Il
Suddito
Perché,
Vegeta? Perché l’hai fatto?
Questa
banale domanda ti sorge spontanea, Goku, mentre sulla tua mano aperta
un globo
di energia minaccia Kaiohshin. D’accordo, se
l’orgoglioso principe lo desidera,
allora combatterai. E lui avrà la sua vendetta.
Perché è di questo che si
tratta, no?
Sì,
è di
questo che si tratta. Ne sei così sicuro? Il tempo sembra
fermarsi, mentre
Kaiohshin lentamente si fa da parte, arrendevole. Due saiyan che si
scontrano
non si devono interrompere, mai, per nulla al mondo. E’
questo che pensi, vero
Goku?
Ora
sono tutto tuo, Vegeta.
Le iridi azzurre
del tuo nemico ti guardano, esaltate. Sì, perché
qualcosa di diverso si fa
strada in te, in una vita, in un istante. Invade le tue vene, le tue
arterie,
il tuo cervello, il tuo cuore.
Istinto.
Gioia. Irrefrenabile voglia di combattere con il formidabile avversario
che ora
ghigna malevolo nella tua direzione.
Lo stadio
gremito scompare, per lasciar posto ad un arido deserto. Ma tu nemmeno
te ne
accorgi, mentre scruti il tuo principe, il tuo nemico. I muscoli sono
tesi,
pronti all’assalto. Ogni fibra di te stesso freme nel
desiderio di combattere.
Hai sempre amato lottare, vero Goku? Ma ora è diverso, il
tuo nome è diverso,
il tuo sguardo è diverso.
Perché,
Vegeta?
Ma in fondo
sai, Kakaroth, che di quella risposta non ti importa più. Ti
poni la domanda
per essere sicuro di non abbandonare te stesso. Te stesso? Nemmeno sai
chi sei.
Ed ecco,
infine, tu e Vegeta siete soli. Ogni legame col mondo è
momentaneamente
sciolto, come se una bolla vi avvolgesse entrambi, catapultandovi in un
passato
che mai è stato, in un futuro che forse mai sarà.
Ma il presente è qui. Ed è
esaltante.
Esaltante il
desiderio di combattere. La furia del tuo avversario che ti studia.
Esaltante
l’adrenalina che scorre nel tuo sangue, esaltante solo come
può esserlo un
combattimento fine a se stesso.
Uno scontro
che si apre e si chiude in un solo atto. Kakaroth, hai sempre
combattuto per
gli altri, ma adesso? Ed è questo che ti eccita
più di ogni altra cosa, mentre
il sangue guerriero pulsa nelle tue vene, mentre l’orgoglio
prende il posto di
ogni altra cosa.
Così
scatti
in avanti, verso Vegeta.
Vuoi
sentire, Kakaroth, vuoi sentire ogni colpo che sferri, ogni colpo che
subisci.
E il combattimento inizia alla pari. Come uno specchio il principe ti
attacca.
Una, due,
tre volte lo eviti. Il quarto colpo va a segno. Il sangue cola dal
taglio che
si è appena aperto sulla tua fronte, cola sul viso, negli
occhi, ti offusca la
vista. Ti inebria la mente. Le ferite non fanno che aumentare il tuo
desiderio
di lottare.
Subito ti
riprendi e parti al contrattacco, i tuoi occhi azzurri colmi di
eccitazione nel
furioso slancio che porta a segno il tuo colpo, scaraventando il tuo
avversario
contro un muro di roccia. Sai bene che non gli hai fatto del male, sai
che in
un attimo riaprirà gli occhi e ti sarà di nuovo
addosso.
E tutto
questo ti manda in fibrillazione. Non è vero, Kakaroth?
Senti il
sangue? Il suo sapore nella bocca e il suo calore sulle nocche
scorticate? Il
tuo sangue, quello di Vegeta, si mescolano. Ad ogni pugno, ogni calcio,
ogni
schivata. Mai stanchi di tutto questo, dimentichi di ogni altra cosa.
Solo un
saiyan può conoscere tale gioia nel combattere, nessun
altro. E lottate, sempre
più stremati, sempre più feriti ma esaltati.
Potenti ed agili, col chiaro
intento di uccidere.
Uccidere.
Sì,
anche
tu, Kakaroth, lo desideri. Ma vorresti che non finisse mai.
Perché lo sai, sai
di essere più potente del tuo principe. Perché
non lo mostri? In realtà, non lo
vuoi. Vuoi invece che questa lotta terribile ed eccitante continui il
più
possibile.
Te ne
convinci sempre di più, sentendo il tuo corpo che risponde
pronto ai tuoi
comandi, più di quanto non abbia mai fatto, mentre
è attraversato da scariche
di adrenalina. Ti scuotono dal profondo.
Da una
memoria che ormai non è più, ma di cui sei
consapevole.
Ora lo
senti, Kakaroth? Te ne eri dimenticato. Senti questa sensazione, un
ruggito
perso nei tuoi ricordi, che riscuote le tue origini?
Stai
combattendo per te stesso, per il puro piacere di farlo. Non
c’è da difendere
nessuno, questa volta no. Siete tu e il tuo avversario. Fermi, sospesi
in aria
vi studiate ancora.
E mentre la
tua bocca meccanicamente ripete quella domanda, quella a cui nemmeno tu
sapresti dare una risposta, il tuo cervello, i tuoi occhi sono
concentrati su
Vegeta. Sul principe, seccato dalle tue parole, già
proiettato nella ripresa
del combattimento.
Allora tu
che farai, Kakaroth? Glielo chiederai ancora?
Perché…
La
realtà è
che non ti interessa più. La realtà è
che hai capito ciò che prova il tuo
avversario. L’hai sempre saputo, ma non l’hai mai
ammesso a te stesso, saiyan.
Che tutto
questo è ciò che senti anche tu, mentre in un
impeto di antico orgoglio, con un
folle grido, ti lanci nuovamente all’attacco.