

 

 


 

Bene, non chiedetemi che cosa abbia scritto ma non ne ho idea!
Questa fanfiction l'ho scritta in momenti diversi, ma avevo avuto l'idea già da un pò di tempo.

 Penso che sia la one-shot con il concetto di TrentxGwen e DuncanxCourtney più perverso che esista ;P

 A voi il compito di giudicarla ;) 

 

 


   
 
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