Serie TV > Life with Derek
Segui la storia  |       
Autore: Fauna96    28/10/2011    3 recensioni
Ciao a tutti!Questa fiction parte dall'episodio della 4 stagione in cui Casey viene tradita da Truman e Derek si comporta da fratello "protettivo"...Spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciaoo!! Ecco l'ultimo capitolo! Ringrazio tutti quelli a cui è piaciuta e che si sono appassionati e i miei recensori!! Un ringraziamento speciale alle mie amiche Ari, Eli, Pri E Romi, dotate di incredibile pazienza!! Buona lettura!!

5 College


Decidemmo di tenere quel che era successo segreto, per lo meno alla famiglia; lo dicemmo solo ai nostri migliori amici. Non so come la prese Emily, ma per Sam e Ralph fu un vero shock: poco mancò che svenissero; mi chiesero due o tre volte se stessi scherzando, poi esplosero in un milione di domande: l’avevamo detto ai nostri genitori? Quando pensavamo di farlo? Come l’avrebbero presa? E se non l’avessero accettato? E se, e se... Insomma, mi riempirono la testa di tanti angoscianti interrogativi che quando tornai a casa ero molto più preoccupato di quando ero uscito. Tanto per migliorare la situazione, mio padre mi annunciò che il college, il Queens, a cui aveva fatto domanda mi aveva messo in lista di attesa, ovvero c’erano pochissime possibilità di essere ammesso. In realtà, non ci avevo mai dato troppo peso: pensavo di prendermi un anno sabbatico per fare un viaggetto in Europa. Casey invece era già stata accettata e aveva pure ricevuto una borsa di studio. Accidenti... non ci avevo mai riflettuto, ma questo significava passare un anno lontani... Mi buttai sul letto e mi infilai le cuffie; tentai di liberare la mente e di rilassarmi un po’... - Derek! – sussultai. Casey era sulla porta con aria preoccupata. Mi tirai su togliendomi le cuffie e le feci cenno di sedersi sul letto. Obbedì e sospirò. – George mi ha detto che la Queens ti ha messo in lista di attesa -. Annuii. – Be, sì; è già tanto che l’abbia fatto, a dire il vero -. - Quindi partirai per l’Europa? – mormorò. Mi allungai e le tolsi una ciocca di capelli dal viso. - Non saprei che altro fare... – - Sì, ma... – si interruppe. - Ma...? – - Mi mancherai tantissimo! – gridò e mi abbracciò forte. La strinsi a me, cullandola. Anche a me sarebbe mancata da morire... ma non vedevo altre possibilità. Casey alzò il capo. – Potrei venire con te... – - Cosa?! No, no Casey! Non puoi rinunciare a tutto per venire con me! – tuonai. - E perché no? – replicò lei, alzando il mento in segno di sfida e sciogliendosi dall’abbraccio. - E poi, chi mi dice che... – si interruppe di botto, arrossendo. - Cosa? – indagai. - Niente... una cosa stupida – balbettò, distogliendo lo sguardo. Le lanciai un’occhiataccia. Odiavo che lasciasse a metà un discorso. - Be’, insomma... dicono che le ragazze europee siano carine... – bofonchiò, torturandosi i capelli. - Sei gelosa! – esclamai ridacchiando. Come poteva esserlo? Ok, era una pessima domanda, considerati i miei precedenti. Ma se avesse potuto leggermi la mente, vi assicuro che non avrebbe avuto il minimo dubbio: c’era solo lei nei miei pensieri. Insomma, ci fu una piacevole pseudo- litigata sulla gelosia che si concluse con Casey che mi poggiava la testa sulla spalla e che ammetteva (a bassa voce) di essere un po’ gelosa. Tuttavia, per quanto la prendessi in giro, anch’io ero preoccupato; non per Casey, di lei mi fidavo; piuttosto, sapevo che qualche ragazzo al college le avrebbe messo sicuramente gli occhi addosso ed io sarei stato troppo lontano per dirgli due paroline o magari anche solo saperlo, perché, conoscendo Casey, mi avrebbe taciuto tutto pur di non farmi preoccupare. Eravamo ancora sul letto abbracciati quando la porta si aprì ed entrò la mia adorabile sorellina che appena ci vide sgranò gli occhi. Io e Casey scattammo come se avessimo preso la scossa ed io cercai disperatamente una spiegazione plausibile, senza trovarla; Marty poteva essere piccola ma non certo sciocca, anzi terribilmente furba, a volte. Ci fissò senza parlare per un po’. Poi: - Adesso non litigate più? – chiese con aria innocente. - Non più tanto, tesoro – rispose Casey, sorridendole. - Sono contenta! – gridò Marty ridendo. – Volevo dire che la cena è pronta! – saltellò fuori dalla mia stanza, poi tornò indietro, ci fece l’occhiolino e si portò alla bocca l’indice. - Grazie, Marty – feci io, sollevato. Come dicevo, Marty non è affatto sciocca: credo abbia preso parecchio da me.

I giorni seguenti passarono fin troppo veloci per i miei gusti; volevo solo passare più tempo possibile con Casey e non è cosa facile in una casa così affollata.
Arrivò la vigilia della consegna dei diplomi; Casey era incredibilmente agitata perché toccava a lei pronunciare il discorso di fine anno e non sapeva cosa dire e come dirlo. La sera prima, sentivo Casey che marciava su e giù per camera sua; decisi che dovevo vedere com’era la situazione e, purtroppo, non era delle migliori: la studentessa migliore della scuola era spettinata, circondata da fogli di carta appallottolati e in preda a una crisi di nervi. - Derek! Non so cosa dire nel discorso, mi vengono solo luoghi comuni! Oddio, farò una figuraccia davanti a tutti, il mio discorso sarà il più brutto mai pronunciato, tutta la scuola... – Per farla breve, la lasciai sfogare un po’, poi le cinsi le spalle e la feci sedere alla scrivania. - Casey – iniziai col mio miglior tono rassicurante, accarezzandole una guancia – andrà bene. Hai avuto solo un piccolo esaurimento nervoso, via! Adesso tu prendi un bel respiro e scrivi il più bel discorso di commiato mai sentito! - . Sbuffò. – Io non so cosa scrivere, Derek! Non ne ho la più pallida idea! In un discorso come questo bisognerebbe dare coraggio alle persone, dire loro che il futuro è una cosa meravigliosa, ma non ce la faccio! Il problema è che... in questo momento non riesco a pensare positivo... il problema è che ho paura -. La sua ammissione mi intenerì, perché Casey non era il tipo da dire certe cose. - Ascolta, Cas – sospirai – è normale avere paura di qualcosa che non si conosce. E forse tu nel discorso dovresti scrivere proprio quello che provi... che proviamo tutti, alla fine -. Mi sorrise. – Anche Derek Venturi? – - Anche lui – borbottai, prima di chinarmi a baciarla.

Prima di andare dormire, scesi in salotto a recuperare l’Ipod e passando feci cadere alcune lettere dal tavolino. Sbuffando, mi chinai a raccoglierle e vidi che una aveva il mio nome sopra; incuriosito, la voltai e, con mia enorme sorpresa, apparve lo stemma della Queens! Possibile che nessuno l’avesse notata? Probabilmente, era nascosta sotto una bolletta. Impaziente, lacerai la busta e lessi avidamente; oh, cavolo. Non era possibile. Ci doveva essere un errore. Ma no, c’era il mio nome. .... La informiamo che in seguito a bla bla bla... accettiamo la sua domanda d’iscrizione al nostro Istituto e ci auguriamo che... Oh, chi se ne importava! Ero stato ammesso!! Questo significava che sarei andato al college con Casey! Mi venne l’impulso di mettermi a saltare e urlarlo per tutta la casa, ma mi trattenni: era quasi mezzanotte, dopotutto, e i miei coinquilini erano piuttosto suscettibili se svegliati di notte... Insomma, il giorno dopo ci sarebbe stato tutto il tempo, no?

Ovviamente, mi sbagliavo, perché il mattino dopo la famiglia sembrava in preda a un attacco di isteria collettiva. Chi correva su e giù per le scale, chi urlava cose tipo : “E’ meglio questo o quel vestito?”, chi semplicemente era agitatissimo. Anch’io fui contagiato dalla frenesia e quasi mi dimenticai della notiziona e comunque non riuscii a dirla. Come sempre accade in questi casi, ci eravamo alzati prestissimo per fare tardi e fu con molta agitazione che riuscimmo a salire in macchina e partire.
E’ strano, ma non riesco ricordarmi il discorso di Casey; forse perché avevo la mente totalmente occupata dai miei pensieri: l’ammissione al college, quel che c’era tra me e Casey e le sue conseguenze; mi resi conto con panico che, dato che saremmo andati insieme alla Queens, avremmo dovuto dirlo. Mi è rimasta impressa una frase di quel discorso, forse perché esprime alla perfezione il mio stato d’animo: - E’ vero che quando si chiude una porta si apre un portone, ma abbiamo paura di scoprire ciò che si nasconde dietro ad esso. E’ normale, tutti, sono certa, tremiamo al pensiero di quello che ci aspetta, ma allo stesso tempo siamo impazienti di scoprirlo. Anch’io ho paura, ma sono certa che il futuro, per quanto inaspettato sia, porti sempre qualcosa di bello -. Qui, Casey incrociò il mio sguardo e mi sorrise; ricambiai,, in qualche modo sollevato che fosse riuscita a esprimere ciò che sentivo. Era vero: chi più di noi due avrebbe potuto confermarlo?

Durante la cena, io mi alzai e annunciai che ero stato ammesso alla Queens; mio padre stava per cadermi ai piedi, Edwin mi guardò con vera adorazione e Casey si buttò tra le mie braccia. Quest’ultima reazione scatenò sbigottimento generale; a toglierci dall’impiccio intervenne la fantastica Marty che disse con due occhioni innocenti che io e Casey eravamo fidanzati. A questo punto, mi aspettavo come minimo l’apocalisse. Invece, papà e Nora, dopo aver parlottato dissero che, dopotutto avrebbero dovuto aspettarselo; poi, dato che saremmo andati al college insieme, ci raccomandarono di “stare calmi” e la serata si concluse tra risate e espressioni di incredulità da parte di Lizzie ed Edwin.

Ero appollaiato sul tavolo della cucina mangiucchiando cereali e leggendo i corsi della Queens. - Ancora in piedi? – si informò una voce più c he familiare. - Mmm... direi che non sono l’unico... e per gli stessi motivi – soggiunsi, notando che anche Casey aveva in mano uno dei volantini del college. - Sono davvero interessanti! – esclamò entusiasta. – Guarda: teoria femminista, poesia femminista... - Lo so! Stavo pensando che dovrei frequentare i tuoi stessi corsi... sarebbe bello e potrei conoscere le tue amiche... – rimpicciolii sotto il suo sguardo infuriato. – Scherzavo! – - Ti conviene! - mormorò lei minacciosa. – Altrimenti, dovrò pensare a qualche uscita con i tuoi colleghi giocatori di hockey! – aggiunse con un sorrisetto. La guardai male. – Ok, lasciamo stare i corsi femministi... però devi promettermi di lasciarmi fare una cosa... – - Cosa? -. Mi avvicinai e la baciai con passione, stringendola forte. Si staccò con un mezzo sorriso e poggiò la testa sul mio petto. – Tutte le volte che vuoi. Promesso. –. Promesso – ripetei, soddisfatto, pienamente convinto che il college sarebbe stato meraviglioso.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Life with Derek / Vai alla pagina dell'autore: Fauna96