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Autore: lar185    25/10/2011    0 recensioni
L’assurdità dei nostri incontri e la sua enigmaticità mi mettevano tremendamente a disagio, considerando anche il fatto che io non sapevo nulla di Federico. Già, non sapevo nulla di lui. Che tipo di vita conduceva, che persone frequentava. E soprattutto, che cosa stesse cercando in me, dai nostri discorsi, dai nostri sguardi. Era solo un semplice passatempo? Non mi pareva vero che mi stessi chiedendo una cosa del genere. Cosa m’importava di Federico? Cos’era lui per me, se non un inutile aggancio al mio passato? Avevo paura di quello che era successo, di quello che sarebbe successo. Mi chiedevo perché si ostinava a volermi vedere, già, perché voleva vedermi? E soprattutto, perché non aveva mai fatto riferimento a lui? Questa era una domanda che fino a quel momento non m’era mai venuto in mente di farmi. In definitiva, io e Federico eravamo stati legati soltanto da lui. Ma adesso lui non c’era, e tutto si ribaltava. Tutto era cambiato.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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inverno epilogo

Giada imbracciò la chitarra e suonò qualche accordo, uno dopo l’altro, con leggerezza. La guardavo sorridente, ma stavolta il mio sorriso non era di convenienza. Non erano semplici muscoli che si muovevano, non era un freddo impulso del cervello. Era la mia anima.

Guardavo attenta le mani di Giada sulle corde, i suoi occhi vivaci, la sua gioia. Rividi un pizzico di quella follia che avevo visto in Federico quando, molto tempo prima, aveva imbracciato quella chitarra davanti ai miei occhi. Rividi tutti quei momenti nella mia mente, ricordandoli come un passato lontano, un periodo di transizione, la fine di un’era.

Applaudii contenta, mia sorella con un movimento della testa mi ringraziò.

-         Stai decisamente migliorando- commentai.

Giada si alzò e dopo aver lasciato la chitarra sul divano dove prima era seduta, corse ad abbracciarmi.

In quel momento sentii il campanello suonare, lasciai mia sorella e risposi. Una voce familiare mi inebriò le orecchie, lanciai un’occhiata malinconica a Giada e mi precipitai giù per le scale.

Appena fuori dal portone di casa, Federico mi fissava con uno zaino in spalla.

Sorrisi.

-         Ciao Federico -

-         Ciao Ris –

La sua voce calda mi avvolse, rimasi impalata davanti al portone con la mano ancora attaccata al pomello senza avere il coraggio di correre ad abbracciarlo. Federico mi guardava con tranquillità, pace, una punta di tristezza.

-         T’avevo detto che sarei venuto a salutarti- iniziò, non osando avanzare verso di me.

Lo guardai ammirata, poi abbassai gli occhi con imbarazzo.

-         Non avevo dubbi che l’avresti fatto-

-         Ti fa piacere?-

-         Si, molto-

Federico sorrise, mi guardò come chi sa di star perdendo un mucchio di tempo.

-         Ascolta, Ris…-

-         No, non devi…-

-         Si, devo. Devo chiedertelo per l’ultima volta-

Deglutii a vuoto, lo vidi avvicinarci a me.

-         Vuoi partire con me?-

Mi tese la mano, la guardai esitante. Avrei tanto voluto prenderla e scappare con lui in capo al mondo, lasciarmi alle spalle un’estate ormai all’epilogo e iniziare una nuova vita. I miei sentimenti erano dipinti sul mio volto spento ed attonito, aleggiavano nei miei sospiri, nei miei occhi che passavano da quella mano ai suoi occhi.

-         Lo sai che non posso-

-         Starò via per qualche mese, sai che abbiamo degli impegni con la band. Questa potrebbe essere la nostra occasione… come vorrei che tu ci fossi, Ris…-

-         Hai detto la parola giusta, Federico. Occasione. Non puoi lasciartela sfuggire-

-         Non so quando tornerò-

-         Non importa. Aspetterò. Tra poco arriverà un nuovo inverno, succederanno sempre le solite cose, ma io… io ti aspetterò-

-         Nessun inverno è uguale, Ris -

Silenzio.

Federico afferrò la mia mano, se la portò sul viso e la baciò. Sentii un fremito lungo la schiena, gli occhi che si riempivano di lacrime.

-         Non credere di liberarti di me, Ris-

La sua voce era spezzata, io sorrisi amaramente.

-         Non ci penso neanche-

Federico si chinò verso di me, restò sospeso con le labbra vicine alle mie.

-         Ti aspetterò- sibilai, prima di baciarlo con tenerezza.

Federico mi accarezzò i capelli.

-         Ciao, Ris -

-         Ciao, Federico -

 

 

 

 

 

Spazio autore:

Giunta all'epilogo di questo racconto, colgo l'occasione per rigraziare chi ha recensito, apprezzato, letto questa storia. Ringrazio chi l'ha inserita nelle seguite e nelle preferite, sono onorate della vostra attenzione, e spero di non avervi deluso.

Se vi va, vi invito a seguire i racconti in corso, "Calibri" e "Bosikom Lyubov- Il beneficio del buio"

Grazie ancora e a spero a presto,

 

Lara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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