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Autore: Zsadist    27/10/2011    5 recensioni
Senza accorgersene il bascule iniziò ad illuminarsi e saturo di Zaiphon rilasciò l’energia in blocco facendo cadere il suo proprietario a terra.
-Ahi- si lamentò Teito massaggiandosi la schiena.
-Interessante- commentò una voce al suo fianco.
Il ragazzo spalancò gli occhi. Conosceva quella voce, ma non poteva credere che fosse reale. Alzò leggermente il mento per poter vedere in volto a chi apparteneva e schiuse le labbra per lo stupore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ayanami, Teito Klein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Legame col destino'
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Titolo: Ti troverò dentro l'anima ancora una volta
Serie: 07-Ghost
Genere: Yaoi
Raiting: Arancione
Stato: Oneshot 4 di 4
Pairing: Ayanam ix Teito

07-Ghost – Ti troverò dentro l'anima ancora una volta

Sbuffò. Il suo giocattolo si era rotto, ribellandosi anche negli ultimi istanti di vita. Ayanami si alzò dalla poltrona. Il legame di amicizia tra quel cadetto ed il marmocchio era stato più saldo di quanto pensasse. Già, il ragazzino... Cosa stava facendo in quel momento? Si disperava per la morte del biondo come nel sogno che aveva fatto tempo indietro? Tsk... Si avvicinò alla vetrata. Secondo il piano che aveva stabilito, Kuroyuri assieme al suo begleiter sarebbero stati sbarcati ed inviati come infiltrati nel settimo distretto. Non era più tempo di giocare.

-Aya-tan, aspettiamo i tuoi ordini- dichiarò sorridendo il Tenente.
-Procedete- rispose atono lui prima di uscire dalla stanza.

Teito si era seduto a bordo della fontana ed una raggiante Razette era subito accorsa a salutarlo canticchiando soave. Sospirò. Aveva deciso di tentare di superare l’esame per diventare vescovo con l’unico intento di ottenere il pass per poter viaggiare tra i distretti senza dover sembrare un fuggitivo. Castor aveva detto che per l'esame sulle sacre scritture non avrebbe avuto problemi in quanto ricordava ancora a memoria gli insegnamenti del Padre, ma per l'esame pratico era decisamente un'altra storia. Nell'esercito non aveva mai avuto problemi ad usare lo Zaiphon, era anche vero che normalmente non gli servivano armi per catalizzare l'energia ma durante l'addestramento un paio di volte aveva usato dei fucili. Cosa c'era di diverso tra uno stupidissimo bastone ed un fucile? Si prese la testa tra le mani e si scompigliò i capelli per la frustrazione, quando fu bagnato da un'ondata d'acqua, Teito scattò in piedi.

-Razette!- rimproverò la sirena che in risposta sorrise per poi canticchiare.

Il ragazzo sorrise anch'esso. Era impossibile arrabbiarsi con lei. Tornò a sedersi e Razette lo abbracciò.

-Tranquilla, sto bene, mi piacerebbe solo capire. Dove sto sbagliando?- domandò l'ex slave alla sirena.
-Qualcosa non va Teito-ku?n- domandò una voce gentile mentre si avvicinava al ragazzo.
-Labrador-san- salutò lui il vescovo.
-Non devi essere impaziente Teito, non dimenticare che lo Zaiphon esprime i sentimenti di chi lo usa- rammentò Labrador con un sorriso.

Teito increspò le labbra mestamente, che cosa avrebbe dovuto esprimere se non aveva ben chiaro cosa provava?

Tristezza. Aveva perso Mikage, l'unico ad avergli testo la mano all'accademia ignorando il suo passato da slave.
Amarezza. Non riusciva a perdonarsi per aver messo in pericolo il suo migliore amico.
Odio. Verso sé stesso.

-Grazie Labrador-san- sussurrò il ragazzo stringendo il bascule appartenuto a Frau.

Il vescovo si congedò dopo avergli lasciato una tazza di camomilla e Teito sospirando l’appoggiò a terra. Chiuse gli occhi e si concentrò sul bascule. Doveva liberare ciò che sentiva. Ripensò ai giorni all’accademia passati con Mikage. All’esame. Alla fuga. Agli occhi del Generale mentre dal balcone gli lanciava lo Zaiphon con l’intenzione di ucciderlo.

Ayanami. Il suo nemico.
Ayanami. Il sul destino.
Ayanami.Il suo amante.

Senza accorgersene il bascule iniziò ad illuminarsi e saturo di Zaiphon rilasciò l’energia in blocco facendo cadere il suo proprietario a terra.

-Ahi- si lamentò Teito massaggiandosi la schiena.
-Interessante- commentò una voce al suo fianco.

Il ragazzo spalancò gli occhi. Conosceva quella voce, ma non poteva credere che fosse reale. Alzò leggermente il mento per poter vedere in volto a chi apparteneva e schiuse le labbra per lo stupore.

-A… yanami…-.

Teito mosse nuovamente le labbra per dire qualcosa, ma la voce gli morì in gola. Era certo che il Generale fosse il suo peggior incubo. Allora perché non poteva fare a meno di arrossire immediatamente fissando quegli occhi lilla dalle scaglie di ghiaccio?

Vorresti sentire su di te le sue mani?


Le guance dell’ex-slave si colorirono ancora di più e non poté evitare di distogliere lo sguardo. Poi una certezza gli attraversò la mente. Strinse i denti e serrò le mani in due pugni.

-No- sussurrò il ragazzo –Hai ucciso Mikage-.

Ayanami sorrise.

-Miroku aveva ragione. Saresti stato il miglior bebleiter che mi avesse mai affiancato-.

Ed ancora Teito si sentì mancare. L’unica cosa che gli impediva di cadere era il fatto di trovarsi già a terra. Si portò le mani al petto e si morse il labbro inferiore fino a farlo sanguinare. Odiava quell’uomo. Lo odiava. Lo odiava. Un dolore l’attraversò e con una lacrima che scendeva lentamente lungo il volto capì di cosa si trattava: il suo cuore si stava spezzando in due. Poteva l’odio coesistere con quel sentimento inspiegabile che aveva tanto il retrogusto di affetto?

-No- ripeté Teito –Mi hai fatto tuo schiavo due volte, non te lo lascerò fare anche una terza-.

Il Generale si voltò facendo alzare un po’ di polvere col momento del mantello bianco che lo copriva. Era sbarcato dalla fortezza di Hohburg lasciando là la divisa militare e la sua sciabola, indossando solo una camicia bianca ed un mantello per confondersi tra la gente comune. E l’aveva fatto solo per assaporare nuovamente la vista di quel marmocchio. Si, voleva fargli capire che non bastava una chiesa o chissà cosa per separarli. Ed ora che l’aveva incontrato poteva andarsene, ormai Kuroyuri ed il suo bebleiter dovevano essersi già infiltrati tra i candidati all’esame di vescovo.

Teito sgranò gli occhi vedendo il suo nemico allontanarsi tranquillamente. Non si accorse di nulla. Non si ricordava di essersi alzato in piedi. Non si ricordava di aver preso lo slancio e di aver saltato. Non si ricordava di come la sua mano aveva afferrato il mantello bianco. Perché?

-Non andartene- sussurrò appoggiando la fronte sulla schiena dell’uomo.

Non aveva alcun senso. Ogni volta che vedeva quella schiena allontanarsi da lui perdeva ogni capacità di ragionamento. Le lacrime gli rigavano il volto. Perdonami Mikage, ma io non posso… non posso… pianse. Aggrappato a quella stoffa pianse ed il militare restò immobile. Quando non restarono altro che singhiozzi, Ayanami si scostò leggermente e si voltò per prendergli il volto tra la mano. Lo baciò. Senza avviso, senza un vero motivo. Teito si alzò leggermente sulle punte dei piedi. Quelle labbra sulle proprie gli scaldavano l’animo. Cedette. Lasciò che quella parte di cuore che non odiava il Generale avesse la meglio. Si staccò da lui ed abbassò lo sguardo. Colpevole. Innocente. Che differenza faceva ormai?

-Qui ci potrebbero vedere- soffiò il ragazzo leggermente imbarazzato –A… andiamo nella mia stanza-.

Ayanami sogghignò ed iniziò a seguirlo. Nei cortili della chiesa c’era un andirivieni di persone e di suore, ognuno a modo suo occupato a svolgere delle mansioni ben stabilite. Regnava la pace e felicità. Lui che era il nemico giurato di alcuni abitanti di quel luogo, camminava nella dimora di Dio come se nulla fosse. Costeggiando il giardino si diressero nei corridoi.

-Da questa parte- spiegò Teito arrossendo un poco.

Ma il militare gli afferrò il braccio facendolo fermare di colpo.

-M… ma che…- provò a chiedere il ragazzo prima che un nuovo bacio lo facesse ammutolire.

Era diverso da quello precedente. Era più possessivo. Bramoso. Si staccarono e Teito rischiò di cadere a terra a causa delle gambe che non lo sorreggevano più. E si accorse di non poter fare a meno di ansimare leggermente. Ancora. Appoggiato alla parete si perse in quelle iridi lilla, ne voleva ancora. Si vergognò per quello che stava facendo.
Ayanami aprì la prima porta che trovò e lo spinse dentro. Il bagno era vuoto. Chiuse la porta a chiave ed afferrò nuovamente il volto di Teito e lo baciò. Con la lingua gli leccò il piccolo taglio che si era fatto poco prima. Ghignò leggermente quando sentì le mani del ragazzino cercare di togliergli il mantello. Lo aiutò. Teito arrossendo gli sbottonò la camicia ed appoggiò le mani su quella pelle candida. Inspirò ed il profumo del Generale lo avvolse. Sorrise e ritirò le mani per iniziare a liberarsi dei propri vestiti. Era strano togliersi gli abiti da lutto che i vescovi gli avevano gentilmente prestato, ma in quel momento non esisteva altro che l’uomo che aveva davanti, al resto avrebbe pensato in seguito.
Una volta che i vestiti furono tolti di torno, Ayanami spinse Teito contro la parete e lo bloccò come un animale in trappola. Avvicinò il proprio volto a quello del ragazzo e gli respirò sulle labbra godendo dell’agonia di quel contatto mancato stampata in faccia al marmocchio. Scese più in basso e gli baciò il collo mentre con le mani iniziò ad accarezzarlo, esplorando ogni centimetro di pelle fino a scendere in basso, dove il membro parzialmente eretto del ragazzo pareva implorare di essere preso in considerazione, Teito gemette quando avvertì le calde mani del militare sfiorarlo in tutta la sua lunghezza. Una volta. Due volte. Ed ancora. Le gambe sembravano reggerlo in piedi a stento, e la schiena si inarcava ad ogni tocco nella speranza che questo durasse più a lungo. Poi improvvisamente il ragazzo si ritrovò a trattenere a stento un gridolino di dolore misto a piacere quando un dito lo penetrò tra i glutei.

-Di… più…- implorò l’ex-slave.

A quella richiesta il Generale sorrise e sfiorandogli l’orecchio con la lingua strofinò il proprio membro sull’amante per poi con una spinta penetrarlo come aveva fatto prima col dito. Teito sussultò e gemette ad ogni spinta impetuosa dell’uomo. E dimenticò tutto. Non esisteva nulla al di fuori di loro. Era diverso da quella volta tra la sabbia nel canyon, sentiva che qualcosa era cambiato. Lui era cambiato. Lo voleva. Veramente questa volta, non avrebbe avuto bisogno dell’occhio di Michael per un esame di coscienza. Perché ormai era chiaro: Teito Klein desiderava Ayanami. Era semplice. E quasi ad aver intuito il cambiamento nell’animo del ragazzo, i movimenti di Ayanami si fecero più ritmici ma meno violenti. Quasi volesse anche lui diventare un tutt’uno con il ragazzo che era fuggito dall’accademia militare dopo aver tentato di ucciderlo. Quando il Generale venne dentro a Teito gli leccò una lacrima che scivolava solitaria lungo la guancia per poi guardarlo negli occhi. Quell’incontro sarebbe stato l’ultimo. Presto avrebbero ripreso i loro ruoli originari. Il cacciatore e la sua preda. Ma quei ricordi non l’avrebbero mai lasciato. Si staccò dal ragazzo e raccolse i vestiti.

-Ayanami…- lo chiamò Teito.
-Si?- domandò il Generale rivestendosi.
-No… nulla- rinunciò lui chinandosi a prendere l’abito da lutto.

Cosa ha significato tutto questo per te? chiese mentalmente Teito, avrebbe voluto domandarlo direttamente a lui, ma gli mancava il coraggio. Non voleva sentire in realtà la risposta. Preso dai propri pensieri non sentì nemmeno il militare uscire dal bagno. Restò lì ancora un po’ e poi uscì per andare nella propria stanza. Arrivato si gettò sul letto e chiuse gli occhi. L’immagine di Ayanami gli apparve davanti. Sorrise. Si. Chiuderò gli occhi e ti troverò dentro l’anima ancora una volta.

-Fine-

   
 
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