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Autore: JhonSavor    28/10/2011    5 recensioni
Salve cari lettori e lettrici. Immagino che tutti conosciate Gilbert Beilschmidt, ovvero Prussia, fratello maggiore di Ludwing alias Germania, ma tutti lo conoscono come il "magnifico lui".
Ma chi è Gilbert in realtà? Conosciamo davvero poco di questo personaggio che al di là della sua "modestia" è davvero spettacolare. Volete sapere più di lui?
Mettetevi comodi allora e leggetevi questa storia che vi mostrerà aspetti inediti di Gilbert, lati della sua persona che non credavate avesse.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Hetalia: Storie di Nazioni'
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 Cavalleria e Onore: Gilbert Beilschmidt

 
E vai col mambo ragazzi/e! Eccomi con una nuova fanfic: stavolta vi narrerò le avventure di uno dei personaggi più riusciti di tutto il manga di Hetalia: Gilbert! Non saremo nel periodo prussiano ma molto prima; vi presenterò le origini di questo fantastico, anzi magnifico (XD), personaggio che non potete neanche immaginare!
Questa appartiene alla stessa continuity delle mie altre fanfic, Hetalia: la storia eRicordi.
Buona lettura.
 
 
CAPITOLO I: Un cavaliere giunge sempre nel momento del bisogno

 
 
Città di Vienna, anno 1529, settembre.
 
 
Erano passati tre anni dalla disfatta ungherese presso Mohács.
 
Erano passati tre anni da quando gli ottomani avevano invaso le terre balcaniche, sottomettendo l’intera regione al loro volere.
 
Erano passati tre anni da quando il regno di Ungheria era caduto. Il suo re morto.
 
Terre saccheggiate, città e luoghi sacri violati dalla ferocia musulmana, che aveva smembrato la terra ungherese in due regioni separate e distinte.
Una che faceva capo a Zápolya*, che solo per fregiarsi del titolo di re era pronto a vendersi alla Porta*.
L’altra invece era guidata dall’arciduca d’Austria Ferdinando* che rivendicava la corona in quanto cognato del defunto re.
Elizabetha sapeva bene che fare un accordo con gli Asburgo era rischioso. Una famiglia potente e fiera e che aveva mire di predominio. Ma non ne aveva voluto tenere conto, e decise di legittimare la posizione di Ferdinando.
Molti criticarono questo suo gesto: in buona parte tra i suoi nobili, ma anche potenze straniere ebbero da ridire.
Ma che cosa avrebbe potuto fare? Che possibili varianti le erano state offerte? Nessuna.
Forse ai grandi d’Europa non preoccupava il pericolo turco poiché non li sfiorava da vicino, non era nelle loro priorità. Elizabetha non era intenzionata a metterlo in discussione, ognuno ha i suoi problemi e i suoi doveri: proprio per questo si trovava in quella città a prepararsi all’assedio.
Il suo dovere era di salvaguardare il popolo ungherese, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare una dominazione turca.
Negli anni passati Ferdinando si era opposto a Zápolya in alcuni scontri, sconfiggendolo e facendolo ripiegare ma questi aveva chiesto l’aiuto del sultano turco Solimano*.
E ora il sultano stava arrivando con un immenso esercito, deciso a schiacciarli e a proseguire oltre la sua conquista.
Vienna era l’ultimo baluardo prima del contatto diretto con il centro dell’Europa. E sarebbe toccato a loro difenderlo.
La paura non li aveva certamente demoralizzati, anzi aveva messo ai cittadini e ai potenti le ali ai piedi: il massacro del presidio di Buda agli inizi di settembre aveva sortito il loro effetto.
La città sarebbe dovuta essere completamente riorganizzata per poter resistere all’invasione; fortunatamente il vecchio generale Niklas Graf Salm* si dimostrò l’uomo giusto al momento giusto.
Giunse in città con un buon numero di Lanzichenecchi e di moschettieri spagnoli e si adoperò per approntare le misure di difesa necessarie.
A lei era stato affidato il compito di supervisionare e guidare le operazioni per la costruzione di un baluardo interno, e di riferirgli costantemente come procedessero i lavori.
 
Alcuni giorni dopo l’arrivo del generale, giunse in città una colonna di uomini a cavallo.
Ungheria li vide perchè nella loro avanzata per le vie cittadine, evidentemente per giungere alla chiesa di Santo Stefano dove Salm aveva posto il suo quartier generale, passarono di fianco al suo cantiere.
Erano tedeschi, li riconobbe dalle loro voci che sentiva fuoriuscire tonanti dagli elmi: stavano cantando e la loro lingua non le era ignota…
 
-Purificami, o Signore… sarò più bianco della neve! -
 
Montavano degli enormi cavalli da guerra, ed erano interamente ricoperti da armature di ferro, bardati di lunghi mantelli.
 
-Pietà di me, o Dio, nel tuo amore… -
 
I loro elmi erano di una foggia strana, quadrata e con delle corna che partivano dai lati e si innalzavano, dando loro un aspetto particolarmente minaccioso…
 
-…nel tuo affetto cancella il mio peccato e lavami da ogni mia colpa…-
 
Sui loro scudi vi era rappresentata una croce nera in campo bianco…
 
-…purificami da ogni mio errore-
 
Elizabetha li aveva riconosciuti alla prima occhiata, non potevano essere che loro…


-Purificami, o Signore...-
 
La donna guerriero si mise in mezzo alla via bloccando il passo ai cavalieri.
Il cavaliere in testa alla colonna fece cenno di arrestare la marcia e con essa anche il canto si fermò.
L’uomo, che si distingueva in modo particolare per le corna estremamente elaborate del suo elmo, le si rivolse in tedesco con tono leggermente irritato.
-Perchè ci blocchi la strada, donna? Fatti da parte, dobbiamo proseguire il nostro cammino-
Elizabetha invece di rispondere mostrò l’anello dorato che portava alla mano destra, recante l’effige regale ungherese.
Il cavaliere rimase in silenzio osservando l’oggetto, riprendendo poi a parlare con tono calmo.
-Riconosco la vostra autorità, mia signora. Noi cavalieri dell’Ordo Teutonicus siamo giunti qui per aiutarvi nella lotta contro i musulmani. Sapreste indicarci la via per l’accampamento del generale Niklas Graf Salm?-
La donna appoggiando la mano sull’impugnatura della spada che teneva legata alla vita, gli rispose –Vi accompagnerò di persona… ditemi il vostro nome e sarà lieta anche di annunciarvi a lui-
Il cavaliere si levò l’elmo mostrando a Elizabetha un volto familiare. Molto famigliare.
Quei capelli e quegli occhi, non erano in tanti a averli.
L’uomo, di fronte allo stupore della donna, rispose con un sorrisetto ironico.
-Mi chiamo Gilbert von Edelstein-Beilschmidt, Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici dell’Ospedale di Santa Maria-
 
*Giovanni I d'Ungheria (Castello di Spiš, 2 febbraio1487Szászsebes, 22 luglio1540)
* Sublime Porta, era uno dei nomi con cui si identificava l’Impero Ottomano, a causa del portone che conduceva ai quartieri del Gran Visir, luogo d’accoglienza degli ambasciatori.
*Ferdinando I d'Asburgo (Alcalá de Henares, 10 marzo1503Vienna, 25 luglio1564)
*Solimano I detto "il Magnifico" (Trebisonda, 6 novembre1494Szigetvár, 6 settembre1566) fu sultanodell'Impero ottomano
* Generale mercenario settantenne tedesco che si distinse nella battaglia di Pavia del 1525
 
Beh? Che ne dite fatemi sapere!
Ciao.

  
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