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Autore: LyraB    29/10/2011    5 recensioni
La folla non si apriva al suo passaggio come faceva con la bionda, gentile, intelligente e bellissima Quinn Fabray: di solito la folla tendeva a ignorarla del tutto, oppure a tirarle in faccia una granita, di quelle che scivolano, viscide e fredde, fin dentro il collo fino a gelarti le ossa.
Ma Rachel Berry sopportava le granite a testa alta, era proprio il caso di dirlo. Se le tiravano in faccia una granita era perchè la vedevano, ed era già qualcosa: non era invisibile, non si era confusa tra la folla.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taylor Swift, Change



Rachel sorrise alla propria immagine riflessa nello specchio della toilette: il giorno prima, in preda alla voglia di “darci un taglio”, era andata Jean Louis - il suo parrucchiere di fiducia, quello che si sarebbe portata a Brodway e in tournée in Europa - e adesso aveva una graziosissima frangetta che le accarezzava la fronte.

Ai suoi soliti riti mattutini (ginnastica, doccia e colazione) quel giorno aveva aggiunto un momento di più per scegliere cosa indossare e adesso portava un vestito comprato da poco, azzurro polvere, con le sue ballerine bianche con il fiocchetto.
Ammiccò alla propria immagine riflessa, dicendosi che meglio di così non poteva stare, poi gettò un'occhiata nervosa alla sveglia sul comodino: segnava le sette, aveva ancora una mezz'ora di tempo libero. Istintivamente si sedette alla scrivania, accendendo il computer.
La videocamera con cui registrava i suoi assoli aspettava spenta accanto al tavolo, reclinata sul piedistallo come se avesse la testa china in segno di penitenza. Rachel sapeva di averla usata molto poco nelle ultime settimane: un video al giorno, a volte nemmeno quello.
Aprì la cartella dei “video da condividere” sperando di trovare qualcosa da aggiungere al suo canale di MySpace ma si rese conto di non avere più clip di scorta: aveva già usato tutti quelli che all'inizio aveva deciso di scartare e nella cartella era rimasta solamente una canzone di Taylor Swift che risaliva a quasi un anno prima.
La ascoltò con tutta l'autocritica di cui era in possesso e poi la scartò.
Non perché non fosse cantata in modo impeccabile, assolutamente: come tutte le sue canzoni era praticamente perfetta... ma non la convinceva.
Avrebbe potuto provare a ricantare qualcosa di già proposto al suo pubblico online ma si sa: un artista si mette a 'rifare' le sue canzoni quando non ha più niente da offrire, e lei aveva ancora tantissimo da offrire.
Da quando metteva online meno video anche i commenti delle Cheerios erano diminuiti e un tempo sarebbe stata disperata: quando vedeva che le visite sulla sua pagina diminuivano uppava sempre un video in più, per fare in modo che il mondo non si dimenticasse di lei.
La folla non si apriva al suo passaggio come faceva con la bionda, gentile, intelligente e bellissima Quinn Fabray: di solito la folla tendeva a ignorarla del tutto, oppure a tirarle in faccia una granita, di quelle che scivolano, viscide e fredde, fin dentro il collo fino a gelarti le ossa. Ma lei sopportava le granite a testa alta, era proprio il caso di dirlo: se le tiravano in faccia una granita era perchè la vedevano, ed era già qualcosa: non era invisibile, non si era confusa tra la folla. Il mondo non si era dimenticato di lei.
E poi gli altri la invidiavano, era quello il motivo per cui le tiravano le granite.
Rachel sapeva che loro sarebbero rimasti cassieri, segretarie e contabili a Lima mentre lei sfavillava tra le altre stelle della musica: questo le dava il coraggio per sopportare tutte le cattiverie che si dicevano sul suo conto.
In realtà sapeva che alcune erano vere.
Sapeva che agli occhi di tutti lei era una petulante primadonna vanitosa.
Da qualche parte nel suo cuore - in un posto che la sua mente non amava frequentare - c'era però la consapevolezza che tutto quel suo parlare di sé stessa e mettersi in mostra era dovuto al fatto che sapeva che, talento musicale a parte, lei non aveva niente da offrire: né bellezza, né intelligenza e nemmeno una spiccata capacità a socializzare. Sapeva che se non avesse detto a tutti quanto era speciale la sua voce, nessuno l'avrebbe mai notata e sarebbe stata per sempre da sola.
Rachel temeva la solitudine più di ogni altra cosa, e se non poteva avere amici, almeno poteva avere dei fans, delle persone che la adorassero appunto per l'unica cosa bella che lei avesse: la voce, appunto. Dopotutto, era per quello che aveva aperto MySpace: per avere dei fans, della gente a cui pensare, persone di cui poter dire 'per loro sono importante'.
In classe cercava di essere pronta e preparata per poter rispondere alla maggior parte delle domande, si era iscritta a decine di gruppi studenteschi per poter gridare al mondo 'eccomi, sono qui, sono Rachel Berry!', aveva partecipato a tutti i concorsi canori che aveva scovato a Lima... e poi si era iscritta al suo trampolino di lancio, quello che avrebbe fatto capire a tutti gli zucconi del McKinley quanto lei fosse speciale: il Glee club.
Ma anche lì non era stata facile: sapeva di essere la più dotata e lo sottolineava continuamente.
Sapendo di non avera la personalità di Mercedes, il cervello di Artie o il buongusto di Kurt, se gli altri avessero dimenticato che lei era quella con la voce più bella, in breve tempo sarebbe finita a fare tappezzeria.
Rachel chiuse la sua pagina di MySpace e aprì la pagina del blog segreto, quello che nessuno conosceva, quello dove il suo nicname non era “Rachel - la star” ma “Tinkerbell”.
I suoi papà la chiamavano così da piccolina: era la loro fatina, la loro Trilli. Rachel sapeva di somigliare alla fatina di Peter Pan: era gelosa di tutti quelli che le rubavano la scena e sapeva che sarebbe stata disposta anche a delle cattiverie per non permettere loro di prendere il suo posto. Sapeva che 'aveva bisogno degli applausi per vivere' (sorrise ricordandosi quando l'aveva confessato a Finn, l'anno prima), ma soprattutto sapeva che come Trilli avrebbe dato la sua vita per il suo Peter Pan.
Scorse i post di quel blog.
Lì c'era tutto quello che su MySpace mancava: canzoni sbagliate, tentativi falliti, dubbi, domande e difficoltà.
C'era perfino il racconto di tutti i concorsi che aveva perso: quando parlava con gli altri raccontava di quelli che aveva vinto... ma c'erano anche quelli dove altri avevano brillato più di lei e quelli cercava di dimenticarli.
In ogni foto sua che si vedeva in giro, Rachel sorrideva di un sorriso così luminoso e perfetto da non lasciare adito a dubbi: era una ragazza sicura di sè e fiduciosa nelle sue potenzialità... forse anche troppo. Una volta, però, si era accorta che non tutti la pensavano così.
- Il tuo sorriso è perfetto per una fotografia, ma è quando sei triste che si vede che sei davvero tu. - Le avevano detto.
Forse era stata una frase un po' sconclusionata, ma si era impressa a fuoco nel cuore di Rachel.
Le sue lacrime non erano state provate per ore davanti allo specchio e non erano pronte per essere immortalate in una foto accanto ad un Emmy Award. Le sue lacrime erano vere.
Tornando indietro nel tempo con i post del suo blog arrivò a quello in cui parlava della canzone di Taylor Swift che aveva appena riascoltato: "Invisible".
Quel giorno aveva avuto bisogno di sfogarsi e aveva riempito un blog di puntini di sospensione e punti di domanda.
Aveva perfino ammesso di aver dovuto riprovare a cantare quella canzone quattro volte prima di riuscire ad arrivare alla fine senza che la sua voce si incrinasse per le lacrime... per poi lasciarla nel suo computer perchè diceva troppo bene quello che stava provando per poterla mostrare al mondo.
Postare su MySpace quella canzone sarebbe stato come dire a tutti che Rachel Berry non era la giovane star scintillante e perfetta che lei voleva far vedere a tutti.
A distanza di quasi un anno da quel post, si sentiva un'altra persona.
Adesso non aveva paura di essere dimenticata dal mondo e si era resa conto che da quando credeva di più in sè stessa (come persona, e non come cantante) non ricordava più continuamente a tutti quanto era grande il suo talento. Si era resa conto di voler cantare perché a lei piaceva dire quello che provava e non per dare prova della sua superiorità... e - cosa ancora più scioccante - si era accorta di preferire i duetti agli assoli.
L'anno appena trascroso le aveva fatto capire un centinaio di 'followers' su twitter non valevano quanto mezza dozzina di amici... e che nemmeno un migliaio di fan patiti della sua voce avrebbero mai avuto il valore di una sola persona che l'amava.
Che amava quello che lei era, non la sua voce.
Amava il fatto che era bassa e non troppo carina, amava il fatto che si vestiva a modo suo, amava il suo essere petulante, vanitosa e presuntuosa... ma soprattutto amava il fatto che quella era solo una parte di lei perchè in lei era nascosta un'altra parte... che sbagliava, aveva paura e piangeva. E aveva amato anche quella parte.
Tante cose erano cambiate, dentro e fuori Rachel, in quel lungo anno scolastico. E anche se non avevano vinto le regionali, dopotutto niente poteva impedire loro di riprovarci, di vincere e di rendere il Glee club un posto per persone popolari: in fondo erano cambiate così tante cose che mancava solo quell'ultimo, inaspettato cambiamento.
In quel momento Rachel ebbe un'illuminazione: come poteva rendere onore a quel giorno in modo migliore? Avrebbe preso di nuovo in prestito le parole di Taylor Swift, ma avrebbe cambiato canzone.
Un nuovo sguardo all'orologio: le sette e venti. Aveva dieci minuti per preparare la telecamera, cantare e fare l'upload del video. Ma per una cantante come lei sarebbero stati anche troppi: alla prima prova sarebbe stata perfetta. E quella canzone era perfetta.
Alle sette e trentacinque, bussarono alla sua porta
- Avanti! - Esclamò Rachel, mettendo in pausa il video appena messo online.
Finn aprì timidamente la porta e sollevò un angolo delle labbra in uno dei suoi tenerissimi sorrisi. Indossava una camicia bianca sotto la felpa della scuola ed era carino come non mai. Rachel gli si avvicinò e si alzò in punta di piedi per baciarlo sulle labbra.
- Grazie. - Sussurrò.
- Prego. - Disse Finn. - … di cosa? -
Rachel lo prese per mano, uscendo dalla camera.
- Andiamo, non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola. - Disse allegramente.
Finn non fece domande, strinse la sua mano e uscì con lei.
Da quando le aveva detto che le sue lacrime erano più vere del suo sorriso, Rachel dedicava a lui - e a lui soltanto - un sorriso diverso: timido e dolce, ma incredibilmente sincero.

It’s hard to fight when the fight ain’t fair
We’re getting stronger now
Find things they never found
They might be bigger
But we’re faster and never scared

You can walk away, say we don’t need this
But there’s something in your eyes
Says we can beat this.

 












Sognata, scritta e postata senza nemmeno rileggerla.
Volevo che sembrasse vera, volevo mostrare al mondo un lato di Rachel che sembra non esistere ma che io vedo.
Non so spiegare perchè un personaggio è il mio preferito, ma so scrivere una storia.
Magari quando adesso sarete in grado di capire perchè mi piace tanto questa egocentrica stellina.

Rachel la vedo davvero così, tanto scintillante quanto insicura, e per questo la adoro.
Credo di somigliarle più di quanto non sembri a prima vista.

Mi piacerebbe avere un commento da tutti i Gleeks là fuori,
per sapere se questa Rachel esiste davvero o se sono solo andata OOC.


Concludo invitandovi ad ascoltare le canzoni di Taylor Swift che ho citato: Change,
che poi è quella da cui ho tratto la strofa alla fine,
e la bellissima Invisible che ho sempre amato
e che ho trovato perfetta per Rachel all'inizio della seconda stagione!


Grazie per aver letto fino a qui, grazie a chi recensirà... ma anche a chi non lo farà!

Bacibaci
Flora
   
 
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