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Autore: MkBDiapason    22/10/2011    4 recensioni
[Manga!verse]
"Il primo di voi due che riuscirà a strapparle un appuntamento vince…"I due alchimisti si pietrificarono. Ora Mustang e Kimbly sarebbero stati ufficialmente in competizione. D'altronde si sapeva che le sfide, almeno in quell'ambiente, erano le uniche cose che potessero attirare l'attenzione dell'alchimista cremisi.Non avrebbe mai rifiutato.E infatti non rifiutò. Strappare un appuntamento ad Olivier Armstrong? Un suicidio.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maes Hughes, Roy Mustang, Zolf J. Kimbley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi di ritorno con questo orrore!!*_* Non so cosa mi spinge a proseguire questo scempio...proprio non lo so, ma visto che ci sono continuerò a "deliziarvi" con questo mio scritto deleterio ai neuroni, per tanti motivi XD
Questo capitolo è piuttosto inutile... Ma cercherò di movimentare le cose dai prossimi, dove finalmente potrò muovere i fratelli Armstrong! U.U

Ed ora...
Buon divertimento, o pisolino, o noia...quel che volete!U.U" (perdonatemi)




"Dopo aver illuminato Roy Mustang con dialettiche accese sulle presunte probabilità di un futuro aspro e buio, Maes Hughes, ancora insoddisfatto del suo operato, si adopera con anima e cuore affinché il suo caro amico possa sperare in una vita migliore e dolce, possibilmente accompagnato da una bella donna. Costretto dagli eventi, si ritrova suo malgrado a dover indire una sfida all'ultimo sangue, che vede contrapposti i due alchimisti più temuti dell'accademia: il suo migliore amico e l'enigmatico Zolf J. Kimbly, il quale, pur esprimendo la sua totale indifferenza alle questioni di ordine sentimentale, e più in generale, a qualsiasi altra attività ordinariamente umana, ha comunque accettato di partecipare al gioco pur di denigrare l'alchimista di Fuoco per il quale sembra, ad ogni modo, nutrire un certo interesse… Qual è il vero obiettivo dell'alchimista cremisi? Riusciranno i due alchimisti a far fronte al gelo del cuore di Olivier Armstrong? Periranno sotto la sua spada oppure lotteranno fino all'ultimo? Oppure cadranno inesorabilmente vittime dei loro sentimenti, orgoglio a parte, dichiarando il loro amore reciproco…?"
I due compagni avevano da poco terminato un addestramento, e si erano concessi una doccia tiepida nei bagni comuni.
Solitamente i bagni accademici erano luoghi incredibilmente modesti, riservati, come ogni bagno doveva essere. Non eccessivamente frequentati, ma nemmeno tanto silenziosi. Ma da qualche tempo a quella parte, venivano usati per tutto tranne che per la loro funzione. Soprattutto da quando l'accademia era stata "invasa" dagli alchimisti. Gli esteti dell'esercito, a detta dei "profani".
E allora si erano andati a tramutare nel tempo in circoli privati, riservati alla contemplazione, autentici luoghi ricreativi dove si dibatteva tra una rasatura, una doccia, e altre "restaurazione" estetiche, su ogni genere di argomento. Veri propri simposi ogni tanto interrotti da incombenze fisiologiche.
E così, tra una parola e una liberazione corporale, erano diventati dei veri e propri centri congressi.
Di questo avviso era anche lo stesso Maes Hughes, che davanti allo specchio andava spesso improvvisando qualche monologo pseudo-logico. Ultimamente, era passato però dal generale al personale, e quindi si perdeva in vere e proprie confidenze e costringeva anche il suo amico a confessarsi, questo perché, secondo il suo parere, è un luogo dove tutte le confidenze escono e muoiono. Dove c'è assoluta discrezione. E quindi non si poneva alcun problema al riguardo. E dava fiato alla bocca.
Purtroppo.
"Hughes…ma che stai dicendo?!"
La voce di Roy Mustang finalmente raggiunse la potenza giusta per sovrastare il soliloquio chiassoso del suo amico che si agitava pericolosamente con una lametta in mano, giocando davanti allo specchio. Ultimamente concedeva troppo spesso al suo amico attenzioni silenziose, e questo sembrava dargli il diritto di dire ogni cosa. Davvero, bastava lasciarlo libero qualche secondo, ed esplodeva di parole!
"Sto fissando i punti cardine della vicenda! Giusto per mettere a fuoco alcuni pun…ahio!"
"Attento, o i punti dovranno rifilarteli gli infermieri!"
Alcuni soldati avevano da poco lasciato i bagni con il conseguente sollievo di Roy.
Erano impegnati nelle loro personali discussioni, ma Hughes aveva iniziato il suo monologo in modo teatrale, e questo aveva attirato leggermente la loro attenzione. Per fortuna avevano comunque abbandonato la stanza nella completa indifferenza. Ma quello che lo infastidiva erano le continue irriverenti insinuazioni del suo goliardico amico.
"…un certo interesse?…orgoglio a parte, dichiarare amore reciproco?Dico, ti manca così tanto l'infermeria?!"
"Andiamo…non essere noioso, la petulanza alle donne non piace…le mette a disagio, soprattutto perché, solitamente, è una loro prerogativa. Se un uomo minaccia di surclassarle con i loro stessi mezzi, allora non avrà alcuna speranza di combinare qualcosa…si instaura un conflitto insanabile,capisci?"
"Ma perché?!"
Roy sbuffò sonoramente levando gli occhi al cielo. Inevitabilmente, qualsiasi nota toccasse, andava inesorabilmente integrata in qualche astrusa teoria che, incredibilmente, riusciva a ridurlo al silenzio.
"Allora smettila anche tu quantomeno di essere monotono! Anche questo non piace alle donne…"
Tanto valeva lottare con le stesse armi.
"Ma senti,senti…monotono? Sei tu che mi costringi a ripetermi! Non credere che questa attività mi diverta, amico mio!"
Le ultime parole suonarono sarcastiche.
"Certo che no,ovvio…sarebbe crudele da parte tua ridere delle mie disgrazie delle quali TU sei la causa principale!"
Un sorriso sornione incurvò le labbra nervose dell'amico, che però non riuscirono a trattenersi dallo spalancarsi per far posto ad una risata colpevole.
"Perdonami Roy! Non dirmi che ce l'hai ancora con me per la questione della sfida!Andiamo!"
Sì, era una delle ragioni per la quale desiderava schioccar le dita e ridurlo in cenere, soprattutto perché aveva interessato, sconsideratamente, anche Kimbly. Lo trovava inappropriato. Un colpo diretto in volto. Certo non era una sfida da considerarsi di importanza prioritaria, ma era pur sempre un scontro - seppur discutibile- di capacità, e nella sua relatività, avrebbe costituito una prova della superiorità dell'uno nei confronti dell'altro. Sempre relativamente parlando…ovviamente. Inoltre la natura della sfida era solo imbarazzante, e questo non aiutava affatto. Al contrario, lo inquietava ancora di più considerato che sempre Kimbly aveva accettato con estrema semplicità! E questo lo impensieriva non poco. Non era quel genere d'uomo che si divertiva arbitrariamente, al contrario, era molto metodico e selettivo nelle scelte ordinarie di vita, pertanto se poteva evitare ciò che riteneva "inutile" o superfluo, lo evitava senza problemi. Questo cosa significava,dunque?
"Semplice. Si annoiava! Io sono capitato a fagiolo e sono riuscito a sollevarvi entrambi dalla noia…dovreste solo ringraziarmi!"
"Certo Hughes…io almeno ti sarò eternamente riconoscente di avermi incastrato in questa cosa…"
"Grazie Roy, significano molto per me le tue parole."
"Strano…non lo avrei mai detto…"
A malapena era certo che lo ascoltasse.
"Ad ogni modo, credo che sia il momento di muoverci, non trovi?"
"Cosa dovremmo fare adesso? Oltre che finire in pace di raderci?"
"Andremo a informarci da Alex. Attraverso di lui inquadreremo il personaggio,tranquillo."
"Sarà… ma quella donna è un'incognita…dolorosa…ma un'incognita! Temo che ci muoveremo nel buio, a tastoni!"
"O bè, se non dovessimo ottenere informazioni utili, pazienza...nell'ignoranza si lavora meglio, è imprudente, ma certe avventatezze nel "buio" come dici tu possono portarti…a tastare il paradiso…"
Le sue mani divertite si mossero verso il petto di Roy, che subito si ritrasse imbarazzato. Ma come gli venivano certe idee?
"Hughes! Per favore,smettila!Non so nemmeno se riuscirò ad avvicinarla e tu mi parli di metterle le mani addosso?!"
"Mio Dio, Roy…ultimamente non si può proprio scherzare con te!"
Lo rimproverò l'altro.
"No fin quando è in gioco la mia vita!"
"Devi rilassarti, mio caro."
"Sì, Mustang…rilassati."
Conosceva fin troppo bene quella voce e ciò che più lo disturbava era il fatto che avesse la capacità di intervenire bruscamente sempre alle sue spalle. Oltre al fatto che quello era l'ultimo posto, a livello di probabilità, dove lo si potesse incontrare.
Infatti si diceva che Kimbly nutrisse una certa avversione per i bagni comuni e che avesse smesso di frequentarli da quando cominciò a girare la voce di una probabile infatuazione dell'alchimista di ghiaccio(Isaac McDougal) per lui, e che non sapendo come gestire la cosa o come affrontarla, avesse preferito evitarla. Così da allora preferì il bagno del suo alloggio a quelli accademici.
"Dannazione,Kimbly! Ma da dove sei sbucato?!"
Kimbly si lanciò un'occhiata alle spalle come a ricercare un dettaglio.
"Precisamente dal quarto bagno da destra. Comunque, posso darvi un consiglio?. Personalmente non trovo questi luoghi molto appropriati per conversare. Le pareti sono sottili. E le vostre voci ad un certo punto mi sono diventate intollerabili a causa della scarsa acustica e…"
-Le confessioni escono e muoiono,amico mio- così gli disse Hughes.
Evidentemente non aveva tenuto conto della possibilità di incontrare l'alchimista cremisi, la cui sorprendente memoria è elogiata da tutti…
Roy lanciò un'occhiata ammonitrice verso il suo amico, che abbozzò un sorriso innocente. Tornò poi a fissare amaramente il suo "nemico" cercando di liquidare il discorso subito.
"Sì grazie infinite per il consiglio che NON ti abbiamo autorizzato a darci…"
Il volto di Kimbly si incrinò in un'espressione sofferta. Che cercò di dissimulare con il suo solito sorriso di circostanza ora piuttosto agitato.
E' vero. Odiava essere interrotto. Ma Mustang non poteva e né aveva voglia di continuare alcuna discussione. Doveva porre fine a quella conversazione e sgattaiolare fuori dal bagno per rinchiudersi nel suo alloggio e terminare la giornata nel suo bel letto, solo, lontano dal chiasso, lontano da Hughes (che seguitava ad agitare la lametta impropriamente) e lontano da Kimbly…
"Perché sei sempre così brusco con me, Mustang? Non ho diritto ad esprimere delle opinioni? Non so, ma a volte penso che io ti sia antipatico…"
"Ma no…cosa vai dicen…"
Tentò di rasserenarlo Hughes che si beccò -prima che potesse terminare- una gomitata.
Per quanto lo riguardava, non era antipatia quella che provava per quell'uomo. Era inquietudine. Pura.
"Che strano…è la stessa cosa che penso quando ti sento intrometterti nelle mie faccende. Per caso ti sono antipatico?"
"Assolutamente no,Mustang."
In realtà credeva a quell'affermazione. Era assolutamente sincero.
"Mi sei indifferente."
"Ma come è simpatico!" Hughes rise.
-Ecco…mi sembrava strano…-
La sua spudorata sincerità in tutta la sua pienezza.
"Hai uno strano modo di intendere l'indifferenza…"
"Sto solo cercando di fare conversazione…debbo necessariamente provare qualche sentimento nei tuoi riguardi per poterti rivolgere la parola? Non credevo servissero delle credenziali…ma se vuoi posso impegnarmi a svilupparne alcune. Se vuoi che ti disprezzi dimmelo, se questo potrà farti star meglio ben venga…"
"Grazie, ma no grazie…"
Come si poteva non rimanerne turbati?! Lui e quei modi con i quali sembrava giocare a fare l'umano!
"Non vuoi essere disprezzato né ignorato…"
"Ma non avevi detto che il bagno non è un luogo consono a delle conversazioni?!"
"Sto solo cercando di capire cosa vuoi da me."
"Affetto.Roy ha bisogno di tanto amore."
Mustang si sentì pericolosamente serrare in un abbraccio, e la cosa lo terrorizzò.
"Hughes,smettila,santo cielo!!!"
Kimbly osservava allibito mentre Roy si dimenava per liberarsi.
"Povero,piccolo Roy…"
"Affetto?Oh…"
Roy sapeva che nella mente dell'alchimista cremisi qualcosa si andava agitando. Effettivamente apparve allarmato.
"Dunque non vuoi essere ignorato, tantomeno odiato perché…vuoi essere amato. Certo, è comprensibile, è un desiderio comune a tutti,credo…"
"Uh-uh…Il piccolo Kimbly muove i primi passi nel mondo dei sentimenti…non ci speravo più!…che emozione. Piccoli alchimisti crescono…"
Mentre Roy avrebbe voluto gettarlo in pasto alle chimere, Kimbly si limitava spesso ad ignorarlo, ma questa volta non sembrò indifferente.
Guardò prima Hughes con commiserazione, e poi incuriosito domandò a Roy se avesse mai pensato di liberarsene.
"Pensi che non ci abbia pensato?"
Scherzò amaramente. Kimbly sorrise soddisfatto, forse perché aveva apprezzato la sincerità, però qualcosa sembrava impensierirlo, e s'adombrò in viso.
"Ad ogni modo,perdonami, Mustang. Non posso ricambiare i tuoi sentimenti, il tuo interesse mi lusinga, ma una relazione tra di noi sarebbe davvero sconveniente…"
Ecco, come sospettato!
"Ma non voglio nulla da te!!!"
Kimbly inarcò un sopracciglio.
"Oh…ho frainteso. Ad ogni modo, al fine di prevenire future incomprensioni, consentimi di porti qualche domanda, giusto per delineare con chiarezza la situazione e per evitare spiacevolezze: escluderesti a priori di provare interessi sentimentali o sessuali nei miei riguardi?Perché sarebbe davvero disagiante per me lavorare con un uomo…che mi desidera."
Le ultime parole vibrarono di una preoccupazione malcelata. Molto probabilmente l'alchimista stava ripensando a quelle dicerie che lo perseguitarono per un certo periodo, e voleva evitare si potessero rinnovare…
Non lo avrebbe affatto permesso!Anche perché questo avrebbe rovinato anche lui!
"ESCLUDO A PRIORI e per favore,SMETTILA!" sbottò.
"Capisco. Perfetto. Dunque amici come prima."
"Ma non siamo mai stati amici!!!"
"Mustang…Tu mi confondi."

Mentre si andava consumando quella scena imbarazzante, Isaac McDougal fece il suo ingresso, senza che nessuno potesse notarlo. Era un figura imponente, ma questo non bastò a distogliere i tre soldati che sembravano invece alquanto impegnati in una conversazione dalla tematica "scottante".
Così, l'alchimista di ghiaccio si ritrovò suo malgrado spettatore di un siparietto dai toni rossi. E Il tutto si stava svolgendo in un bagno!
Quando i due uomini "avvinghiati" - perché questa era l'interpretazione di Isaac- nel loro disdicevole gioco puerile si voltarono, gli occhi di Roy caddero inevitabilmente sulla statuaria figura dell'alchimista.
-O santo Dio…-
Ogni elemento giocava certamente in loro sfavore e qualsiasi altro non avrebbe cambiato la natura dei pensieri di Isaac. E questo Mustang lo aveva capito bene.
Persino Kimbly parve spaventato. E questo doveva essere un brutto sintomo, difatti prese parola per tentare una giustificazione.
"Cos'è quell'espressione, McDougal? Degli uomini non possono conversare in un bagno?"
"Per Dio,no!Trovatevi una stanza!"
Sbottò terrorizzato Isaac chiudendo violentemente la porta dietro di sé, lasciandosi alle spalle quel quadretto bizzarro.
L'alchimista cremisi tirò un sospiro sentito. Sembrava non aver colto il significato autentico di quel suggerimento.
"Non ha tutti i torti. Io stesso prima ho proposto di conversare in un luogo più adatto, sebbene la sua reazione mi sia sembrata alquanto eccessiva credo che…"
"Kimbly falla finita!Ha equivocato!!!"
Sbottò Roy spazientito. Possibile che non lo avesse davvero capito?
"Ma non capisco…stavamo solo parlando. Cosa c'era da equivocare? E perché dovrei sentirmi chiamato in causa?"
Ecco, appunto.
Kimbly a volte si rivelava di un'ingenuità disarmante.
"Fortuna che è carino…"
Mormorò Hughes che venne subito fulminato dall'altro.
"Che c'è? Gelosone …"
Si lasciò scappare un risolino malizioso, mentre allentava la presa, liberando infine il povero Roy che tornò a respirare a pieni polmoni.
"Bene…credo che ora dovremmo andarcene tutti a dormire!, è stata una giornata…intensa."

I due alchimisti snervati fissarono con sguardo inquisitore Hughes ora intimidito.
"Perché mi guardate così?" indietreggiò presagendo guai.
"Deve essere il tuo amico, Mustang…è il nucleo di tutti i guai." teorizzò Kimbly.
"Il centro dell'imbarazzo,dici? La causa di tutti i nostri mali comuni?" domandò Roy irritato.
"Si, a gravitargli intorno ci si rimette soltanto…se posso permettermi, di nuovo…liberatene."

E così Hughes si ritrovò a dover fare un'altra visitina in infermeria.
Affascinante,però. Nonostante tutto, malgrado le incomprensioni, le umiliazioni, finivano sempre per coalizzarsi contro di lui. Nemmeno il "Roy lo faccio per te!" riuscì a placare la furia del suo amico, per non parlare di quella dell'alchimista cremisi.
Ma domani sarebbe stato un altro giorno...
   
 
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