Di lui non parla nessuno. Rimane in silenzio, lo guardano da fuori come un leone ingabbiato, ed i suoi occhi scuri sono sempre ghiaccio quando una voce squillante ed acuta - che adora - si espande per i corridoi.

Quando Blaine è arrivato al McKinley lui c'era. L'ha guardato con l'aria rassegnata ed insieme ardente di una gelosia inutile ed, a suo dire, patetica e sbagliata. L'ha osservato mentre cambiava gradualmente le proprie apparenze, mentre si adeguava sempre più ai gusti ed alle esigenze di Kurt.
E pensa che lui non lo farebbe. Non ne varrebbe la pena. Cambiare? E perché?
Eppure continua a guardare quella vita che non ha. Quegli sguardi che non ha mai ricevuto. Anche le piccolissime cose che, a Kurt, fanno sorridere.

E che lui non gli può dare.

NDA: LOL, scritta a cazzeggio per il contest The Sound Of Silence del forum di EFP. Sono arrivata terzultima e francamente mi aspettavo di finire pure più in basso contando che l'ho scritta in 5 minuti dato che avevo scoperto il contest la sera stessa della chiusura, ma mi è piaciuta tanto la valutazione:

Originalità: 7/10
Correttezza grammaticale e di sintassi: 9/10
Stile di scrittura: 9/10
Coerenza e sviluppo dei personaggi: 9/10
Punti extra, dei bonus che possiamo dare se qualcosa in particolare ci è piaciuta così tanto da meritare dei punti extra: 1/5
Totale: 35/45

Su questa storia, per quanto riguarda l’originalità, io e Medea ci siamo trovate leggermente in disaccordo: per quanto riguarda la sottoscritta, per quanto lo spunto di Dave che osserva Blaine e Kurt sia interessante, in realtà ci sono diverse storie che mettono Dave nei panni di un osservatore silenzioso. Come sempre poi, si può parlare della medesima cosa in decine di modi diversi e personalmente l’idea di un Dave statico, bloccato e incapace di risolvere la sua situazione, costretto a osservare gli altri senza il coraggio di fare nulla, mi piace. Lo trovo IC, in più è una one-sided, il che non fa che rendere la storia vicina al telefilm. Trovo IC anche che Dave pensi che Blaine stia cambiando per Kurt, anche se in realtà non è affatto così.
Entrambe abbiamo trovato la storia un po’ corta, o forse carente di qualcosa: manca una catarsi finale. Un dialogo o un gesto di Dave che dia una direzione a tutto il resto: si poteva trovare lo spazio anche senza allungare la storia o mutarne l’essenza, ma giusto per renderla più completa e autonoma.
Lo stile ci è piaciuto, così conciso e ad effetto, anche per la sua assenza di interlocutore.