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Autore: telesette    23/10/2011    4 recensioni
I dubbi e i timori di Aramis, nel rivelare o meno il suo segreto agli amici Athos e Porthos, e scoprire con stupore che...
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Athos & Aramis Forever'
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Amicizia oltre le apparenze

Ora che Manson era morto e François era finalmente stato vendicato, Aramis aveva il cuore assai più sereno. Da quando si era travestita da uomo ed era entrata a far parte dei moschettieri, per avere la possibilità di rintracciare colui che aveva distrutto tutti i suoi sogni, questa era la prima volta che si sentiva veramente in pace con sé stessa.
Anche se adesso era tentata di buttarsi alle spalle tutto il passato però, si rendeva conto ugualmente che non poteva rivelarsi a tutti per quello che era. Solamente tre persone erano a conoscenza del suo segreto adesso: il capitano De Tréville, che l’aveva ammessa tra i moschettieri; il piccolo Jean e D’Artagnan, anche se accidentalmente… Gli unici ancora all’oscuro di tutto erano i suoi amici più cari, Athos e Porthos. In effetti non era affatto facile dire loro che, per tutto il tempo che avevano vissuto insieme, entrambi erano stati tratti in inganno dal suo travestimento. Tutti e tre insieme avevano avuto molte esperienze, anche prima di conoscere D’Artagnan, e il loro rapporto era basato sulla fiducia reciproca. Con che coraggio dunque poteva guardarli in faccia e dire loro la verità ? La condizione che De Tréville le aveva imposto all’inizio era di non rivelare il suo segreto a nessuno, nemmeno ai suoi stessi compagni, perché se fosse trapelato qualcosa sarebbe stata la fine dell’intero corpo dei moschettieri. All’inizio tale condizione non le pesò affatto ( in quanto anche lei aveva interesse a dimenticare persino di essere donna, per poter conseguire la sua vendetta ) tuttavia, dopo aver conosciuto meglio sia il coraggioso e affascinante Athos che il buontempone e leale Porthos, nel tempo si accorse della grave scorrettezza che aveva commesso. Sia Athos che Porthos erano sinceri e fidati e, credendola un maschio, l’avevano messa a parte di tutti i segreti e delle loro confidenze più intime; lei invece, pur credendo sinceramente nella loro amicizia, aveva preferito tacere su quel particolare.

- Ricorda di non farne mai parola con nessuno - le aveva detto De Tréville, il giorno che la nominò moschettiere. - Nessuno, è chiaro ? Se si venisse a sapere, sarebbe non solo la tua fine ma anche la fine dei moschettieri…

E così, pure essendo profondamente legata ai suoi due compagni, Aramis aveva tenuto nascosta la verità anche a loro. Per anni era andata avanti a recitare una parte che, quasi senza rendersene conto, era in un certo senso il suo vero volto; la dolce fanciulla innamorata del povero Françoise era scomparsa da tempo, assieme ai ricordi e ai fantasmi del passato; ormai lei era Aramis, dei Tre Moschettieri, fedele combattente al servizio del Re di Francia. Non poteva più tornare indietro, perché farlo significava dire addio a troppe cose a lei care: gli amici, gli affetti, la sua vita e il suo futuro… Dire adesso la verità ad Athos e Porthos significava perdere per sempre la loro amicizia; mai e poi mai infatti, dopo una simile rivelazione, le cose tra loro sarebbero andate avanti come prima; li aveva “ingannati”, e ciò pareva sottolineare che tutto il loro rapporto era da considerarsi un inganno. D’altra parte però, non poteva neanche più continuare a recitare questa commedia come se niente fosse.

- Non posso più fingere - sussurrò.

Malgrado continuasse a ripetersi che era la cosa giusta da fare, in onore a tutto ciò che la loro amicizia aveva sempre simboleggiato, Aramis era ancora oppressa dai dubbi. Era vero che D’Artagnan, una volta appreso il suo segreto, si era dimostrato comprensivo nell’ascoltare le sue ragioni; ma D’Artagnan non aveva svolto l’apprendistato da moschettiere assieme a lei, non la conosceva tanto quanto gli altri suoi due compagni e soprattutto era troppo giovane per capire la profonda malizia del concetto stesso di “inganno”… In particolar modo agli occhi degli uomini d’arme, che giurano sincerità e fiducia reciproca l’uno all’altro. Agli occhi del guascone, Aramis era dunque donna ma amica; mentre agli occhi di Athos e Porthos, la mancanza di onestà era da ritenersi principalmente un’offesa intollerabile, davanti alla quale non sussisteva alcuna amicizia.
Al solo pensiero Aramis strinse la tenda della finestra, davanti alla quale si era appoggiata, e fremette di impotenza. Probabilmente sarebbe rimasta lì a tormentarsi chissà per quanto, se una forte voce familiare non l’avesse distolta dai suoi pensieri.

- Tutto bene, Aramis ? - domandò Athos all’improvviso, poggiandole la mano sulla spalla.

Lei si voltò a guardarlo, con un’espressione smarrita, ma annuì leggermente. L’altro scostò dunque la mano senza dire una parola e, non avendo altri validi motivi di conversazione, fece dunque per andarsene.

- Athos, aspetta!

Il moschettiere bruno si fermò di scatto, senza fare una piega. Aramis lo guardò con occhi languidi, incapace di proseguire, e tuttavia desiderava ardentemente dirgli la verità. Il pugno premuto sul petto e il corpo scosso da violenti brividi, la bionda fanciulla cercò di farsi coraggio per affrontare la questione che tanto le pesava sul cuore.

- Io… Devo dirti una cosa…

Come Athos si voltò a guardarla impassibile, Aramis sentiva che parlargli era ancora più difficile. Gli occhi di lui, che tante volte l’avevano guardata con calore e affetto, temeva di vederli all’improvviso freddi e sprezzanti; il suo sguardo interrogativo era come una lama puntata contro; in quel momento avrebbe dato volentieri qualunque cosa per essere veramente un uomo, così da non dover più tenere nascosto il suo sesso a nessuno…

- Io… La verità è che…

Era troppo per lei. Non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi, tanto temeva la sua reazione. Di lì a poco avrebbe onorato l’impegno di sincerità nei suoi confronti e in quelli di Porthos, ma al tempo stesso avrebbe perso la loro stima e la loro fiducia per sempre.
Improvvisamente però sentì le mani forti del compagno su tutte e due le spalle e, alzando lo sguardo, incrociò il volto di Athos che le rivolgeva un sorriso luminoso.

- Non temere, Aramis - esclamò. - Qualunque segreto si celi sotto la tua uniforme, non sono così cieco da non saper distinguere la verità!
- Athos - mormorò lei, fissandolo sbalordita. - Vuol dire che tu sapevi…

L’altro annuì.

- Immagino tu abbia avuto dei motivi per tenerlo nascosto tutto questo tempo ma, quali che siano le tue ragioni, ricorda che siamo sempre “Uno per tutti e tutti per uno”… Questa è la promessa di amicizia e sincerità che ci siamo scambiati; né io né Porthos potremmo mai cambiare opinione su di un amico, uomo o donna che sia!

Di colpo i dubbi e le paure di Aramis si sciolsero come neve al sole. Era talmente confusa dalle sue parole che non sapeva assolutamente cosa rispondere.

- Come hai fatto a scoprirlo ?
- Dettagli - rispose l’altro. - Semplici sospetti, a dire il vero, ma un po’ troppe coincidenze per passare inosservate a lungo: il tuo incedere e il modo di muoverti, particolarmente aggraziato; il modo in cui tieni la spada, per sopportarne il peso con il minimo dello sforzo; i motivi ricamati sul fazzoletto ma in particolare… la tua inflessione nel tono di voce!
- La mia voce ? - ripeté Aramis incredula.

Athos socchiuse gli occhi con un sospiro.

- Magari la prima volta non ci si fa neanche caso ma, ascoltando più attentamente, il tuo modo di parlare è davvero un po’ troppo impostato: troppe alterazioni tra le vocali e le consonanti, tipiche per esempio tra le persone che lavorano in teatro… Anche se ormai lo fai praticamente per abitudine, la linearità vocale non si può modificare con il falsetto!

Aramis arrossì. Come poteva pensare di ingannare un uomo intelligente come Athos ? Costui era riuscito a scoprire la sua identità, mettendo poco per volta insieme tanti piccoli particolari, mentre lei invece non aveva mai neanche pensato di dubitare sull’infallibilità del suo travestimento. Improvvisamente si sentì molto sciocca e ingenua, anche se obiettivamente non ne aveva motivo. In fondo Athos era riuscito ad accorgersi di questi dettagli, vivendo praticamente a contatto con lei per molto tempo; era ovvio che una persona attenta e scrupolosa avrebbe finito col notare queste cose, e lei aveva fatto davvero l’impossibile per mimetizzarsi in un ambiente del tutto maschile.

- Athos, io… Mantenere il segreto era l’unico modo per proteggermi, non volevo ingannarvi, te lo giuro!
- Lo so - concluse lui, cercando di tranquillizzarla. - Per questo ho preferito aspettare che fossi tu a scegliere il momento e il luogo più adatto… E per quanto incredibile possa sembrare, anche Porthos una volta tanto è riuscito a mantenere la massima discrezione sull’argomento!
- Anche Porthos ?!?

Athos si sfregò la guancia con l’indice.

- E’ vero, non puoi ricordartelo… Quando sei stata ferita, durante la corsa per recuperare la collana di Sua Maestà, ci siamo rincontrati nel bosco dopo che tu e D’Artagnan eravate scappati da una stalla in fiamme! (*)
- Sì, me lo ricordo, e allora ?
- Subito dopo che Porthos ha praticamente rischiato di “stritolarti”, sei svenuta tra le sue braccia; è stato allora che lui ha cominciato a notare qualcosa, dall’espressione rilassata dei tuoi lineamenti; per questo poi ho dovuto metterlo a parte dei miei sospetti, per evitare che si lasciasse sfuggire qualche parola di troppo!
- E non avete detto nulla, né domande né spiegazioni, per tutto questo tempo ?
- Siamo amici - tagliò corto Athos. - E l’amicizia, quella vera, deve saper guardare oltre le apparenze! Io e Porthos non rinnegheremmo mai uno solo dei momenti trascorsi insieme, nemmeno per tutto l’onore di questo mondo; l’unico onore di cui andiamo fieri è quello di aver combattuto al fianco di un vero moschettiere!

 

Commossa da quanto aveva appena detto, Aramis buttò la testa contro il petto di Athos, abbracciandolo stretto. Questi arrossì imbarazzato, prima di rilassare il volto con un leggero sorriso e accarezzarle la testa con gesto fraterno. Calde lacrime di gioia scivolarono lungo le guance di Aramis e, abbandonandosi completamente all’affetto del compagno, riuscì a mormorare una sola parola.

- Grazie!

FINE

(*) = Succede nell'episodio 16

 

ANGOLO DELL'AUTORE:
Anzitutto approfitto per ringraziare l'utente citosol, per avermi accolto benevolmente su questo fandom, e mi complimento con lei per le splendide sue immagini che ho avuto modo di ritrovare in rete. Confidando nell'inizio di una lunga e solida collaborazione, parto fiducioso con l'idea di riempire questo piccolo fandom con un sempre maggior numero di storie, avventurose, romantiche o semplicemente divertenti, in nome della passione che unisce i fan degli anime e non.
Alla prossima fanfiction!
^__^

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

 

   
 
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