Afraid of
dark.
Non c’è nulla di spaventoso nel buio
se hai il coraggio di affrontarlo.
(L. J. Smit, I diari delle streghe.)
- Ho capito.-
Remus, che era impegnato a leggere nella
piccola biblioteca di casa Black, alzò la testa al suono di quella voce
famigliare.
Tonks era in piedi di fronte a lui, il
viso rilassato, ma gli occhi accesi da energia che non vedeva per la prima
volta. Ne era quasi spaventato, quando gli pareva di scorgerla su quel viso
delicato.
- E cosa, di preciso?-
- Oh, è inutile che fai il tontolone con
me. Ho capito tutto, e adesso non mi scappi più.-
Gli venne quasi da ridere, a sentirla
parlare. Non perché fosse ridicola, ma perché era così buffa e dolce quando si
intestardiva. Non si sarebbe stupito se da un momento all’altro, fosse caduta
da ferma. Le succedeva spesso, quando si agitava.
- Mi dispiace Dora, ma adesso sono io che
non capisco.-
- Tu hai paura, Remus.-
L’aveva detto? Ma certo che l’aveva
detto! Eh finalmente, anche.
C’era arrivata dopo settimane, per non
dire mesi, ma ce l’aveva fatta.
E adesso lui era in suo pugno.
- Dora …-
- No, Remus, so quello che dico. Tu hai
paura, è questo il motivo per il quale mi eviti. Non è vero che sei povero o
pericoloso o qualsiasi altro aggettivo tu voglia attribuirti per farmi
desistere. Hai semplicemente paura del buio.-
- Tonks sei ridicola.-
Eccolo che arrivava. Lo faceva sempre. Tutte
le volte che non sapeva come risponderle, arrivava quel cognome pronunciato
quasi con disprezzo. Arrivava quel ‘ridicola’ che se le prima volte la feriva e
la lasciava chiusa in un silenzio doloroso, adesso le scivolava addosso,
semplicemente perché sapeva che era l’ultimo metodo di cui lui si serviva per
difendersi. Ma lei, non era disposta ad arrendersi. Non quella volta.
- No, non lo sono, e tu lo sai meglio di
me. Dimmi che non hai paura, e ti lascio in pace per sempre.-
- Di cosa dovrei avere paura, sciocca
ragazzina?-
Sorrise, lei. Quante volte aveva pensato
al momento della verità. Quante volte, prima di addormentarsi, si era lasciata
andare a fantasie che raffiguravano quel momento (beh, anche fantasie di cui sarebbe meglio non parlare in fascia
protetta, ma quella è un’altra storia).
- Del buio.-
- A quanto mi risulta, riesco a dormire
con la luce spenta.-
Idiota, si disse lui.
Idiota, pensò lei.
- Hai paura di stare con me, perché non
saprai mai cosa potrebbe accadere. C’è un grande punto interrogativo su di noi,
e tu non riesci a guardare oltre. Da quanto tempo fai parte dell’Ordine Remus? Diciassette
anni, in cui hai mostrato il tuo coraggio. Hai sempre affrontato il buio, in
tutte le situazioni che lo richiedevano. Perché con me, con noi, non ci
riesci?-
La guardò per quelli che le parvero
secoli, immobile come una statua al centro della piccola camera. Aveva lo
sguardo vacuo, puntato su di lei, certo, ma perso in chissà quali ragionamenti.
Forse, era alla ricerca disperata dell’ennesimo
modo di scappare.
- Ti prego, Remus, almeno questa volta,
non scappare. Resta qui e rispondimi.-
- Come faccio a risponderti, se non so
neanche io il perché?-
Tonks rimase sbigottita, ma fu solo
questione di secondi. Gli si avvicinò, imponendo alle sue braccia di rimanere ferme
lungo il busto e di non sfiorarlo.
- Lo sai, invece. Solo, non vuoi
vederlo.-
Le sue parole furono un piccolo soffio
sul viso di Remus, che chiuse gli occhi.
Chiuse gli occhi pensando, a quella cosa
che si era venuta a creare tra loro.
E quando li riaprì, pronto a dare una
risposta, lei non c’era più.
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Direi
che questa volta sono stata abbastanza veloce. U.U
sono orgogliosa di me stessa.
Ah, come
passa il tempo.
Credo sia
inutile dire che la citazione è presa dal quadernetto e che i due tipi ormai
sono onnipresenti! Sono i saccarosi della mia vena ispiratrice, sìsì.
Stamattina,
durante le interminabili ore di noia in classe, ho avuto il sentore che
qualcosa stesse accadendo nel mio cervellino. Ho preso un foglio, con l’intento
di mettere su carta parte dei pensieri confusi che mi stavano attraversando in
quel momento, ma, complice la campanella e quei cretini dei miei compagni di
classe, non riuscivo ad avere la concentrazione adatta. Così, sono riuscita a
concentrarmi solo adesso e benchè non sia tanto contenta del risultato finale,
non mi lamento.
Certo avrei
potuto fare di meglio, ma considerando che questa settimana non connetto molto,
va bene lo stesso. Spero vada bene anche per voi, che siete costretti a
sopportarmi ancora un po’.
Bien,
evaporo … Bulgakov mi ashpetta.
Basci basci!