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Autore: Sherlock Holmes    26/10/2011    0 recensioni
“Non posso ignorare ciò che vi è stato tra me e Irene. Eppure devo. Sono costretto. Sarà come se non fosse stato mai amore.”
Una songfic basata sull’omonima canzone di L. Pausini.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La stavo aspettando ormai da mezz’ora.
Avevo affittato la nostra vecchia stanza al Grand Hotel, a Picadilly.
Forse mi sarebbe stato tutto più semplice, qui, tra queste pareti dorate dove tutto era iniziato.
Il nostro primo incontro, infatti, era avvenuto proprio in questa suite.
Ricordo che la stavo inseguendo per il furto del Velasquez al Re di Spagna, e le mie indagini mi avevano portato proprio alla porta della stanza 256.
Lei mi aveva fatto entrare. Le avevo intimato di consegnarmi la tela…
Ma…
Ero rimasto ammaliato dalla sua bellezza e dalla sua intelligenza… Ed io, da uomo qual sono, mi ero fatto mettere nel sacco.
Se un secondo prima eravamo intenzionati ad ucciderci… L’istante successivo ci baciammo.
L’ira per il mio fallimento si era tramutata in infatuazione per l’unica donna che era riuscita ad umiliare non solo me, ma anche i miei freddi metodi logici.
E così…nacque quel particolare rapporto che mi lega, ancora per poco, ad Irene Adler.
 
Ieri ho capito che
È da oggi che comincio senza te
Ieri è stata una giornata a dir poco tremenda.
Ho, infatti, ricevuto la visita del professor Moriarty.
Irene stessa mi aveva rivelato, al termine del caso Blackwood, il nome dell’uomo che l’aveva ingaggiata… Quello stesso uomo che il giorno precedente mi aveva minacciato.
Irene mi aveva anche avvertito…
- E’ geniale quanto te, ma infinitamente più subdolo…-
- Staremo a vedere-, le avevo risposto.
Le sue parole si erano rivelate vere.
Naturalmente, il professore sapeva della passione che legava me ed Irene… E così l’aveva sfruttata per intimidirmi.
L’unica soluzione, temo, era… lasciarci.
“Non posso ignorare ciò che vi è stato tra noi. Eppure devo. Sono costretto. Sarà come se non fosse stato mai amore.”mi dissi.
 
La maniglia si abbassò, e fece il suo ingresso la donna più importante della mia vita.
Il suo lungo abito blu notte faceva risaltare il candore della sua pelle.
I riccioli bruni le cadevano dolcemente sulle spalle da sotto il cappello scuro.
Mi sorrise.
Io non ricambiai.
Mi preparavo a recitare la tragedia che avrebbe spezzato il cuore non solo a me, ma anche a lei.
Vedendomi così serio, s’incupì.
- Sherlock… Questa convocazione in questa stanza… Che motivo ha?-
- Irene – iniziai – Io devo…-
Si adagiò sul letto, facendomi segno di accomodarmi accanto a lei.
- Devi… Che cosa? Avanti, Sherlock… Non ho tutto il giorno!- disse, ridendo.
Rifiutai l’invito a sedermi.
Mi stupii della mia impassibilità. Se fuori non mostravo alcuna emozione, dentro ero in tumulto.
Come potevo mentirle così spudoratamente?
- Io penso che ciascuno di noi debba proseguire sulla propria strada.-
In realtà, non lo pensavo affatto.
Maledizione, io avevo bisogno di lei! Eppure, se volevo assicurarmi la sua incolumità, dovevo fingere.
In questo modo, saputa della mia rottura con Irene, Moriarty non l’avrebbe più coinvolta.
 
E tu, l’aria assente,
quasi come se io fossi trasparente.
- Come?- mi chiese, straniata.
- Noi…- dissi con freddezza – Dobbiamo lasciarci.-
Fissò la parete di fronte a me, con espressione persa, ignorandomi.
Le sue mani ebbero un fremito.
- Perché?- chiese, più a sé stessa che a me.
Quell’unica parola, il modo in cui l’aveva pronunciata… Mi fece venire un groppo in gola.
Maledetto me, maledetta la mia inclinazione teatrale, maledetto Moriarty!
 
E vorrei fuggire via e nascondermi da tutto questo,
ma resto immobile qui senza parlare
Non riuscivo a dire una parola.
Già, per la prima volta nella mia vita non avevo la battuta pronta.
Continuai a rimanere impassibile, senza muovere un muscolo, in attesa che lei reagisse.
Volevo che si alzasse, mi tirasse uno schiaffo, mi insultasse…
Ed invece non accadde nulla di tutto questo.
 
Non ci riesco a staccarmi da te
E cancellare tutte le pagine con la tua immagine
E vivere
Come se non fosse stato mai amore
Stette lì, sul letto, inerte.
Forse sarei dovuto uscire, mormorando un:- Bene, allora addio.-
Non lo feci.
Non riuscivo a staccare lo sguardo dalla sua esile figura.
Mi vennero in mente i momenti passati insieme…
Quella volta che tentò di pugnalarmi…
Il bacio…
La nostra prima notte d’amore…
Come potevo dimenticare tutto questo?
E continuare la mia esistenza senza di lei?
 
Misi le mani dietro la schiena.
Irene si alzò ed, improvvisamente, mi afferrò per il colletto della camicia.
Mi fissò:- Sherlock, ora guardami negli occhi e giurami che non mi hai mai amato… Fallo, ed io, varcando quella porta,- disse, indicando con un cenno l’entrata della stanza – uscirò per sempre dalla tua vita.-
Rimasi impassibile. La mia voce non tradì nemmeno una nota d’emozione:- Temo di non averti mai amata veramente, Irene. E di averti sfruttata in più di un’occasione. Me ne rammarico.
Lei annuì, osservando attentamente i miei occhi.
- Ora capisco.- mormorò.
Mi accarezzò dolcemente il viso e, scoccandomi un bacio sulla guancia, se ne andò, portando con sé il suo dolce profumo ed un lieve fruscio di vesti.
  
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