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Autore: Lizzyluna    27/06/2006    9 recensioni
I tre elementi più pasticcioni dello Shohoku alle prese con un cane...e con un mare di guai!
L'avevo già pubblicata nel 2004 con un altro nick(Lizzy); adesso ho ritoccato l'html.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akagi Takenori, Ayako, Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa, Kiminobu Kogure, Ryota Miyagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenti a quei tre


Avvertenza: Mi scuso in anticipo con gli ammiratori di Rukawa per averlo coinvolto nel disastro(Quale disastro? Leggete e lo saprete!)


Quando risposi al telefono sapevo già che sarebbe finita male. Mi aveva avvertito il mio sesto senso, quella facoltà totalmente irrazionale che però non sbaglia mai (beh, quasi mai).

Era una domenica pomeriggio ed ero solo in casa: i miei genitori erano ad un matrimonio e io non avevo impegni né con gli amici né con la mia ragazza (semplicemente perché non avevo una ragazza), così avevo deciso di passare il pomeriggio ascoltando la musica, la mia grande passione (dopo il basket, naturalmente).

Mentre ascoltavo la mia canzone preferita, il telefono squillò. Corsi a rispondere: era Hanamichi Sakuragi, il mio compagno di squadra.

“Ciao, Ryota” mi disse.

“Ciao, Hanamichi!Come va?”

Strano. Perché Hanamichi non era in giro con la sua banda a far danni, come al solito? Perché sembrava preoccupato? E soprattutto, perché diavolo mi aveva telefonato?

“Ryota…”

“Dimmi…”

“Siamo amici, vero?”

“Certamente.”

‘Avrà bisogno di un favore’, pensai.

“Come te la cavi con gli animali?”

“Bene, perché?”

“Ho bisogno di un favore.”

“Lo sapevo! Di che si tratta?”

“Stamattina è arrivata mia zia.”

“Ah.”

“Aveva un impegno.”

“Ah.”

“Mi ha lasciato il suo cane.”

“E allora?”

“Non ho confidenza con i cani. Potresti darmi una mano? Per favore…”

Conoscevo Hanamichi abbastanza bene da sapere che a dargli retta si rischiavano guai. D’altra parte lui era mio amico: non scorderò mai il giorno in cui ha impedito alla banda di Mitsui di rispedirmi in ospedale.

“E io cosa ci guadagno?” gli chiesi.

“Un invito al luna park.”

“…”

“C’è anche Ayako.”

Colpito e affondato. Hanamichi conosceva benissimo il mio punto debole: sapeva che ero innamorato di Ayako e che ero disposto a tutto pur di incontrarla.

“Affare fatto. Dove ci troviamo?”

“Sei grande, Ryota! Passerò da casa tua.”

Ero già pentito di aver accettato, ma ormai era troppo tardi.


Qualche minuto dopo il campanello suonò. Andai ad aprire e mi trovai davanti un enorme cane bianco, tenuto al guinzaglio da un Hanamichi senza fiato. “Questo è Chuck”, mi spiegò, “Accidenti, quanto corre! Mi ha fatto fare i 100 metri in due secondi!”. Il cane mi girò intorno, poi decise che gli stavo simpatico e mi piantò le zampe anteriori sulle spalle. Io non me l’aspettavo, così persi l’equilibrio e caddi a terra. Anzi, mi correggo: caddi pesantemente a terra, prendendo la botta più grande della mia vita. ‘Cominciamo bene!’, pensai.‘Perché non sono andato al cinema?’. Mi rialzai a fatica, lanciando un’occhiata omicida al mio amico che rideva come un matto. “Dove andiamo?”, chiesi, cercando di mantenere la calma.“Che…che ne diresti di andare al parco?”, rispose lui, tra una risata e l’altra. In quel momento, Chuck alzò di scatto la testa e partì di corsa, trascinandosi dietro il povero Hanamichi; io lo seguii, correndo come un disperato. Dopo due isolati il cane si fermò; Hanamichi, distrutto, si sedette sul marciapiede e l’animale, agitando la coda, gli diede un’affettuosa leccata. “Levami di torno questa bestiaccia!”, strillò Hanamichi. Legai il cane alla staccionata di un giardino e aiutai il mio amico a rialzarsi; quando mi girai vidi con orrore che Chuck aveva sradicato la recinzione e stava correndo verso un ciclista che era appena sbucato da una via laterale. Era Rukawa.

Né io né Hanamichi riuscimmo ad evitare il disastro: il cane centrò in pieno la bicicletta e il suo sfortunato proprietario atterrò dolorosamente sul marciapiede. Alzò gli occhi, furibondo, e vide Hanamichi.“Quello stupido cane è tuo? Dovevo immaginarlo!”esclamò. “Che cosa vorresti insinuare, razza di idiota?”urlò Hanamichi. “Che ha il tuo stesso grado di stupidità!” rispose tranquillamente Rukawa.

Io non avevo tempo da perdere per quei due: Chuck era già lontano. Per mia fortuna da un negozio uscì una ragazza che, non appena vide passare il cane, allungò la mano ed afferrò al volo il guinzaglio. La raggiunsi per ringraziarla e finalmente la riconobbi: era Ayako. Accidenti, che vergogna!

“Ciao, Ryota!”mi disse sorridendo.“Non sapevo che avessi un cane!”

“È della zia di Hanamichi. Noi…noi lo stavamo portando al parco… ”

“E Hanamichi?”

“Sta litigando con Rukawa.”

Ayako separò i due con un paio di sberle, poi disse: “Affidare quel bestione a due pasticcioni come voi è come mettere una pistola carica in mano a un bambino. Io e Rukawa verremo con voi, vero Kaede?”

“Passare il pomeriggio con l’idiota dai capelli rossi? Scordatelo!”protestò Rukawa.

“Era una domanda retorica!” rispose lei sorridendo.


Ci incamminammo verso il parco tenendo a turno il guinzaglio, con Rukawa che spingeva di malumore la bicicletta . Ad un certo punto Hanamichi ebbe una pessima idea. “ Perché non ci precedi in bicicletta con il cane?” “Sarò felice di allontanarmi da te!”rispose Rukawa, legando il guinzaglio al manubrio. Chuck passeggiò tranquillo per una decina di metri, poi si bloccò, fiutò l’aria e iniziò a correre abbaiando come un matto. Il povero Rukawa riuscì a frenare, la bicicletta si impennò e la nostra matricola atterrò sull’asfalto con una spettacolare capriola. Io e Hanamichi ci guardammo…e scoppiammo a ridere. “Che imbecilli!”commentò Rukawa. “Ti…ti senti bene?” gli chiesi, cercando di non ridergli in faccia (impresa quasi impossibile). “Chiedilo a tuo nonno, tappo!”mi rispose sgarbatamente (accidenti, perché tutti scherzano sulla mia statura?). “Allora, vi muovete?” chiese Ayako, impaziente.


Ci consultammo, decidendo di passare davanti alla vecchia villa. Io non ero tranquillo: c’era qualcosa riguardo alla villa, qualcosa che avrei dovuto ricordare…

Mi venne in mente solo a pochi metri dal cancello: era la festa del Club della Terza Età…con il concorso di bellezza per gatti. “Accidenti, i gatti!”esclamai, ma ormai era troppo tardi.

Chuck entrò come una furia nel parco della villa, seminando il terrore tra i gatti presenti, rovesciando due bancarelle di lavori a maglia e mandando gambe all’aria due vecchie signore. Noi lo seguimmo, cercando di passare inosservati; quando riuscimmo a raggiungere la belva e a riprenderla, Hanamichi esclamò: “Beh, in fondo è stato divertente, no?”. Le occhiate che gli lanciammo parlavano da sole; lui capì e si tappò la bocca. “Che imbecille!”commentò Rukawa (per una volta ero d’accordo con lui).


Arrivammo al parco senza altri incidenti. Lasciammo Chuck libero di aggirarsi nella zona riservata ai cani, dopodiché io, Rukawa e Hanamichi cominciammo a litigare per stabilire chi avrebbe dovuto raccogliere i bisognini dell’animale. Alla fine Ayako, stanca di sentirci discutere, dichiarò: “Piantatela tutti e tre, ci penserò io!” “Lascia stare Ayakuccia, lo farò io! ”le dissi con un largo sorriso e mi diressi verso il distributore di palette, ma ero così impegnato a sorridere che non guardai dove stavo andando; così inciampai in una grossa radice e per poco non finii addosso ad un chihuahua che era sdraiato a prendere il sole. Quella bestiaccia si vendicò mordendomi l’orecchio.

“Stai tranquillo amico, arrivo io!”urlò Hanamichi, correndo in mio aiuto; purtroppo inciampò nella stessa radice e mi finì addosso. “Grazie mille, Hanamichi!”borbottai. “ Che imbecilli!”commentò Rukawa. “Non sai dire altro?”chiese irritato Hanamichi. “Che idioti!”si corresse Rukawa. “Ehi, Miyagi, guardi le formiche? ”disse una voce sopra di noi. Alzai la testa e vidi Mitsui in compagnia di un ridicolo pechinese. Io e Hanamichi ci alzammo in piedi (con una certa difficoltà) e spiegammo tutto a Mitsui, che fece una smorfia. “Almeno vi siete divertiti! Io invece sono stato ricattato da un’amica che mi ha costretto a passare il pomeriggio con questo microbo che non ha neppure la forza di abbaiare!” “Beh, perché non vieni con noi?”chiese Hanamichi. “Affare fatto!”fu la risposta.


Un quarto d’ora dopo noi e i cani (che stranamente avevano fatto amicizia) uscimmo dal parco e ci avviammo verso casa mia. Ad un certo punto vedemmo Haruko Akagi, la sorella del capitano, intenta ad ammirare una vetrina. Hanamichi, emozionato, lasciò andare il guinzaglio e Chuck saltò addosso alla povera ragazza, con l’intenzione di farle le feste. Haruko finì per terra e Hanamichi si precipitò verso di lei, gridando: “Harukina, ti sei fatta male?” “ Stai alla larga da mia sorella!”disse una voce minacciosa; girandoci, ci trovammo di fronte Akagi in persona. Ayako gli raccontò in breve le nostre disavventure; il capitano, definendoci ‘pericoli pubblici’, decise di accompagnarci insieme ad Haruko(con grande gioia di Hanamichi). Ma i nostri disastri non erano ancora finiti: il malefico pechinese di Mitsui decise di fermarsi davanti alla porta della biblioteca(eccezionalmente aperta anche di domenica)proprio mentre Kogure, il nostro vice capitano, usciva carico di libri. Due secondi dopo Kogure era per terra, circondato dai suoi pesanti volumi. “Come stai, Quattrocchi?”domandò preoccupato Hanamichi. “Stavo meglio prima di incontrare voi!”rispose lui, con un debole sorriso. Accettò la nostra offerta di dargli una mano; così, quando il nostro gruppetto ripartì, ognuno aveva un libro sottobraccio.

Arrivammo finalmente a casa mia; io proposi agli altri di entrare a bere un’aranciata e tutti accettarono. Presi le chiavi e aprii la porta, ma mentre stavo per entrare vidi una sagoma scura uscire da un cespuglio: era il gatto dei vicini. Chuck e il pechinese, approfittando di un momento di distrazione dei loro guardiani, si lanciarono all’inseguimento della povera bestia abbaiando come pazzi. Dopo due giri del giardino il gatto cercò rifugio in casa mia, seguito a ruota dai due cani e dal sottoscritto, deciso ad impedire che la sua casa fosse devastata. L’intervento dei miei amici evitò il peggio: dopo una breve lotta Ayako mise in salvo il gatto, Akagi placcò Chuck con una mossa degna di un giocatore di football e Mitsui afferrò il pechinese per il collare.

Alla fine dell’inseguimento, il mio salotto sembrava un campo di battaglia: sedie rovesciate, cuscini sparsi sul pavimento e fango ovunque. Il vaso preferito della mamma era salvo per miracolo, ma il posacenere di cristallo si era letteralmente disintegrato. Noi, pieni di graffi e coperti di fango, contemplammo quella devastazione, poi ci guardammo…e scoppiammo a ridere. “Ragazzi” esclamò all’improvviso Hanamichi “ho un’idea! Io e Ryota abbiamo un appuntamento al luna park: perché non venite anche voi?”“Ottima idea!”risposero tutti. “Prima, però, sarà meglio aiutare Ryota a sistemare questo casino!”commentò Kogure guardandosi intorno.


Ci organizzammo così: Hanamichi, Mitsui e il capitano s’incaricarono di badare ai cani, mentre Kogure si occupò delle aiuole devastate. Nel frattempo Haruko e Ayako pulirono i pavimenti e riordinarono le stanze e io e Rukawa cercammo di togliere le impronte fangose degli animali dai tappeti e dal divano. Quando tutto fu in ordine andammo a lavarci e cambiarci, c’incontrammo alle otto davanti al luna park e passammo una magnifica serata insieme.


Hanamichi crede che l’abbia perdonato per quello che mi ha fatto passare, ma si sbaglia. D’accordo, mi ha dato la possibilità di trascorrere una serata con Ayako e di divertirmi un mondo(soprattutto quando io e Mitsui abbiamo trascinato Rukawa sull’ottovolante: non avevo mai visto il grande Kaede così terrorizzato!), ma c’è un limite a quello che un amico può sopportare. Ho atteso per giorni l’occasione giusta, ma ora sono pronto per una vendetta in grande stile.

Mia zia Isabel andrà in Inghilterra a far visita ai suoi parenti. Le ho telefonato e le ho proposto di occuparmi di Wizard, il suo malefico gatto siamese, una delle creature più feroci e sanguinarie di questo pianeta. Lei si è stupita, dato che io e Wizard non siamo mai andati d’accordo, ma ha accettato. Fatto questo, ho preso la guida telefonica e ho composto un altro numero. “Pronto, Hanamichi? Ho bisogno di un favore…”


I personaggi sono quelli di Slam Dunk, ma il cane Chuck esiste davvero.

Un saluto a Kgchan, che sopporta pazientemente le mie e-mail e non mi ha ancora mandato un pacco-bomba.

   
 
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