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Autore: Stateira    17/10/2011    13 recensioni
- Ron? Ron, vieni qui, per favore! Harry sta di nuovo vomitando lumache!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
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PREMESSA
 
È una kosina karina, niente di più. A tratti disgustosa. A tratti drammatica, oserei dire. Vorrei vedere voi, al posto di Harry. U_U
Grazie a Nefene, che ha pazientemente e brillantemente e velocemente e un sacco di altri avverbi in mente che lei ama tanto betato questa shot, nonostante io l’abbia abbordata dandole della Mezzosangue. Sono dolcissima. Non è vero, lei lo è, mi sento in obbligo di omaggiarla con del p0rn in futuro.
Grazie a Koorime che ha fatto la sua parte (del tutto involontaria) per la nascita di questa fic. Che non significa che abbia vomitato lumache, badate bene.
 
 
 

 
 
 
 
 
Non devi chiedere a Harry James Potter se nota qualcosa di nuovo in te. Semplicemente, non devi.
Harry non lo fa apposta. La sua capacità di interpretare gli altri è un po’ migliorata con il tempo; migliorata nel senso che inizia a sospettare di piacere a qualcuno prima che questo qualcuno gli cacci la lingua in bocca. In genere, una trentina di secondi prima.
 
Ha imparato che quando Draco non gli rivolge la parola è “male”. Che quando ghigna è “peggio”. Ma Draco esige da lui una delicatezza e una sensibilità che non gli appartengono. Harry ama davvero Draco. Lo ama, e non c’è niente che desideri di più al mondo che vederlo felice. Felice e sessualmente appagato per merito suo, se possibile. Ha imparato ad amarlo come si impara ad amare una sinfonia per violino. Con il tempo, con l’età, maturando. Ha visto in lui qualcosa che gli altri non vedevano, e quel qualcosa continua a vederlo, continua a sentirlo nel profumo dei suoi vestiti e nel respiro di Draco vicino al suo orecchio, mentre dorme.
Però Draco ha questa crudele abitudine di chiedergli: “noti niente di nuovo in me?”, e Harry un po’ lo odia. La visione ultraterrena che ha di Draco non gli permette di accorgersi di dettagli vani e contingenti come un nuovo taglio di capelli o un abbinamento particolarmente indovinato fra giacca e cravatta. Per quanto lo riguarda, Draco potrebbe avere i capelli verdi, potrebbe farsi un tatuaggio su una guancia, potrebbe aspettare un bambino. Per Harry sarebbero tutte cose perfettamente sensate e di cui, comunque, non si accorgerebbe mai e poi mai.
 
Draco tende a prendersela un pochino. Non troppo, giusto un pochino. Quel po’ che basta per fargli scagliare una dolce fattura contro di lui.
 
Harry e Draco lavorano insieme al Ministero. Harry è a capo degli Auror, Draco è a capo di tutta la baracca. Il loro punto di ritrovo è l’ufficio di Hermione, perché quello di Harry è in condizioni indescrivibili, e Ron deve ancora fare pace con il fatto di lavorare per Malfoy.
Solitamente, è lì che nascono i problemi. È lì che Harry dice la cosa sbagliata, fa la cosa sbagliata, pensa la cosa sbagliata.
 
- Maledetto stupido grosso… Sbirro! – urla Draco, schiantando un pugno sulla scrivania di Hermione.
Harry ogni tanto gli fa vedere la televisione. Draco ha capito che “sbirro” è una parola che i Babbani usano per insultare le forze dell’ordine, e tanto gli basta. La pronuncia con la stessa, disgustata enfasi di quando dice “mezzosangue”. Perché ogni tanto lo dice ancora, anche se più che altro lo dice a Harry quando ha voglia di farsi sculacciare un po’.
Harry sbuffa, tenendo le braccia incrociate. Non è per niente impressionato dalla sua scenata, anzi. – Draco, vuoi darti una calmata?
- Sei inqualificabile! Offensivo! Diffamatorio!
- Oh, ma per favore.
- Rimangiati quello che hai detto!
- Rimangiatelo prima tu.
In quel momento, Hermione torna con il suo caffè. Giusto in tempo per  sentire Draco che grida: – Ti odio! – e vederlo uscire ad ampie falcate dalla porta. Pochi secondi dopo, il portone intarsiato dell’ufficio personale del ministro sbatte violentemente.
Lei appoggia la tazza sulla scrivania senza fare una piega. Si mette seduta, osserva Harry ancora piantato contro il muro, con le braccia incrociate. Aspetta. Tanto, sa che il caffè non farà nemmeno in tempo a raffreddarsi.
- … Ho esagerato? – chiede Harry, un po’ teso.
- Certo che hai esagerato, Harry. – risponde lei, dura. Non ha la più pallida idea del perché quei due stessero litigando, ma anni trascorsi a guardarli andare e venire dal suo ufficio le hanno insegnato una grande verità: se si vuole risolvere la questione in fretta, bisogna spingere Harry a fare il primo passo.
- Lo hai trattato in modo orribile. – insiste. Harry comincia a dare segni di nervosismo. Occhieggia verso la porta. Batte il piede a terra. Non ha il coraggio di guardarla, mentre gli fa la ramanzina.
- Harry, ti rendi conto di quanto stia soffrendo in questo momento? – rincara.
Harry si morde con forza il labbro inferiore. – Merda. – borbotta. – Draco!
 
Naturalmente, la porta dell’ufficio di Draco è più che chiusa, per lui. Harry ci batte contro i palmi aperti, lo chiama due o tre volte, azzarda perfino un paio di deboli calcetti.
- Draco, dai, apri. Mi dispiace. Non volevo dire quelle cose. – dice alla porta, con aria afflitta.
Parlare alla porta è diventata una delle attività principali di Harry, all’interno del Ministero. Gli impiegati che si trovano a passare per il corridoio nemmeno badano più a lui.
- Certo che non volevi! Sei stato orribile!
- Allora perché non apri e non me lo urli in faccia? – ribatte Harry. – Draco, avanti! Apri la porta! Non possiamo parlarne con calma?
- No!
- Puoi anche affatturarmi, se ti fa sentire meglio! – offre Harry. Il suo mantello da Auror è ignifugo, in ogni caso.
 
Cinque minuti esatti. Sono passati cinque minuti, ed Hermione sa che è il momento di andare a vedere com’è la situazione di là. È diventata bravissima ad incastrare la sua pausa caffè in modo che Harry e Draco le permettano di bersi il caffè non troppo caldo occupando alcuni preziosi minuti con le prime recriminazioni, e che poi finiscano con il  regolare i loro attriti appena lo finisce.
- Come sta andando qui? – domanda retoricamente. Il suo sguardo cade prima su Draco, che se ne sta con il capo un po’ basso, e poi su Harry, accasciato per terra con un grosso vaso fra le braccia.
Si impone di prendere un bel respiro. Un lungo, salutare, paziente respiro.  – Ron? Ron, vieni qui, per favore! Harry sta di nuovo vomitando lumache!
Succede spesso. Già. Naturalmente, questo genere di incidenti non aiutano a migliorare il rapporto fra Ron e Malfoy. Ron li raggiunge e si china accanto all’amico, battendogli una mano sulla schiena con aria assolutamente solidale mentre Harry ansima e vomita senza tregua grossi lumaconi viscidi.
- Malfoy, dovevi per forza usare il Mangialumache? Lo sai quant’è spiacevole. – ringhia.
Draco solleva un sopracciglio. – No, veramente non lo so. L'unica volta che qualcuno ha tentato di usarlo contro di me, gli si è rivoltato contro. – commenta, propinando a Ron il suo miglior sorriso splendente.
- Adesso la mia bacchetta è integra, sai? – brontola Ron sottovoce, cercando di non farsi sentire da Hermione.
- Provaci, Weasley!
- Mangialu-
La mano di Ron e la sua bacchetta finiscono schiantate a terra sotto al palmo d’acciaio di Harry. Il polso di Ron è rivoltato verso l’alto, e Ron non può fare altro che lasciar andare la bacchetta, che rotola via pigramente sul pavimento di un metro o poco più. non lo ha neanche visto muoversi. Per un attimo, lo sguardo di Harry è terrificante.
Poi torna ad essere quello di qualcuno che è in preda ad una crisi di vomito.
– Scusa, Ron. – ansima, lasciando la presa. Ha un altro conato, poi riprende: - Riflesso condizionato.
Ron stringe un po’ gli occhi, sospettoso. Non è proprio sicuro che quello di proteggere Malfoy sia un riflesso condizionato da Auror. Lui non ce l’ha, per esempio.
Hermione, dal canto suo, è più che certa che non lo sia, ma non ha alcuna intenzione di commentare.
 
Draco si torce le mani con aria colpevole. Cercando di mantenere quanta più distanza possibile fra sé e il vaso pieno di disgustose lumache, si china vicino ad Harry e gli massaggia dolcemente la schiena.
- Scusa. Ti odio. Non farlo mai più. – borbotta.
La testa di Harry ciondola come se fosse di piombo, mentre il suo povero stomaco si libera delle ospiti indesiderate. È tutto sudaticcio, oltre che quasi giallastro dalla fronte fino ai palmi delle mani.
- Non dovrebbe durare ancora molto. Non ci ho messo troppa rabbia.
- Evidentemente eri più arrabbiato… Ugh! Di quanto credessi.
- Ho detto che non ne ho messa molta. Non ho detto che non ne ho messa.
 
Hermione avrebbe tanta voglia di dire “Uomini!”. Mai come in quei momenti le sembra più appropriato.
- Vieni, Harry, andiamo a prendere un tonico per rimetterti in sesto. – ordina, aiutandolo ad alzarsi. Harry sembra molto dispiaciuto di dover lasciare Draco. Lo guarda come se non fosse lui la causa di tutto quello. Come se fosse soltanto il più dolce, il più bello, il più innocuo mago sulla faccia della terra.
 
Dopo un quarto d’ora, Harry è come nuovo, ma Hermione non gli ha permesso di uscire dal suo ufficio.
- Si può sapere per cosa stavate litigando, questa volta?
Harry si stringe nelle spalle. – Non lo so. – ammette candidamente.
- Come sarebbe a dire che non lo sai! Hai portato avanti il battibecco per un sacco di tempo senza sapere di che cosa stavate discutendo?
- Mi sono tenuto sul generale. – spiega Harry, pragmatico. – Mi devo essere distratto un momento, non ho afferrato bene come mai Draco ce l’avesse tanto con me. Ma sicuramente aveva le sue buone ragioni. – aggiunge in fretta. Hermione ha la sgradevole sensazione che sia stato addestrato a pensare una cosa simile.
Alza gli occhi al soffitto, esasperata. – Harry, ti rendi conto che questo darà luogo ad un altro litigio, vero? –
L’espressione di Harry si fa un po’ più grave e piena di consapevolezza. – A proposito, non è che per caso hai notato se Draco ha qualcosa di nuovo? Che ne so, i capelli, la faccia. Le scarpe. I denti. Quelle cose a cui lui sta attento.
 
 
 
 
 
 
ANGOLINO!
Ecco una delle famigerate shot di cui accennavo la settimana scorsa. In realtà credo che non ne vedrete altre, perché quelle che avevo in mente sono di fatto diventate delle spin-off e/o delle Missing Moments di SoF, quindi verranno pubblicate come tali.
Lo so che ultimamente propongo spesso Draco come Ministro della Magia. È una cosa che mi fa morire, non posso farne a meno. Lo amo talmente tanto che ci ho costruito attorno la cronaca di un gdr. Non merito di vivere, lo so, ma lo vedrete ancora in queste vesti, molto spesso.

  
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