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Autore: Oscar_    29/10/2011    3 recensioni
Il motivo che mi spinge a scrivere certi avvenimenti mi è tutt'ora sconosciuto. L'idea che un giorno potessi trattare dei miei argomenti più intimi in uno scritto che girerà il mondo un tempo mi avrebbe fatto rabbrividire. Ora mi ci sono rassegnato. Non è possibile oltre mantenere nascosto il duro passato. Questa narrazione inizia con un semplice bagno. Un bagno di quelli che si fanno per sciacquare via la stanchezza di una lunga settimana d'interminabile lavoro, a cui le docce non hanno contribuito a cancellare il passaggio.
Genere: Guerra, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Danimarca, Islanda, Nordici
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nordic5~
 
 
 
 






-Sometimes I think it would be better to be a simple person-
 
 
 
 


Il motivo che mi spinge a scrivere certi avvenimenti mi è tutt'ora sconosciuto. L'idea che un giorno potessi trattare dei miei argomenti più intimi in uno scritto che girerà il mondo un tempo mi avrebbe fatto rabbrividire. Ora mi ci sono rassegnato. Non è possibile oltre mantenere nascosto il duro passato. Mi preme con violenza sul petto pregandomi di fuoriuscire. Ed io debbo assecondarlo. In fondo sono solo un'isoletta inutile e per nulla considerata.
Chi sono io? Semplice: Jóhann Sveinsson, meglio conosciuto come Islanda. 
Ho convissuto per anni sopportando dolore e conflitti in massa, senza mai lamentare una singola azione. Ho patito in silenzio insulti ed affronti, senza mai lasciar libero sfogo all'ira. Ho represso le mie emozioni come mi avevano insegnato. Ho compiuto il mio dovere sino all'ultimo. Ed ora manca solo raccontare tutto. Sarà la parte più complessa? No, ho sopportato di peggio. 
Questa narrazione inizia con un semplice bagno. Un bagno di quelli che si fanno per sciacquare via la stanchezza di una lunga settimana d'interminabile lavoro, a cui le docce non hanno contribuito a cancellare il passaggio. 
Me ne stavo tranquillo e rilassato nella mia vasca di marmo bianco immerso nei sali sulfurei quando una serie ininterrotta di colpi ripetuti più volte alla porta d'ingresso mi destarono dal mio relax appena conquistato. Mi feci forza, con gran rimpianto, ed uscii dalla vasca, dandomi una rapida asciugata e poi legandomi l'asciugamano in vita. Corsi alla porta e senza nemmeno guardare dall'occhiolino aprii. Chi poteva essere alle otto e mezza di sera?
- Jóhann! Ma stavi facendo la doccia? Non si fa mica a quest'ora, sciocchino! - Esclamò il mio caro amico Mathias, scoppiando in una fragorosa risata che contribuì ad arrossarmi le pallide guance più di quanto già il freddo non facesse periodicamente. 
- Non la doccia. Il bagno. Cosa ti serve? - Domandai non poco scocciato, desideroso più che mai di tornarmene al mio bagno che mi attendeva impaziente. 
- Oh, non te la sarai mica presa! Ahahah! E io che porto buone notizie! Su, fammi entrare... - E senza nemmeno attendere il mio assenso si fiondò all'interno della casa, spaparanzandosi sul mio divano di pelle color bordeaux. Dopo aver sospirato sorrise soddisfatto e tirò fuori dalla giacca un plico di fogli rilegato con un nastro blu e giallo: i colori della bandiera svedese. Deglutii sperando non fosse qualcosa di grave visto che Berwald di rado inviava telegrammi o altro per posta, e richiusi la porta, avvicinandomi a Mathias.
- Cos'è quello? - Domandai, non senza una certa curiosità, fissando lo sguardo sul plico e non togliendovelo nemmeno per un secondo finché il danese non si decise a parlare. 
- Il nostro amico Berwy chiede l'indipendenza! Ahahah! - Annunciò ridendo di nuovo, come fosse una notizia che attendeva da tempo immemore. Io, che di bello non vi trovavo proprio nulla, mi limitai ad aggrottare la fronte e a fissare perplesso il mio amico, che non accennava a voler placare la sua ilarità. 
- Ad ogni modo mi sembra giusto, sono anni oramai che lo tratti a schiavo; specialmente in questi ultimi mesi. - Commentai, incrociando le braccia al petto nudo. Iniziavo ad avvertire un po' di freddo, certamente non causato solamente dal cambiamento brusco d'atmosfera. 
- Schiavo? Io? Ahahah! Era questo il motivo per cui ve lo trattavo! Desideravo da tempo battermi contro di lui, ancora non c'eri arrivato, Jóhann? - Mi domandò, fissandomi con quei begli occhi azzurro acqua, che da sempre possedevano una scintilla d'incontrollabile maleducazione e superbia. Il che, mixato nella sua persona, andavano a formare un genio del male in tutto e per tutto.
- Batterti...? - Ripetei incredulo, mentre le braccia mi scivolavano lentamente lungo i fianchi, arrese come presto anch'io avrei fatto, al carattere criptato del mio amico. 
- Già! Sarà divertente, non credi anche tu? Chissà come sarà arrabbiato! Avrà trattenuto la sua ira per anni! Cosa vorrà farmi? - Iniziò a fantasticare su un combattimento, a quanto lui diceva, prossimo, dilungandosi su particolari che preferirei non riportare, giusto per chi è debole di stomaco come lo ero io in quel periodo. Ed infatti fui costretto a fargli cenno di piantarla, visto che stavo seriamente sentendomi male. 
- Che c'è? Non ti aggrada l'idea, forse? - Mi chiese, fissandomi quasi avessi detto che la Danimarca era un Paese di, perdonate il gergo, skít*.
- Anche, ma prima di tutto non mi aggradano le tue descrizioni così particolareggiate. Tu vaneggi, Mathias! Non rammenti forse che Berwald possiede una forza sovrumana? Tu a confronto con lui sei una mosca! Anzi, mi correggo, un moscerino! Un granello di sabbia in confronto a una brocca d'acqua che può fare se non affondare e giacere per sempre sul fondo? Ragionaci. Rispondi con una lettera di scuse. E non cimentarti in una battaglia perduta in partenza. Ti prego, lo dico per il tuo bene. Ma Lukas e Tino che ne pensano a riguardo? Ti sei consultato anche con loro? - Domandai, sedendomi di fianco al giovane e gettando uno sguardo vago al plico di fogli che gelosamente reggeva tra le mani guantate. 
- Ancora no. Sono venuto prima da te perché essendo quello meno esposto ad un possibile confronto volevo avere un parere, per così dire, 'esterno'. Comunque già riesco ad immaginare le loro reazioni: Lukas mi ordinerà di lasciar perdere; mentre Tino molto probabilmente m'implorerà di non far arrabbiare Berwald e moine del genere. Francamente credo non gli chiederò nemmeno che ne pensano. E poi non hai nulla di che preoccuparti! Sono estremamente forte in questo periodo, le prove le hai davanti agli occhi... - Confidò, agitando una mano in cenno di noncuranza a riguardo. Adirato mi alzai posando le mani sui fianchi, piazzandomi dinnanzi a lui e guardandolo con tutta la severità che la mia persona mi consentiva di accumulare. 
- Mathias. Io ti sto consigliando vivamente di lasciar perdere. Perché potresti uscirne totalmente, e lo ripeto per intenderci meglio, totalmente sfiancato. Ma se non vorrai ascoltare un consiglio, allora passerò alle costrinzioni. Non credere che non ne sia capace! - Affermai, arrossendo leggermente per via del senso sin troppo impavido delle mie parole. Mathias, come previsto, scoppiò a ridere. Questo di lui lo odiavo, assieme a tante altre cose su cui non mi dilungherò. 
- Oh Jóhann! Sei veramente fantastico! Io ti ringrazio molto per la premura e le belle parole, so bene che non è da te parlare di certe cose, ma vedi: ormai ho deciso. Ho già inviato una bella risposta d'assenso all'inizio di una guerra d'indipendenza. Ovviamente reprimerò tutto, non preoccuparti. Comunque sono contento d'essere venuto fin qui. Nonostante il lungo viaggio, ne è valsa la pena. Mi infondi sempre calma e buonumore, a differenza del tuo caro onii-chan che tende di più a farmi passare tutto ciò di buono accumulato. Ora devo andare. Non ho tempo nemmeno per mandar giù una delle tue deliziose paranze. Tienile per quando farò ritorno, di certo vittorioso, da questo imminente conflitto. Stammi bene Jóhann, rammenta che ti voglio bene. - E detto ciò si alzò, chinandosi appena in avanti, e mi lasciò stampato sulla guancia un tenero bacio, seguito da una fuggente carezza fra i nivei capelli. 
Dopodiché si avviò all'uscita a passo lesto, fischiettando fra sé dopo aver ricacciato nella giacca il plico. Vi misi un po' a realizzare che quello era un addio, o una cosa del genere. Mi avventai su di lui e lo abbracciai da dietro, stringendolo finché non mi dolerono le giunture delle braccia. Lui sussultò sorpreso e si voltò, osservandomi perplesso.
- Non farlo... Sei ancora in tempo per disdire tutto... Ti prego, Mathias... - Sussurrai. Mio malgrado la voce mi tremava. Egli sorrise con dolcezza, una qualità che raramente vedevo comparire nella sua persona, e ricambiò il mio abbraccio, lasciandomi affondare il viso nel suo petto caldo. Sono certo di non aver mai provato una sensazione più bella. I suoi vestiti sapevano di smørrebrød**, un tipico dolce del suo Paese. Doveva averne mangiato a sazietà. 
- Tornerò presto, Jóhann, vedrai. Nemmeno un mese e sarò qui da te. Nel frattempo prepara la miglior paranza dell'Islanda ehn? - E detto ciò fuggì, prima che avessi solo il tempo di ricambiare il saluto. Si gettò fuori la porta d'ingresso correndo e in pochi secondi si perse fra la nebbia, tipica compagna delle mie giornate. L'osservai andar via e dopo aver richiuso riluttante la porta mi sfiorai la guancia reduce del suo bacio, sperando che quello che mi aveva donato, non fosse davvero un addio. 

*skít= 'merda' in Islandese.
**smørrebrød
= un piatto danese composto di pane imburrato con sopra vari condimenti (pesce, carne...).


***


Riprovo coraggiosamente a scrivere in questa sezione; sì, coraggiosamente dopo l'ultimo clamoroso fallimento x°.
Qui si spera vada meglio. Ho intenzione di narrare un poco di più di questi cinque personaggi che personalmente adoro e di allungare un poco i particolari riguardanti la loro storiella. Non cominciate a dirmi 'questo nell'anime non c'è' ecc., per favore.
Il rating da giallo diverrà rosso nei capitoli avvenire ma per il momento lo lascio così. 
Concludo sperando in un po' di lettori e fans in più dell'ultima volta e... Lasciate un commentino, grazie. Ah! Grazie a happylight per le correzioni :)

 
Oscar_
   
 
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