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Autore: Fuores    16/10/2011    2 recensioni
Mello è morto nell'incendio della chiesa, tuttavia per lui la 'vita' non finisce qua. cosa gli succederà ancora?
[mattxMello]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era finita.
Aveva perso.
 
Anche questa volta era arrivato secondo a Near, solo che qui non si trattava di dimostrare la propria superiorità, non si trattava delle sfide che facevano all’orfanotrofio. No. In ballo c’era molto di più: la sua vita.
E aveva miserabilmente perso. Si era lasciato battere da Kira.
Forse è vero quello che dicono: solo alla fine ti accorgi dei tuoi errori. E lui lo aveva provato sulla sua stessa pelle, nella sua breve vita aveva commesso tanti,  troppo errori, anche se alla fine riusciva sempre ad uscirne vincitore. Ma adesso? Adesso che tutto è finito, cosa gli rimane? Solo il ricordo di una vita passata dentro un orfanotrofio a misurare la sua intelligenza, a dimostrare a tutti che il migliore era lui e non l’albino?
No.
Quello che gli rimaneva è il ricordo di Matt, il suo migliore, non che unico, amico. Con lui aveva trascorso tanto di quel tempo che solo con i ricordi avrebbe potuto vivere altri cento cinquant’anni. Non lo avrebbe mai ammesso, ma gli voleva un mondo di bene. Grazie a lui aveva scoperto cosa significava la parola vivere, e non lo avrebbe certo dimenticato. Non riusciva più ad immaginare un Mello senza un Matt, come non riusciva a pensare un Matt senza Mello.
Erano stati legati dal destino, ma divisi dalla vita.
Matt.
Chissà adesso dov’era, come stava facendo, se era riuscito a completare la missione. Almeno lui era riuscito a salvarsi? Almeno uno dei due….
 
Ma lui dov’era? Non c’era niente se non un’immensa e infinita distesa bianca.
Che quello fosse l’inferno? Eppure gli hanno sempre insegnato che quest’ultimo era dominato dal fuoco e non vi era altro sentimento che il dolore. Quel luogo era l’opposto. Non vi era né fuoco né fiamme e non percepiva alcun tipo di sofferenza ma solo un gran senso di pace.
Ma allora dove si trovava?
Che fosse stato perdonato? Oppure quello era una sorta di limbo? Non capiva.
Provava solo un gran senso di serenità a lui quasi sconosciuto. Si trovava bene li, ma mancava qualcosa. Non sapeva bene dire cosa, ma quel luogo era incompleto.
 
Prese a camminare. Stare seduto non avrebbe portato a nulla, forse poteva scoprire un po’ di più su dove si trovava. Anche se tutto quello che vedeva era bianco.
Bianco. Bianco. Bianco.
Tutto quel candore gli ricordava la neve.
Ogni volta che dal cielo scendevano quei fiocchi era una gioia per tutta la Wammy’s house. Non vi era bambino che non si divertisse a giocare a palle di neve oppure a creare un pupazzo.
Anche a lui piaceva la neve, si sentiva a suo agio in mezzo a quel bianco. In quei rari momenti vi era solo lui e quella dea dal manto niveo.
Ma poi arrivava sempre una testolina rossa che lo faceva uscire dal suo guscio, che non lo lasciava mai solo insieme a se stesso. In qualche modo riusciva sempre a fargli tornare il sorriso. Anche nelle giornate in cui a dominare non era il banco ma il grigio, un sorriso nasceva sempre sul suo volto.
Spesso i due amici si divertivano a fare scherzi a Near- il ragazzo bianco. Lo chiamavano così per i suoi vestiti perennemente bianchi. Ora che ci pensava si nascondeva bene fra la neve. Una volta non riuscivano più a trovarlo. Quante risate che aveva fatto quel giorno! Eh si, perché era a causa sua e di Matt se non riuscivano a trovare il ragazzo. Avevano casualmente sbagliato a dare le indicazioni a Roger e il bambino era stato due ore sotto la neve a fare piccoli pupazzi.
Forse era stato uno scherzo un po’ cattivo, però ,all’epoca, per riprendersi queste piccole rivincite, non vi erano regole!
Quanti ricordi che gli provocava il bianco. Persino quello stupido moccioso gli era ritornato alla mente!
Un sorriso malinconico gli solcava il viso mentre riprendeva a camminare. Infondo è anche un po’ merito di quell’albino se è riuscito a divertirsi tanto con Matt. Anche Near faceva parte della sua vita e, per quanto lo odiasse, per quanto odiasse arrivare secondo, sapeva che anche dopo la morte non lo avrebbe dimenticato.
 
“ma dove sono finito” all’improvviso il biondo senti una voce.
Allora non era l’unico che era finito in quello strano posto, vi era qualcun altro! Accelerò il passo, impaziente di vedere la fonte di quel suono che lo avrebbe allontanato dalla solitudine.
Vide un ombra che da seduto si mise in piedi.
Assottigliò gli occhi per riuscire a vedere meglio quella figura.
 
Lui.
Lo vide mentre con aria spaesata si massaggiava la testa.
Anche ora, anche in quello strano luogo, anche in quella volta, per l’ennesima, lo aveva trovato, non lo aveva lasciato solo, e il suo cuore non poté fare altro che saltare un battito prima di partire all’impazzata.
“Matt…” il suo nome  gli uscì come un debole sospiro. L’emozione di vederlo ancora una volta era più forte di lui.
“MATT!” questa volta riuscì a sopraffare le sue emozioni ed a urlare il suo nome con quanto fiato aveva. Il rosso, dal canto suo, non poté far altro se non strabuzzare gli occhi alla vista del suo migliore amico.
Verde contro azzurro.
Terra contro acqua.
 
I due amici continuarono a guardarsi con la mente occupata da mille interrogativi e il cuore ricolmo di gioia.
Perché era qui? Che fosse morto anche lui? Non era riuscito a salvarsi? Era tutta colpa sua. Era stato lui a mandarlo in quella missione suicida.
“perché sei qui?- chiese improvvisamente il rosso, spezzando il silenzio che si era creato- sei stato ucciso anche tu?” Allora Mello aveva ragione, era morto per colpa sua.
Il biondo annuì non riuscendo a proferire parola. Il rimorso per aver interrotto così bruscamente la vita del compagno era tanto da fargli pizzicare gli occhi.
Stava forse piangendo?
Si.
Piangeva per suo egoismo, per il suo orgoglio. Sapeva che probabilmente Matt non sarebbe tornato da lui, però lo aveva lasciato andare lo stesso. Non aveva avuto il coraggio di fermarlo, di pregarlo di non andare. Non aveva avuto il coraggio di lasciar cadere il muro che sin da piccolo lo attorniava. Moccioso.
Era lui il moccioso e non Near!
All’improvviso sentì due braccia avvolgerlo. Alzò lo sguardo e lo vide sorridere. Quel ragazzo riservava sempre un sorriso per lui, ma perché?
Adesso doveva odiarlo, mandarlo al diavolo almeno dieci volte per averlo mandato contro la morte. E invece? Gli stava dimostrando ancora una volta che non gli importava ciò che gli sarebbe successo, gli stava dimostrando che anche se lo aveva ucciso, lui, gli voleva sempre bene.
 
Qualcosa dentro il suo cuore si ruppe. Qualcosa cadde.
Era l’orgoglio celato dentro di lui. Di fronte al gesto dell’amico aveva inevitabilmente perso e si era ridotto in mille pezzi.
“s-scusami Matt, non volevo che succedesse tutto questo”gli occhi incominciarono a versare lacrime e si ritrovò a ricambiare l’abbraccio.
“shh, va tutto bene” e invece no! Non andava tutto bene!
“non è vero, io ti mandato contro la morte, io ti ho ucciso, io… volevo che tu continuassi a vivere!”  
L’amico si allontanò in minimo indispensabile per guardarlo negli occhi. Lo vide riflesso in quel due bellissimi smeraldi che adesso trasmettevano solo… amore? Era quello che provava per lui?
“che senso ha vivere se non ci sei tu con me? È da quando ti ho conosciuto che non so più cosa vuol dire solitudine, e non voglio più provarla. Preferisco essere morto piuttosto che vivere senza il mio angelo combina guai” rimase senza parole. Allora anche Matt provava lo stesso sentimento per lui?
Non si ricordò bene cosa successe negli attimi seguenti, seppe solo che una forza più grande di lui lo fece alzare in punta di piedi e lo fece poggiare le sue labbra sopra quelle del rosso.
Lo stava baciando, e non c’era sensazione più bella!
Dopo qualche secondo ricambiò il suo gesto d’affetto. Voleva che sentisse tutto l’amore che provava per Matt, che capisse che doveva restare con lui e che non lo avrei mai abbandonato perché lui, quella testolina rossa, l’amava. Si l’amava con tutto se stesso e c’era voluta la morte per farglielo capire!
Era proprio un moccioso!
 
“ti amo Mihael Kheel”
“ti amo Mail Jeevas”
E fu così che, mano nella mano, si incamminarono verso il loro destino, verso un futuro che neanche la morta era riuscita a cancellare.
  
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