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Autore: Serry_Black    30/06/2006    9 recensioni
Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome... Nessuno lo faceva da tempo, anzi, nessuno l'aveva chiamata con la stessa intonazione con cui lo faceva lui. "Inuyasha... -perchè anche lei stava usando quel tono? Non doveva mostrarsi debole, gli era già costato la vita! Dove recuperare la freddezza- Sono passati cinquant'anni, in questo corpo fittizio non albera più nemmeno il cuore" pose la mano dove sarebbe dovuto trovarsi, e le venne in mente che la freccia l'aveva proprio colpita lì, al cuore. Non era quello che l'aveva fatta soffrire maggiormente?
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kikyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Serry_Black
Titolo: Petali. Kaze no Sakuramochi, I dolcetti alla ciliegia del vento
Riassunto: Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome... Nessuno lo faceva da tempo, anzi, nessuno l'aveva chiamata con la stessa intonazione con cui lo faceva lui. "Inuyasha... -perchè anche lei stava usando quel tono? Non doveva mostrarsi debole, le era già costato la vita! Dove recuperare la freddezza- Sono passati cinquant'anni, in questo corpo fittizio non albera più nemmeno il cuore" pose la mano dove sarebbe dovuto trovarsi, e le venne in mente che la freccia l'aveva proprio colpita lì, al cuore. Non era quello che l'aveva fatta soffrire maggiormente?


Petali

Kaze no Sakuramochi
(I dolcetti alla ciliegia del vento)


Una strana nebbiolina si stendeva sul paesaggio; i raggi del sole faticavano a penetrare quella coltre, dando al tutto una parvenza d'irrealtà... Una donna abbracciava il suo uomo, moro e dagli occhi viola, e con loro c'erano i figli, così simili al padre. Ridevano, ridevano, ma nessun suono in verità usciva dalle loro bocche. Le donna sorrideva, mentre si girava a cogliere un fiore, rosso come l'amore che l'animava. Il mondo girava al rallentatore. E poi fu un attimo. L'uomo prese un arco, e come lui figlio e figlia, lo tesoro e la colpirono mentre rimirava il piccolo bocciolo. Una volta che ebbero scoccato le frecce, i due piccoli sparirono come d'altronde i dardi. Solo quella dell'amato la colpì, al cuore. Il fiore cadde, rosso, per poi oscurarsi. "Kikyo, non dovevi amare! Per il tuo peccato rimarrai qui, imprigionata, finché non avrai espiato la tua colpa.". Un ghigno comparve sul volto dell'uomo, una lacrima amara su quello della donna. E poi fu il buio.

La ragazza si svegliò -ammesso che un corpo fatto di ossa e terra tombale potesse dormire-.
Era parecchio tempo che faceva quel sogno -a un corpo di ossa e terra tombale era dunque concesso sognare?-.
Sorrise -un corpo nato da ossa e terra tombale poteva sorridere?-. Seppur materialmente quello imprigionato per cinquant'anni non era certo stata lei, le pareva comunque di aver subito la medesima punizione del sogno... Aveva amato ed era stata punita.
Lei non poteva amare. Lei non doveva amare. Era nata per difendere la sfera, non i suoi sentimenti.

*

Il sole splendeva, radioso, inondando il sentiero che l'eterogeneo gruppo stava percorrendo. Il piccolo kitsune e la nekomata aprivano la fila, rincorrendosi; la taiji-ya e il monaco discorrevano tranquillamente, seguiti da una Kagome intenta a ripassare mentalmente per gli esami. A chiudere la fila c'era il mezzo-demone, come di consueto. Ormai aveva imparato a, in un certo senso, vegliare su di loro. Non che ce ne fosse stato il bisogno, però sentiva il dovere di farlo.
"Questo...". Scattò in avanti, davanti a tutti. Non poteva essere, non così vicino almeno!
"Andate avanti, vi ritroverò!". Era impossibile, come poteva essersi svelata, così, all'improvviso? Voleva parlargli? O forse... Era in pericolo e non poteva più reggere la sua solita barriera? Si allontanò, verso la direzione da cui proveniva quell'odore così pungente e insieme così dolce...
"Matte yo, Inuyasha!"
"Shippo, è inutile chiamarlo... Darebbe ascolto solo alla divina Kagome... Fermatelo, Kagome-sama"
"Perchè dovrei, houshi?"
"Se corre in questo modo, lasciandoci indietro, può solo voler dire che ha percepito l'odore di Kikyo"
"Sango, se anche fermassi il suo corpo, il suo cuore non correrebbe comunque a lei? E poi, -sospirò sconsolata- che diritto ho io di fermarlo?"

*

La sentiva, solo pochi metri e l'avrebbe potuta vedere.
Si fermò accanto a un albero, osservandola sdraiata sul ramo più basso di un ciliegio. Sembrava avere le palpebre pesanti: che si fosse appena destata? Non si trovava in pericolo, perchè l'aveva chiamato?
"Inuyasha no baka..." si sussurrò da solo... Credeva davvero che l'avesse chiamato? Si sentiva davvero così indispensabile a lei? O forse lo sperava solamente, e cercava sempre e solo una scusa per rivederla?... per starle accanto..? Cavoli, perchè non riusciva a capire cosa provava ancora nei confronti della miko?
Sembrava che l'avesse sentito, e si era voltata, verso di lui. "Kikyo..."

La sua voce?
Si voltò, era lui.
In un attimo prese l'arco e tese la freccia. L'aveva ferita e imprigionata!
Il suo sguardo... Perché la osservava così, sorpreso e... triste?
Che cosa stava facendo? Impugnava l'arco, di nuovo verso di lui?! Lo lasciò cadere e si poggiò una mano sul cuore -non che battesse, ma avrebbe dovuto trovarsi lì-. La ferità non esisteva, nessuna freccia l'aveva trafitta, e allora perchè credeva di doversi difendere da lui? Era confusa, dannazione, era confusa! Non poteva mostrarsi debole.
"Perché sei qui?" impassibile, fredda.
"Ho fiutato il tuo odore... Pensavo volessi vedermi: hai abbassato la barriera che ti nascondeva..." timoroso di aver di nuovo sbagliato.
La barriera? La ragazza sgranò gli occhi. Era dunque calata? Era stato durante quel suo sonno? Doveva salvare le apparenze, non doveva mostrarsi debole.
"Non ti vedevo da tempo -era una sua impressione o il volto dell'hanyou si era illuminato a quella frase?- e volevo chiederti come procedeva il vostro cammino verso Naraku"
Lo vide rabbuiarsi "Che stupido sono stato...". Aveva inclinato il capo, ed ora la nivea frangia nascondeva la sua espressione "Pensavo volessi soltanto vedermi. Un tempo era così, Kikyo"
Il modo in cui aveva pronunciato il suo nome... Nessuno lo faceva da tempo, anzi, nessuno l'aveva chiamata con la stessa intonazione con cui lo faceva lui.
"Inuyasha... -perchè anche lei stava usando quel tono? Non doveva mostrarsi debole, le era già costato la vita! Doveva recuperare la freddezza- Sono passati cinquant'anni, in questo corpo fittizio non albera più nemmeno il cuore" pose la mano dove sarebbe dovuto trovarsi, e le venne in mente che la freccia l'aveva proprio colpita lì, al cuore. Non era quello che l'aveva fatta soffrire maggiormente?

Il modo con cui l'aveva chiamato per nome, quello era lo stesso che usava un tempo! Allora c'era ancora qualcosa della vecchia Kikyo in lei! "Cos'importa dell'involucro, l'anima è la tua!" era scattato in avanti, come per avvicinarsi a lei e dare manforte alle sua parole.

"Cos'importa dell'involucro, l'anima è la tua!"
"Cos'importa dell'involucro, l'anima è la tua!"
"Cos'importa dell'involucro, l'anima è la tua!"
Quelle sue parole le risuonavano nella mente, era cominciata un'eco interminabile.
Ma lo pensava veramente?
L'anima era veramente la sua? No, ormai apparteneva a Kagome, quel corpo fittizio era mosso dall'odio e da anime trafugate ai morti da parte dei suoi shini-dama-chuu...
Ma lui... Poteva accettarla davvero per quello che ormai era?
Scese dal ciliegio -il vento giocava coi petali-, poi si avvicinò al mezzo demone, prese una delle mani artigliate e la posò sul suo viso niveo "Potresti amare una donna senza calore?", allo sguardo dell'hanyou spostò nuovamente la mano e se la mise sul petto "Potresti ancora amare una donna senza cuore, senza vita?"

Il vento era aumentato, giocava coi loro capelli: l'ebano e l'argento danzavano col rosa dei petali, il nastro che teneva stretta la chioma della sacerdotessa oramai giaceva, in balia del vento, fra i rami dell'albero, ed intanto le ciocche, ora libere, si univano a quelle così diverse e così simili del mezzo-demone... Danzavano e si univano come i loro padroni non avevano mai fatto.
Neppure i petali s'insinuavano più fra di loro, non volevano interrompere quell'atmosfera così semplice e così magica.

Davvero pensava che tutto quello che aveva provato per lei fosse ormai finito?
Le strinse la mano candida che gli aveva fatto da guida. Non era tutto finito, e doveva capirlo. Per lei ci sarebbe sempre stato un posto nel suo cuore.
Si era irrigidita, quasi ritratta. No, non doveva andare così.
"Kikyo...". L'abbracciò.
Avrebbe capito che non gli importava di cosa fosse fatta, ma ciò che era contenuto in lei?

La brezza era cessata.

La stava abbracciando.
Poteva sentire il suo calore.
Poteva abbandonarsi a lui? Perché il tempo non si fermava e li lasciava così? Uniti ancora una volta...
No, l'amore l'aveva condotta alla morte, grazie a quello era divenuta cieca agli inganni, non poteva permettere di ricaderci!
"Lasciami! Per me non c'è più posto fra i vivi, lo vuoi capire? Ucciderò Naraku, distruggerò la sfera e finalmente morirò in pace!"

Il vento era tornato, carico di amarezza. Il bianco e il nero si scontravano, di nuovo.

"Se lo vorrai ti seguirò nella morte"
Perché Inuyasha non la lasciava andare? Perché non la lasciava andare?!
Era lì, che le parlava pacato mentre lei si dimenava.
Voleva morire con lei? No, per lui era un dovere!
"Io lo feci per amore, tu per mantenere la parola data! Che senso avrebbe?!"
"Ma io ti amo ancora, Kikyo!"
"No, nel tuo cuore ora c'è posto solo per Kagome! Cerchi di ricordare cosa provavi per me, ma in realtà la tua è solo compassione! E poi, in fin dei conti, quel che c'era fra di noi è sempre stato solo un errore!.."
L'aveva lasciata andare, finalmente. E allora perchè si sentiva così fredda?
"E' stato dunque solo questo per te? Un errore?"

Le brezza era cessata, di nuovo.

Lo pensava veramente?
Quando si era accorta che era un mezzo-demone l'aveva lasciato andare, perchè in parte umano.
Lui era tornato, aveva dato fuoco al villaggio per dimostrarle che non era inferiore a nessuno.
Perché allora non aveva scoccato la freccia?
Se lo era chiesta ogni giorno, ed ogni giorno se l'era chiesto anche Inuyasha. Avevano imparato ad osservarsi, a confrontarsi, a parlarsi.
Le frecce non c'erano più ormai.
A poco a poco si erano accorti che non potevano più stare l'uno lontano dall'altra. Quello era amore? Perché si sentivano affini? Perché lui non era né uomo né demone, e lei non poteva vivere come una donna normale?
Le venne in mente quel loro primo bacio.
Avevano appena sconfitto un demone di alto livello che bramava la sfera, ed erano entrambi feriti. Stavano tornando verso il villaggio, lei a cavallo, lui al suo fianco.
Si erano fermati in prossimità di una fonte per dissetarsi e pulire nuovamente le ferite.
E avevano parlato, parlato...
Avevano rischiato di perdersi...
E poi... Chi era stato a dare il via al bacio? Era passato così tanto tempo...
Lei, era stata lei, ora ne era certa. Era rimasto così stupito dalla sua audacia! Quante risate ricordando quel suo sguardo!
Era tornati al villaggio abbracciati, sul cavallo, e lei si era addormentata, cullata dal passo dell'animale e dalla voce dell'amato...
Quelle sensazioni era davvero state solo un errore?
Le venne in mente l'ultimo bacio: lo aveva appena imprigionato al Goshinboku e diceva addio a quell'amore che l'aveva uccisa.
"Non potevo amarti, non dovevo amare! Ero nata per proteggere la sfera, e l'amore per te mi aveva resa vulnerabile agli inganni di Naraku! Avevo perso di vista lo scopo della mia vita, e come una sciocca sognavo una vita normale"
Una vita normale... Lei, lui, una semplice casa, prendere l'acqua al pozzo e lasciare che qualcun altro si occupasse dei demoni.
"Era per questo che volevi che la sfera si purificasse e sparisse: volevi divenire una semplice donna"
"E tu un demone" sorrise. L'hanyou aveva stretto inconsciamente la Tessaiga.
"Volevo solo che qualcuno mi accettasse, e lo avevo trovato in te... Sarei divenuto umano per te, e ti avrei protetta a costo della vita, perchè saresti stata la mia donna.
Ci siamo amati e odiati così tanto..."
"Tu non sei mai riuscito ad odiarmi"
Quella era la verità. Anche lui pensava di essere stato tradito, e allora perchè non era riuscito ad odiarla? Forse lei si era sentita solo usata...
"Tu sì... Ma perchè?"
Si bloccò. Glielo avrebbe detto? Sarebbe almeno riuscita a capirlo lei stessa?
"Quell'unica volta che mi ero abbandonata all'amore, tu, o meglio Naraku, mi avevi ferita, sia nel corpo che nell'anima"
Ecco, lo aveva detto.
Perché la stringeva, ancora?
Era così bello sentire di nuovo il suo profumo, farsi cullare dal battito del suo cuore.
Lui cosa sentiva stringendola?
"Ora vai, vai da Kagome"
"Non voglio lasciarti più sola. Hai passato già troppo tempo così"
Quel suo sguardo... Kami-sama, perchè il destino aveva voluto la sua morte? Perché non aveva potuto vivere con lui, per sempre? Se solo il tempo si fosse fermato in quell'istante...
Ma il tempo non si può fermare.
Non voleva che qualcun altro soffrisse come lei, no, almeno la sua reincarnazione doveva essere felice e rendere lui tale. L'avrebbe lasciato andare.
Era meglio così.
Per tutti.
Per lei.
Per lui.
"Corri da lei, amala, non pensarmi: ne soffrirebbe. Addio Inuyasha"
"A presto, Kikyo"

Gli aveva davvero detto addio?
Lo lasciava davvero libero di stare con Kagome?
E allora perchè si sentiva il cuore così pesante?

*

Correva, correva. Non stava andando in nessuna direzione in particolare, voleva solo riflettere.
Perché si sentiva così?
Si fermò di scatto vicino a quella che cinquant'anni prima era una fonte. L'aveva capito.
"L'hai amata, baka, non puoi dimenticarla"

*

"Kagome, devo parlarti"
Era ritornato...
"Con che faccia ti presenti qui, eh?"
"Shippo..."
Era sempre il solito... Andava, stava con lei, e solo dopo si degnava di dirlo, la tristezza dipinta sul volto. Se odiava così tanto tornare col gruppo, perchè non rimaneva con Kikyo? A volte avrebbe voluto fare come Shippo, dirglielo, eppure... Le pareva così difficile odiare Kikyo... Odiare Inuyasha.
Il piccolo kitsune se ne sta andando, richiamato da Sango.
Lui la sta guardando.
Avrebbe voluto che fosse stato così triste anche per lei.
Ma no, cosa pensava! Non voleva che soffrisse, tanto meno per colpa sua!
"Kagome, devo parlarti..." le aveva preso la mano -come faceva una mano con artigli così letali ad essere insieme così morbida?- e la stava conducendo verso una collinetta riparata dai ciliegi da occhi indiscreti.
"Avevo sentito l'odore di Kikyo" osservava il paesaggio; un punto particolare del paesaggio. Kikyo era lì?
"Lo immaginavo"
"L'ho trovata"
Sospirò. "Perché mi dici tutto questo?"
"Voglio che tu sappia" si era voltato, la guardava con quei suoi occhi ambrati.
Voleva che lei sapesse... Voleva che lei sapesse... Perché era così triste, cos'era successo?
"Non sei tenuto a dirmi nulla. Sei libero di incontrarla e fare quello che vuoi"
Come potevano due semplici frasi farle così male? Nessun legame lo legava a lei, eppure pensarlo con Kikyo, che pure era stato il suo grande amore, le faceva così male... Perché? Si era innamorata di lui, ma non per questo aveva il diritto di togliergli la libertà!
"Ci siamo detti addio"
Per questo soffriva, si erano detti addio! Si erano detti addio... Ma per quale motivo?
"Perché?" solo un sussurro. Saperlo avrebbe spezzato qualcosa?
"Abbiamo capito che quel che provavamo un tempo non può tornare..." si era voltato nuovamente.
"Ti dispiace?" le faceva paura chiederglielo, ma aveva maggior timore al pensiero di vederlo soffrire.
Era il suo turno di sospirare "L'ho amata davvero, e so che sarà sempre nel mio cuore"
"Se ti servirà una spalla, un'amica, io sarò qui per te. Per te ci sarò sempre"
Si era voltato, si era avvicinato, ed ora la stringeva. Pensava a Kikyo?
"Grazie" glielo aveva sussurrato. Quelle parole le parevano un bacio.

La stringeva a sè, non voleva che se ne andasse, non voleva che pensasse di essere solo una riserva.
"Kagome?"
"Sì?"
"Sai che lei sarà sempre nel mio cuore, vero?"
Sospirò "Sì..." pareva così triste...
"Però ora ci sei tu, e non ti lascerò andar via. Quello che sento per te è forte, e non è solo amicizia"
L'aveva detto, l'aveva finalmente detto.

Se non era solo amicizia... Che l'amasse?
No, non ancora...

Una brezza leggera smuoveva i rami. I petali ora ricadevano su di loro.

*

"Naraku, ascolta, prima di tornare nell'aldilà, lo giuro, ti ucciderò!"

*

Una donna stava per esalare il suo ultimo respiro avvolta nella strana nebbiolina di quella sera.
"Avevi il diritto di amare"
"Già". Sorrise e morì.


Innanzitutto ringrazio coloro che hanno letto, ed ora, come promesso, ecco qualche spiegazione sul titolo.
"Kaze no Sakuramochi" significa "I dolcetti alle ciliegia del vento", al che ci si starà chiedendo cosa vuol dire. Bene. Scegliere il titolo è sempre difficile, perchè deve essere breve, riassumere la fanfiction e richiamare lettori. Se siete qua almeno il terzo obiettivo è stato raggiunto, come d'altronde il primo. Per quanto riguarda il secondo, sicuramente avrete notato nella storia molti riferimenti al vento e ai ciliegi. Per quanto riguarda i ciliegi, non so perchè, ma ogni volta che scrivo su Inuyasha&Co. riesco a infilarli ovunque! (vedi "Fiori di ciliegio" su Sesshomaru e Rin, oppure l'oneshot che sto preparando sulla morte di Kagura...), ma c'è anche da dire che i Sakuramochi sono, se non ricordo male a proposito di Ranma, dei dolcetti che, una volta ingeriti, se si ama la persona che li ha cucinati fanno comparire sul viso delle piccole 'voglie' a forme di petali di ciliegio. E il vento qua, ogni volta che porta i petali, indica amore. Kaze no Sakuramochi. Cosa un po' contorta, ma carina! ^_^' [30-6] Ho modificato. Petali è il titolo, Kaze no Sakuramochi solamente il sottotitolo... Mi pareva troppo "leggero" come vera e propria intestazione. E poi l'amore fra quei due è come petali, no? Bello, dolce. Fragile
Per quanto riguarda altre possibili domande, a breve -entro un mese, promesso- pubblicherò un commento alla fanfiction -con risposte alle recensioni annesse- e lì sarà spiegato più o meno tutto, dalle scelte lessicali al perchè di questa fanfiction.
Se piacerà, inoltre, credo che scriverò, più dettagliatamente, dell'incontro e del primo bacio di Kikyo ed Inuyasha. Mi sono affezionata al dramma della giovane miko e dell'hanyou!
A proposito, per il pezzo a cavallo ho preso ispirazione da "Una storia del passato" by Youki (<-- le sue ff sono stupende, leggetele!), ed è proprio grazie a lei che mi sono affezionata a questa coppia (come ringrazio Chiaretta per Sesshomaru-Kagura).
Una fanfiction non serve anche a questo? Allargare gli orizzonti! Perciò non considerate male la povera Kikyo... Ha solo sofferto.
Kisses, Serry


23-6-2006 (salvo altre modifiche)


*Dizionarietto*
kitsune= volpe
nekomata= demone gatto
taiji-ya= sterminatrice
Matte yo, Inuyasha!= Aspetta, Inuyasha!
-sama= suffisso che indica rispetto
houshi= monaco, maestro
Inuyasha no baka...= stupido di un Inuyasha
miko= sacerdotessa scintoista
hanyou= mezzo demone
shini-dama-chuu= insetti delle anime morte
Kami-sama= santo cielo, dei del cielo (o simile)


Aggiornato il 28-8

  
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