Il capo sono io ~
prompt: #040, three plum buns
Il capo sono io, diceva il leggendario grembiule di Silvano. Evidentemente le sue scelte in fatto di slogan erano di gran lunga peggiori di quelle pedagogiche e relazionali. Era alquanto imbarazzante che uno che se ne andava in giro per casa con quella scritta addosso si lasciasse mettere i piedi in testa dal primo venuto o dalla prima venuta.
«Veloce, veloce, agita veloce...»
«Vado bene così?»
«Certo, così è perfetto, se vuoi far finire la maionese al manicomio.»
Patti sbuffò; i capelli le si sollevarono dalle guance. «Non scherzare. Ho bisogno di serietà se voglio mostrarmi degna della mia nuova parte.»
Alle solite: al menzionare i suoi sogni di gloria, gli occhi di Patti si erano illuminati – e la sua attenzione era volata via verso pianerottoli lontani. Fiutando il pericolo, Silvano si affrettò a toglierle di mano ciotola e frusta e a mescolare la maionese con rinnovata energia.
«Altro che corso accelerato di cucina... A te non basterebbe un decennio in terapia dalla Parodi, benedetta ragazza...»
Patti spalancò la bocca, oltraggiata. Tentò di riprendersi la maionese, tirandogli il braccio armato di frusta.
«Ma Silvano, non imparerò mai senza il tuo aiuto! Mi sostituiranno con la Binoche! Non vorrai permetterlo!»
Silvano si voltò a guardarla. Il capo sono io, diceva il suo leggendario grembiule, allacciato al corpo mediterraneo di Patti – ed era piuttosto spiacevole collegare quelle parole a quello sguardo implorante.
E naturalmente, in quel breve lasso di tempo in cui – tanto per cambiare! – l’aveva distratto, la maionese impazzì.
«E va bene» capitolò, mollando la ciotola e pulendosi le mani in un canovaccio. «Proviamo con qualcos’altro... Qualcosa di più semplice... Non credo che la mia cucina possa sopravvivere ancora a lungo.»
Patti s’illuminò di nuovo. «Non so che farei senza di te!»
Silvano si fermò un attimo prima di rispondere che lui sapeva benissimo cos’avrebbe fatto senza di lei – una vita tranquilla.
Il punto è che quegli occhi così luminosi non facevano impazzire solo la maionese.
Patti tentennò. «Perché mi guardi così?»
«Hai...» Silvano accennò col dito alla sua faccia troppo vicina. «Hai un po’ di farina... lì... sulle lab... eh... su...»
«Dove?» fece lei, avvicinandosi.
Il capo sono io, diceva il leggendario grembiule di Silvano, allacciato al corpo mediterraneo di Patti, caldo come il suo respiro...
Da qualche parte una porta si spalancò e lasciò entrare la vocina deliziata di Linda.
«Siamo tornati! Dov’è il ‘pranzo-da-leccarsi-i-baffi’ che ci avete promesso stamattina?»
Silvano scattò indietro e si fiondò fuori dalla cucina, troneggiando sui tre figli che al vederlo, per pura precauzione, si fecero piccoli piccoli.
«Niente ‘pranzo-da-leccarsi-i-baffi’. Oggi panini alla prugna. Per tutti e tre.»
Raffa e Luca si scambiarono un’occhiata stupefatta, e Linda rimase a guardare a bocca aperta il papà che tornava dentro e iniziava a ripulire molto rumorosamente la cucina.
«Ma... Ma perché?»
«... Perché Patti è un disastro, ecco perché.»
«Beh» sorrise Patti, attirando di nuovo la sua attenzione per restituirgli il grembiule, «tu però sei un mammo perfetto.»
Il leggendario grembiule di Silvano era uno sporco bugiardo.
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Nota: Il corso di
Composizione Scenica per la Televisione mi ha insegnato che la sit-com è
il genere televisivo più squallido che esista. Oltre alla mancanza di
realismo (avete notato quanto sono sgargianti
le scenografie tipiche? Innaturali, no?), con l’aggiunta delle risate
registrate rende inoltre lo spettatore del tutto passivo: come dire, se lui
rida o meno è indifferente, dato che la risata c’è
già! Anche per questo motivo non avrei mai pensato di ritrovarmi a
scrivere un giorno su una sit-com – italiana,
per di più! – ma devo dire che Il
mammo ha un suo fascino, e il personaggio
interpretato da Iacchetti è dotato di una sottile intelligenza che non
mi ha mai lasciata indifferente. È, il suo, forse l’unico
protagonista di sit-com che mi sia mai davvero piaciuto, e spero di aver reso
qui abbastanza IC Silvano Zerbi e il suo delicato
rapporto con Patti Gonzales.
Nella serie Silvano ha davvero un grembiule con su scritto Il capo sono io, così come Patti si rivolge davvero a lui ogni volta che deve ‘entrare nella parte’ per un nuovo film. Il riferimento a Juliette Binoche è in virtù del film Chocolat, mentre quello a Benedetta Parodi è una licenza temporale anacronistica cui semplicemente non ho resistito xD