Ho sempre amato le due ruote biciclette o moto che siano e ieri, dopo aver visto i funerali di uno dei campioni che mi piaceva tanto, il Sic, ho aperto il quaderno e sono rimasta a fissare una pagina bianca, con la penna in mano ed è venuto fuori questo.
Sono pensieri, è quanto mi portavo dentro, non è dedicata solo al Sic, ma a tutti i piloti, a tutti coloro che vivono la vita su due ruote e a tutti gli appassionati.

Una Vita Su Due Ruote

Una bicicletta appesa al muro in cantina: curata, linda, senza un filo di polvere, giusto con i graffi e le cicatrici dei pezzi mancanti, vittima di mille peripezie.

Una bicicletta sulla quale hai imparato ad andare all’età di sei anni, destreggiandoti sui colli romagnoli, fino ad arrivare al mare.

Una bicicletta, le prime due ruote che hai imparato ad amare.

Una motocicletta. Si, eccola qui, la bimba. Colei che dietro la vetrina del negozio ti ha infiammato il cuore; colei che, al primo sguardo, sapeva già di essere tua; colei che, con il rombo del motore, ti ricorda il motivo per cui ami tanto le due ruote.

Una motocicletta, amica, tanto da dormirci insieme.

Una motocicletta, compagna di gare, con i tuoi compari di corsa, fin dalla tua più tenera età.

Nonostante il casco in testa, ti piace sentire il vento solleticarti i pochi centimetri di pelle scoperta, mentre si avventa su di te, compagno di quella velocità, che ti piace tanto.

Velocità: colei che la fa da padrona, compagna di sgasate, gare, avventure. Sorella di madama prudenza, quella che non mancherà mai, anche se sei un centauro, un guerriero, che vive la propria vita con grinta, ma che è anche un uomo, sotto quella corazza di pelle di pilota.

Un rettilineo, delle curve e poi, ancora un rettilineo: questa è la tua vita. Accompagnato da un casco e da una fedele dama, quella motocicletta, che ha condiviso con te mille peripezie e ti ha portato in trionfo.

Due ruote, un motore, un manubrio, un circuito su cui correre e tutta la vita davanti, mentre la scritta traguardo è lontana.