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Autore: vannagio    22/10/2011    12 recensioni
Scorpius non sapeva dove metterle per davvero, le dannate mani.
Rose era seduta al suo fianco, più bella e luminosa che mai, e lui aveva il terrore che un semplice contatto innocente, come un bacio sulla guancia o una carezza di troppo, venisse frainteso dai familiari della sua ragazza e che finisse per aizzarli definitivamente contro di lui. Perciò se ne stava seduto al suo posto, rigido e impettito, la testa infossata nelle spalle, a guardarsi intorno come uno gnomo braccato su più fronti.

[Dedicata a Kagome_86 che oggi compie gli anni. Tantissimi auguri, cara!]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Per la serie…
“Quando vannagio vaneggia!”






Dedicata a Kagome_86, che oggi compie gli anni.
Tantissimi auguri, mia cara Manu!
Ecco qua, tutta per te, proprio come la volevi.
O almeno… lo spero.








Iene, gnomi e paranoie




Fermo davanti allo specchio, Scorpius stava decidendo quale camicia indossare. Quella azzurra o quella grigia? Diede un’occhiata alla camicia bianca che era appesa all’anta dell’armadio. Forse era meglio andare sul sicuro.
«Nervosetto?».
Scorpius riportò lo sguardo sullo specchio.
«Ah, sei tu. Pensavo fosse Albus». Accanto al suo riflesso era apparso quello di Lily. «No, per niente».
«Sicuro?». Il sorrisetto che le attraversava il volto non era per niente rassicurante.
«Non è la prima volta che passo il Natale con tutti voi alla Tana». Tornò a concentrarsi sui suoi indumenti. «Perché oggi dovrebbe essere diverso?».
«Boh, non saprei». Con la coda dell’occhio la vide fare spallucce e assumere un’espressione innocente poco credibile. «Tu e Rose. La famiglia a gran completo. Lo zio Ron che qualche mese fa vi ha beccati mentre…».
«Lily!». Si voltò di scatto, rosso in faccia.
«Scorpius». Un sopracciglio inarcato, le braccia conserte.
Si scrutarono in silenzio per un istante.
«Con tuo zio Ron è tutto a posto», replicò poi Scorpius.
«Se lo dici tu, allora sarà vero».
«Smettila di fare stupide insinuazioni!».
«Non sto insinuando un bel niente», rispose placidamente Lily. «Lo zio Ron è noto per essere un tipo estremamente geloso. Senza contare tutti quei Weasley iperprotettivi che oggi saranno riuniti nello stesso momento, sotto lo stesso tetto. Pensaci. Una piccola, angusta sala da pranzo e tanto testosterone. Non è un’accoppiata vincente, devi ammetterlo. Fossi in te, terrei le mani a posto stasera. Se capisci cosa intendo».
Lily gli fece l’occhiolino e un brivido freddo attraversò la schiena di Scorpius.
Nel voltargli le spalle, la lunga chioma rossa ondeggiò da destra verso sinistra e parve quasi volerlo schiaffeggiare. Imbambolato, la guardò avviarsi alla porta.
«Ah!». Si girò un’ultima volta, tutta sorrisi. «Metti quella grigia: si intona con il colore dei tuoi occhi».
Uscì dalla stanza e Scorpius rimase da solo a rimuginare su ciò che lei gli aveva detto.


***


La parte razionale del cervello di Scorpius sapeva che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che la cena della Vigilia stava proseguendo nel migliore dei modi.
La lunga tavolata imbandita avrebbe fatto schiattare di invidia gli elfi domestici di Hogwarts, tante erano le pietanze deliziose dal profumino invitante che Nonna Molly aveva preparato. Tutt’attorno ad essa, chiacchiere chiassose, risate grasse e fragorose, altre più acute e squillanti, sorrisi raggianti, tintinnii di calici traboccanti di Vino Elfico o Burrobirra, occhi lucidi, sguardi brilli e lentigginosi, canzoni stonate intonate tra un boccone e l’altro, chiome rosse, rumore di posate sui piatti, cin-cin, brindisi uno dopo l’altro.
In poche parole, un’atmosfera festosa e allegra, tipicamente natalizia, che scaldava il cuore.
Tuttavia la parte irrazionale del suo cervello, nutrita e ingigantita dalle parole di Lily, stava avendo la meglio su di lui e gli forniva una visione distorta della realtà. Oppure era tutta colpa dei tre calici di vino che aveva mandato giù di nascosto, nel tentativo di calmare il nervosismo e allentare la tensione. Chissà!
Fatto sta che Nonno Arthur aveva un’aria davvero minacciosa con il coltello del tacchino stretto nel pugno. Il padre di Rose aveva sfoderato la bacchetta per sistemare dei festoni sopra le loro teste e Scorpius si aspettava di venire Schiantato da un momento all’altro. Lo zio Billy confabulava con lo zio George e lui già si vedeva vittima dei loro scherzi. Le occhiate complici di Teddy, James e Fred, stipati in fondo alla tavolata, non promettevano nulla di buono. Lo zio Percy, invece, sembrava fissarlo con sguardo severo, come a dirgli “Ti tengo d’occhio, ragazzino. Attento a dove metti le mani”.
Scorpius non sapeva dove metterle per davvero, le dannate mani.
Rose era seduta al suo fianco, più bella e luminosa che mai, e lui aveva il terrore che un semplice contatto innocente, come un bacio sulla guancia o una carezza di troppo, venisse frainteso dai familiari della sua ragazza e che finisse per aizzarli definitivamente contro di lui. Perciò se ne stava seduto al suo posto, rigido e impettito, la testa infossata nelle spalle, a guardarsi intorno come uno gnomo braccato su più fronti.
Purtroppo Rose non gli rendeva la vita facile.
«Che ti prende stasera? Rilassati».
Gli poggiò una mano sulla spalla e l’altra sul ginocchio. Probabilmente voleva infondergli sicurezza, ma riuscì soltanto a farlo innervosire di più. Quando poi si sporse verso di lui e avvicinò la bocca al suo orecchio per sussurrargli un “Mangia e divertiti”, per poco Scorpius non balzò indietro con tutta la sedia.
«Lasciami, per favore».
Stiracchiò le labbra in un sorriso di scuse poco convinto e lanciò sguardi ansiosi ai presenti.
«Come?». L’espressione smarrita di Rose lo fece vergognare tantissimo. «Ti da fastidio se ti tocco?».
«Sì… cioè, no! Voglio dire… ti prego, Rose, potresti...». Prese un respiro profondo. «…evitareditoccarmi
Rose ritrasse le mani e arrossì vistosamente. Non di quel rosa leggero, appena accennato, che la rendeva bellissima e che macchiava le sue guance quando lui le faceva un complimento o la coglieva alla sprovvista con un bacio sulle labbra. Era un rosso più intenso, furioso e acceso, che arrivava fino alle orecchie. Gli rivolse un’occhiata offesa e si alzò da tavola senza dire una parola.
«Tesoro, dove vai?». La voce di Hermione riusciva a stento a superare il chiasso della festa.
Scorpius si concentrò sulla polpetta che aveva nel piatto e cominciò a torturarla con la forchetta.
«Mi sono macchiata la gonna. Torno subito, mamma».
Scorpius sbirciò di sottecchi gli altri invitati, per capire se si fossero accorti di qualcosa, e incontrò lo sguardo malandrino di Lily. La strega rideva come una iena. Scorpius non riusciva a credere di essersi fatto mettere nel sacco da una tredicenne. Si diede mentalmente dell’idiota.
E Albus confermò con un “Va’ da lei, imbecille!”.


***


Scorpius raggiunse Rose in cucina.
Gli dava le spalle e fissava la notte attraverso il vetro della finestra. Lui aprì più volte la bocca nel tentativo di trovare le parole giuste e scusarsi. Fallì miseramente, ovviamente. Ma qualcosa doveva pur dire…
«Mi dispiace. Sono un cretino», biascicò a capo chino. «Ti chiedo scusa. È solo che…».
«È solo che cosa?», lo interruppe lei bruscamente. «Non vuoi che ti tocchi davanti ai miei parenti. L’ho capito. È tutta la sera che sei distante e non spiccichi parola. Non sono mica stupida, sai?».
«Certo che non lo sei!», replicò lui con impeto, quasi offeso dalla sua insinuazione. Poi si ricordò perché e per colpa di chi erano lì, in cucina, lontano dalla festa, e recuperò immediatamente l’espressione contrita e pentita di prima. «Ascolta, Rose. Tu non c’entri niente. Mi sono lasciato prendere dal panico, tutto qui».
Lei si voltò lentamente. Gli occhi lucidi di lacrime lo fecero imprecare a mezza voce.
«Dal panico?». Scorpius ebbe la spiacevole sensazione che Rose si stesse trattenendo dal gridare. «Non dire assurdità. Non hai mai avuto problemi, con nessuno di loro». E così dicendo, indicò la porta che dava sulla sala da pranzo.
«Lo so, lo so». Chinò nuovamente il capo e cominciò a stropicciarsi un lembo della camicia. «Mettiti un attimo nei miei panni, okay? Tutta la tua famiglia riunita, tu ed io che stiamo insieme, tuo padre che qualche mese fa ci ha beccati mentre…». Si bloccò all’improvviso, perché si era reso conto di aver usato le stesse parole di Lily. Maledetta iena! Sollevò lo sguardo e lo tenne fisso su Rose. «Avevo paura di commettere un errore che rovinasse tutto, che li facesse imbufalire. O peggio, che ti facesse vergognare di me. Be’, alla fine avevo ragione: guarda che cosa ho combinato!».
«Sei un idiota, Malfoy».
Era un sorriso, quello? Scorpius non poté fare a meno di ricambiarlo.
«Mi sa che su questo siamo pienamente d’accordo, ormai».
Rose non smise di sorridere e Scorpius si sentì come se gli avessero tolto un peso dal cuore.
«Si può sapere chi ti ha messo queste stupide idee in testa?», chiese seria. Gli si avvicinò e lo prese per mano.
Scorpius rise e si grattò la nuca, imbarazzato.
«Lasciamo perdere, è meglio».


***


«Ragazzi? Tutto a posto? Di là ci stiamo tutti chiedendo che fine av…».
Ron si paralizzò sul posto, freddato dalla vista di due sagome abbracciate.
«Sei bellissima quando arrossisci, Weasley. Te l’avevo mai detto?».
«Qualche volta, sì».
No. Un’altra volta, no!
Ron gemette e si coprì gli occhi con una mano.










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Nota autore:
Sta diventando un vizio usare i personaggi degli altri (non denunciatemi, giuro che ho i permessi^^). Questa volta è toccato a Manu, che ha scritto delle storie dolcissime sulla Nuova Generazione. Perciò, anche se adoravo shipparli già da prima, lo Scorpius e la Rose di questa fanfiction sono di sua proprietà. Auguri, cara. È tutto come lo volevi?
Lily invece è mia! La immagino come una piccola peste, degna erede del nonno James e degli zii Fred e George. Avevo scritto una storia su di lei, la Vispa Malandrina. Ma non apriamo l’armadio, che ci cadono addosso gli scheletri e non credo sia una bella cosa.
Dunque, Scorpius che tortura la polpetta o stropiccia la camicia per la preoccupazione è una caratteristica ripresa dalle storie “Amici… e chi l’avrebbe mai detto!” e “Cicale” (in realtà lì tortura l’erbetta del prato o Albus^^). La frase “Sei bellissima quando arrossisci, Weasley” proviene dalla storia “Pius”. Tutte e tre sono state scritte da Kagome_86, ovviamente. Ron che becca i due piccioncini in estate fa sempre parte del suo canon, ma il fatto non è ancora stato reso pubblico al popolo di Efp.
Bene, credo sia tutto. Grazie a chiunque leggerà, a Dragana che mi ha fatto da consulente per la trama e a chiaki89 per il betaggio.
A presto, vannagio
   
 
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