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Autore: Talulah    19/10/2011    9 recensioni
<< Un piccolo movimento fece dirigere gli sguardi di tutti verso uno dei migliori palchi, verso una splendente nobildonna, e un magnifico gentiluomo.
“ Lo zarevic! “ sussurrò qualcuno, “ è arrivato finalmente!”
Un silenzio stupefatto e incantato accolse la loro entrata, e dopo pochi minuti mormorii, bisbigli e sospiri sognanti riempirono la sala. (...)
Il teatro sprofondò nel silenzio, tutti erano impegnati a non perdere neanche un attimo di quel raro momento. Lo zarevic si avvicinò lentamente alla sua dama, per poi prendere la sua mano e portarla alle labbra con una naturalezza così elegante e perfetta da essere disarmante. Osservai la scena con una punta di invidia e triste desiderio. Quanto le sarebbe piaciuto ricevere un baciamano così regale, così perfetto, sarebbe stato un sogno se un gentiluomo l’avesse guardata con quell’emozione unica trasmettendole quell’attaccamento profondo. Sarebbe stato il sogno di tutte.. Avevo avuto molti corteggiatori essendo di ricca e nobile famiglia, ma mai nessun uomo mi aveva trattata come il Granduca stava facendo con la sua dama. Che signora fortunata, pensai con la triste invidia che si acuiva sempre più.
Non saprei ben dire quanti cuori sognanti infranti ci furono a teatro quella sera.. >>

Una storia piena di passione, amore e veleno, fatta per far sospirare le sognatrici. In un epoca dove tutto è basato su ricchezza e nobiltà, può l'amore vincere su tutto?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Russian Royal Family'
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                   Capitolo I

                                Drury Lane

 







Londra, 1812.
 
Mi guardai. Cosa vedevo? Cosa vedevo in quello specchio? L’immagine di una bella donna. Donna. Sapevo di non potermi ancora considerare tale. Ero ancora una ragazzina. A breve avrei compiuto diciannove anni. E a volte mi sembrava di averne dieci, altre quaranta. Ero solo una ragazzina, per l’amor del Cielo.. O almeno mi sentivo tale, ma c’era chi non la pensava come me. Persone come la duchessa, la mia tutrice, che aveva il compito di pensare e badare a me. La duchessa de Polignac. Una delle più grandi amiche di mia madre, Maria Antonietta. Io, la ragazza che si fissava intensamente in quel prezioso specchio ovale, cercando se stessa, ero una figlia illegittima. Lo seppi il giorno dei miei diciotto anni, come regalino di compleanno e, ovviamente, nessuno lo sapeva. Solo io, mia madre e la duchessa, Gabrielle, anche perché la cosa non sarebbe stata vista di buon occhio dall’alta società, quindi il resto del mondo sapeva solo che ero una trovatella che la duchessa aveva deciso di accudire. Ero sempre stata cresciuta in una gabbia dorata, protetta da tutto e da tutti. E ora era arrivato il momento di debuttare in società, e d’ingrandire la mia gabbia. Scossi la testa per allontanare quei pensieri nati solo per mettermi insicurezza. Guardai il ripiano di marmo bianco del mobiletto, e presi la mia spazzola dal manico d’argento, un piccolo pensiero di mia madre. Anche se non avevo avuto la possibilità di crescere con mia madre al mio fianco, lei c’era sempre stata, anche se a modo suo. Era una donna buona e stravagante, con un carattere e un modo di pensare tutto suo. Grazie al suo aiuto avevo avuto un eccellente istruzione che adesso mi sarebbe stata d’aiuto per poter sposare un uomo di buona, anzi ottima dinastia, a detta di mia madre. Guardai il vestito che avevo scelta per la serata. Bustino molto aderente di seta blu scuro con maniche a tre quarti e una profonda scollatura ovale, contornato da pizzo bianco, per poi finire in una lunga gonna a pieghettature di seta blu scuro e di un  pregiato tessuto che dava sull’azzurrino. Mi piaceva. Una voce interruppe i miei pensieri, riportandomi nella mia bella camera.
<< Vostra grazia! >> la mia cameriera, Eveline.
Sentii un lieve bussare incerto alla porta.
<< Avanti Eveline! >> dissi sorridendo, guardando la porta.
<< Vostra grazia.. >> cominciò, per poi bloccarsi di colpo, spalancando leggermente gli occhi e socchiudendo le labbra. Le mie sopracciglia si arcuarono e il mio viso assunse un espressione dubbiosa. A questa mia reazione Eveline arrossì vistosamente per poi abbassare il capo. Incerta poi continuò, << perdonatemi Vostra grazia, ma se posso permettermi, questa sera siete davvero splendida >> disse frettolosamente e bloccandosi incerta e timorosa, per paura di una mia reazione, per poi continuare << la duchessa mi manda a chiamarmi Vostra grazia. >> concluse, rossa in volto, con il respiro affannato e lo sguardo basso.
Quella situazione mi divertiva. Era piacevole fare impressione su qualcuno. Eveline era nuova, ed era la mia cameriera personale a tempo indeterminato, o meglio fino a quando non sarei rimasta a Londra, per la Stagione. Sorrisi ad Eveline. << Grazie Eveline, accompagnami all’uscita. >> le dissi.
La ragazza si fece ancora più rossa. << Subito Vostra grazia >> disse prendendo la mia pochette e il mio scialle, che mi mise sulle spalle con mani delicate e dita fin troppo tremolanti. Eveline si avviò alla porta, l’aprì tenendo il capo basso e mi fece passare per prima. Camminammo lungo i corridoi di quella grande e lussuosa casa. Eveline camminava 3 passi dietro di me. Scendemmo le scale, per poi proseguire lungo un corridoio. Arrivammo all’entrata e io vidi subito la mia tutrice che mi aspettava. La duchessa era una donna dall’innata grazia e bellezza, strana quasi quanto mia madre nel comportamento, ma in modo differente. Quando sentì il rumore dei tacchi sul pavimento di marmo si girò verso di noi, verso di me, con un espressione di disappunto. Ma appena mi vide, un sorrisetto le si dipinse sul volto.
<< Splendida, cara. Davvero splendida. Ma del tuo ritardo non posso dire altrettanto. >> disse con severità e una punta d’irritazione.
<< Desolata, Madame. Non era mia intenzione arrecarvi fastidio. >> dissi facendo un leggero inchino, per poi rimettermi ritta e fiera, puntando il mio sguardo fiero e orgoglioso nel suo.
<< Nessun fastidio cara, ma adesso sbrighiamoci, è già tardi. >> disse, lanciandomi una frecciatina.
Sorrisi e mi affrettai ad uscire dalla casa, rabbrividendo per la fresca aria notturna londinese. Un valletto, prontamente aprì lo sportello della carrozza, chinando il capo e salutando me e la duchessa con il solito e quasi noioso << Vostra grazia >>. Entrammo nella carrozza, e fui felici di avere qualcosa che potesse ripararmi dal vento freddo.
<< Davvero un ottima scelta cara, non mi hai deluso. Sei meravigliosa questa sera. >> mormorò la duchessa con un lieve sorriso, guardando fuori dal finestrino.
<< Mille grazie, Madame. Anche voi siete molto bella questa sera. >> ed era vero. Aveva un vestito semplice, verde scuro, ma con la gonna molto pomposa, e una scollatura quadrata che le donava molto, e quel colore risaltava molto la sua carnagione e il suo colore di capelli.
<< Grazie cara, ma questa sera la protagonista sarai tu >> disse voltandosi a guardarmi, con un sorriso che si allargava piano piano, mettendo in evidenza quelle perle bianche e perfette che erano i suoi denti. Arrossii leggermente ma non abbassai lo sguardo, continuando a fissarla, fino a quando lei continuò, << Questa sera a teatro ho saputo che ci sarà un’ospite molto importante >> disse raggiante.
<< Chi Madame? >> chiesi, più per dovere, che per sincera curiosità.
Evidentemente felice che io le avessi retto il gioco, mi rispose con un’ilarità che stentava a contenere << Il Granduca di Russia! L’erede al trono, il futuro Zar! >>
Sbigottita mi girai verso la duchessa. << Che cosa? >> Il Granduca? A Londra?
Versi ilari di pura gioia provenienti dalla composta duchessa riempirono l’abitacolo, << Proprio così, cara! Potrebbe essere la nostra preda principale, per il tuo futuro matrimonio! >> disse eccitata all’inverosimile. La cosa comunque mi sembrava improbabile. Aleksej Ivan Miroslan Nikolaevic Romanov, futuro Zar a Londra. Era una delle prede più ambite dell’alta società. Divinamente bello, divinamente ricco, divinamente irraggiungibile. Si diceva che fosse stravagante. Ovviamente, divinamente stravagante. Avevo sentito parlare spesso dello zarevic. Ragazze che desideravano conoscerlo, parlarci, o perfino danzare con lui. Non riuscivo a credere che fosse a Londra. Ma comunque il Granduca era destinato ad un brillante matrimonio, con una ragazza di sangue più che nobile e soprattutto, che fosse una figlia legittima. Lui era il Granduca, e io ero solo una ragazza nobile come tante, per di più illegittima, considerata trovatella. Un matrimonio fra me e lo zarevic mi sembrava davvero improbabile. La duchessa continuò con la sua fin troppo ottimistica gioia.
<< Sarebbe fantastico, non trovi cara? >> disse con un enorme sorriso, che venne subito sostituito da un espressione imbronciata e corrucciata, << ma purtroppo si dice che questa sera il Granduca non sarà da solo >> disse concludendo con un espressione triste, con una vena di disappunto.
Appunto. In giro si diceva che lo zarevic fosse un libertino, decisamente poco selettivo.. Ma se la memoria non mi ingannava doveva avere circa ventitré anni, quindi prima o poi avrebbe dovuto sposarsi anche lui e chissà che la nobildonna che aveva come compagna per quella serata non fosse proprio la futura imperatrice. Ero curiosa – e anche se mi infastidiva ammetterlo, perfino eccitata – di vedere lo zarevic di persona, volevo constatare se le voci che lo elogiavano a mio parere in modo troppo esagerato, fossero davvero tali.
<< Tranquilla cara, non tutto è perduto comunque. Sento che sarà una serata diversa questa e la presenza dello zarevic conferma le mie sensazioni >> disse sorridendo.
La carrozza si arrestò, e in quei pochi secondi io e la duchessa ci guardammo intensamente negli occhi e in lei vidi qualcosa di diverso, troppo per essere identificato in quei pochi secondi. Infatti dopo pochissimo, un valletto venne ad aprirci lo sportello della carrozza, inchinandosi rispettosamente. Uscii aiutata dal valletto, e mi strinsi nel mio scialle di seta per il freddo vento. Dopo poco ebbi al mio fianco la duchessa e di fronte a me il Theatre Royal Drury Lane. Cominciammo ad avviarci all’entrata salutando conoscenti che si attardavano fuori dal teatro ancora per qualche attimo. Percorremmo i corridoi che portavano alla platea, fino a raggiungere i nostri posti. Ci sedemmo e attendemmo che lo spettacolo ebbe inizio. Mi accorsi che alcuni posti a fianco a noi erano vuoti. Lanciai uno sguardo interrogativo alla mia tutrice.
<< Oh cara, non te l’ho detto? Non siamo sole questa sera >> disse con un sorriso.
<< Ah, davvero. E chi ci terrà compagnia questa sera, Madame? >> chiesi, anche se la risposta mi era indifferente.
<< Lady Louisa FitzPatrick e sua figlia Lady Jessica FitzMaurice, cara. Ricordi, la marchesina? >> chiese, voltandosi a guardarmi con un sorriso.
<< Si, ricordo Madame. >> dissi sorridendole a mia volta.
La nostra conversazione finì lì e così io ebbi modo di pensare. Ma l’unica cosa che occupava la mia mente era una persona. Il Granduca, la preda più ambita per la caccia al matrimonio. Ero elettrizzata al pensiero di poter finalmente vederlo di persona.
<< Cara non saluti Lady Louisa e sua figlia? >> mi riportò bruscamente alla realtà la voce stizzita della duchessa.
Mi voltai di scatto, per rendermi conto dell’effettivo arrivo delle due donne. Velocemente, mi alzai e mi apprestai a salutare le nuove arrivate.
<< Perdonate la mia distrazione Marchesa, questa sera non so proprio dove ho la testa. >> dissi con un sorriso.
La marchesa sorrise comprensiva, prendendo posto insieme alla figlia.
<< Siete scusata, Vostra grazia. Siamo tutte molto elettrizzate per l’importante ospite di questa sera >> disse gioiosa.
Sorrisi di rimando, ma quando sentii un lieve battere sul braccio, mi girai verso la giovane Lady Jessica.
<< Siete splendida questa sera, Vostra grazia. >> disse con un sorriso, e delle guance paffute e rosse.
<< La ringrazio, ma la prego, di chiamarmi Dominique >> dissi con un sorriso, << almeno fra di noi >> dissi.
<< Va bene >> disse fermandosi incerta, e arrossendo ancora di più << Dominique >>. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e in quei pochi secondi ebbi modo di studiare meglio la marchesina. Era piuttosto paffutella e il suo seno era molto abbondante, come potevo vedere dall’attillato vestito che indossava per la serata. Un seno decisamente troppo grosso per i dettami della moda. Aveva luminosi e gentili occhi verdi, e capelli riccioluti neri coma la pece. Aveva una pelle molto pallida, ma per sua fortuna le sue guance erano rosse proprio come le labbra, piccole, carnose e a forma di cuore. Il vestito color prugna che indossava le donava. La conclusione fu che Jessica era una fanciulla molto graziosa.
<< Anche voi eccitate per stasera, Dominique? >> disse, felice e con gli occhi luminosi.
<< Molto, si >> dissi per poi ricordarmi l’educazione e aggiungere, << e voi? >>
Gli occhi della marchesina, se possibile divennero ancora più gentili << io non vi vedo molto elettrizzata Dominique, ma piuttosto annoiata. >> disse per poi arrossire di botto per la sua sfacciataggine.
Mi voltai a guardarla, ridendo lievemente. << PerdonatemiJessica, anche io sono piuttosto emozionata questa sera, ma sono molto pensierosa. >> dissi concludendo con un sorriso.
<< Il Granduca vero? Oh signorina, non sa quanto sono trepidante al pensiero di vederlo di persona! >> disse con un espressione sognante.
Le sorrisi sincera. Jessica era davvero adorabile. << Anche io lo sono,Jessica! Peccato che non si sappia molto sul suo conto, se non che sia un inguaribile libertino. >> dissi corrucciata.
La marchesina si girò a guardarmi con una malizia e una gioia nello sguardo, che di innocente avevano ben poco. << Oh, ma io so di più signorina! Qualche settimana fa, mia madre invitò alcune sue amiche per il the! E io passavo nelle vicinanze del salone, quando ho sentito che parlavano proprio del Granduca.. >> disse mordendosi il labbro, con gli occhi sempre più luminosi.
<< Avete origliato, signorina? >> le chiesi con un sorriso furbo.
La marchesina arrossì vistosamente, << Oh signorina, origliare è un termine così sgradevole. >> disse facendosi aria con la mano e facendomi un sorriso nervoso per poi riprendere a mordicchiarsi il labbro.
<< Ma è il termine più appropriato, signorina. >> le dissi con un sorriso che si allargò quando la vidi bloccarsi di colpo alla mia sfacciataggine. Ci fissammo, e poi ridemmo divertite.
<< Ma visto che ormai il peccato è stato compiuto, le andrebbe di condividere il mio segreto? >> chieseJessica, con un sorriso raggiante.
<< Non aspetto altro, Jessica>> le dissi avvicinandomi di più a lei, contenta di aver trovato un amica.
La marchesina mi fece un radioso sorriso e contenta, cominciò a raccontarmi del Granduca. << Da quello che ho capito signorina, il Granduca è stato in giro per il mondo negli ultimi due anni, lasciando la sua amata Russia. L’Imperatore non si è opposto più di tanto a questo suo viaggio, esortato dall’Imperatrice che fosse una buona idea per arricchire la cultura del giovane Granduca. Comunque, si dice che dopo questa visita a Londra per la Stagione, lo zarevic ritorni in Russia, poco prima del suo ventiquattresimo compleanno, che verrà festeggiato con una grande e sfarzosa festa! >> disse contenta di parlare del suo evidente bel principe dei sogni, << ma non è tutto signorina! Da alcune fonti ho saputo che lo zarevic si diverte ad organizzare intrattenimenti dissoluti nelle sue case! Incredibile, vero? >> disse, ad occhi sbarrati mordicchiandosi il labbro.
<< Intrattenimenti dissoluti? Sapevo che fosse un libertino, ma non avevo idea.. >> dissi, incredula.
<< Si signorina! Anche io sono scioccata! Comunque questa sera non sarà da solo! E probabile che abbia scelto la futura zarina! Da amici di amici sono venuta a conoscenza che la dama che sarà in sua compagnia questa sera sia un arciduchessa! Ovviamente solo il meglio per il futuro Imperatore >> disse sconsolata, e con un espressione triste, continuando a torturarsi il labbro.
<< E cosa si potrebbe pretendere dal futuro zar, cara? Vi aspettavate una nobile qualunque? Visione piuttosto ottimistica la vostra,Jessica. >> dissi, con un sorriso incerto.
La marchesina arrossì colpevole di quelle speranze, come una bambina che era stata beccata a rubare le caramelle. Sorrise. << Avete ragione voi, Dominique. L’essere fin troppo ottimistica è un mio punto debole. Ma in fondo sapevo di non avere possibilità con il Granduca.. >> disse con un sorriso pensieroso, << beh però posso ancora sperare di poterlo incontrare ad un ballo e danzare con lui! >> disse, sognante.
Risi. Quella ragazzina era davvero adorabile.
<< Quanti anni avete, Jessica? >> chiesi, pur sapendo di poter sembrare scortese.
<< Non è buona regola d’etichetta chiedere l’età ad una signora, Dominique. >> rispose Jessica, fintamente indispettita, con gli occhi divertiti.
<< Ma la curiosità non è peccato, mia cara >> le risposi, sorridendo maliziosa.
<< Dipende da quale punto di vista la vedete, signorina. >> rispose prontamente, senza più nessuna traccia d’ingenuità.
Le rivolsi uno sguardo ammirato. << Sagge parole,Jessica. E voi? Che cosa intendete per peccato signorina? >> le chiesi, interessata e maliziosa.
La marchesina sorrise furba e maliziosa, mentre arrossiva vistosamente. << Ho diciassette anni, Dominique. >> mi rispose infine, sorridendo.
Continuai a fissarla divertita, fino a quando una voce non ci interruppe.
<< Questo si che è peccato, mia bella marchesa >> ci girammo entrambe di scatto per osservare il nostro inopportuno ascoltatore.
Le mie sopracciglia si arcuarono di disappunto.
<< Julian >> disse la marchesina con un lieve sorriso e le guance imporporate.
<< Jessica>> disse con un sorriso sincero, << sempre più graziosa vedo >> disse, prodigandosi in un baciamano da vero galantuomo, << non mi presentate la vostra amica? >> chiese il giovane.
<< Oh perdonatemi. Julian, lei è la duchessina de Polignac. Dominique, mi permetta di presentarvi il duca di Devonshire >> disse timida, sorridendo.
<< Onorato di fare la vostra conoscenza, Vostra grazia. Ho già sentito parlare di voi, e i pettegolezzi per una volta erano giusti. Siete magnifica >> disse percorrendo la mia figura con un intenso sguardo di apprezzamento.
<< Mille grazie, Vostra grazia. Anche io ho sentito parlare di voi, e sapevo della vostra presenza a Londra. La vostra fama vi ha preceduto >> dissi sorridendo.
Il giovane rise ed io lo guardai meglio. Era un ragazzo alto, dalle spalle larghe, e un fisico asciutto e ben delineato da quello che potevo capire. Aveva dei capelli castani mossi, portati a caschetto, e degli impertinenti e vivaci occhi grigi. Era davvero un bel ragazzo, e non sembrava come il padre, che mi avevano descritto come un poco di buono. Ma, si sa, che non si deve mai giudicare un libro dalla copertina. Il giovanotto aveva una fossetta sulla guancia sinistra, labbra giustamente proporzionate rispetto al viso, che quando rideva mostravano una fila perfetta di denti bianchi e dritti.
<< Sono lieto di aver fatto la vostra conoscenza Vostra Grazia, e desolato di essere talmente tanto curioso da non aver fatto a meno di ascoltare il vostro discorso >> disse, fintamente dispiaciuto, con un sorriso e sguardo malizioso e divertito.
<< Desolato eh? Ma la prego Vostra Grazia, mi chiami Dominique >> dissi sorridendo.
<< Acconsento solo se voi mi chiamerete Julian, Vostra grazia >> disse sorridendo gentile.
<< Bene, Julian >> dissi, facendo un lieve sorriso e arrossendo leggermente.
Il giovane duca ricambiò il sorriso per poi continuare, << ho sentito che parlavate del Granduca prima >>  disse, preferendo evitare l’ultimo argomento alquanto poco signorile che si stava affrontando. Saggio.
<< Bravo Julian, sei un ottimo spione >> disse la marchesina, per poi ridere vedendo il duca arrossire vistosamente.
<< E’ una delle mie grandi e tante doti, mia cara Jessica>> rispose a tono il duca, facendo arrossire la marchesina per la malizia contenuta in quell’affermazione, << comunque anche io ho saputo che il Granduca presenzierà allo spettacolo di questa sera e sono curioso quanto voi di vederlo >> concluse pensieroso il giovane.
<< Ma non l’avevate già incontrato voi, Julian? >> chiese incerta la marchesina.
<< Vero mia Jessica, non vi sfugge niente vedo >> disse sorridendo facendo arrossire la ragazza, << comunque si, l’avevo già incontrato in Francia ad una cena a cui partecipava anche lui, ma purtroppo è rimasto molto poco alla serata, e non hanno neanche avuto modo di presentarmi a lui >> disse corrucciato, << peccato però, perché sarebbe stata una bella opportunità. Ma a quanto pare al nostro giovane zarevic non piace molto la vita in società. O almeno non quei tipi di intrattenimenti.. >> disse lanciando un eloquente occhiata alle due ragazze.
<< Ma allora l’hai visto! E dimmi Julian, lui come è? >> chiese infervorata e sognanteJessica.
<< Non credo di essere la persona adatta per descrivervelo, signorina >> disse il giovane duca, lanciando un occhiataccia alla marchesina che subito sbigottita, arrossì fino alla radice dei capelli, ricominciando la tortura al suo povero labbro.
Sia io che il giovane duca ridemmo, mettendo ancora più in imbarazzo la giovane marchesa che ormai cercava disperatamente di sprofondare nella poltrona. All’improvviso però la luce della platea cominciò ad affievolirsi, segno che l’opera stava ormai per cominciare.
Preoccupata, la marchesina chiese << dite che verrà? >>
Ma Jessica fu interrotta mentre stava per specificare chi. Tutto il teatro ferveva di eccitazione, ma poi il fervore si intensificò. Un piccolo movimento fece dirigere gli sguardi di tutti verso uno dei migliori palchi, verso una splendente nobildonna, e un magnifico gentiluomo.
“ Lo zarevic! “ sussurrò qualcuno, “ è arrivato finalmente!”
Un silenzio stupefatto e incantato accolse la loro entrata, e dopo pochi minuti mormorii, bisbigli e sospiri sognanti riempirono la sala.
<< Santo Cielo.. >> sentii mormorare il giovane duca che come noi era rimasto incantato dalla coppia, << quella è l’arciduchessa Adelaide di Baviera.. >> disse stupefatto, << evidentemente il bel principe ha scelto la sua principessa.. >> bisbigliò, continuando a guardare la coppia..
Il teatro sprofondò nel silenzio, tutti erano impegnati a non perdere neanche un attimo di quel raro momento. Lo zarevic si avvicinò lentamente alla sua dama, per poi prendere la sua mano e portarla alle labbra con una naturalezza così elegante e perfetta da essere disarmante. Osservai la scena con una punta di invidia e triste desiderio. Quanto le sarebbe piaciuto ricevere un baciamano così regale, così perfetto, sarebbe stato un sogno se un gentiluomo l’avesse guardata con quell’emozione unica trasmettendole quell’attaccamento profondo. Sarebbe stato il sogno di tutte.. Avevo avuto molti corteggiatori essendo di ricca e nobile famiglia, ma mai nessun uomo mi aveva trattata come il Granduca stava facendo con la sua dama. Che signora fortunata, pensai con la triste invidia che si acuiva sempre più.
Non saprei ben dire quanti cuori sognanti infranti ci furono a teatro quella sera..








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Grazie per aver letto il primo capitolo di questa storia così importante per me :) spero che vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la storia! Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate :)
  
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