Dopo questo lungo e inutile sproloquio, vi lascio alla lettura del Prologo.
P.S. Gli aggiornamenti non saranno molto frequenti, ma mi impegnerò al massimo!
P.P.S. Se per favore mi lasciaste una recensione, ne sarei felice: voglio migliorare, e voi potreste aiutarmi!
P.P.P.S. Buona lettura!
Cece
Prologo
Battaglia
finale,
Hogwarts, 1998
Sudore,
lacrime, sangue,
fango. Il mio viso è quasi irriconoscibile, ma non mi
importa. Harry sta per
affrontarlo, e tutto il Mondo Magico è in attesa di una
mossa. Che non arriva.
Sono immobili, si scrutano, si osservano. Ma non si muovono. Un
sorriso, un ghigno, più
serpentesco che umano. Un
boato, un’esplosione.
Merda,
è tutto quello che riesco a pensare. Ci
hanno fregati. Mentre afferro Harry e Ron, mentre lancio un
ultimo grido, avvertendo gli altri.
Tutto ciò che
riesco a pensare, sono due parole. Abbiamo perso. Tutto quello che
riesco a
pensare, è solo questo. Abbiamo fallito. Non è
servito a nulla, distruggere gli
Horcrux, nulla. Non è rimasto nulla. Solo macerie, di un
mondo che prima ci
apparteneva. Ora invece è suo. Hogwarts è caduta,
metà dei nostri sono morti.
Non ci resta che fuggire. Lacrime salate mi cadono sulle guancie, e non
posso
fermarle. Tutto è finito, tutto è perso.
Poi,
sento la familiare
sensazione della Smaterializzazione ed erba. Erba fresca. Apro gli
occhi, e
tutto ciò che vedo sono macerie. Ovunque, tranne che sul
punto dove ci sono io.
Riesco a scorgere due figure poco distante da me. Penso subito ad Harry
e Ron.
So che sono loro. Allora perché, mentre mi avvicino, una di
loro sembra avere i
capelli biondi?
Il
mio cervello si
rifiuta di accettare quello che la mia mente ha elaborato. Draco Malfoy. No, non può
essere lui. Chiudo gli occhi, e quando li
riapro mi aspetto di trovare la familiare zazzera rossa. Ma invece no,
i
capelli sono sempre lisci e biondi, gli occhi di ghiaccio, non
più color
dell’oceano. Sbatto le palpebre un paio di volte, ma
l’immagine non cambia.
Sento
un gemito. Proviene
da poco più distante, e riconosco subito la chioma corvina.
«Harry?»
azzardo.
«He-Hermione?
Sei tu?»
chiede lui, spalancando gli occhi verdi
«Granger?!?
Potter?!? Ma
dove mi avete portato?» una terza voce ci interrompe. Quella
voce, sempre piena
di disgusto, di ironia e sarcasmo, di presa in giro, ora è
semplicemente
terrorizzata.
«Io…
Non ne sono certa.
Dovremmo essere… Alla periferia di Londra»
rifletto, ad alta voce. Il primo
luogo che mi è venuto in mente quando ho capito che eravamo
perduti. Ma… Io
avevo afferrato Ron!
«E,
di grazia, cosa ci
faccio io qua?» ancora quella voce. Quella che mi ricorda che
ho commesso uno
sbaglio, che non si sa come ho confuso il ragazzo che amavo con il mio
più
acerrimo nemico. Come ho potuto?
«Ho…
Commesso un errore»
dirlo ad alta voce, è come una pugnalata dritta al cuore.
E’ come ammettere di
aver abbandonato una delle persone più importanti della tua
vita, e di averlo
fatto apposta.
«Me
ne sono accorto. E
chi volevi trascinare via, se mi è dato saperlo?»
chiede ancora lui.
Ma
dirlo ad alta voce,
sarebbe come ammettere ancora che ho sbagliato, maledizione, e che
questa
sbaglio costerà caro, molto caro
a…
«Ron»
Harry ha dato voce
ai miei pensieri. Il suo nome, pronunciato a voce alta, è
per me un’ulteriore
stilettata al cuore.
«Torniamo
indietro» posso
dire solo questo, ho un groppo in gola che mi impedisce di respirare.
«Rifletti
Granger.
Hogwarts è in mano sua, ormai. Il tuo amico sarà
morto, o catturato. O forse è
scappato, chi lo sa. Magari molti altri se ne sono andati, prima o dopo
l’esplosione. Tornare indietro sarebbe un suicidio»
la sua voce, fredda e
controllata anche in un momento così, ha il potere di farmi
riflettere. Per una
volta non vi scorgo traccia di presa in giro, solo fredda
determinazione.
«Cos’è
successo?
All’improvviso c’è stato un boato, e poi
mi sono ritrovato qua.» Harry è
confuso. Credo che sia normale, dopotutto l’ho portato via
senza dire nulla.
«Una
trappola. Una fottutissima
trappola. C’erano altri
Mangiamorte, là fuori. Ho riconosciuto
l’incantesimo. Descructo Maxima.
Distrugge tutto nel raggio di chilometri. E’ come
una bomba atomica magica, ci ho Smaterializzati in tempo, appena prima
che
l’onda d’urto ci colpisse. Ovviamente Voldemort
aveva ideato il contro
incantesimo, che ha permesso ai suoi di rimanere vivi. Tutti quelli che
non
sono fuggiti sono morti» dire queste parole è
stato come essere torturata. Non
ce la facevo, a ogni parole era come se tutto diventasse più
vero, più reale.
Era come se il mondo che conoscevo fosse andato in pezzi, per lasciare
posto
solo a una buia desolazione, ad
un’oscurità permanente.
Harry
fa un profondo
respiro. Sa che Malfoy ha ragione, così come lo so anche io.
Ma ammetterlo è
difficile, troppo difficile.
«Non
possiamo, Hermione.
Non possiamo farlo»
Non
reggo più la
tensione, e scoppio in un pianto a dirotto. Ron… E tutti gli
altri, quelli che
abbiamo lasciato indietro… Come abbiamo potuto?
«Ma…
E tutti gli altri?
Come faremo? Li lasciamo lì, in balìa degli
eventi?» chiedo,
disperata
«Te
l’ho detto, Granger.
E’ finita. Abbiamo perso.»
dice
Malfoy, freddo come sempre.
E
la verità mi cade
addosso, come una valanga, come delle macerie da cui so che non mi
rialzerò.
Vivere nell’illusione che tutto si sarebbe sistemato, dare
per scontato che
Harry l’avrebbe sconfitto, che poi avremmo vissuto tutti
più felici. Ecco il
mio errore. Sottovalutare il nemico, credere di avere la vittoria in
pugno.
Sono stata così stupida.
Come ho potuto?
E
adesso le persone che
amo pagheranno caro, molto caro.
Per
colpa mia. Solo mia.
«Dovevo
morire» sussurro.
Vedo
gli occhi color del
ghiaccio di Malfoy spalancarsi. Harry apre la bocca, e poi la richiude.
«Tu
vorresti morire? E a
che scopo, sentiamo?» mi sputa addosso il biondo
«Per
non soffrire più»
appena le ho pronunciate, ho sentito subito qualcosa di sbagliato in
quelle
parole.
«Per
non soffrire? Che
fine ha fatto Hermione? Quella che trova sempre una soluzione a tutto,
la
strega più brillante della nostra generazione, quella senza
la quale non avrei
fatto nulla? Che fine ha fatto? Perché non sei tu»
le parole di Harry sono come
una secchiata d’acqua gelida. Ma ormai tutto è
perduto, cosa rimane? Do voce ai
miei dubbi, e stavolta risponde Malfoy.
«Non
peccare di superbia,
Granger. Chissà chi altri si è salvato. Non sei
l’unica che sa usare il
cervello, sai? Se non mi avessi Smaterializzato tu, l’avrei
fatto da solo»
«E
allora? Chissà dove
sono finiti. Molti saranno morti, e alcuni anche catturati»
replico.
«Questo
è da vedere. Ora,
come prima cosa, dobbiamo decidere cosa fare» Harry ha
già riflettuto, ha
accantonato la tristezza e sta cercando di salvarci, come sempre.
Decidere
cosa fare.
Facile. Non ricordo nemmeno dove ci siamo Smaterializzati. Non so dove
siamo,
non ci resta nulla.
Siamo
in un mondo che non
ci appartiene, che ci è stato strappato da un nemico troppo
forte.