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Autore: Mimi18    25/10/2011    8 recensioni
“N-non mi sono addormentata perché fa male alla pelle, eh.” Ci tenne a specificare piccata, mentre Fukuda nella sua testa era indeciso se imprecare contro di lei o contro se stesso.
(Aoki/Fukuda)
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shinta Fukuda, Yuriko Aoki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baby don’t you know that I love you so?

 

Le mani le sudavano, mentre gli occhi correvano con particolare agitazione dalla tavola sotto le sue dita al cellulare, appoggiato sul tavolino del salotto che, per quanto insistentemente Aoki lo stesse guardando, avrebbe dovuto sicuramente illuminarsi di luce propria.
Avrebbe chiamato o no? Con lui non si poteva mai sapere.
Tamburellò le dita, sbuffò, si arricciò una ciocca di capelli: stava impazzendo. Essere così impaziente per una telefonata di un…di un…
“Ehi principessa,” aveva risposto al primo squillo, con un singhiozzo strozzato, “non pensi che dovresti metterci più rotondità in quei culi?”
Aoki arrossì mentre la voce rude di Fukuda continuava a riprenderla. Le batteva il cuore come se fosse stata una dodicenne.

 

Fukuda deglutì guardando Aoki di sottecchi, a poche sedie dalla sua. Era elegantissima, proprio quel genere di ragazza che lui, in ventuno onoratissimi anni, non si sarebbe mai portato a letto.
Eppure, in quegli ultimi giorni, stava immaginando come sarebbe stato toglierle i suoi enormi maglioni, o vedere le gambe affusolate che, centimetro dopo centimetro, apparivano sfilando le lunghe gonne che indossava.
Si era sempre domandato che mutande indossasse una come Aoki, e in quei giorni sapeva che, qualsiasi forma avessero avuto, l’avrebbero mandato fuori di testa.
“Fukuda, tutto bene?” Mashiro gli picchiettò una spalla, e il ragazzo in questione imprecò: stava perdendo la testa e per Aoki, maledizione!

 

Non sapeva di preciso come fossero finiti in quel fast-food insieme; si erano incontrati casualmente alla Shueisha e lui, quando l’aveva vista allontanarsi, le aveva urlato di mangiare insieme. Così, anche se a casa lo aspettavano le tavole da ultimare e lei fosse una di quelle ragazze che gli facevano venire l’urticaria - o altro, visto il tumulto nei suoi pantaloni negli ultimi tempi - si erano ritrovati a sedere faccia a faccia per la prima volta, da soli.
“Non ti ci vedo proprio a mangiare un Hamburger, fine come sei”
. Esclamò con un ghigno mentre Aoki apriva grande la bocca, per dare un morso. Gli lanciò un’occhiataccia, dimostrandogli che si sbagliava: era fottutamente bella anche così, dannazione, e lui aveva perso la testa.

 

Era mezzanotte passata quando Aoki gli aprì la porta, con gli occhi rossi per il mancato sonno e i capelli leggermente scarmigliati. Arrossì quando Fukuda, battendosi una mano in faccia, le disse: “Dimmi che eri svenuta e non sono corso qui perché ti sei semplicemente addormentata al telefono.”
L’imbarazzo sulle gote di Aoki, solitamente bianche, fece sì che si desse dell’idiota ripetutamente, dimostrando così quanto si fosse preoccupato per lei, nonostante continuasse a ripetersi che no, non provava alcun tipo di sentimento.
“N-non mi sono addormentata perché fa male alla pelle, eh.” Ci tenne a specificare piccata, mentre Fukuda nella sua testa era indeciso se imprecare contro di lei o contro se stesso.
Optò per un mugugno ricco di colorite parolacce, ed Aoki sembrò arrossire maggiormente.
“Vuoi…entrare a bere un caffè?” Fukuda guardò la nuca della ragazza, che si era premurata di non incrociare il suo sguardo. Si sentì uno stupido idiota felice, mentre annuiva.

 

Fukuda stava facendo di tutto per non arrossire di fronte ai ghigni di Yujiro e del suo assistente, ben consapevole che se l’avesse fatto l’avrebbero sfottuto a vita.
Aoki era graziosa quel pomeriggio, con le labbra rosse per il freddo e leggermente pallida.
Non ricordava quale fosse stata l’ultima volta in cui aveva preparato del cioccolato di San Valentino, ma quella mattina non aveva potuto farne a meno.
“Per te.” Yujiro si coprì la bocca con una mano per non ridere, mentre Fukuda deglutiva ed afferrava il pacchetto.
“Lo devo prendere come un ringraziamento, principessa?” Domandò quasi intimorito, non riuscendo a tirare fuori gli attributi come al solito.
Aoki fece di tutto per non incontrare il suo sguardo, ma alla fine, non poté più evitarlo.
Raccolse tutto il suo coraggio, annuendo: “Non solamente per questo, Fukuda.”
Non sentì il tonfo della caduta del giovane, o il suono delle risate di Yujiro: Aoki era scappata di corsa.

 

Non era una romantico, non aveva mai letto uno shojo manga e le uniche ragazze che aveva avuto erano state tre - con due di loro era stato semplicemente sesso.
Aoki era rimasta con gli occhi spalancati di fronte agli editor, con Fukuda chinato su di lei a baciarla. Il ragazzo non aveva aspettato di essere solo con lei, non aveva avuto paura di incappare nelle ire di metà dei ragazzi là dentro; dopo una ramanzina quasi divertita di Yujiro, era corso alla Shueisha come un povero cretino, sentendosi vagamente pappamolla o sdolcinato, tanto da cariarsi i denti da solo.
Tuttavia, le labbra di Aoki erano morbide. Ed era bello baciarla, anche se era praticamente congelata tra le sue braccia.
“Scusami, principessa. Adesso non è che mi tiri uno schiaffo con Nakai, eh?”
Aoki arrossì furiosamente, ignorando il chiacchiericcio nella stanza. Si toccò più volte i capelli color miele, prima di guardare Fukuda: “Oggi è il giorno libero delle assistenti. Vuoi venire da me a…vedere le nuove tavole?”
Chiunque avrebbe inteso quella frase come un invito, chiunque. Non Fukuda, che sapeva benissimo che avrebbero davvero parlato solamente di lavoro, conoscendola.

 

Yamahisa batté i fogli sul tavolo per ordinarli, sorridendo ammiccante all’avvenente ragazza di fronte a sé, perennemente a disagio in quel luogo pullulante di uomini d’ogni età.
“I tuoi disegni sono migliorati ancora, Aoki. Non mi stupirei se riuscissi a battere Kiyoshi Knight, con il prossimo numero.”
Arrossì vistosamente a quel complimento, immaginando poi con un sorriso quasi tenero il volto adirato di Fukuda a quella notizia - perché loro stavano insieme, ma erano anche rivali.
“A proposito di Kiyoshi Knight…è vero quel che si dice in redazione? Ti sei messa con Shinta Fukuda?” Domandò Yamahisa curioso, leggermente invidioso, anche, mentre le gote di Aoki si tingevano nuovamente di rosso porpora. Chiunque la trovò adorabile - e metà di loro maledì Fukuda.
Yamahisa posò il capo su una mano, sorridendo sornione. “Beh, direi che allora non sarebbe male l’idea di inserire qualche scena piccante, no? Non dovresti avere problemi.”

 

Fukuda deglutì rumorosamente alle parole di Aoki, ben contento che non fosse di fronte a lui ma all’altro capo del telefono. La immaginava con le gote rosse di imbarazzo, a torturarsi i capelli. Era cambiata tantissimo da quando l’aveva incontrata la prima volta, saccente ed arrogante, senza alcun complimento per gli altri.
Non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, ma quell’Aoki così dolce e imbarazzata lo eccitava non poco, lo sballava.
“Oh, quindi ti ha implicitamente detto che devi muoverti a venire a letto con me per una buona scena porno nel manga.”
Aoki squittì, Fukuda trattenne una risata.
“Sei un porco!”
“Oh, paroloni così brutali dalla tua bocca raffinata, quale onore Yuriko.”
Sentì il silenzio e capì di aver fatto centro; capì che lei non poteva certamente arrabbiarsi dopo che le aveva mostrato di conoscere il suo vero nome, e di non imbarazzarsi a prendere confidenza con lei.
“Vuoi…venire a casa mia per un the?”
Fukuda sorrise: bingo.
“Un the…e basta?”
“Sì, un the e basta. Altrimenti non ti apro!”

 

 

 

N/a
Io li amo, sempre amati, sempre li amerò. Ammetto però di amare Aoki anche con Hiramaru. (L)
Tuttavia, secondo me lei e Fukuda sono perfetti. E divertenti. Spero di non aver combinato un pasticcio!

M.

   
 
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