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Autore: Kitsune Blake    26/10/2011    1 recensioni
Una breve fanfic in 2 capitoli che tratta uno dei combattimenti più spettacolari di tutto Dragon Ball, da un punto di vista particolare.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goku, Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il Suddito

 

Perché, Vegeta? Perché l’hai fatto?

Questa banale domanda ti sorge spontanea, Goku, mentre sulla tua mano aperta un globo di energia minaccia Kaiohshin. D’accordo, se l’orgoglioso principe lo desidera, allora combatterai. E lui avrà la sua vendetta. Perché è di questo che si tratta, no?

Sì, è di questo che si tratta. Ne sei così sicuro? Il tempo sembra fermarsi, mentre Kaiohshin lentamente si fa da parte, arrendevole. Due saiyan che si scontrano non si devono interrompere, mai, per nulla al mondo. E’ questo che pensi, vero Goku?

Ora sono tutto tuo, Vegeta.

Le iridi azzurre del tuo nemico ti guardano, esaltate. Sì, perché qualcosa di diverso si fa strada in te, in una vita, in un istante. Invade le tue vene, le tue arterie, il tuo cervello, il tuo cuore.

Istinto. Gioia. Irrefrenabile voglia di combattere con il formidabile avversario che ora ghigna malevolo nella tua direzione.

Lo stadio gremito scompare, per lasciar posto ad un arido deserto. Ma tu nemmeno te ne accorgi, mentre scruti il tuo principe, il tuo nemico. I muscoli sono tesi, pronti all’assalto. Ogni fibra di te stesso freme nel desiderio di combattere. Hai sempre amato lottare, vero Goku? Ma ora è diverso, il tuo nome è diverso, il tuo sguardo è diverso.

Perché, Vegeta?

Ma in fondo sai, Kakaroth, che di quella risposta non ti importa più. Ti poni la domanda per essere sicuro di non abbandonare te stesso. Te stesso? Nemmeno sai chi sei.

Ed ecco, infine, tu e Vegeta siete soli. Ogni legame col mondo è momentaneamente sciolto, come se una bolla vi avvolgesse entrambi, catapultandovi in un passato che mai è stato, in un futuro che forse mai sarà. Ma il presente è qui. Ed è esaltante.

Esaltante il desiderio di combattere. La furia del tuo avversario che ti studia.

Esaltante l’adrenalina che scorre nel tuo sangue, esaltante solo come può esserlo un combattimento fine a se stesso.

Uno scontro che si apre e si chiude in un solo atto. Kakaroth, hai sempre combattuto per gli altri, ma adesso? Ed è questo che ti eccita più di ogni altra cosa, mentre il sangue guerriero pulsa nelle tue vene, mentre l’orgoglio prende il posto di ogni altra cosa.

Così scatti in avanti, verso Vegeta.

Vuoi sentire, Kakaroth, vuoi sentire ogni colpo che sferri, ogni colpo che subisci. E il combattimento inizia alla pari. Come uno specchio il principe ti attacca.

Una, due, tre volte lo eviti. Il quarto colpo va a segno. Il sangue cola dal taglio che si è appena aperto sulla tua fronte, cola sul viso, negli occhi, ti offusca la vista. Ti inebria la mente. Le ferite non fanno che aumentare il tuo desiderio di lottare.

Subito ti riprendi e parti al contrattacco, i tuoi occhi azzurri colmi di eccitazione nel furioso slancio che porta a segno il tuo colpo, scaraventando il tuo avversario contro un muro di roccia. Sai bene che non gli hai fatto del male, sai che in un attimo riaprirà gli occhi e ti sarà di nuovo addosso.

E tutto questo ti manda in fibrillazione. Non è vero, Kakaroth?

Senti il sangue? Il suo sapore nella bocca e il suo calore sulle nocche scorticate? Il tuo sangue, quello di Vegeta, si mescolano. Ad ogni pugno, ogni calcio, ogni schivata. Mai stanchi di tutto questo, dimentichi di ogni altra cosa. Solo un saiyan può conoscere tale gioia nel combattere, nessun altro. E lottate, sempre più stremati, sempre più feriti ma esaltati. Potenti ed agili, col chiaro intento di uccidere.

Uccidere.

Sì, anche tu, Kakaroth, lo desideri. Ma vorresti che non finisse mai. Perché lo sai, sai di essere più potente del tuo principe. Perché non lo mostri? In realtà, non lo vuoi. Vuoi invece che questa lotta terribile ed eccitante continui il più possibile.

Te ne convinci sempre di più, sentendo il tuo corpo che risponde pronto ai tuoi comandi, più di quanto non abbia mai fatto, mentre è attraversato da scariche di adrenalina. Ti scuotono dal profondo.

Da una memoria che ormai non è più, ma di cui sei consapevole.

Ora lo senti, Kakaroth? Te ne eri dimenticato. Senti questa sensazione, un ruggito perso nei tuoi ricordi, che riscuote le tue origini?

Stai combattendo per te stesso, per il puro piacere di farlo. Non c’è da difendere nessuno, questa volta no. Siete tu e il tuo avversario. Fermi, sospesi in aria vi studiate ancora.

E mentre la tua bocca meccanicamente ripete quella domanda, quella a cui nemmeno tu sapresti dare una risposta, il tuo cervello, i tuoi occhi sono concentrati su Vegeta. Sul principe, seccato dalle tue parole, già proiettato nella ripresa del combattimento.

Allora tu che farai, Kakaroth? Glielo chiederai ancora?

Perché…

La realtà è che non ti interessa più. La realtà è che hai capito ciò che prova il tuo avversario. L’hai sempre saputo, ma non l’hai mai ammesso a te stesso, saiyan.

Che tutto questo è ciò che senti anche tu, mentre in un impeto di antico orgoglio, con un folle grido, ti lanci nuovamente all’attacco.

   
 
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