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Autore: SimplyMe514    17/10/2011    13 recensioni
E se... il nostro mondo, in cui Harry Potter è finzione, fosse solo uno dei tanti? E se... ciascuna fanfiction fosse un universo parallelo? E se... i nostri eroi potessero visitarli? Scoprite cosa succede quando il Trio, più due accompagnatori d'eccezione, si tuffa nel mondo di una Dramione!
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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 Il salto successivo li lasciò tutti abbagliati per qualche istante: era pieno giorno e si erano trasferiti nell'ambiente bianchissimo e meticolosamente disinfettato dell'infermeria. Un Dray che con un paio di bende in più sarebbe stato il sosia perfetto di Tutankhamon era disteso su uno dei letti, con accanto una preoccupatissima 'Mione che stranamente non era più tanto perfetta: forse la mancanza di sonno faceva effetto anche su di lei.

«Per quante ore sarà rimasta lì ad aspettare segni di vita?» domandò la vera Hermione.

«Troppe, ma è un modo per farci vedere quanto lo ama».

«Oh, grandioso. Immagino che questo sia il momento in cui dovremmo metterci a strillare e ridacchiare come ragazzine. Be', non contate su di me» ironizzò Draco.

«Fuori di qui». Madama Chips somigliava incredibilmente a una tigre dai denti a sciabola.

«No. Io resto».

«Eh? L'intento è nobile, lo capisco, ma io avrei avuto almeno la decenza di oppormi un po' più educatamente» la sgridò la sua corrispettiva.

«Se ci tieni tanto, quando si sveglierà ti manderò a chiamare, ma non puoi pretendere di mettere radici qui».

«Ma Dray ha bisogno di me!»

«Il signor Malfoy al momento ha solo bisogno di riposo e della mano di una professionista».

«Tra l'altro, non l'aveva ritirato da scuola?» obiettò Hermione. «Immagino che ci vogliano un po' di scartoffie per giustificare la presenza in uno di quei letti di qualcuno che tecnicamente non è più uno studente».

«Madama Chips non rifiuterebbe mai di aiutare qualcuno che ha bisogno di cure, anche se non è iscritto», ribatté Luna, «incubi burocratici o meno».

«Giusto anche questo».

Ma in quel momento accadde qualcosa che riportò l'attenzione di tutti, volenti o nolenti, su quel momento d'intensa drammaticità (ma che stranamente nessuno sembrava considerare tale): Dray si mosse ed emise un verso inintelligibile.

«Ehm... quindi l'incantesimo che si è beccato fa parlare correntemente Troll?»

«Non essere stupido, Weasley... ah, dimenticavo che è impossibile... è chiaro che l'altro me si sta svegliando, no?»

«Visto? Visto?» squittì 'Mione. «Sente che sono qui! Avanti, Dray, di' qualcosa...»

Si gettò come un proiettile umano giù dalla propria sedia, preferendo inginocchiarsi al capezzale del suo amato, e lo scosse piano. Altro grugnito.

«M... m... 'Mione?» sputò fuori a fatica, con voce impastata. «Che è successo? Dove siamo?»

«In infermeria. Tuo padre... sì, insomma... sei stato colpito».

«Aspetta... in infermeria a Hogwarts

«No, idiota, al San Mungo...» sbuffò il vero Draco, sarcastico. «Anche se a pensarci bene il San Mungo è a Londra, perché accidenti è dovuta tornare fin su in Scozia? Con tutte le stranezze che capitano, le avrebbero fatto più domande su quel catorcio che sul fatto che avesse un ragazzo ferito, svenuto e mezzo svestito a carico».

«Ehi! Non chiamarlo catorcio!»

«Oh, capisco che possa avere una specie di... come dire, valore affettivo per te, Weasley, ma onestamente, non si merita nessun altro nome».

«Sì. Almeno adesso sei al sicuro».

«Ma l'ultima cosa che ricordo è... oh, 'Mione, sei stata folle».

«E lasciarti lì mentre sapevo perfettamente che tuo padre ti stava facendo Merlino solo sa cosa? Non avrei potuto fare altrimenti».

«Ma come sei arrivata?»

«Oh, be'...», qui 'Mione scoccò uno sguardo a Madama Chips, che non sembrava minimamente intenzionata a lasciar loro la privacy che quella scena avrebbe richiesto, ma d'altra parte non stava facendo un granché, ovvio segno che l'autrice si era improvvisamente ritrovata un personaggio di troppo tra i piedi e aveva semplicemente deciso di fingere che non esistesse, «diciamo che a volte quattro ruote sono ancora più utili della Polvere Volante».

«Hai rubato una macchina e sei scappata da scuola?» riassunse lui con tanto d'occhi. «Molto Serpeverde da parte tua».

'Mione ridacchiò, una risatina acuta e sciocca che mal si accordava con la sua controparte, la quale infatti si lamentò: «I miei poveri timpani... giuro che se lo rifà trovo il modo di guadagnarmi un corpo fisico e la strangolo».

«E tu ti sei buttato nella sua traiettoria al mio posto, Dray. Ti sei sacrificato per me... molto Grifondoro da parte tua, oserei dire». Le tremava la voce; al pensiero di un'altra cascata iperscintillante in arrivo, Draco alzò gli occhi al cielo.

«Oh, per Salazar, non di nuovo! Questa roba è così melensa che dovrò correre dalla vera Madama Chips e chiederle se ha una qualche pozione per abbassare gli zuccheri nel sangue». Nessuno degli altri osò dirgli ad alta voce che aveva ragione, ma gli sguardi bastavano e avanzavano.

«Ecco, a proposito di quel piccolo particolare...»

«Sì?» L'aspettativa nell'aria si poteva tagliare col coltello; un'inguaribile romantica quale probabilmente era la scrittrice al posto dei nostri eroi si sarebbe messa a saltellare su e giù per l'emozione come una bambina in un negozio di giocattoli, ma nessuno di loro al momento era di umore particolarmente sentimentale, e sui loro volti erano dipinti vari gradi di disgusto.

«... ti amo anch'io, Hermione Jane Granger». E ignorando tutto, compresi l'occhio di falco di Madama Chips e la ferita al labbro che aveva l'aria di non essere ancora completamente rimarginata, si baciarono appassionatamente. Ci fu un brivido collettivo nel gruppo, che coinvolse – stranamente – tutti tranne Hermione, che aveva altro a cui pensare.

«Forse ho sentito male, ma è parso anche a voi che abbia detto “Jane” invece di “Jean”? Bella dimostrazione di amore eterno, non sapere neanche il suo secondo nome!»

«Oh, be', sai a chi dare la colpa» sospirò Luna. «Non è né la prima né l'ultima a fare confusione».

«Quando gli errori diventano un'abitudine, allora sai che le cose vanno male» sentenziò Hermione a denti stretti.

«Ma... come faremo con tuo padre?»

«Faremo un'altra cosa da Grifondoro e lo manderemo al diavolo».

«Non esattamente la mia scelta di parole ideale, signor Malfoy, ma non sei troppo lontano dalla verità».

«Si può sapere che ci fa lì Silente?» domandò Ron senza aspettarsi una risposta.

«Madama Chips non sarà molto entusiasta di questo andirivieni di visitatori, ma sono venuto a darti il bentornato».

«Il bentornato?» ripeté lui scioccamente. Almeno era giustificato dal fatto di essere ancora un po' stordito.

«Pare», e qui gli dedicò uno di quegli sguardi che scintillavano da dietro gli occhiali di un'ironia comprensibile solo a lui, «che nella fretta di portarti via da questo luogo che giudicava indegno di un Malfoy tuo padre abbia dimenticato le formalità burocratiche necessarie per ritirarti ufficialmente da scuola».

«Che cosa?» sbottarono i veri Draco ed Hermione all'unisono (un'altra volta! Altro che stanze private, questa pregevole collezione di universi alternativi stava facendo miracoli per l'unità tra le Case che nemmeno la fantasia selvaggia dell'autrice avrebbe mai potuto concepire!)

«Non ha il minimo senso!»

«Già, figurati se un paio di firmette mancanti possono fermare Lucius Malfoy, eh? Lui non si abbassa a compilare moduli come tutti, si compra il permesso e basta!» disse Ron, la voce carica di veleno.

«Ripetilo e ti sparo tante di quelle maledizioni che uscirai di qui in un vecchio involucro di Cioccorana, se uscirai di qui».

«Voi due litigherete in pace dopo!» li interruppe Harry. «Abbiamo problemi più grossi».

«Parole sante! Voglio dire, se lo ricorda solo adesso? È il Preside, per le mutande di Merlino!», e di nuovo, una frase del genere acquistava ancor più significato pronunciata da qualcuno che non era cresciuto sentendola, «Avrebbe dovuto dirgli subito che non poteva trascinarlo via così, sulla parola! Come ha potuto permetterlo?»

«Naturalmente, non saranno sottratti punti a Serpeverde per la tua assenza tecnicamente ingiustificata, dato che è stata indipendente dalla tua volontà. Quanto alla signorina Granger, invece...»

«No!»

«Come, prego?»

«Esattamente quello che ho detto, no. Non credo che i Grifondoro dovrebbero essere penalizzati perché una di loro mi ha salvato la vita, perché sappiamo tutti benissimo come sarebbe finita se non fosse arrivata».

«A dire la verità, signor Malfoy, vorrei proprio sentire la vostra versione dei fatti. Mettiamoci comodi», qui estrasse la bacchetta e con uno svolazzo elegante fece apparire dal nulla un pouf di un viola intenso, «e sentiamo cos'avete da raccontare».

«Una sedia c'era già, non gli bastava quella?» sbuffò Hermione.

«Ma così fa molta più scena» spiegò Luna con un'alzata di spalle.

I due piccioncini definitivamente riappacificati si lanciarono in un concitato riassunto degli eventi di Malfoy Manor, che incluse una dovizia di dettagli sulle orribili torture subite da Dray sufficiente a far guadagnare a Lucius un biglietto di sola andata per Azkaban per uso ripetuto di una Maledizione Senza Perdono, sempre che il più generico maltrattamento di minore non fosse stato già abbastanza per gettarlo tra le grinfie dei Dissennatori.

«Molto bene. Se è così, sono d'accordo con il signor Malfoy. Non ci saranno punizioni, anche se tutto questo è stato decisamente... poco ortodosso».

«Tutto qui? “Non ci saranno punizioni”? Gli ha praticamente detto chiaro e tondo che suo padre dovrebbe essere arrestato e quello si preoccupa dei punti? Che il professor Silente sia un po' strano lo riconosco perfino io, ma questo è troppo!»

«Non è l'unico personaggio ad avere strane priorità in questa storia, dovresti averci fatto l'abitudine» rispose Luna.

 

Altro salto, ed eccoli in una versione molto strana della Sala Grande, una che li fece sospettare di essere tornati indietro ai tempi di Allock: tutto quel rosa e quell'esubero di cuoricini che senza dubbio avevano richiesto la gentile collaborazione di Madama Piediburro potevano significare solo una cosa, San Valentino.

«Con questo abbiamo superato ogni limite» sbottò Draco, battendo sul tempo tutti gli altri, che probabilmente erano sul punto di dire la stessa cosa.

«Ah, perché, siamo a febbraio? Con questi salti avevo perso il filo» commentò Ron, guardandosi in giro come alla ricerca di qualcosa che non fosse né rosa né sdolcinato su cui posare lo sguardo... e non trovandolo.

«Ma sì, può avere un senso: il ballo era alla vigilia di Natale, non sappiamo bene quante notti siano passate prima di... ecco, di quello... potrebbe benissimo essere San Valentino» ragionò Hermione. «Il punto è: perché una festa in grande stile?»

«Più o meno per lo stesso motivo dell'altra volta: l'autrice aveva bisogno di una ricorrenza, e visto che questa è particolarmente romantica, tanto meglio».

L'ennesimo incrocio tra un bacio e l'imitazione di due polpi impazziti tra Dray e 'Mione fu accolto da tutta una serie di espressioni attonite da parte di chiunque non fosse a sua volta impegnato con un rappresentante del sesso opposto e, colmo dei colmi, da una pioggia di coriandoli a forma di cuore che si posarono come una neve rosa e alquanto patetica sulle loro splendide chiome.

«Era ora che rendeste pubblica la faccenda!» sbottò Ginny poco distante, staccandosi da Zabini appena per il tempo sufficiente a mettere insieme le parole e riprendendo subito ad aggredire sistematicamente quel suo viso troppo bianco... cioè, a sbaciucchiarlo, naturalmente.

«Ma Dray... non ho ancora capito che intenzioni hai. Tuo padre... ?»

«Mio padre non saprà più niente di me, sempre che sia abbastanza fortunato da restare fuori da Azkaban».

«Oh, ma guarda, mezza frase sensata!» esclamò Ron.

«Ripetilo, se ne hai il coraggio».

«L'essere più vigliacco del pianeta viene a parlare a me di coraggio? Fa' un favore a tutti e sta' zitto, Malfoy».

«Che intendi dire?»

«Be'... che forse dovresti insegnarmi a guidare quella macchina» sorrise lui, togliendole delicatamente dal viso uno di quei boccoli che apparentemente erano così importanti da aver preso vita propria.

«E perché tu, di tutte le persone al mondo, dovresti aver bisogno di guidare?»

«Oh, mio Dio! Stavo per farvi esattamente la stessa domanda! Non riesco a credere di essere stata d'accordo con l'altra me su qualcosa!»

«'Mione, pensaci... non sarò mai in grado di darti quello che meriti con il fiato di tutta la famiglia sul collo. A te, invece, basta tornare a casa per le vacanze per andare a vivere in un mondo in cui il sangue magico non importa, perché... diamine, perché è come se non esistesse. Ci sono ben poche cose di cui sono sicuro in questo momento, ma una di queste è che voglio passare il resto della mia vita con te, e se ciò significherà fingere di non essere un mago, ben venga. Vivremo nel tuo mondo, non nel mio, e faremo magie solo quando nessuno ci vede. Non siamo certo i primi. Quando lo sapranno, i miei parenti non vorranno avere più nulla a che fare con me e saremo al sicuro. Spariremo dal loro... come si dice? Radar?»

«Eh?» La parola sconosciuta riscosse Draco dal leggero stato di shock in cui era precipitato sentendosi pronunciare quel discorso; il risultato fu che squadrò l'altro se stesso come se avesse appena parlato Goblinese.

«Ma tu guarda, l'ha addirittura detto giusto...»

«Buona a sapersi, Granger, c'è solo un piccolo problema: che roba è?»

«Un congegno che usa onde elettromagnetiche per determinare la posizione di qualcuno o qualcosa... vuoi che ti spieghi anche cosa sono le onde elettromagnetiche o mi fermo qui?»

«Basta e avanza, ho afferrato il concetto» la bloccò Draco, con un brivido involontario all'idea di aver appena ascoltato l'equivalente di una spiegazione di Babbanologia che fosse durata più di un sessantaquattresimo di secondo. «Ah, PS: quello che ha appena detto è il più grosso ammasso di sciocchezze che io abbia mai sentito! Andare a vivere tra i Babbani? Fingermi uno di loro? Si vede proprio che siamo in un altro universo!»

«Il... il resto della tua vita? Oh, Dray, mi stai chiedendo di... ?»

«Di fare la cosa più pazza, avventata, insensata e meravigliosa che mi sia venuta in mente da un bel po'. Sposami, 'Mione».

E questa volta i nostri eroi dimostrarono perfetta unità non tra due Case ma addirittura tre, scandendo tutti in coro: «Oh. Mio. Dio».

L'universo alternativo volle concedere loro il tempo di finire di reagire, poi qualcosa li afferrò e li sbalzò lontano con uno strattone improvviso. Le più fortunate furono le ragazze: Hermione, che quando erano partiti era l'unica seduta, atterrò in poltrona; Luna, che non era al suo primo viaggio, riuscì nell'impresa di mantenersi in equilibrio. I maschi furono scaricati non molto delicatamente in un groviglio confuso di membra sovrapposte.

«Ahia! E avvertirci, la prossima volta?»

«Quello era il mio occhio, Harry!»

«Levatevi di dosso! Hai proprio bisogno di metterti a dieta, Weasley...»

«Allora...», Luna attese con pazienza che tutti si rialzassero e si lisciassero i vestiti addosso, «che ne pensate?»

«Due parole: mai più».

«Odio dirlo, Malfoy, ma per stavolta hai proprio ragione» convenne Ron. «A meno che non ci siano universi un po' meno disgustosi qui da qualche parte».

«Be', gente, io me ne vado. Tiger e Goyle si chiederanno dove mi sia cacciato, sempre che siano in grado di mettere in moto l'unico neurone che hanno in due abbastanza a lungo da chiedersi qualcosa».

Lo guardarono eclissarsi, poi Hermione, quando fu sicura al cento per cento che fosse fuori portata d'orecchio, commentò: «Non conoscevo quel suo lato sarcastico. Una battuta decente ogni tanto può anche scappargli, quando non è cattivo con uno di voi due... anzi, visto da questa prospettiva è quasi carino...»

Harry sgranò gli occhi e fece il gesto di controllarle la temperatura. «Sicura di star bene?»

«Luna... non è che questi viaggetti fanno cose strane al cervello, eh?» s'informò Ron.

«Non che io sappia», si difese lei, «ma non sono mai stata in un universo in cui fossi la protagonista, magari a lei è successo qualcosa... non so...»

«E lo dici adesso?» sbottò lui.

«Ragazzi...» li interruppe Hermione, che stava impiegando ogni briciola residua di forza di volontà per non scoppiare a ridere, «non riconoscereste uno scherzo neanche se si mettesse a ballare la samba proprio sotto i vostri occhi! Pronto? È ovvio che vi stavo prendendo in giro!»

«Be', allora questa esperienza ti ha resa più spiritosa, perché da che mondo è mondo tu non scherzi mai».

«Non è vero! È solo che non scherzo riguardo a cose su cui c'è ben poco da divertirsi. A proposito, qualcuno di mia conoscenza ha un tema da finire...»

«Sì, mamma...» sbuffò Ron.

«Ehi! Lo dico per non farti finire nei guai!»

«Voi finite di battibeccare quanto volete, io vi aspetto qui fuori» disse Harry, fin troppo felice di evitare un'altra delle loro battaglie verbali.

«Ti seguo, per oggi ne ho avuto abbastanza di altri universi» si aggregò Luna, lasciandoli soli.

«Ma... non avevi detto che ce n'erano altri che volevi cercare? Sei già lì in postazione, cosa aspetti?»

«Lo dici solo per rimandare i compiti», lo rimproverò lei. Poi trasse un gran respiro preparatorio e, cambiando completamente tono, aggiunse: «Conosco un modo più veloce per vedere l'universo che voglio».

«E sarebbe?»

«Fare in modo che si tratti del nostro, di universo».

 

Note dell'Autrice: xie xie (che sarebbe “grazie” in cinese, visto che volevo essere creativa) a:

call, Idkwisshrsazy e Queen Malfy Slytherin che hanno inserito questa storia nelle preferite;

aldina, alvigi, crazy_gloria, martaluna555 e ninilke che l'hanno messa nelle seguite;

VioletEireen che l'ha voluta avere in entrambe;

principessa_tarya che l'ha segnalata per le Storie Scelte.

E anche quest'avventura è finita, ragazzi. Grazie a tutti per aver dedicato un po' del vostro tempo a leggermi e commentarmi, e di nuovo, se qualcuno avrà piacere di inserire questa storia e/o me in qualcuna delle sue liste, si consideri ringraziato in anticipo anche se il suo nickname non comparirà in questo elenco. Per rispondere una volta per tutte a una domanda che mi è stata posta almeno un paio di volte, no, non ci saranno altre parodie basate sul concetto degli universi paralleli, semplicemente perché mi mancano le conoscenze basilari sui cliché delle altre “coppie scoppiate”. Se a qualcuno l'idea è piaciuta proprio tanto tanto e ha già in mente un possibile sequel incentrato sulle Fremione, Severus/Hermione e chi più ne ha più ne metta, la prenda pure in prestito (purché mi citi brevemente da qualche parte), sarò felicissima di leggere!

  
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