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Autore: elyforgotten    18/10/2011    18 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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MY STORY WITH AN ORIGINAL..WITH ELIJAH.

 

1 capitolo

 

La città di Mystic Falls fa schifo.  

E’ questo quello che ha sempre pensato Briony Callaghan-Forbes (- Si legge Braiony -) del suo paese natale.

Quel paese le aveva portato solo dolore, guai, sofferenze sia psicologiche che fisiche, e numerosi grattacapi per la testa… Ma non avrebbe mai pensato che lì avrebbe trovato l’amore vero… quello per cui vale la pena di vivere.

Ma anche quello che ti squarcia l’anima… il cuore.

Sapeva soltanto che la Morte sarebbe sempre stata un’ombra cupa e persistente qualora avesse accettato di vivere quell’amore totale e distruttivo. Lo sapeva bene… e le conseguenze le avrebbe vissute sulla sua pelle, fino a reciderla e arrivare al suo cuore pulsante.

Questa è una storia d’amore totalmente differente da tutte le altre che avete incontrato.

 

DUE ANNI PRIMA

<< Merda merda >> era questo il pensiero continuo di Briony, mentre guidava in direzione di Mystic Falls. La mano appoggiata stancamente sulla fronte accaldata, i piedi sui pedali non erano sicuri nella guida, come se non volessero accelerare, mentre gli occhi verdi erano pieni di cupa inquietudine. << Questo è un giorno da classificare come uno dei più brutti della mia vita. Me ne pentirò, lo sento. >> Briony sentì una morsa attorcigliarsi all’altezza del petto, come un nodo che sadicamente si ristringe nella maniera più dolorosa.

<< Lasciare la bellissima Seattle per tornare in questo buco di paese, completamente disastrato… Solo io posso farlo..! Dannazione, se mio padre non avesse così insistito… >>

Ma purtroppo Briony era sempre stata un po’ succube del padre Bill:  lui l’aveva cresciuta e quindi si sentiva in diritto di organizzarle la vita; le aveva trovato un lavoro a Seattle, le pagava l’affitto e tutto quello di cui aveva bisogno. Ma quando lei venne licenziata non poteva permettersi di vivere ancora in quel lussuoso appartamento.

Il padre stanco dei continui casini della figlia maggiore l’aveva rispedita a Mystic Falls, dandole persino un compito da svolgere: “Visto che non puoi stare a Seattle, torni a casa tua a Mystic Falls! Così badi un po’ anche a tua sorella Caroline, che è una combina guai peggiore di te.”

<< Fantastico >> Pensava Briony sospirando all’interno della macchina << Non solo devo tornare in quella casa, Dio mi perdoni per entrarci di nuovo, ma devo anche fare da babysitter a quella superficiale della mia sorellastra… Vorrei buttarmi in un fosso in questo momento >>  Ma pensò che forse era meglio risparmiare la sua bella Alfa Romeo nuova di pacco e andare dritti per la strada.

Caroline non era veramente sua sorella, era solo la figlia di Bill avuta con lo sceriffo ForbesBriony era nata invece 9 anni prima da un’altra donna, con cui ormai non aveva più rapporti da molto tempo.

Se la famiglia era il punto debole di tutti, per lei non era nessun punto.

E non perché lo volesse lei ma perché purtroppo i suoi legami familiari erano davvero disfunzionali fin dalla radice, come un albero che non possiede alcun ramo legato all’altro e che finisce inevitabilmente per rinsecchirsi. Credeva davvero di essere capitata per caso in quella famiglia, visto che ognuno era estraneo all’altra e lei lo era molto di più. Per ovvie ragioni.

I rapporti erano freddi anche con Caroline. La “Blond-girl”, così la chiamava sempre, era una ragazzina superficiale, egoista e terribilmente fastidiosa. Anche se non abitavano sotto lo stesso tetto, Briony aveva sempre cercato di prendersi cura della sorella minore, cercando di aiutarla a migliorarsi, soprattutto in fatto di uomini. Caroline prediligeva i ragazzacci, i tipici stronzi e bastardi che facevano solo soffrire, e lei cercava sempre di metterla in guardia visto che aveva più esperienza della biondina.

Ma niente, Caroline faceva sempre di testa sua e non l’ascoltava mai. La sua vita si basava su: cheerleader, shopping, feste con alcool e ragazzacci.

Briony, che era una ragazza di 26 anni più pratica e responsabile, non poteva andare d’accordo di certo con una ragazzina così. Anche se avevano lo stesso sangue, e quello contribuiva solo a farla sentire in obbligo nei confronti della biondina e per l’infanzia felice che avevano passato insieme. Ecco, magari erano proprio i ricordi passati e lontani che la legavano all’unico parente su cui provasse un genuino affetto, anche se mescolato alla stizza – Caroline era in grado di farti esplodere il cervello il 90% delle volte – ed era per questo che si stava dirigendo a Mystic Falls senza fare dietro front.

Sotto la corazza dei litigi, le mancava quella sorellina combina guai e sentiva il sacro dovere di tenerla d’occhio. Briony era da tanto che non parlava con la sorella faccia a faccia, da quando successe quel fatto… Se ne era andata da quella città odiosa e aveva deciso di trasferirsi. Per altri ovvi motivi.

Ora però stava ritornando.

Non poteva sapere che i guai veri sarebbero iniziati adesso. Proprio a Mystic Falls.

 

 

Briony parcheggiò a casa Forbes, il primo posto nel quale doveva fermarsi prima di dirigersi nella sua vera casa natale. Chissà che faccia avrebbe fatto Caroline al suo arrivo… anche lei si sentiva il cuore gonfio di aspettativa. Ma anche di una strana ansia contraddittoria.

Briony cercò di far finta di nulla e scese dall’auto con un forte sospiro. Prima aveva cercato di non focalizzarsi troppo ma in quel momento non poteva non lasciarsi sommergere dal clima di Mystic Falls. Quella città sembrava la soffocasse, ed era arrivata da appena due secondi. Non c’era niente di bello a darle il benvenuto, l’atmosfera era magicamente spettrale, i cieli erano grigi e privi di luce. Non di certo confortevole.

Quella città maledetta le offriva un’orribile e sgradevole sensazione di solitudine. Odiava la solitudine. Trasmetteva tristezza e lei odiava essere triste. Briony Forbes aveva sempre cercato di cavarsela da sola con i propri problemi, ma questo solo per non essere di peso agli altri e dimostrarsi forte. Più forte di quanto fosse.

In realtà tante cose sono solo apparenze.

<< Difatti. Magari da domani Mystic Falls si tramuterà in un parco giochi+casinò. >> pensò Briony cercando di smorzare il malumore.

Passò all’improvviso una bicicletta su cui stava un vecchio signore. Questi passò tutto il tragitto a guardare Briony con uno strano sguardo, come quello di chi non ci si aspetta di vedere una data persona ritenuta forse un’aliena, e rimase con l’espressione da guardone fastidioso fino a quando non svoltò l’angolo.

Briony allora deglutì e si spazzolò i capelli con la mano, cercando di far finta di nulla. Era da tenere in conto simili occhiatacce, uno dei tanti motivi per cui non voleva ritornare.

Ma diamine era passato così tanto tempo…

Briony sentì il nodo ristringersi ancor di più nel petto, fino a dolerle, e i nervi traballare. Non volendo darsi per vinta fece uno sbuffo e si lasciò alle spalle occhiate sgradite, panorami spettrali e brutti pensieri per arrivare fino alla porta dello sceriffo.

Sentendosi più forte, suonò il campanello dopo essersi sistemata ancora i capelli lunghi castani.

Quanti ricordi. Quante volte era dovuta andare a sistemare i casini di Caroline ogni volta che organizzava una festa a casa, ovviamente quando i suoi non c’erano. I vicini chiamavano sempre la polizia per colpa dello schiamazzo e Briony correva ogni volta per assicurare i poliziotti che non sarebbe mai più accaduto. Ovviamente accadeva ogni sabato sera.

 

Quando Caroline le aprì, i loro sguardi si agganciarono così fulmineamente come se fosse stato un incontro dettato dal destino. Passarono parecchi secondi senza dirsi niente né fiatare e rimanendo immobili a fissarsi, sentendo entrambe il legame di sangue farsi ardente nelle vene.

Non avevano niente in comune fisicamente, le due sorelle Forbes, ma nell’occhiata che si lanciavano si poteva identificare una familiarità intensa.

E la mancanza di tutto quel tempo passate lontane si fece sentire più che mai. Un grosso peso sembrò sgravarsi da entrambe, un peso che non pensavano di avere.

Briony le sorrise calorosamente: “Ciao sorellina.” Disse fissandola negli occhi blu e appurandosi dei cambiamenti fisici. Era diventata più alta, il viso era più maturo, gli occhi più chiari del solito e aveva strane occhiaie sotto gli occhi. << Non avrà rinunciato al vizio di far tardi alla sera >> pensò Briony con un sorrisino.

“Oddio Briony!!” urlò di gioia Caroline, uscendo dall’immobilità shockante e abbracciandola fortissimo, in preda a una gioia isterica.

“Ehm, ciao Caroline.” rispose la mora sorpresa nel sentirsi stritolare dal suo abbraccio. Non l’aveva mai salutata in quel modo e non avrebbe mai pensato che la Blond-Girl fosse felice del suo ritorno dopo tutto quel tempo. O forse si era dimenticata di quanto energica fosse la sorellina, davvero stritolante.

O-mio-dio. Questa è da mettere sui giornali!” disse ancora Caroline guardandola estasiata. “Sei sempre tu. Non sei cambiata per niente! Aaaaah facciamo subito un pigiama party!”

“Caroline frena, è solo pomeriggio.” La fermò subito Briony cercando di apparire ragionevole e di non lasciarsi sommergere dall’uragano folle quale era Caroline Forbes. Poi però si rilassò anche lei e le sorrise: “Comunque grazie Caroline, sono contenta ti faccia piacere il mio ritorno. Caspita tu sì che sei davvero cambiata, mi pari un pochino diversa…” Mormorò Briony alla fine guardandola attentamente in viso.

Caroline la fissò allora seria e preoccupata… << Che si fosse accorta? >>

Briony però smorzò la forte tensione con un sorriso splendente:

 “Beh sei diventata più grande, incredibilmente più alta e meno scapestrata!” disse indicandola apertamente, facendo così vedere l’abbigliamento più casual del solito della sorellina. Ovviamente Briony non poteva sapere che lo shopping e gli smalti erano scesi di livello d’importanza da quanto Caroline era un neo-vampiro.

“E’ passato davvero troppo tempo! Ti prego dimmi che non combini i tuoi soliti guai... ormai sei quasi maggiorenne.” disse ancora Briony, finendo con un tono implorante ma un flebile sorriso comparve di nuovo sulle sue labbra.

Caroline tirò allora un sospiro di sollievo: “Oh beh certo, per chi mi hai preso! Vedrai sorellona, non sono più la ragazzina svampita di qualche anno fa, sono davvero cambiata.” mormorò convinta e pavoneggiandosi.

Briony la osservò: era vero, sembrava davvero maturata. Il sorriso era più sereno e espansivo. Emanava gioia come un sole splendente.

“Lo spero proprio perché non voglio più accorrere da te il sabato sera a parlare con dei poliziotti. Sono la sorella maggiore, ma a tutto c’è un limite.”

“Di certo non dovrai preoccuparti di questo!!” Disse Caroline, sottintendendo che c’erano altri casini più gravi di qualche festa mixata ad alcool; infatti Briony si accorse del doppio senso e le chiese in tono preoccupato: “Non mi dire che che ci sono altri guai peggiori in vista..!”

“Oh no!” il sorriso di Caroline era pressoché finto. “Ma che dici! Solo le solite scorribande tra ragazzini, niente di che.”

<< Lo spero >> pensò Briony tra sé e . << Il motore dell’Alfa Romeo è ancora bello acceso, posso sempre partire e andare agli Antipodi. >> La sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato nel suo ritorno ritornò a galla e le strinse lo stomaco in una morsa. Ma si sentiva comunque in dovere di restare, almeno per un po’, giusto per stare con - e controllare soprattutto - la sorellina combina guai.

“Su, entra dai!” La invitò Caroline in casa.

“Ma veramente ero passata di qui per un saluto veloce. Tua madre non c’è?”

Caroline le disse che era fuori in pattuglia e che non tornava prima di sera. Briony allora le disse che sarebbe andata a casa sua e che sarebbe passata di nuovo quando avrebbe avuto più tempo.

“Mi raccomando fatti sentire Briony! Devi raccontarmi un sacco di cose su quello che è successo a Seattle!”

Briony si voltò allora preoccupata.

 << Che sapesse la verità? >> Pensò esterrefatta.

Impossibile. Non l’aveva detto a nessuno, nemmeno al padre.

Ah… ehi Briony.” Caroline la chiamò sottovoce, come se non si volesse far sentire.

“Cerca di tenere un profilo basso, mi raccomando. Forse non lo sai ma la tua cara sorellina ha vinto il rispettabile e onoratissimo premio di Miss Mystic Falls.” E Caroline la guardò come se quel premio fosse sacro e non dovesse essere macchiato da nulla… e da nessuno.

Il viso di Briony allora si incupì. E dire che credeva fino a un secondo prima che almeno Caroline fosse genuinamente felice del suo ritorno e che non mettesse più in primo piano cose superficiali del genere. Ma si trattava pur sempre di Caroline Forbes. Era abituata ai piccoli egoismi della sua sorellina… ma nonostante questo le fece male quella sensazione che riportò dentro di sé.

Salutò velocemente la sorella per non dilungare troppo quella sgradevole conversazione e lontano da occhi indiscreti tornò a casa.

Casa.

Il cuore sobbalzante alla terribile prospettiva.

 

 

Le faceva ancora male vedere quella casa. La casa in cui aveva vissuto per tutta la vita, prima di trasferirsi. Aveva giurato che non ci avrebbe mai più rimesso piede e invece eccola lì.

Non avrebbe mai voluto tornarci ma purtroppo era la sua unica casa e non poteva permettersi un appartamento, neanche in quella fogna di Mystic Falls. Poi suo padre non glielo avrebbe sicuramente pagato.

Quando varcò la soglia si sentì mancare. Le girava vertiginosamente la testa.

<< Stupidi ricordi. Non devo pensarci più >>. Ovviamente il dolore per quello che aveva passato era ancora vivo in lei, l’avrebbe accompagnata per tutta la vita. Niente era stato più come prima da quel giorno… magari il suo corpo era ritornato a posto ma le ferite dell’animo non si sarebbero mai rimarginate. Quello era davvero impossibile perché non conosceva una cura abbastanza potente nel farlo.

 Ma comunque cercò di rilassarsi, altrimenti sarebbe impazzita. Non doveva rendere il suo soggiorno peggiore di quel che già era, e lei tutto era tranne una che si piangeva addosso.

Non avrebbe permesso a quella città di sradicarle di nuovo la vita, e nemmeno i brutti pensieri che la perseguitavano da quando era ritornata. Nossignore. Era pur sempre la figlia di Bill Forbes, forte e indipendente come una leonessa. Anche se Briony in quel momento si sentì una piccola bestiola tremante nel percorrere la vecchia casa. Il viso distorto da una smorfia di rimpianti e sofferenza mai sopita.

L’ambiente comunque era rimasto sempre lo stesso, c’era più polvere e qualche ragnatela. Ma niente che non si potesse sistemare.

La macchia di sangue era invece ancora lì. Era stata impossibile cancellarla del tutto. Ormai sembrava invisibile ad occhio nudo ma lei riusciva a scorgerla ancora perché quell’immagine era seppellita nella sua mente, divenendo indelebile.

La macchia era situata sulla parete dove erano fissati dei quadri.

<< Userò ancora la smacchia tutto >> pensò nevrotica.

 Anche se era inutile… Anche se cancellava quella macchia, il ricordo era ancora vivo dentro di lei e lo sarebbe rimasto per sempre.

Quell’orribile notte...

 

Si fece una doccia e andò al Grill a bere un drink. Voleva rilassarsi e vedere la vecchia gente, anche se di persone simpatiche e socievoli a Mystic Falls ce ne erano ben poche. La maggior parte erano opportunisti ficcanaso che aspettavano il momento buono per giudicarti e cacciarti via con la coda tra le gambe. << Come è successo a me. >>

Briony? Non ci credo, sei tu??” La ragazza si voltò e vide davanti a sé Elena Gilbert. Bella e radiosa come un fiore che sboccia.

“Elena!” Briony l’abbracciò con calore, sorridendo e stranamente felice per quella riunione. Finalmente un benvenuto come si deve, senza occhiatacce o rimproveri.

Elena Gilbert era una delle poche eccezioni di Mystic Falls, quella che faceva parte della prima categoria di “persone simpatiche e socievoli”.

“Sono ritornata proprio oggi! Ti vedo bene! E Jenna come sta?” Briony la tempestò subito di domande visto che la conosceva da tutta una vita. Praticamente Briony faceva parte della sua famiglia visto che era stata la migliore amica di Jenna per tutto il periodo della scuola, nonché amica molto affezionata dello zio John.

“Jenna sta bene. Ora vive con noi dopo tutto quello che è successo…” Elena si incupì all’improvviso.

“Oh già… mi dispiace davvero Elena di non essere venuta al funerale ma avevo un impegno importante di lavoro a Seattle e…

“Non preoccuparti!” rispose Elena frettolosamente per non farla sentire in obbligo “Mi fa piacere comunque che tu sia tornata! Hai intenzione di restare questa volta?”

“Direi di sì…” << Purtroppo. >> pensò. “A Seattle sono stata licenziata e non potevo più permettermi di stare lì, perciò sono tornata a casa dolce casa!!” Fece un sorriso finto che non passò inosservato a Elena, la quale cercò di rincuorarla:

“Deve essere difficile per te stare in quella casa..” mormorò accarezzandole il braccio con un sorriso consolatorio.

Briony si intristì:

“Sì lo è. Non voglio negarlo, ma prima o poi devo fare i conti col passato. Ora voglio chiuderli.”

Elena le sorrise per rincuorarla e le disse che doveva andare, ma che sperava di rivederla presto.

“Certamente! Passerò sicuramente a trovare Jenna per fare due chiacchiere e il piccolo Jeremy!”

“Piccolo Jeremy?!?” rispose Elena ridendo. “Sei rimasta via troppo a lungo e ti sei persa parecchie cose!”

<< E quante cose non sai e non dovrai mai sapere >> Pensò Elena fra sé e sé.

 Si chiese però quanto tempo sarebbe passato prima che Briony si fosse accorta che la sorella in realtà era un vampiro e non più un’umana.

 Briony era una persona molto intelligente e arguta, e soprattutto suo padre era Bill Forbes, uno dei membri del consiglio. Dovevano essere più cauti ora che era tornata. Nessuno doveva sapere il loro segreto.

 

Mentre Briony sorseggiava il suo drink vide anche Carol Lockwood. << Ecco invece una di quelle persone che fanno parte della seconda categoria, quelle spregevoli e opportuniste. Speriamo non mi veda. Non ho voglia di fare una chiacchierata ipocrita con quella serpe >>

Briony non era mai andata d’accordo con i Lockwood: Carol per lei era un’egocentrica arrampicatrice sociale mentre il marito era ancora peggio… si autodefiniva il salvatore di Mystic Falls quando in realtà non aveva mai fatto niente di buono. Il figlio non parliamone. Un cazzone di prima categoria.

Briony cara!” Quando la sottoscritta sentì quella voce da gallina immaginò subito chi fosse. Solo lei poteva parlare così fintamente.

Briony si girò farfugliando qualche parola sgradita e poi mostrò un bel sorriso a 32 denti, ovviamente finto: “Carol! Anche tu qui!” Se non puoi dire ciò che pensi, per educazione o perché sei abituata a tenerti tutto dentro, è molto meglio appendere una maschera sul tuo viso. Molto più salutare per andare avanti senza quei problemi in grado di rovinarti il sonno e angustiarti il risveglio.

La chiacchierata fu breve per fortuna di Briony: parlarono della morte improvvisa del marito, di cui Briony a Seattle si era rallegrata molto, tanto che era andata in un locale a festeggiare perché finalmente quell’idiota del sindaco era schiattato.

E’ una cosa orribile certo, ma quando detesti una persona così tanto non puoi far altro che rallegrarti per la sua dipartita. E’ ipocrita essere gentili al funerale per poi sparlare dietro al morto durante la veglia.

Finalmente Carol se ne andò, così Briony potette finire il suo drink in santa pace senza seccature.

Non ebbe più alcun incontro, rimase sullo sgabello del bancone a guardarsi attorno e a farsi immergere dal clima di Mystic Falls. Si sentì un’estranea e con un medesimo futuro estraneo dinanzi a lei. Ma c’era anche un’aurea inquietante e strana nell’atmosfera… l’aveva sentita fin da quando era uscita dalla macchina… forse era solo suggestione… ovviamente… era passato molto, troppo tempo, da quella notte… Non c’era nulla di cui preoccuparsi, almeno non molto, così si disse per infondersi coraggio.

A fine nottata la ragazza ritornò a casa. L’aspetto della villa di notte era ancora più lugubre, sembrava fosse infestata. Si disse allora che sarebbe stato piacevole avere un po’ di compagnia; era abituata a una vita indipendente ma di certo la solitudine non era fatta per lei. Un po’ di calore e movimento era quello che ci voleva per mobilitare in maniera positiva il suo ritorno.

Le mancavano terribilmente le serate passate con Jenna, poteva cominciare con quello. O magari invitare sua sorella e le sue amiche, senza però fare i soliti schiamazzi da mal di testa cronica.

Mentre entrò in camera da letto, Briony si fermò a guardare alcune vecchie foto in cui inquadravano lei e la madre.

<< Chissà dove sarà ora? >> Pensò << Forse a sorseggiare Moito in qualche spiaggia caraibica >>

Non aveva rapporti con lei da molto tempo, ancor prima che succedesse il fattaccio. Semplicemente le due donne erano incompatibili anche se erano madre e figlia. Non erano mai andate d’accordo, avevano opinioni opposte su tutto e alcune volte erano arrivate pure a dirsi cose orribili. Per di più quella donna l’aveva abbandonata da piccola senza nemmeno una spiegazione… per poi un susseguirsi di apparizioni, menefreghismi e un definitivo abbandono. Un’altra dura ferita da sopportare per il suo animo.

Il rapporto col padre non era poi così migliore ma almeno certe volte, quando la giornata era buona e tirava dalla sua parte, lui la ascoltava e le dava supporto.

Era stato lui a consigliarle infatti ad andare a Seattle e non l’aveva mai ringraziato abbastanza.

Altre foto la ritraevano invece con… Ivan. << Bastardo maniaco >> pensò infuriata. Mise quelle foto orrende in un comodino e si promise che il giorno dopo le avrebbe buttate, ma ora desiderava fare una buona dormita dopo quel lungo e pesante viaggio.

Si stiracchiò lungo il letto, cercando di non dar peso ai brutti pensieri che l’assillavano e alla fine Briony si addentrò nel mondo dei sogni.

 

Briony stava sognando: ma non era un sogno qualunque… sentiva di aver paura ma non poteva fare niente per contrastarla.

Era in una casa molto grande in cui non era mai stata prima d’ora.

Sentiva che stava per accadere qualcosa di orribile, era una sensazione che invase ogni cellula del suo corpo e la fece rabbrividire.

Scese giù nella cantina, come se fosse guidata da una forza invisibile che la manovrava.

Era spaventata a morte ma continava ad andare avanti, deglutendo ogni volta che faceva un passo.

Si trovò all’improvviso davanti a una porta vecchia, chiusa da un chiavistello. Sembrava che una forza magnetica la attirasse dall’interno di quella stanza chiusa, e non poteva fare nulla per contrastarla. Era troppo forte e irresistibile.

Briony aprì facilmente il chiavistello e entrò. Ma ciò che si trovò davanti la lasciò senza fiato e l’urlo le morì in gola: in mezzo a quella piccola stanza buia c’era il cadavere di un uomo a terra… e aveva conficcato nel cuore un pugnale.

Briony si svegliò di soprassalto, respirando a fatica.  Stava sudando e il suo corpo venne sommerso da un tremolio sconosciuto. Il cuore pompava fortissimo, come se stesse per scoppiare.

 Non aveva mai fatto un sogno del genere … sembrava così reale come se stesse nella scenografia di un film di cui lei era attrice.

<< Forse è questa casa maledetta che mi mette suggestione >> pensò cercando di trovare una spiegazione razionale e di non avere paura per un semplice incubo.

Si alzò a bere una camomilla per rilassarsi e cercò poi di riaddormentarsi. Inutilmente. Quel sogno la perseguitò anche nella realtà di quella notte.

 

 

Briony si svegliò male il mattino dopo. Non aveva dormito per niente quella sera dopo il sogno che aveva fatto… anche se più che un sogno sembrava un’allucinazione irrazionale... Tutto era strano, ma quella casa ancor di più: l’aveva già vista da qualche parte ma non si ricordava dove.

Decise di non pensarci più e bevve un thè caldo per rilassarsi. Le piaceva sistemare gli oggetti quindi decise di mettere a posto alcune vecchie foto. Una, la sua preferita, che ritraeva lei e Caroline da bambine la mise sul comodino. Briony la guardò in ogni angolo e poi fece una smorfia convinta.

Si sentiva già meglio, perché dar peso a stupidi incubi senza significato?

Andò a pulire lo specchio della camera, sommerso di polvere. Quando lo ripulì con uno straccio, Briony ne approfittò per specchiarsi. Era sempre stata bella ma non l’aveva mai sfoggiato spudoratamente come sua sorella  vantata per questo. La semplicità andava a pari passo con lei e voleva che si mantenesse tale nella sua vita.

Normalità… magari l’avrebbe avuta proprio a Mystic Falls, nonostante i brutti prognostici. Non doveva farsi grilli mentali inutili... in fondo era da tempo che non succedeva nulla di diabolicamente strano in quella città.

Il suo cellulare all’improvviso vibrò, distogliendola dai suoi pensieri: “Pronto?”

Sorellona? Sono io! Ascolta ti volevo chiedere un favore!”

<< Di già? >> Pensò a malincuore, ma acconsentì da brava sorella maggiore. “Di cosa si tratta?”

“Niente di che, dovresti solo accompagnare me e le altre da un nostro amico! La mia macchina non parte, e la casa è piuttosto distante e sarebbe una cosa piuttosto urgente! Siamo a casa mia!”

“Le altre presumo siano Bonnie e Elena.”

“Chi vuoi che siano.” rispose la biondina ridendo.

“Non preoccuparti Caroline, arrivo da te tra 5 minuti.” Replicò Briony continuando a mettere a posto con l’altra mano.

“Grazie, così magari in serata potremo organizzare una bella festa di benvenuto per te! Che ne dici? Te lo meriti davvero sorellona.”

Il tono dolce di Caroline la prese in contropiede e il braccio di Briony restò a mezz’aria con un oggetto da mettere su un ripiano. Che si volesse far perdonare della sua mancanza di tatto dell’incontro precedente?

“Uhm.. ok. Va bene. Se non disturbo…

“Ma quale disturbo! Ci vediamo tra poco, ti voglio bene!” E riattaccò.

 Briony ci rimase male, anzi di stucco era la parola esatta.

 Da quando in qua la Blond-Girl le diceva “ti voglio bene”? Glielo diceva sempre da bambina ma nell’ultimo periodo le uniche parole carine che le diceva al massimo erano: “Quando cambi colore di capelli? E’ così antiquato! Perché non inizi un corso di palestra per rassodare i muscoli? Vuoi che ti iscriva a un corso? Oh ma guarda quegli occhi!!”

Ma invece i suoi capelli le piacevano molto: erano di un castano scuro e molto lunghi. Il corpo invece era molto minuto e magro ma non era mai stata una tipa sportiva per questione di gusti e comodità. Ciò non andava bene a Caroline, l’eterna cheerleader.

Gli occhi invece erano verdi come lo smeraldo.

Come poteva Caroline definirli “occhi da rana”?? Erano della taglia giusta e di un bellissimo colore.

Tzè. La classica Blond-Girl che giudica tutto.

Ma non sarebbe stata proprio Briony a rovinare tutto o a mettere il muso proprio ora. Fece un sorrisetto, prese le chiavi dell’Alfa-Romeo e partì.

 

Quando arrivò a casa Forbes le tre ragazze erano già fuori ad aspettare, come se avessero una certa fretta.

Il benvenuto comunque lo ricevette alla grande e Briony si sentì invadere da un grandissimo buonumore. E al diavolo i brutti pensieri e sogni strani. Se la sua vita doveva ricominciare lì, doveva riniziare per bene.

“Ehi Briony! Bentornata!” le disse Bonnie ad alta voce, salendo in macchina.

“Ehilà streghetta! Leggi ancora la mano o hai smesso con questo hobby?” Le chiese Briony ridendo.

Le ragazze ebbero un sussulto temendo che avesse scoperto qualcosa, ma in realtà era solo una battuta. Briony conosceva Bonnie da sempre e sapeva la sua passione per la magia e cose varie. Per fortuna le 3 adolescenti ripresero la situazione in mano.

“No no! Sono maturata anche io! Ho smesso con queste cose.” replicò Bonnie agitando le mani.

“Mi fa piacere! Vedo che Caroline non è l’unica a essere maturata, anche se non ha perso i suoi classici vizi. Ma in fondo guardatela.. è salita in macchina già da 5 minuti e non ha ancora cominciato a parlare di ragazzi che non la fileranno mai!”

Briony!” Caroline che era davanti le diede un colpo al braccio. Le ragazze da dietro invece facevano da cornice ai lati positivi – pochi - che accumunavano le sorelle Forbes. L’espansività. “Sarai pur la mia sorella maggiore ma non ti permettere di offendere le mie conquiste amorose! E devi sapere che sono gli altri a inseguire me!” disse lei fintamente offesa, facendo il broncio.

“Sì sì.” rispose Briony ridendo amabilmente. “Come quel ragazzo che ti evitava come la peste.. Come si chiamava? Ah Stefan!”

Le 3 ragazze sussultarono. E’ vero,  Caroline aveva una cotta per Stefan quando lui era arrivato in città: insomma era il classico bello e misterioso, e ovviamente aveva attirato l’attenzione di Caroline.

Ma Elena in quel momento non pensava che l’amica fosse stata così stupida da andare a dire ai quattro venti che le piaceva Stefan! Non a Briony almeno.

Elena guardò male Caroline, che si sentì beccata e disse frettolosamente: “Ma no! Quello non era niente figurati!! Stefan non mi interessa proprio, è troppo cupo per i miei gusti! Ehm.. anche perché sta con Elena ora!”

“Davvero?” chiese Briony sorpresa, guardando la diretta interessata dal retrovisore.

 Elena disse di sì, che stavano insieme da un po’.

“E brava Elena! Ti sei accalappiata il ragazzo misterioso che non filava per niente a Caroline!” Briony continuava a ridere, senza scherno ma solo con innocente ironia.

“E smettila!” Caroline le diede dei colpi al braccio ma sorridendo mentre lo faceva.

“Oh non ti manco più ora?” disse Briony di sfida lanciando un’occhiata divertita alla sorellina, che ricambiò con una smorfia. I classici litigi tra sorelle, ma per nulla pesanti o dolorosi. Le mancavano quelle semplici cose.

“E tu Blond-Girl? Hai fatto conquiste mentre ero via?”

Caroline guardò Bonnie e Elena, poi disse: “Sai no che mi sono lasciata con Matt?”

“Sì e mi dispiace... Sembrava ci tenessi davvero. E’ un bravo ragazzo, perfetto per una scapestrata come te! Ma in fondo sei ancora giovane.. hai tempo per questo.”

Caroline sorrise ma poi si fece cupa… sapeva come avrebbe reagito la sorella quando avrebbe saputo di lei e Tyler.

“Ora però frequento un altro….”

“E chi è?”

<< Cavolo siamo in una curva >> pensò Caroline << Meglio dirglielo in una strada dritta, altrimenti rischiamo di finire fuori strada e di morire tutte! Io no sono già morta, ma le altre… >>

“Beh non me lo vuoi dire?” Briony si voltò curiosa verso Caroline.

“Ehm guarda la strada che è meglio!”

Finalmente la curva finì e stavano percorrendo una strada dritta e larga.

<< Credo non ci sia pericolo di sbandamento qui. Povera me! >>

“Si tratta di Tyler Lockwood. ” disse con un fil di voce

“COSA?” Il grido che fuoriuscì dalla bocca Briony fece drizzare le tre ragazze.

 Dallo spavento per la scoperta, Briony inchiodò col freno e la macchina che stava facendo i 100 km/h sbandò lungo il marciapiede

<< Altro che pericolo di sbandamento! >> Pensò Caroline << Qui finiamo tutte in un fosso! >>

Ma Briony riuscì subito a riprendere il controllo del volante e fermarsi lungo il ciglio della strada. Shockata e con la faccia da schizzata Briony si voltò verso la sorella, senza neanche badare se Elena e Bonnie stessero bene.

 “Stai scherzando vero?? E’ uno scherzo per farmela pagare di averti lasciata sola, così nessuno ti copriva le spalle con la polizia!”

“No no!” le rispose Caroline cercando di calmarla.

 Bonnie e Elena si erano prese un bello spavento ma tacevano da dietro. Arrabbiarsi con Briony era pericoloso per la propria salute, anche se aveva un carattere gentile e altruista. Che se la vedesse Caroline.

“Tyler anche lui è cambiato… lui ci tiene a me.”

“Balle!” urlò Briony ancora shockata. “I tipi come Tyler Lockwood non cambiano! Andiamo, lui era peggio di te alle feste! E’ un cazzone, si crede chissà chi, fa sempre a botte, e il suo stomaco è un pozzo senza fondo visto tutto quell’alcool che si beveva, per non parlare che è un casanova bello e buono! Una volta mi ha pure chiesto di fare una pratica sessuale con della panna o non so cosa…!”

Bonnie si mise a ridere sotto i baffi: Tyler infatti era così un anno fa. Ci provava con ogni ragazza carina, usando il fascino del giocatore di football.

Briony tentò davvero di far cambiare idea alla sorella minore, come se la stesse proteggendo da un drago.

“Per l’amore del cielo sto dicendo la verità! Lui non va bene per te! Non puoi fare sul serio….”

<< E non sai tutta la verità. Lì si che ti prenderesti un colpo >> Pensò Caroline, ma poi tornò seria e guardò la sorella.

Briony rifletti. Noi tutte siamo cambiate, l’hai visto tu stessa. Perché non dai a Tyler il beneficio del dubbio..?”

“Per i Lockwood no…” sospirò Briony, accendendo il motore della macchina.

Caroline capì il vero motivo. La sorella ce l’aveva a morte con quella famiglia, dopo quello che era successo… avevano dato la colpa a lei ingiustamente.. 

Briony, anche se era buona, non dimenticava mai i torti subìti. Era testarda proprio come lei.

“Ma Tyler è un ragazzo… lui non ha colpe.”

“Vedremo” Rispose lei seccata. “E’ la tua vita Caroline e tu sei grande ormai per prendere le tue decisioni, ma nostro padre mi ha mandata qui per tenerti d’occhio e immagino proprio si riferisse a Tyler Lockwood.”

“Ti ha mandata qui papà?” chiese confusa Caroline.

“Sì. Dice che sei troppo combina guai per i suoi gusti e mi ha chiesto di darti una controllata.”

Elena si girò verso Bonnie preoccupata…Forse il padre di Caroline sospettava qualcosa?

“Ma davvero Tyler è un tipo a posto, lo giuro!” ripetè Caroline << A parte il fatto che sia un lupo mannaro ma è un dettaglio irrilevante >>

Briony sospirò esasperata: “Caroline fai come vuoi. Io ti ho avvertita comunque.”

Nessuna delle ragazze osava parlare… Briony continuava a guidare e Caroline le dava indicazioni sulla strada.

Non sopportando il silenzio della sorella maggiore, la implorò con voce supplichevole: “Briony dai, non voglio rovinare tutto proprio ora che sei appena tornata.”

Briony si girò allora verso di lei: Caroline la fissava con uno sguardo da cucciolotto, impossibile resisterle:

“Ma infatti non ce l’ho con te. Sono positiva, ogni tua relazione non è mai durata al di sopra dei due mesi e spero che accada così anche con Tyler Lockwood.”

Caroline la guardò stupita e le rispose che era troppo piena di pregiudizi.

“Ah, io?” rise con un filo d’ironia. “Se Tyler si dimostrerà alla tua altezza, sarò ben felice per te. Ma se dovesse fare qualcosa di sbagliato...”

“Non lo farà!”

“Ok, va bene. Sono esausta, non mi ricordavo che litigare con te fosse così estenuante. Ma ricordati, io ho lavorato a Seattle in un ufficio di un avvocato e so benissimo quali sono tutte le pene e tutti i reati. Tenete bene gli occhi aperte ragazze, in città è arrivato un nuovo sceriffo!” Disse l’ultima frase scherzando in maniera innocente e alzando l’indice.

Ma le tre ragazze la presero invece sul serio. Briony Forbes non era quel tipo di ragazza che si faceva ingannare così facilmente con la storia di attacchi animali o sparizioni improvvise.

“Ecco, è questa la casa!” Caroline indicò all’improvviso casa Salvatore, non appena oltrepassarono il vialetto.

“Che mi venisse un colpo!” Si fece scappare Briony nel guardare la casa: era la stessa del sogno! Non poteva sbagliarsi!

Che diamine poteva significare…Rieccola la brutta sensazione che le ghiacciò le ossa.

“Che succede?” Chiese preoccupata Elena.

Briony si era bloccata ad osservare la casa, il cuore sobbalzante d’ansia e il respiro inchiodato in gola.

 “Credevo fosse abbandonata..” disse infine, deglutendo.

“No,  ora ci vivono Damon e Stefan Salvatore…sono arrivati qui in città poco dopo che tu ti sei trasferita...Stefan è il ragazzo di cui ti parlavamo prima.”

“Sì sì sì.” Disse veloce Briony per smorzare la tensione.

Non voleva che le ragazze sospettassero che lei avesse paura di quella casa; ma a giudicare dal modo in cui aveva urlato, e di come le si erano ingranditi gli occhi dallo spavento, immaginava che se ne fossero accorte.

Caroline, Bonnie e Elena uscirono dalla macchina in silenzio. Le tre erano parecchio nervose...

<< Forse vogliono che mi tolga dai piedi? >>

Sembrava come se stessero aspettando che lei ripartisse.

“Bene... Volete che vi accompagni dentro casa?”

“No!” disse frettolosamente Elena. “Dobbiamo parlare di una cosa importante con Stefan.. Non preoccuparti, ci riporterà lui a casa.”

<< Qui c’è qualcosa che non quadra. >> Pensò Briony stringendo gli occhi.

 Dall’esperienza che aveva avuto a Seattle si era convinta che non bisognava mai fidarsi delle apparenze. E le ragazze volevano apparire normali e serene, ma erano tutt’altro.

“Va bene allora. Ci vediamo!” Fece partire la macchina con un rombo. Le ragazze dopo aver controllato che lei fosse uscita dal vialetto, entrarono dentro casa.

Ma Briony non se ne era andata per niente. Dopo qualche minuto ritornò indietro a piedi, facendo attenzione a non farsi vedere.

Passò il giardino senza far rumore, abbassando lo schiena. Si sentiva una stupida a fare una cose del genere, ma non poteva trattenersi. E non per curiosità ma perché avvertiva qualcosa di strano nell’aria… come un avvertimento… di nuovo… e non le piaceva per niente. Una sensazione ancor più violenta e stritolante delle precedenti.

Proveniva da quella casa forse?

La porta stranamente era aperta e decise allora di entrare piano piano.

<< Cavolo questa è violazione di domicilio. Mi aspettano o 3 mesi di carcere o una multa di 20.000 dollari. Ma non importa, Caroline sta nascondendo qualcosa ne sono sicura... Meglio pagare qualche dollaro che non ho, piuttosto che vedere Caroline in un casino più grande di lei. >>

Briony si nascose dietro a uno scaffale, guardandosi attorno spaesata.

Non c’è che dire.. quella era davvero la casa del suo sogno.

All’improvviso sentì delle voci provenire dal salotto e Briony fece attenzione a non far rumore con i piedi mentre si muoveva.

Meno male che lei era una ragazza piccola di statura, il suo metro e 63 l’avrebbe aiutata sicuramente a non farsi notare e per fortuna non aveva messo nessun profumo quel mattino.

Una volta Briony aveva letto una pratica di un serial killer che uccideva le vittime, tutte donne, in base al loro profumo. Da quel momento poi era stata ben attenta a quale profumo si mettesse.

Si avvicinò ancora di più al salotto, le voci erano più nitide.

“Cosa ne volete fare del corpo ora?? Siete impazziti se credete di riuscire a farla franca!” Questa era la voce di Caroline e sembrava preoccupata e decisamente isterica.

 << E lo credo bene >> pensò Briony << Di che corpo stanno parlando? Oh madonna, Caroline in che guaio ti sei cacciata? >>

“Era l’unico modo per salvare Elena, lui voleva sacrificarla per i suoi piani e non potevamo permetterlo.” Quello che parlava invece doveva essere Stefan.

<< Che espressione cupa >> commentò Briony, ripetendo la stessa definizione della sorella.

Stava succedendo qualcosa in quella casa, sicuramente qualcosa di losco e niente a che vedere con le cose da Cheerleader o shopping. Il cuore di Briony era fermo per la preoccupazione.

“Lo so che ora non abbiamo un buon piano per sconfiggere Klaus, visto che lui era la nostra unica speranza, ma le cose sono precipitate ieri notte e lui si era molto arrabbiato dopo che Damon aveva tentato di ucciderlo.”

<< Oh santa madonna. E io che pensavo che il problema più grosso per Caroline fosse Tyler Lockwood, invece andiamo di male in peggio! Cosa si sono messi a fare? A organizzare piani di omicidi in una casa tetra? >>

“Dove lo tenete ora?” Chiese Bonnie, che rimaneva la più seria.

“Giù in cantina. La porta è serrata, non può scappare.”

<< Merda merda. E’ il sogno che ho fatto… l’uomo morto nella cantina... stanno parlando di lui? >>

Briony non riusciva a credere che quei ragazzi avessero ucciso un uomo ma da come parlavano si intuiva che nascondevano qualcosa di poco chiaro, qualcosa di pericoloso…  Il solo pensiero che il sogno si stesse avverando la fece rabbrividire, ma non riusciva nonostante tutto a fuggire via. Ormai c’era dentro.

“Dobbiamo pensare a cosa faremo adesso… Non sono convinta che ucciderlo sia stata una buona idea.. Klaus è pericoloso…” 

Stefan abbracciò protettivo Elena e le disse che sarebbe andato tutto bene.

<< Bene un corno >>

I ragazzi lasciarono il salotto e andarono verso l’uscita. Briony fece in tempo a nascondersi prima che si accorgessero della sua presenza.

Quando ormai erano già usciti - Stefan le avrebbe accompagnate a casa - Briony si ritrovò sola in quella enorme casa.

<< E ora? Cosa faccio? >> Si domandò disperata.

 Andare alla polizia? Avrebbe coinvolto Caroline e stavolta non sarebbe bastata qualche parolina gentile a un poliziotto per fargliela passare liscia…

Doveva proteggere la sorella, ma a quale costo? Ovviamente qui si parlava di omicidio e non era una cosa da nulla…

Dirlo allo sceriffo sarebbe stato ancora peggio che consegnarla alla polizia.

Ma il sogno era reale, ne era sicura. Lei che andava giù verso la cantina e trovava il cadavere… Doveva fare così? Seguire il sogno premonitore che aveva fatto? Meglio che stare raggomitolata sotto uno scaffale in casa d’altri.

Briony si alzò. Era ancora scossa dopo la scoperta e tremava tutta, come una foglia in preda all’autunno. Si augurò che non ci fosse nessun altro in casa e fece un giro per trovare la cantina.

La trovò facilmente per fortuna. Scese la scale facendo piano, come se ci fossero degli inquilini con l’orecchio teso pronti ad assalirla ad ogni minimo movimento sospetto.

Quando arrivò in cantina si trovò davanti una porta. Era quella del sogno, ne era sicura. Briony stranamente sentì la stessa sensazione che aveva provato nel sogno: la stessa forza potente, calamitante e irresistibile che la dirigeva dentro quella stanza.

Decise di agire, aprì la porta in uno scatto mentre il cuore galoppava impazzito.

Ciò che si ritrovò davanti la lasciò senza fiato.

 

Anche se l’aveva già visto in sogno, vedere la scena con i propri occhi nel mondo reale la traumatizzò.

Aveva già visto dei cadaveri ma questo era diverso…  Più inquietante.

Briony si avvicinò piano, come se quell’essere cadaverico fosse una mummia pronta ad attaccarla. Aveva conficcato nel cuore un pugnale. Istintivamente lo tolse, delicatamente.

<< Poveretto. Infilzato anche da morto…E che strano pugnale >>

Non era un normale coltello da cucina, sembrava un pugnale molto vecchio e infatti c’erano dei resti di resina…di un albero? 

 Briony pensò allora che la sorella fosse entrata in qualche setta satanica che organizzava rituali con resina speciale di qualche albero sconosciuto.

<< Oddio, e ora? >>

Il poveretto era senza dubbio morto, le vene sembravano essersi rinsecchite all’interno della pelle. Cercò di ascoltare se c’era ancora battito ma il cuore non pulsava più. Definitivamente morto.

Ma non poteva lasciarlo lì… era troppo rischioso per tutti. C’erano due opzioni: o chiamare la polizia ma questo avrebbe senz’altro comportato l’arresto di Caroline e chissà quanti anni avrebbe passato in carcere… oppure la soluzione più drastica.

Seppellire il corpo… così sperando in un colpo di fortuna, nessuno se ne sarebbe accorto. E quindi altri reati nella lista.

<< Quello Stefan è proprio tonto. Perché non seppellire il corpo nel bosco? Lasciarlo a casa sua è proprio da stupidi! E se qualcun altro lo avesse visto? Sarebbero andati tutti nei pasticci. >>

Briony credeva di impazzire perchè se avesse nascosto il corpo sarebbe entrata anche lei in tutto quel macello disastroso.

Occultamento di cadavere. Magnifico. E nessuno avrebbe mai creduto nella sua buona fede.

Ma pensò che nessuno avrebbe mai potuto trovare il corpo in un bosco così folto…non in quello di Mystic FallsSoprattutto in quello di Mystic Falls. Purtroppo non era la prima volta che accadeva….

Sperò quindi che la fortuna girasse dalla sua parte quel giorno e cercò di tenersi forte in quella drastica situazione.

Le si strinse però il cuore in una morsa dolente nel pensare che la famiglia di quell’uomo aveva il diritto di sapere la verità sulla sua sparizione…. Ma purtroppo lei doveva badare unicamente al bene di Caroline, era sua sorella, la sua famiglia dopotutto.

<< Sorellina, a casa dovrai farmi un bel discorsetto e spero per te che sia convincente >>

Ma come poteva spiegare un omicidio così efferato? Proprio Caroline poi… così perfettina e alla moda. E le sue amiche, che le aveva sempre considerate delle brave ragazze… << Forse è colpa del nuovo arrivato, quello Stefan col suo fascino da cavaliere misterioso deve averle intontite e manipolate >> Doveva essere per forza così, la Caroline che conosceva non poteva essere così. Non poteva di certo uccidere un uomo, qualunque cosa lui avesse tentato di fare.

Briony si sarebbe pentita certo, avrebbe passato un bel guaio se avesse seppellito un cadavere ma doveva per forza farlo, altrimenti sarebbe stato un vero disastro.

Lasciare lì il corpo incustodito sarebbe stato da incoscienti e non poteva certo fidarsi di quello Stefan, che senza dubbio quell’opera era sua. Doveva pensarci lei quindi. Come al solito doveva rimboccarsi le maniche da sola.

Appartenere alla famiglia Forbes equivaleva ad avere un coraggio folle mista a testardaggine. Era un bene o un male in quel caso?

Sospirando, Briony si martellò le tempie con entrambe le mani – lo stesso vizio di sua sorella – e prese alla fine la sua decisione.

<< Prima sistemo il cadavere. Poi andrò dritta da Caroline a darle due ceffoni e la faccio rinchiudere in un riformatorio. >>

A casa aveva dei vecchi attrezzi, tra cui delle pale e le sarebbero di certo servite. Briony però non riusciva a trovare le chiavi dell’Alfa-Romeo dentro la tasca.

<< Merda che siano cadute in salotto? >> Si alzò quindi, guardando intimidita il cadavere di fronte a lei.

Tanto era morto, non sarebbe andato da nessuna parte. Le incuteva però una strana sensazione…. Come se la stesse guardando da sotto le palpebre abbassate e rinsecchite. Dio, stava diventando pazza.

Uscì in fretta dalla cantina e andò in salotto. Le chiavi erano in bella vista, sotto lo scaffale dove si era nascosta prima.

All’improvviso però sentì dei rumori strani. Come dei tonfi…  

<< Merda, che sia arrivato Stefan o l’altro inquilino? Se si accorge che so tutto mi ammazza! >> pensò angosciata, sgranando gli occhi dal terrore.

Istintivamente tornò giù in cantina a velocità smisurata, ma quando entrò nella stanza il cadavere non c’era più. Scomparso all’improvviso.

 

FINE PRIMO CAPITOLO

Spero che vi sia piaciuto l’inizio della mia storia. ^_^ Le frasi sono state un po’ comiche, forse anche troppo, ma col passare del tempo la vicenda diventerà più intricata e decisamente drammatica... Vedrete cosa ho in mente! Avrete capito che Elijah si è svegliato perché Briony inconsciamente gli ha tolto il pugnale senza sapere del pericolo… nel prossimo vedremo l’incontro!

Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate J

 

 

LEI E' BRIONY, MA IMMAGINATELA CON GLI OCCHI VERDI--> https://www.facebook.com/photo.php?fbid=343840529086498&set=a.304058123064739.1073741828.304027033067848&type=1&theater

   
 
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