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Autore: telesette    24/10/2011    1 recensioni
Davanti alle critiche e alle polemiche, spesso eccessive ed ingiuste di un pubblico ottuso e intransigente, una compagnia di giovani attori decide di mettere in scena un messaggio chiarissimo dove, una volta tanto, i ruoli sono invertiti...
Genere: Comico, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CARI UTENTI DI EFP
Come si può vedere dall'homepage di questo sito, fin troppi fandom vengono purtroppo "disertati" a beneficio di pochi molto più grossi. Ovviamente non voglio avvicinarvi per forza a serie o personaggi che semplicemente NON vi interessano ( ci mancherebbe, ognuno dev'essere libero di leggere su quello che gli piace! ); ma se nel vostro piccolo volete e potete contribuire allo sviluppo di fandom diversi dai soliti, magari spulciando nei vostri ricordi e scrivendo sia su NARUTO & Co. ma anche su qualcos'altro, sono sicuro che l'intera comunità di EFP ne guadagnerebbe in meglio.
In Fede

David Bizzarri

Andate tutti a quel paese!

Era una situazione veramente insostenibile!

Da troppo tempo il pubblico era diventato veramente troppo esigente e intollerante, al punto da criticare aspramente tutto il duro lavoro dietro alla realizzazione di qualsiasi opera o spettacolo. Julién e la sua compagnia di attori e commediografi avevano calcato i palcoscenici di tutte le più importanti città del mondo, riscuotendo fama e prestigio da artisti e amanti del teatro e dell’innovazione. Tuttavia, da quando erano tornati in patria, anche solo l’idea di andare in scena tra i fischi, gli insulti, le critiche e il disprezzo di un pubblico prevenuto e offensivo… Ebbene nessuno tra i compagni di Julién era disposto ad accettare oltre quella situazione.

- Così non può continuare - esclamò Pierre, veterano della compagnia.
- Sono d’accordo - fece eco Robért. - Sono arrivati a dire persino che manchiamo di autocritica e capacità di giudizio in tutto ciò che facciamo!
- Al diavolo - ruggì Pierre, rovesciando il tavolino della scenografia con un calcio. - Che ne sanno loro di quanta passione e quanto lavoro ci sia dietro alle quinte di un palcoscenico ? Quante volte hanno visto la dedizione con la quale attori e commediografi si impegnano per presentare ciò che viene mostrato davanti ai loro occhi, al prezzo di continui sforzi e sacrifici ? Tutto quello che sono capaci di fare è: giudicare, contestare, bocciare, criticare e “insultare” perfino… Ebbene io non ci sto!
- Nemmeno io - concordò Robért. - Se leggo ancora una pagina, come quella riferita all’ultimo spettacolo, giuro che gliela faccio mangiare!

Julién sospirò.

- Il pubblico ha la sua voce in merito a tutto - osservò tristemente. - Non possiamo certo impedirgli di commentare negativamente ciò che non gli piace…
- … E dobbiamo forse accettare tranquillamente di essere definiti come degli incapaci, solo perché si sentono in diritto di valutare correttamente ciò che “secondo loro” va bene oppure no ?!?
- La verità Julién è che troppe persone hanno una concezione troppo limitata delle varie forme di narrazione: non sanno vedere al di là del proprio naso; tutto quello che sono capaci di intendere è alla conformità delle regole e a “condannare aspramente” chiunque esca fuori dagli schemi predefiniti…
- Cazzo - sbottò ancora Pierre, battendo il pugno contro la propria mano. - Se il modo di raccontare una storia fosse davvero predefinito, saremmo ancora a recitare come al tempo degli Antichi Greci… Da allora ci siamo evoluti, e parecchio anche!
- E’ vero - sottolineò Julién. - Per esempio, quando mostriamo al pubblico una storia, abbiamo alle spalle il risultato di impegno e fatica; i nostri autori si consumano gli occhi per lavorare sui testi e sulle battute, spesso anche fino a notte tarda; noi attori facciamo sì che il racconto “prenda vita”, nella mente e nel cuore di coloro che vedono… Non siamo immagini statiche dentro una lanterna di carta e, nelle nostre rappresentazioni, c’è molto più di quanto si possa immaginare!
- Come dobbiamo fare per farglielo capire, allora ?

Julién rifletté in silenzio per un attimo dopodiché, a braccia conserte e sollevando lo sguardo, espose brevemente la sua idea.

- Dal momento che costoro ritengono che la rappresentazione di una storia vive “fuori” dal mondo reale, penso sarà divertente sperimentare nella pratica questa loro teoria…
- Che vuoi dire ?

Il sorriso sornione e lo sguardo deciso di Julién lasciava intendere fin troppo chiaramente che stava macchinando qualcosa, e a farne le spese sarebbe stato proprio quello stesso pubblico ostinato e cocciuto.

 

***

 

Il giorno seguente, davanti all’ingresso del teatro, la locandina riportava a grandi lettere il titolo della nuova rappresentazione:

Andate tutti a quel paese!

Il titolo e l’opuscolo relativo lasciavano intendere ad una specie di “denuncia astratta”, sui profondi risentimenti verso la società in generale e il desiderio dell’uomo comune di rispondere alle provocazioni altrui… Almeno questo era ciò che prometteva!
Poi però, quando gli attori comparvero sulla scena, il serissimo pubblico rimase completamente spiazzato da ciò che vide: niente scenografia, niente costumi, niente battute, niente di niente… Semplicemente gli attori erano fermi e immobili, con lo sguardo fisso verso un punto imprecisato in fondo alla sala. Qualcuno cominciò a mormorare tra le prime file, chiedendosi che cosa gli attori volessero rappresentare con questo; altri invece cominciarono ad alterarsi, criticando sottovoce l’inammissibile staticità di quella mancanza di azione insulsa e priva di senso; altri ancora invece scattarono in piedi, imprecando e insultando in modo pesante, chiedendo indietro a gran voce i soldi del biglietto.
Per circa tre minuti abbondanti non accadde assolutamente nulla sulla scena ma fuori della scena la situazione cominciò ad infiammarsi. Il pubblico prese infatti ad agitarsi, sollevando ogni genere di commento, bestemmiando perfino. Alcuni cominciarono a becchettarsi, discutendo qualche astrusa teoria sulla “plasticità artistica” che scaturiva dalla posa statuaria degli attori, con evidenti contestazioni dalla parte di chi la pensava diversamente; tuttavia la discussione sfociò presto in lite vera e propria, e dalla lite si passò ben presto alla rissa. Gli opuscoli volarono per tutta la sala, insieme agli insulti e ad ogni altro genere di oggetto che i presenti avevano sottomano: chiavi, accendini, tabacco per  le pipe, eccetera… Nella specie di bolgia creatasi davanti ai loro occhi, Julién e gli altri non batterono praticamente ciglio. In quel momento lui e gli attori erano “spettatori fuori dal mondo reale” e il pubblico invece lo “spettacolo da criticare”.
Tutte le volte che una storia o un soggetto veniva rappresentato, tramite il lavoro degli autori e l’azione dei protagonisti, incontrava sempre la freddezza o l’indifferenza di qualche ignorante, convinto di saperne abbastanza per gettare fango sulla passione e l’impegno occorso per realizzare tale opera. Sovente il pubblico si adoperava per “smontare” certi modi di presentare uno spettacolo, una scena, un canovaccio… Ogni volta, invece di provare a condividere le stesse emozioni di autori e personaggi dietro le quinte, era preferibile trovare e rinfacciare loro ogni sorta di errore. La ricerca del miglioramento, la perfezione attraverso la scrupolosità, l’incapacità di tollerare scene patetiche e dozzinali… Più o meno come lo spettacolo disgustoso che quella gente, ottusa e rigida nelle capacità di giudizio, stava appunto offrendo.
Quando alla fine, stanchi, pesti e senza fiato, i rissosi membri del pubblico si resero finalmente conto di aver fatto una gran caciara per niente ( nel vero senso della parola ), Julién fece un passo avanti al centro del palcoscenico e, portandosi la mano davanti alla bocca, tossì leggermente.

- Lo spettacolo vive in noi - esclamò solenne. - In tutti noi: fa parte del nostro modo di comportarci, di pensare, di parlare… Tutto ciò che facciamo è da considerarsi “spettacolo!” Certo, non saremo perfetti, commettiamo errori e a volte improvvisiamo sulla qualità della nostra opera, così come nella qualità della vita stessa! Eppure dietro ad ogni vero spettacolo, e all’impegno che occorre per realizzarlo, questa è la fine che fanno tutti i commenti meschini, arroganti e ipocriti di persone che semplicemente non sanno vedere oltre il proprio naso! Voi dite che una rappresentazione deve seguire regole, che deve avere per forza un senso per essere definita tale… Ebbene, dov’è il senso del nostro muto osservare e del vostro agire rabbiosamente ? Se vi foste fermati a riflettere, prima di dare inizio a questa disputa inutile e priva di senso, vi sareste accorti che non avete proprio nulla da criticare all’infuori di voi stessi! Oggi i ruoli si sono invertiti: voi avete recitato, al posto degli attori incapaci di farlo correttamente, e questo è il massimo che siete stati capaci di offrire! Ragion per cui, facendo tesoro dei preziosi insegnamenti critici da voi sollevati, e con grande sincerità e commozione, ci sentiamo in dovere di dirvi dal profondo del cuore…

Andate tutti a quel paese !!!

FINE

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

 

   
 
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