MY STORY WITH AN
ORIGINAL..WITH ELIJAH.
1 capitolo
La città di Mystic Falls fa
schifo.
E’ questo quello che ha
sempre pensato Briony Callaghan-Forbes (-
Si legge Braiony -) del suo paese natale.
Quel paese le aveva
portato solo dolore, guai, sofferenze sia psicologiche che fisiche, e numerosi
grattacapi per la testa… Ma non
avrebbe mai pensato che lì avrebbe trovato l’amore vero… quello per
cui vale la pena di vivere.
Ma anche quello che ti
squarcia l’anima… il cuore.
Sapeva soltanto che la
Morte sarebbe sempre stata un’ombra cupa e persistente qualora avesse accettato
di vivere quell’amore totale e distruttivo. Lo sapeva bene… e
le conseguenze le avrebbe vissute sulla sua pelle, fino a reciderla e arrivare
al suo cuore pulsante.
Questa è una storia d’amore
totalmente differente da tutte le altre che avete incontrato.
DUE ANNI PRIMA
<<
Merda merda >> era questo il pensiero continuo di Briony, mentre guidava in direzione di Mystic Falls. La mano
appoggiata stancamente sulla fronte accaldata, i piedi sui pedali non erano
sicuri nella guida, come se non volessero accelerare, mentre gli occhi verdi
erano pieni di cupa inquietudine. << Questo è un giorno da classificare
come uno dei più brutti della mia vita. Me ne pentirò, lo sento. >> Briony sentì una morsa attorcigliarsi all’altezza del
petto, come un nodo che sadicamente si ristringe nella maniera più dolorosa.
<< Lasciare la
bellissima Seattle per tornare in questo buco di paese, completamente disastrato… Solo io posso farlo..! Dannazione, se
mio padre non avesse così insistito… >>
Ma purtroppo Briony era sempre stata un po’ succube del padre
Bill: lui l’aveva cresciuta e quindi si sentiva in diritto di
organizzarle la vita; le aveva trovato un lavoro a Seattle, le pagava l’affitto e tutto
quello di cui aveva bisogno. Ma
quando lei venne licenziata non poteva permettersi di vivere ancora in quel
lussuoso appartamento.
Il padre stanco dei
continui casini della figlia maggiore l’aveva rispedita a Mystic Falls, dandole
persino un compito da svolgere: “Visto che non puoi stare a Seattle, torni a
casa tua a Mystic Falls!
Così badi un po’ anche a tua sorella Caroline, che è una combina guai peggiore
di te.”
<< Fantastico
>> Pensava Briony sospirando
all’interno della macchina << Non solo devo tornare in quella casa, Dio mi perdoni
per entrarci di nuovo, ma devo anche fare da babysitter a quella superficiale
della mia sorellastra… Vorrei buttarmi in
un fosso in questo momento >> Ma pensò che forse era meglio
risparmiare la sua bella Alfa Romeo nuova di pacco e andare dritti
per la strada.
Caroline non era
veramente sua sorella, era solo la figlia di Bill avuta con lo sceriffo Forbes. Briony era nata
invece 9 anni prima da un’altra donna, con cui ormai non aveva più rapporti da
molto tempo.
Se la famiglia era il
punto debole di tutti, per lei non era nessun punto.
E non perché lo volesse
lei ma perché purtroppo i suoi legami familiari erano davvero disfunzionali fin
dalla radice, come un albero che non possiede alcun ramo legato all’altro e che
finisce inevitabilmente per rinsecchirsi. Credeva davvero di essere capitata
per caso in quella famiglia, visto che ognuno era estraneo all’altra e lei lo
era molto di più. Per ovvie ragioni.
I rapporti erano freddi
anche con Caroline. La “Blond-girl”, così la chiamava
sempre, era una ragazzina superficiale, egoista e terribilmente fastidiosa.
Anche se non abitavano sotto lo stesso tetto, Briony aveva
sempre cercato di prendersi cura della sorella minore, cercando di aiutarla a
migliorarsi, soprattutto in fatto di uomini. Caroline prediligeva i ragazzacci,
i tipici stronzi e bastardi che facevano solo soffrire, e lei cercava sempre di
metterla in guardia visto che aveva più esperienza della biondina.
Ma niente, Caroline
faceva sempre di testa sua e non l’ascoltava mai. La sua vita si basava su:
cheerleader, shopping, feste con alcool e ragazzacci.
Briony, che era una ragazza di 26 anni più
pratica e responsabile, non poteva andare d’accordo di certo con una ragazzina
così. Anche se avevano lo stesso sangue, e quello contribuiva solo a farla
sentire in obbligo nei confronti della biondina e per l’infanzia felice che avevano
passato insieme. Ecco, magari erano proprio i ricordi passati e lontani che la
legavano all’unico parente su cui provasse un genuino affetto, anche se
mescolato alla stizza – Caroline era in grado di farti esplodere il cervello il
90% delle volte – ed era per questo che si stava dirigendo a Mystic Falls senza fare
dietro front.
Sotto la corazza dei
litigi, le mancava quella sorellina combina guai e sentiva il sacro dovere di
tenerla d’occhio. Briony era da tanto che
non parlava con la sorella faccia a faccia, da quando successe quel fatto… Se ne era andata da quella città odiosa e aveva
deciso di trasferirsi. Per altri ovvi motivi.
Ora però stava
ritornando.
Non poteva sapere che i
guai veri sarebbero iniziati adesso. Proprio a Mystic Falls.
Briony parcheggiò a casa Forbes, il primo posto nel quale doveva fermarsi prima di
dirigersi nella sua vera casa natale. Chissà che faccia avrebbe fatto Caroline
al suo arrivo… anche lei si sentiva il
cuore gonfio di aspettativa. Ma anche di una strana ansia contraddittoria.
Briony cercò di far finta di nulla e scese dall’auto
con un forte sospiro. Prima aveva cercato di non focalizzarsi troppo ma in quel
momento non poteva non lasciarsi sommergere dal clima di Mystic
Falls. Quella città sembrava la soffocasse, ed era
arrivata da appena due secondi. Non c’era niente di bello a darle il benvenuto,
l’atmosfera era magicamente spettrale, i cieli erano grigi e privi di luce. Non
di certo confortevole.
Quella città maledetta
le offriva un’orribile e sgradevole sensazione di solitudine. Odiava la
solitudine. Trasmetteva tristezza e lei odiava essere triste. Briony Forbes aveva sempre
cercato di cavarsela da sola con i propri problemi, ma questo solo per non
essere di peso agli altri e dimostrarsi forte. Più forte di quanto fosse.
In realtà tante cose
sono solo apparenze.
<< Difatti. Magari
da domani Mystic Falls si
tramuterà in un parco giochi+casinò. >> pensò Briony cercando di smorzare il malumore.
Passò all’improvviso una
bicicletta su cui stava un vecchio signore. Questi passò tutto il tragitto a
guardare Briony con uno strano sguardo, come quello
di chi non ci si aspetta di vedere una data persona ritenuta forse un’aliena, e
rimase con l’espressione da guardone fastidioso fino a quando non svoltò l’angolo.
Briony allora deglutì e si spazzolò i capelli
con la mano, cercando di far finta di nulla. Era da tenere in conto simili occhiatacce,
uno dei tanti motivi per cui non voleva ritornare.
Ma diamine era passato
così tanto tempo…
Briony sentì il nodo ristringersi ancor di più
nel petto, fino a dolerle, e i nervi traballare. Non volendo darsi per vinta
fece uno sbuffo e si lasciò alle spalle occhiate sgradite, panorami spettrali e
brutti pensieri per arrivare fino alla porta dello sceriffo.
Sentendosi più forte,
suonò il campanello dopo essersi sistemata ancora i capelli lunghi castani.
Quanti ricordi. Quante
volte era dovuta andare a sistemare i casini di Caroline ogni volta che
organizzava una festa a casa, ovviamente quando i suoi non c’erano. I vicini
chiamavano sempre la polizia per colpa dello schiamazzo e Briony correva ogni volta per assicurare i poliziotti
che non sarebbe mai più accaduto. Ovviamente accadeva ogni sabato sera.
Quando Caroline le
aprì, i loro sguardi si agganciarono così fulmineamente come se fosse
stato un incontro dettato dal destino. Passarono parecchi secondi senza dirsi
niente né fiatare e rimanendo immobili a fissarsi, sentendo entrambe il legame
di sangue farsi ardente nelle vene.
Non avevano niente in
comune fisicamente, le due sorelle Forbes, ma
nell’occhiata che si lanciavano si poteva identificare una familiarità intensa.
E la mancanza di tutto
quel tempo passate lontane si fece sentire più che mai. Un grosso peso sembrò
sgravarsi da entrambe, un peso che non pensavano di avere.
Briony le sorrise calorosamente: “Ciao
sorellina.” Disse fissandola negli occhi blu e appurandosi dei cambiamenti
fisici. Era diventata più alta, il viso era più maturo, gli occhi più chiari del
solito e aveva strane occhiaie sotto gli occhi. << Non avrà rinunciato al
vizio di far tardi alla sera >> pensò Briony con
un sorrisino.
“Oddio Briony!!” urlò di gioia Caroline, uscendo dall’immobilità
shockante e abbracciandola fortissimo, in preda a una gioia isterica.
“Ehm, ciao Caroline.”
rispose la mora sorpresa nel sentirsi stritolare dal suo abbraccio. Non l’aveva
mai salutata in quel modo e non avrebbe mai pensato che la Blond-Girl fosse felice del suo ritorno dopo tutto
quel tempo. O forse si era dimenticata di quanto energica fosse la sorellina,
davvero stritolante.
“O-mio-dio.
Questa è da mettere sui giornali!” disse ancora Caroline guardandola estasiata.
“Sei sempre tu. Non sei cambiata per niente! Aaaaah
facciamo subito un pigiama party!”
“Caroline frena, è solo
pomeriggio.” La fermò subito Briony cercando di
apparire ragionevole e di non lasciarsi sommergere dall’uragano folle quale era
Caroline Forbes. Poi però si rilassò anche lei e le
sorrise: “Comunque grazie Caroline, sono contenta ti faccia piacere il mio
ritorno. Caspita tu sì che sei davvero cambiata, mi pari un pochino diversa…” Mormorò Briony alla
fine guardandola attentamente in viso.
Caroline la fissò allora
seria e preoccupata… << Che si fosse
accorta? >>
Briony però smorzò la forte tensione con un
sorriso splendente:
“Beh sei
diventata più grande, incredibilmente più alta e meno scapestrata!” disse
indicandola apertamente, facendo così vedere l’abbigliamento più casual del
solito della sorellina. Ovviamente Briony non poteva
sapere che lo shopping e gli smalti erano scesi di livello d’importanza da
quanto Caroline era un neo-vampiro.
“E’ passato davvero
troppo tempo! Ti prego dimmi che non combini i tuoi soliti guai... ormai sei
quasi maggiorenne.” disse ancora Briony, finendo
con un tono implorante ma un flebile sorriso comparve di nuovo sulle sue
labbra.
Caroline tirò allora un
sospiro di sollievo: “Oh beh certo, per chi mi hai preso! Vedrai sorellona, non sono più la ragazzina svampita di
qualche anno fa, sono davvero cambiata.” mormorò convinta e pavoneggiandosi.
Briony la osservò: era vero, sembrava
davvero maturata. Il sorriso era più sereno e espansivo. Emanava gioia come un
sole splendente.
“Lo spero proprio perché
non voglio più accorrere da te il sabato sera a parlare con dei poliziotti.
Sono la sorella maggiore, ma a tutto c’è un limite.”
“Di certo non dovrai
preoccuparti di questo!!” Disse Caroline, sottintendendo che c’erano altri
casini più gravi di qualche festa mixata ad alcool; infatti Briony si accorse del doppio senso e le chiese in tono
preoccupato: “Non mi dire che che ci sono altri guai peggiori in
vista..!”
“Oh no!” il sorriso di
Caroline era pressoché finto. “Ma che dici! Solo le solite scorribande tra
ragazzini, niente di che.”
<< Lo spero
>> pensò Briony tra sé e sè. << Il motore dell’Alfa Romeo è ancora bello
acceso, posso sempre partire e andare agli Antipodi. >> La sensazione che
ci fosse qualcosa di sbagliato nel suo ritorno ritornò a galla e le strinse lo
stomaco in una morsa. Ma si sentiva comunque in dovere di restare, almeno per
un po’, giusto per stare con - e controllare soprattutto - la sorellina combina
guai.
“Su, entra dai!” La
invitò Caroline in casa.
“Ma veramente ero passata
di qui per un saluto veloce. Tua madre non c’è?”
Caroline le disse che
era fuori in pattuglia e che non tornava prima di sera. Briony allora le disse che sarebbe andata a casa
sua e che sarebbe passata di nuovo quando avrebbe avuto più tempo.
“Mi raccomando fatti
sentire Briony! Devi raccontarmi un sacco di
cose su quello che è successo a Seattle!”
Briony si voltò allora preoccupata.
<< Che
sapesse la verità? >> Pensò esterrefatta.
Impossibile. Non l’aveva
detto a nessuno, nemmeno al padre.
“Ah…
ehi Briony.” Caroline la chiamò sottovoce, come se
non si volesse far sentire.
“Cerca di tenere un
profilo basso, mi raccomando. Forse non lo sai ma la tua cara sorellina ha
vinto il rispettabile e onoratissimo premio di Miss Mystic
Falls.” E Caroline la guardò come se quel premio
fosse sacro e non dovesse essere macchiato da nulla…
e da nessuno.
Il viso di Briony allora si incupì. E dire che credeva fino a un
secondo prima che almeno Caroline fosse genuinamente felice del suo ritorno e
che non mettesse più in primo piano cose superficiali del genere. Ma si
trattava pur sempre di Caroline Forbes. Era abituata
ai piccoli egoismi della sua sorellina… ma nonostante
questo le fece male quella sensazione che riportò dentro di sé.
Salutò velocemente la
sorella per non dilungare troppo quella sgradevole conversazione e lontano da
occhi indiscreti tornò a casa.
Casa.
Il cuore sobbalzante
alla terribile prospettiva.
Le faceva ancora male
vedere quella casa. La casa in cui aveva vissuto per tutta la vita, prima di
trasferirsi. Aveva giurato che non ci avrebbe mai più rimesso piede e invece
eccola lì.
Non avrebbe mai voluto
tornarci ma purtroppo era la sua unica casa e non poteva permettersi un
appartamento, neanche in quella fogna di Mystic Falls. Poi suo padre non glielo avrebbe sicuramente
pagato.
Quando varcò la soglia
si sentì mancare. Le girava vertiginosamente la testa.
<< Stupidi
ricordi. Non devo pensarci più >>. Ovviamente il dolore per quello che
aveva passato era ancora vivo in lei, l’avrebbe accompagnata per tutta la vita.
Niente era stato più come prima da quel giorno… magari
il suo corpo era ritornato a posto ma le ferite dell’animo non si sarebbero mai
rimarginate. Quello era davvero impossibile perché non conosceva una cura
abbastanza potente nel farlo.
Ma comunque cercò
di rilassarsi, altrimenti sarebbe impazzita. Non doveva rendere il suo
soggiorno peggiore di quel che già era, e lei tutto era tranne una che si
piangeva addosso.
Non avrebbe permesso a
quella città di sradicarle di nuovo la vita, e nemmeno i brutti pensieri che la
perseguitavano da quando era ritornata. Nossignore. Era pur sempre la figlia di
Bill Forbes, forte e indipendente come una
leonessa. Anche se Briony in quel momento
si sentì una piccola bestiola tremante nel percorrere la vecchia casa. Il viso
distorto da una smorfia di rimpianti e sofferenza mai sopita.
L’ambiente comunque era
rimasto sempre lo stesso, c’era più polvere e qualche ragnatela. Ma niente che
non si potesse sistemare.
La macchia di sangue era
invece ancora lì. Era stata impossibile cancellarla del tutto. Ormai sembrava
invisibile ad occhio nudo ma lei riusciva a scorgerla ancora perché
quell’immagine era seppellita nella sua mente, divenendo indelebile.
La macchia era situata
sulla parete dove erano fissati dei quadri.
<< Userò ancora la
smacchia tutto >> pensò nevrotica.
Anche se era inutile… Anche se cancellava quella macchia, il
ricordo era ancora vivo dentro di lei e lo sarebbe rimasto per sempre.
Quell’orribile notte...
Si fece una doccia e
andò al Grill a bere un drink. Voleva rilassarsi e vedere la vecchia gente,
anche se di persone simpatiche e socievoli a Mystic Falls ce ne erano ben poche. La maggior parte erano
opportunisti ficcanaso che aspettavano il momento buono per giudicarti e
cacciarti via con la coda tra le gambe. << Come è successo a me. >>
“Briony?
Non ci credo, sei tu??” La ragazza si voltò e vide davanti a sé Elena Gilbert. Bella
e radiosa come un fiore che sboccia.
“Elena!” Briony l’abbracciò con calore, sorridendo e
stranamente felice per quella riunione. Finalmente un benvenuto come si deve,
senza occhiatacce o rimproveri.
Elena Gilbert era una
delle poche eccezioni di Mystic Falls, quella che faceva parte della prima categoria di
“persone simpatiche e socievoli”.
“Sono ritornata proprio
oggi! Ti vedo bene! E Jenna come sta?” Briony la
tempestò subito di domande visto che la conosceva da tutta una vita.
Praticamente Briony faceva parte della sua
famiglia visto che era stata la migliore amica di Jenna per tutto il periodo
della scuola, nonché amica molto affezionata dello zio John.
“Jenna sta bene. Ora
vive con noi dopo tutto quello che è successo…”
Elena si incupì all’improvviso.
“Oh già… mi dispiace davvero Elena di non essere venuta al
funerale ma avevo un impegno importante di lavoro a Seattle e…”
“Non preoccuparti!”
rispose Elena frettolosamente per non farla sentire in obbligo “Mi fa piacere
comunque che tu sia tornata! Hai intenzione di restare questa volta?”
“Direi di sì…” << Purtroppo. >> pensò. “A Seattle sono
stata licenziata e non potevo più permettermi di stare lì, perciò sono tornata
a casa dolce casa!!” Fece un sorriso finto che non passò inosservato a Elena,
la quale cercò di rincuorarla:
“Deve essere difficile
per te stare in quella casa..” mormorò accarezzandole il braccio con un sorriso
consolatorio.
Briony si intristì:
“Sì lo è. Non voglio
negarlo, ma prima o poi devo fare i conti col passato. Ora voglio chiuderli.”
Elena le sorrise per
rincuorarla e le disse che doveva andare, ma che sperava di rivederla presto.
“Certamente! Passerò sicuramente
a trovare Jenna per fare due chiacchiere e il piccolo Jeremy!”
“Piccolo Jeremy?!?”
rispose Elena ridendo. “Sei rimasta via troppo a lungo e ti sei persa parecchie
cose!”
<< E quante cose
non sai e non dovrai mai sapere >> Pensò Elena fra sé e sé.
Si chiese però
quanto tempo sarebbe passato prima che Briony si
fosse accorta che la sorella in realtà era un vampiro e non più un’umana.
Briony era una persona molto intelligente e arguta, e
soprattutto suo padre era Bill Forbes, uno dei
membri del consiglio. Dovevano essere più cauti ora che era tornata. Nessuno
doveva sapere il loro segreto.
Mentre Briony sorseggiava il suo drink vide anche Carol Lockwood. << Ecco invece una di quelle persone che
fanno parte della seconda categoria, quelle spregevoli e opportuniste. Speriamo
non mi veda. Non ho voglia di fare una chiacchierata ipocrita con quella serpe
>>
Briony non era mai andata d’accordo con
i Lockwood: Carol per lei era un’egocentrica
arrampicatrice sociale mentre il marito era ancora peggio… si autodefiniva il salvatore di Mystic Falls quando in
realtà non aveva mai fatto niente di buono. Il figlio non parliamone. Un cazzone di prima categoria.
“Briony cara!”
Quando la sottoscritta sentì quella voce da gallina immaginò subito chi fosse.
Solo lei poteva parlare così fintamente.
Briony si girò farfugliando qualche parola
sgradita e poi mostrò un bel sorriso a 32 denti, ovviamente finto: “Carol!
Anche tu qui!” Se non puoi dire ciò che pensi, per educazione o perché sei
abituata a tenerti tutto dentro, è molto meglio appendere una maschera sul tuo
viso. Molto più salutare per andare avanti senza quei problemi in grado di
rovinarti il sonno e angustiarti il risveglio.
La chiacchierata fu
breve per fortuna di Briony: parlarono della
morte improvvisa del marito, di cui Briony a
Seattle si era rallegrata molto, tanto che era andata in un locale a
festeggiare perché finalmente quell’idiota del sindaco era schiattato.
E’ una cosa orribile
certo, ma quando detesti una persona così tanto non puoi far altro che
rallegrarti per la sua dipartita. E’ ipocrita essere gentili al funerale per
poi sparlare dietro al morto durante la veglia.
Finalmente Carol se ne
andò, così Briony potette finire il suo
drink in santa pace senza seccature.
Non ebbe più alcun
incontro, rimase sullo sgabello del bancone a guardarsi attorno e a farsi
immergere dal clima di Mystic Falls. Si sentì un’estranea e con un medesimo futuro
estraneo dinanzi a lei. Ma c’era anche un’aurea inquietante e strana nell’atmosfera… l’aveva sentita fin da quando era uscita
dalla macchina… forse era solo suggestione… ovviamente… era
passato molto, troppo tempo, da quella notte… Non
c’era nulla di cui preoccuparsi, almeno non molto, così si disse per infondersi
coraggio.
A fine nottata la
ragazza ritornò a casa. L’aspetto della villa di notte era ancora più lugubre,
sembrava fosse infestata. Si disse allora che sarebbe stato piacevole avere un
po’ di compagnia; era abituata a una vita indipendente ma di certo la
solitudine non era fatta per lei. Un po’ di calore e movimento era quello che
ci voleva per mobilitare in maniera positiva il suo ritorno.
Le mancavano
terribilmente le serate passate con Jenna, poteva cominciare con quello. O
magari invitare sua sorella e le sue amiche, senza però fare i soliti schiamazzi
da mal di testa cronica.
Mentre entrò in camera
da letto, Briony si fermò a guardare alcune
vecchie foto in cui inquadravano lei e la madre.
<< Chissà dove
sarà ora? >> Pensò << Forse a sorseggiare Moito in
qualche spiaggia caraibica >>
Non aveva rapporti con
lei da molto tempo, ancor prima che succedesse il fattaccio. Semplicemente le
due donne erano incompatibili anche se erano madre e figlia. Non erano mai
andate d’accordo, avevano opinioni opposte su tutto e alcune volte erano
arrivate pure a dirsi cose orribili. Per di più quella donna l’aveva
abbandonata da piccola senza nemmeno una spiegazione… per
poi un susseguirsi di apparizioni, menefreghismi e un definitivo abbandono. Un’altra
dura ferita da sopportare per il suo animo.
Il rapporto col padre
non era poi così migliore ma almeno certe volte, quando la giornata era buona e
tirava dalla sua parte, lui la ascoltava e le dava supporto.
Era stato lui a
consigliarle infatti ad andare a Seattle e non l’aveva mai ringraziato
abbastanza.
Altre foto la ritraevano
invece con… Ivan. << Bastardo maniaco
>> pensò infuriata. Mise quelle foto orrende in un comodino e si promise
che il giorno dopo le avrebbe buttate, ma ora desiderava fare una buona dormita
dopo quel lungo e pesante viaggio.
Si stiracchiò lungo il
letto, cercando di non dar peso ai brutti pensieri che l’assillavano e alla fine
Briony si addentrò nel mondo dei sogni.
Briony stava sognando: ma non era un
sogno qualunque… sentiva di aver paura ma
non poteva fare niente per contrastarla.
Era in una casa molto
grande in cui non era mai stata prima d’ora.
Sentiva che stava per
accadere qualcosa di orribile, era una sensazione che invase ogni cellula del
suo corpo e la fece rabbrividire.
Scese giù nella cantina,
come se fosse guidata da una forza invisibile che la manovrava.
Era spaventata a morte
ma continava ad andare avanti, deglutendo ogni volta
che faceva un passo.
Si trovò all’improvviso
davanti a una porta vecchia, chiusa da un chiavistello. Sembrava che una forza
magnetica la attirasse dall’interno di quella stanza chiusa, e non poteva fare
nulla per contrastarla. Era troppo forte e irresistibile.
Briony aprì facilmente il chiavistello e entrò. Ma ciò
che si trovò davanti la lasciò senza fiato e l’urlo le morì in gola: in mezzo a
quella piccola stanza buia c’era il cadavere di un uomo a terra… e aveva conficcato nel cuore un pugnale.
Briony si svegliò di soprassalto,
respirando a fatica. Stava sudando e il suo corpo venne sommerso da
un tremolio sconosciuto. Il cuore pompava fortissimo, come se stesse per
scoppiare.
Non aveva mai
fatto un sogno del genere … sembrava così reale come se stesse
nella scenografia di un film di cui lei era attrice.
<< Forse è questa
casa maledetta che mi mette suggestione >> pensò cercando di trovare una
spiegazione razionale e di non avere paura per un semplice incubo.
Si alzò a bere una
camomilla per rilassarsi e cercò poi di riaddormentarsi. Inutilmente. Quel sogno
la perseguitò anche nella realtà di quella notte.
Briony si svegliò male il mattino dopo. Non
aveva dormito per niente quella sera dopo il sogno che aveva fatto… anche se più che un sogno sembrava
un’allucinazione irrazionale... Tutto era strano, ma quella casa ancor di più:
l’aveva già vista da qualche parte ma non si ricordava dove.
Decise di non pensarci
più e bevve un thè caldo per rilassarsi. Le
piaceva sistemare gli oggetti quindi decise di mettere a posto alcune vecchie
foto. Una, la sua preferita, che ritraeva lei e Caroline da bambine la mise sul
comodino. Briony la guardò in ogni angolo e
poi fece una smorfia convinta.
Si sentiva già meglio,
perché dar peso a stupidi incubi senza significato?
Andò a pulire lo
specchio della camera, sommerso di polvere. Quando lo ripulì con uno
straccio, Briony ne approfittò per
specchiarsi. Era sempre stata bella ma non l’aveva mai sfoggiato spudoratamente
come sua sorella nè vantata per questo. La
semplicità andava a pari passo con lei e voleva che si mantenesse tale nella
sua vita.
Normalità… magari l’avrebbe avuta proprio
a Mystic Falls,
nonostante i brutti prognostici. Non doveva farsi grilli mentali inutili... in
fondo era da tempo che non succedeva nulla di diabolicamente strano in quella
città.
Il suo cellulare
all’improvviso vibrò, distogliendola dai suoi pensieri: “Pronto?”
“Sorellona?
Sono io! Ascolta ti volevo chiedere un favore!”
<< Di già?
>> Pensò a malincuore, ma acconsentì da brava sorella maggiore. “Di cosa
si tratta?”
“Niente di che, dovresti
solo accompagnare me e le altre da un nostro amico! La mia macchina non parte,
e la casa è piuttosto distante e sarebbe una cosa piuttosto urgente! Siamo a
casa mia!”
“Le altre presumo
siano Bonnie e Elena.”
“Chi vuoi che siano.”
rispose la biondina ridendo.
“Non preoccuparti
Caroline, arrivo da te tra 5 minuti.” Replicò Briony continuando
a mettere a posto con l’altra mano.
“Grazie, così magari in
serata potremo organizzare una bella festa di benvenuto per te! Che ne dici? Te
lo meriti davvero sorellona.”
Il tono dolce di
Caroline la prese in contropiede e il braccio di Briony
restò a mezz’aria con un oggetto da mettere su un ripiano. Che si volesse far
perdonare della sua mancanza di tatto dell’incontro precedente?
“Uhm.. ok. Va bene. Se
non disturbo…”
“Ma quale disturbo! Ci vediamo
tra poco, ti voglio bene!” E riattaccò.
Briony ci rimase male, anzi di stucco era la parola
esatta.
Da quando in
qua la Blond-Girl le diceva “ti voglio
bene”? Glielo diceva sempre da bambina ma nell’ultimo periodo le uniche
parole carine che le diceva al massimo erano: “Quando cambi colore di capelli?
E’ così antiquato! Perché non inizi un corso di palestra per rassodare i
muscoli? Vuoi che ti iscriva a un corso? Oh ma guarda quegli occhi!!”
Ma invece i suoi capelli
le piacevano molto: erano di un castano scuro e molto lunghi. Il corpo invece
era molto minuto e magro ma non era mai stata una tipa sportiva per questione
di gusti e comodità. Ciò non andava bene a Caroline, l’eterna cheerleader.
Gli occhi invece erano
verdi come lo smeraldo.
Come poteva Caroline
definirli “occhi da rana”?? Erano della taglia giusta e di un bellissimo
colore.
Tzè. La classica Blond-Girl che
giudica tutto.
Ma non sarebbe stata
proprio Briony a rovinare tutto o a mettere il
muso proprio ora. Fece un sorrisetto, prese le chiavi dell’Alfa-Romeo e partì.
Quando arrivò a
casa Forbes le tre ragazze erano già fuori
ad aspettare, come se avessero una certa fretta.
Il benvenuto comunque lo
ricevette alla grande e Briony si sentì invadere da
un grandissimo buonumore. E al diavolo i brutti pensieri e sogni strani. Se la
sua vita doveva ricominciare lì, doveva riniziare per
bene.
“Ehi Briony!
Bentornata!” le disse Bonnie ad alta voce, salendo
sù in macchina.
“Ehilà streghetta! Leggi ancora la mano o hai smesso con questo
hobby?” Le chiese Briony ridendo.
Le ragazze ebbero un
sussulto temendo che avesse scoperto qualcosa, ma in realtà era solo una
battuta. Briony conosceva Bonnie da sempre e sapeva la sua passione per la magia
e cose varie. Per fortuna le 3 adolescenti ripresero la situazione in mano.
“No no! Sono maturata anche
io! Ho smesso con queste cose.” replicò Bonnie agitando
le mani.
“Mi fa piacere! Vedo che
Caroline non è l’unica a essere maturata, anche se non ha perso i suoi classici
vizi. Ma in fondo guardatela.. è salita in macchina già da 5 minuti e non ha
ancora cominciato a parlare di ragazzi che non la fileranno mai!”
“Briony!”
Caroline che era davanti le diede un colpo al braccio. Le ragazze da dietro
invece facevano da cornice ai lati positivi – pochi - che accumunavano le
sorelle Forbes. L’espansività. “Sarai pur la mia
sorella maggiore ma non ti permettere di offendere le mie conquiste amorose! E
devi sapere che sono gli altri a inseguire me!” disse lei fintamente offesa,
facendo il broncio.
“Sì sì.” rispose Briony ridendo amabilmente. “Come quel ragazzo che ti
evitava come la peste.. Come si chiamava? Ah Stefan!”
Le 3 ragazze
sussultarono. E’ vero, Caroline aveva una cotta per Stefan quando lui era arrivato in città: insomma era
il classico bello e misterioso, e ovviamente aveva attirato l’attenzione di
Caroline.
Ma Elena in quel momento
non pensava che l’amica fosse stata così stupida da andare a dire ai quattro
venti che le piaceva Stefan! Non a Briony almeno.
Elena guardò male
Caroline, che si sentì beccata e disse frettolosamente: “Ma no! Quello non era
niente figurati!! Stefan non mi interessa
proprio, è troppo cupo per i miei gusti! Ehm.. anche perché sta con Elena ora!”
“Davvero?” chiese Briony sorpresa, guardando la diretta interessata dal
retrovisore.
Elena disse di sì,
che stavano insieme da un po’.
“E brava Elena! Ti sei
accalappiata il ragazzo misterioso che non filava per niente a Caroline!” Briony continuava a ridere, senza scherno ma solo con
innocente ironia.
“E smettila!” Caroline
le diede dei colpi al braccio ma sorridendo mentre lo faceva.
“Oh non ti manco più
ora?” disse Briony a mò di
sfida lanciando un’occhiata divertita alla sorellina, che ricambiò con una
smorfia. I classici litigi tra sorelle, ma per nulla pesanti o dolorosi. Le
mancavano quelle semplici cose.
“E tu Blond-Girl? Hai fatto conquiste mentre ero via?”
Caroline guardò Bonnie e Elena, poi disse: “Sai no che mi sono
lasciata con Matt?”
“Sì e mi dispiace... Sembrava
ci tenessi davvero. E’ un bravo ragazzo, perfetto per una scapestrata come te!
Ma in fondo sei ancora giovane.. hai tempo per questo.”
Caroline sorrise ma poi
si fece cupa… sapeva come avrebbe reagito
la sorella quando avrebbe saputo di lei e Tyler.
“Ora però frequento
un altro….”
“E chi è?”
<< Cavolo siamo in
una curva >> pensò Caroline << Meglio dirglielo in una strada
dritta, altrimenti rischiamo di finire fuori strada e di morire tutte! Io no
sono già morta, ma le altre… >>
“Beh non me lo vuoi
dire?” Briony si voltò curiosa verso
Caroline.
“Ehm guarda la strada
che è meglio!”
Finalmente la curva finì
e stavano percorrendo una strada dritta e larga.
<< Credo non ci
sia pericolo di sbandamento qui. Povera me! >>
“Si tratta di
Tyler Lockwood. ” disse con un fil di voce
“COSA?” Il grido che
fuoriuscì dalla bocca Briony fece drizzare
le tre ragazze.
Dallo spavento per
la scoperta, Briony inchiodò col freno e la
macchina che stava facendo i 100 km/h sbandò lungo il marciapiede
<< Altro che
pericolo di sbandamento! >> Pensò Caroline << Qui finiamo tutte in
un fosso! >>
Ma Briony riuscì subito a riprendere il controllo del
volante e fermarsi lungo il ciglio della strada. Shockata e con la faccia da
schizzata Briony si voltò verso la sorella,
senza neanche badare se Elena e Bonnie stessero
bene.
“Stai scherzando
vero?? E’ uno scherzo per farmela pagare di averti lasciata sola, così nessuno
ti copriva le spalle con la polizia!”
“No no!” le rispose
Caroline cercando di calmarla.
Bonnie e Elena si erano prese un bello spavento ma
tacevano da dietro. Arrabbiarsi con Briony era
pericoloso per la propria salute, anche se aveva un carattere gentile e
altruista. Che se la vedesse Caroline.
“Tyler anche lui è cambiato… lui ci tiene a me.”
“Balle!” urlò Briony ancora shockata. “I tipi come Tyler Lockwood non cambiano! Andiamo, lui era peggio di te
alle feste! E’ un cazzone, si crede chissà chi,
fa sempre a botte, e il suo stomaco è un pozzo senza fondo visto tutto
quell’alcool che si beveva, per non parlare che è un casanova bello e
buono! Una volta mi ha pure chiesto di fare una pratica sessuale con della
panna o non so cosa…!”
Bonnie si mise a ridere sotto i baffi:
Tyler infatti era così un anno fa. Ci provava con ogni ragazza carina, usando
il fascino del giocatore di football.
Briony tentò davvero di far cambiare idea
alla sorella minore, come se la stesse proteggendo da un drago.
“Per l’amore del cielo
sto dicendo la verità! Lui non va bene per te! Non puoi fare sul serio….”
<< E non sai tutta
la verità. Lì si che ti prenderesti un colpo >> Pensò Caroline, ma poi
tornò seria e guardò la sorella.
“Briony rifletti.
Noi tutte siamo cambiate, l’hai visto tu stessa. Perché non dai a Tyler il
beneficio del dubbio..?”
“Per i Lockwood no…” sospirò Briony, accendendo il motore della macchina.
Caroline capì il vero
motivo. La sorella ce l’aveva a morte con quella famiglia, dopo quello che
era successo… avevano dato la colpa a lei
ingiustamente..
E Briony, anche se era buona, non dimenticava mai i torti
subìti. Era testarda proprio come lei.
“Ma Tyler è un ragazzo… lui non ha colpe.”
“Vedremo” Rispose lei
seccata. “E’ la tua vita Caroline e tu sei grande ormai per prendere le tue
decisioni, ma nostro padre mi ha mandata qui per tenerti d’occhio e immagino
proprio si riferisse a Tyler Lockwood.”
“Ti ha mandata qui
papà?” chiese confusa Caroline.
“Sì. Dice che sei troppo
combina guai per i suoi gusti e mi ha chiesto di darti una controllata.”
Elena si girò
verso Bonnie preoccupata…Forse il
padre di Caroline sospettava qualcosa?
“Ma davvero Tyler è un
tipo a posto, lo giuro!” ripetè Caroline
<< A parte il fatto che sia un lupo mannaro ma è un dettaglio irrilevante
>>
Briony sospirò esasperata: “Caroline fai
come vuoi. Io ti ho avvertita comunque.”
Nessuna delle ragazze
osava parlare… Briony continuava
a guidare e Caroline le dava indicazioni sulla strada.
Non sopportando il
silenzio della sorella maggiore, la implorò con voce supplichevole: “Briony dai, non voglio rovinare tutto proprio ora che
sei appena tornata.”
Briony si girò allora verso di lei:
Caroline la fissava con uno sguardo da cucciolotto,
impossibile resisterle:
“Ma infatti non ce l’ho
con te. Sono positiva, ogni tua relazione non è mai durata al di sopra dei due
mesi e spero che accada così anche con Tyler Lockwood.”
Caroline la guardò
stupita e le rispose che era troppo piena di pregiudizi.
“Ah, io?” rise con un
filo d’ironia. “Se Tyler si dimostrerà alla tua altezza, sarò ben felice per
te. Ma se dovesse fare qualcosa di sbagliato...”
“Non lo farà!”
“Ok, va bene. Sono
esausta, non mi ricordavo che litigare con te fosse così estenuante. Ma
ricordati, io ho lavorato a Seattle in un ufficio di un avvocato e so benissimo
quali sono tutte le pene e tutti i reati. Tenete bene gli occhi aperte ragazze,
in città è arrivato un nuovo sceriffo!” Disse l’ultima frase scherzando in
maniera innocente e alzando l’indice.
Ma le tre ragazze la
presero invece sul serio. Briony Forbes non era quel tipo di ragazza che si faceva
ingannare così facilmente con la storia di attacchi animali o sparizioni
improvvise.
“Ecco, è questa la
casa!” Caroline indicò all’improvviso casa Salvatore, non appena oltrepassarono
il vialetto.
“Che mi venisse un
colpo!” Si fece scappare Briony nel
guardare la casa: era la stessa del sogno! Non poteva sbagliarsi!
Che diamine poteva significare…? Rieccola la
brutta sensazione che le ghiacciò le ossa.
“Che succede?” Chiese
preoccupata Elena.
Briony si era bloccata ad osservare la
casa, il cuore sobbalzante d’ansia e il respiro inchiodato in gola.
“Credevo fosse
abbandonata..” disse infine, deglutendo.
“No, ora ci
vivono Damon e Stefan Salvatore…sono arrivati
qui in città poco dopo che tu ti sei trasferita...Stefan è
il ragazzo di cui ti parlavamo prima.”
“Sì sì sì.” Disse
veloce Briony per smorzare la tensione.
Non voleva che le
ragazze sospettassero che lei avesse paura di quella casa; ma a giudicare dal
modo in cui aveva urlato, e di come le si erano ingranditi gli occhi dallo
spavento, immaginava che se ne fossero accorte.
Caroline, Bonnie e Elena uscirono dalla macchina in silenzio. Le
tre erano parecchio nervose...
<< Forse vogliono
che mi tolga dai piedi? >>
Sembrava come se
stessero aspettando che lei ripartisse.
“Bene... Volete che vi
accompagni dentro casa?”
“No!” disse
frettolosamente Elena. “Dobbiamo parlare di una cosa importante con Stefan.. Non preoccuparti, ci riporterà lui a casa.”
<<
Qui c’è qualcosa che non quadra. >> Pensò Briony stringendo gli occhi.
Dall’esperienza
che aveva avuto a Seattle si era convinta che non bisognava mai fidarsi delle apparenze.
E le ragazze volevano apparire normali e serene, ma erano tutt’altro.
“Va bene allora. Ci
vediamo!” Fece partire la macchina con un rombo. Le ragazze dopo aver
controllato che lei fosse uscita dal vialetto, entrarono dentro casa.
Ma Briony non se ne era andata per niente. Dopo qualche
minuto ritornò indietro a piedi, facendo attenzione a non farsi vedere.
Passò il giardino senza
far rumore, abbassando lo schiena. Si sentiva una stupida a fare una cose del
genere, ma non poteva trattenersi. E non per curiosità ma perché avvertiva
qualcosa di strano nell’aria… come un avvertimento… di nuovo… e
non le piaceva per niente. Una sensazione ancor più violenta e stritolante
delle precedenti.
Proveniva da quella casa
forse?
La porta stranamente era
aperta e decise allora di entrare piano piano.
<< Cavolo questa è
violazione di domicilio. Mi aspettano o 3 mesi di carcere o una multa di 20.000
dollari. Ma non importa, Caroline sta nascondendo qualcosa ne sono
sicura... Meglio pagare qualche dollaro che non ho, piuttosto che vedere
Caroline in un casino più grande di lei. >>
Briony si nascose dietro a uno scaffale,
guardandosi attorno spaesata.
Non c’è che dire..
quella era davvero la casa del suo sogno.
All’improvviso sentì
delle voci provenire dal salotto e Briony fece
attenzione a non far rumore con i piedi mentre si muoveva.
Meno male che lei era
una ragazza piccola di statura, il suo metro e 63 l’avrebbe aiutata sicuramente
a non farsi notare e per fortuna non aveva messo nessun profumo quel mattino.
Una volta Briony aveva letto una pratica di un serial killer che
uccideva le vittime, tutte donne, in base al loro profumo. Da quel momento poi
era stata ben attenta a quale profumo si mettesse.
Si avvicinò ancora di
più al salotto, le voci erano più nitide.
“Cosa ne volete fare del
corpo ora?? Siete impazziti se credete di riuscire a farla franca!” Questa era
la voce di Caroline e sembrava preoccupata e decisamente isterica.
<< E lo
credo bene >> pensò Briony <<
Di che corpo stanno parlando? Oh madonna, Caroline in che guaio ti sei
cacciata? >>
“Era l’unico modo per
salvare Elena, lui voleva
sacrificarla per i suoi piani e non potevamo permetterlo.” Quello che parlava
invece doveva essere Stefan.
<< Che espressione
cupa >> commentò Briony, ripetendo la
stessa definizione della sorella.
Stava succedendo
qualcosa in quella casa, sicuramente qualcosa di losco e niente a che vedere
con le cose da Cheerleader o shopping. Il cuore di Briony era
fermo per la preoccupazione.
“Lo so che ora non
abbiamo un buon piano per sconfiggere Klaus, visto che lui era la nostra unica speranza, ma le cose sono precipitate ieri
notte e lui si era molto arrabbiato dopo che Damon aveva tentato di ucciderlo.”
<< Oh santa
madonna. E io che pensavo che il problema più grosso per Caroline fosse
Tyler Lockwood, invece andiamo di male in
peggio! Cosa si sono messi a fare? A organizzare piani di omicidi in una casa
tetra? >>
“Dove lo tenete ora?”
Chiese Bonnie, che rimaneva la più seria.
“Giù in cantina. La
porta è serrata, non può scappare.”
<<
Merda merda. E’ il sogno che ho fatto… l’uomo
morto nella cantina... stanno parlando di lui? >>
Briony non riusciva a credere che quei
ragazzi avessero ucciso un uomo ma da come parlavano si intuiva che
nascondevano qualcosa di poco chiaro, qualcosa di pericoloso… Il
solo pensiero che il sogno si stesse avverando la fece rabbrividire, ma non
riusciva nonostante tutto a fuggire via. Ormai c’era dentro.
“Dobbiamo pensare a cosa
faremo adesso… Non sono convinta che
ucciderlo sia stata una buona idea.. Klaus è pericoloso…”
Stefan abbracciò protettivo Elena e le
disse che sarebbe andato tutto bene.
<< Bene un corno
>>
I ragazzi lasciarono il
salotto e andarono verso l’uscita. Briony fece
in tempo a nascondersi prima che si accorgessero della sua presenza.
Quando ormai erano già
usciti - Stefan le avrebbe accompagnate a
casa - Briony si ritrovò sola in quella
enorme casa.
<< E ora? Cosa
faccio? >> Si domandò disperata.
Andare alla
polizia? Avrebbe coinvolto Caroline e stavolta non sarebbe bastata qualche parolina
gentile a un poliziotto per fargliela passare liscia…
Doveva proteggere
la sorella, ma a quale costo? Ovviamente qui si parlava di omicidio e non era
una cosa da nulla…
Dirlo allo sceriffo
sarebbe stato ancora peggio che consegnarla alla polizia.
Ma il sogno era reale,
ne era sicura. Lei che andava giù verso la cantina e trovava il cadavere… Doveva fare così? Seguire il sogno
premonitore che aveva fatto? Meglio che stare raggomitolata sotto uno scaffale
in casa d’altri.
Briony si alzò. Era ancora scossa dopo la
scoperta e tremava tutta, come una foglia in preda all’autunno. Si augurò che
non ci fosse nessun altro in casa e fece un giro per trovare la cantina.
La trovò facilmente per
fortuna. Scese la scale facendo piano, come se ci fossero degli inquilini con
l’orecchio teso pronti ad assalirla ad ogni minimo movimento sospetto.
Quando arrivò in cantina
si trovò davanti una porta. Era quella del sogno, ne era sicura. Briony stranamente sentì la stessa sensazione che aveva
provato nel sogno: la stessa forza potente, calamitante e irresistibile che la
dirigeva dentro quella stanza.
Decise di agire, aprì la
porta in uno scatto mentre il cuore galoppava impazzito.
Ciò che si ritrovò davanti
la lasciò senza fiato.
Anche se l’aveva già
visto in sogno, vedere la scena con i propri occhi nel mondo reale la
traumatizzò.
Aveva già visto dei
cadaveri ma questo era diverso… Più
inquietante.
Briony si avvicinò piano, come se
quell’essere cadaverico fosse una mummia pronta ad attaccarla. Aveva
conficcato nel cuore un pugnale. Istintivamente lo tolse, delicatamente.
<< Poveretto.
Infilzato anche da morto…E che strano
pugnale >>
Non era un normale
coltello da cucina, sembrava un pugnale molto vecchio e infatti c’erano dei
resti di resina…di un albero?
Briony pensò allora che la sorella fosse entrata
in qualche setta satanica che organizzava rituali con resina speciale di
qualche albero sconosciuto.
<< Oddio, e ora?
>>
Il poveretto era senza
dubbio morto, le vene sembravano essersi rinsecchite all’interno della pelle.
Cercò di ascoltare se c’era ancora battito ma il cuore non pulsava più.
Definitivamente morto.
Ma non poteva
lasciarlo lì… era troppo rischioso per
tutti. C’erano due opzioni: o chiamare la polizia ma questo avrebbe senz’altro
comportato l’arresto di Caroline e chissà quanti anni avrebbe passato in carcere… oppure la soluzione più drastica.
Seppellire il corpo… così sperando in un colpo di fortuna, nessuno
se ne sarebbe accorto. E quindi altri reati nella lista.
<< Quello Stefan è proprio tonto. Perché non seppellire il corpo
nel bosco? Lasciarlo a casa sua è proprio da stupidi! E se qualcun altro lo
avesse visto? Sarebbero andati tutti nei pasticci. >>
Briony credeva di impazzire perchè se avesse nascosto il corpo sarebbe entrata
anche lei in tutto quel macello disastroso.
Occultamento di
cadavere. Magnifico. E nessuno avrebbe mai creduto nella sua buona fede.
Ma pensò che nessuno
avrebbe mai potuto trovare il corpo in un bosco così folto…non in
quello di Mystic Falls. Soprattutto in
quello di Mystic Falls.
Purtroppo non era la prima volta che accadeva….
Sperò quindi che la
fortuna girasse dalla sua parte quel giorno e cercò di tenersi forte in quella
drastica situazione.
Le si strinse però il cuore
in una morsa dolente nel pensare che la famiglia di quell’uomo aveva il diritto
di sapere la verità sulla sua sparizione…. Ma
purtroppo lei doveva badare unicamente al bene di Caroline, era sua sorella, la
sua famiglia dopotutto.
<< Sorellina, a
casa dovrai farmi un bel discorsetto e spero per te che sia convincente
>>
Ma come poteva spiegare
un omicidio così efferato? Proprio Caroline poi… così perfettina e alla moda. E le sue amiche, che le aveva
sempre considerate delle brave ragazze… <<
Forse è colpa del nuovo arrivato, quello Stefan col
suo fascino da cavaliere misterioso deve averle intontite e manipolate >>
Doveva essere per forza così, la Caroline che conosceva non poteva essere così.
Non poteva di certo uccidere un uomo, qualunque cosa lui avesse tentato di
fare.
Briony si sarebbe pentita certo, avrebbe
passato un bel guaio se avesse seppellito un cadavere ma doveva per forza
farlo, altrimenti sarebbe stato un vero disastro.
Lasciare lì il corpo
incustodito sarebbe stato da incoscienti e non poteva certo fidarsi di
quello Stefan, che senza dubbio quell’opera
era sua. Doveva pensarci lei quindi. Come al solito doveva rimboccarsi le
maniche da sola.
Appartenere alla
famiglia Forbes equivaleva ad avere un
coraggio folle mista a testardaggine. Era un bene o un male in quel caso?
Sospirando, Briony si martellò le tempie con entrambe le mani – lo
stesso vizio di sua sorella – e prese alla fine la sua decisione.
<< Prima sistemo
il cadavere. Poi andrò dritta da Caroline a darle due ceffoni e la faccio rinchiudere
in un riformatorio. >>
A casa aveva dei vecchi
attrezzi, tra cui delle pale e le sarebbero di certo servite. Briony però non riusciva a trovare le chiavi
dell’Alfa-Romeo dentro la tasca.
<< Merda che siano
cadute in salotto? >> Si alzò quindi, guardando intimidita il cadavere di
fronte a lei.
Tanto era morto, non
sarebbe andato da nessuna parte. Le incuteva però una strana sensazione…. Come se la stesse guardando da sotto le
palpebre abbassate e rinsecchite. Dio, stava diventando pazza.
Uscì in fretta dalla
cantina e andò in salotto. Le chiavi erano in bella vista, sotto lo scaffale
dove si era nascosta prima.
All’improvviso però
sentì dei rumori strani. Come dei tonfi…
<< Merda, che sia
arrivato Stefan o l’altro inquilino? Se si
accorge che so tutto mi ammazza! >> pensò angosciata, sgranando gli occhi
dal terrore.
Istintivamente tornò giù
in cantina a velocità smisurata, ma quando entrò nella stanza il cadavere non
c’era più. Scomparso all’improvviso.
FINE PRIMO CAPITOLO
Spero che vi sia
piaciuto l’inizio della mia storia. ^_^ Le frasi sono state un po’
comiche, forse anche troppo, ma col passare del tempo la vicenda diventerà più
intricata e decisamente drammatica... Vedrete cosa ho in mente! Avrete capito
che Elijah si è svegliato perché Briony inconsciamente
gli ha tolto il pugnale senza sapere del pericolo… nel
prossimo vedremo l’incontro!
Grazie a tutti quelli
che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate J
LEI E' BRIONY, MA IMMAGINATELA CON GLI OCCHI VERDI--> https://www.facebook.com/photo.php?fbid=343840529086498&set=a.304058123064739.1073741828.304027033067848&type=1&theater