Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: 1rebeccam    30/10/2011    26 recensioni
Chiusa nella camera da letto continua a dondolarsi sul pavimento stringendo un fagotto tra le braccia.
Oh..ti prego…ti prego!
Sussurra così piano da fare sembrare la sua preghiera solo un pensiero…Ma la preghiera non viene ascoltata, la porta d’ingresso si apre di botto e lei ha la consapevolezza che lui è ormai dentro casa…e vuole ucciderla!
...Come può capire il peso di quell’enorme macigno che si sta sistemando comodo sul suo piccolo cuore e che quello che sta assaporando, ha un nome ben preciso... DOLORE!
Questa storia fa parte della serie: "Stella... Stellina!" - L'inizio
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Stella...Stellina!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Stella...Stellina!
 *
Cuore di Donna!
*
28 capitolo


 

Una mattina come tante, una chiamata alla radio come tante. Una chiamata che non le competeva nemmeno. Una villetta con giardino in un una zona rispettabile, la porta aperta, la casa sottosopra, nessuna traccia della proprietaria tranne una macchia di sangue sul pavimento e… una bambina dentro l’armadio.
Kate è seduta davanti alla toletta della camera da letto di un delizioso hotel di Ellis Island. Sullo specchio che riflette la sua immagine si proiettano gli ultimi tre mesi della sua vita, da quando una bambina dai morbidi riccioli castani e gli occhi azzurri, ha sorriso e teso le braccine per la prima volta all’uomo che ama. Le indagini per l’omicidio della sua mamma, la scoperta terribile del traffico di organi, il rischio corso da Rick e il rapimento di Alexis, fino ad arrivare alla decisione di non staccarsi mai più da quella bambina. 
Sorride e si toglie con grazia gli orecchini di diamanti, una piccola rosa uguale a quella dell’anello, che Stella le ha regalato con la complicità di nonno Jim, per indossarli il giorno del matrimonio, mentre Martha e Alexis, per restare in tema, le hanno regalato la collana con lo stesso bocciolo, che adesso sta riponendo con cura nell’astuccio.
Dopo la sera della festa di Stella, avevano ripreso a occupasi delle cose più pratiche e urgenti, come tenere sotto controllo la costruzione della mensa e dell’ambulatorio medico. Trovare volontari e personale qualificato. Lei e Rick erano anche tornati al distretto, più indaffarati che mai, tra omicidi, killer e psicopatici. 
Janet si era prodigata a trovare una sistemazione a Jeremy in una comunità per il recupero dei tossico dipendenti e lui aveva accettato, pieno di paure, ma convinto di doverci provare, soprattutto perché lo doveva a Hellen.
La soddisfazione più grande però, soprattutto per Castle, era stata Muriel.
Aveva scoperto che prima di finire per strada, lavorava in una mensa scolastica come capo cuoca. Dopo erano arrivati i guai. Il suo Joe si era ammalato improvvisamente ed era morto, la scuola era stata chiusa e lei si era improvvisamente ritrovata da sola e senza lavoro. Così prendendola alla sprovvista, Rick le aveva offerto la direzione della cucina alla mensa. Naturalmente non come volontaria, ma stipendiata e con vitto e alloggio. Doveva solo mettere da parte la paura e gli alterchi che aveva avuto con la vita, rifare i documenti,  mettersi in regola con le norme sanitarie e tornare a vivere. Lei aveva tentennato un po’, la cosa la spaventava, ma  alla fine si era vista costretta a capitolare. Non fosse altro per lo  sguardo da cucciolo abbandonato che le aveva mostrato Rick, ricordandole che il suo Joe sarebbe stato felice di vederla finalmente serena. E poi avrebbe potuto aiutare i suoi amici, continuando a stare loro vicino.
Dopo un paio di settimane dalla fatidica richiesta, sembrava che l’argomento matrimonio  fosse stato messo da parte e Alexis non riusciva a capire che stessero aspettando ad organizzare il tutto.
In privato  ne avevano parlato, ma non avevano ancora deciso niente e Rick non voleva metterle fretta, ormai non era più necessario. Solo una cosa era sicura per entrambi. Non ci sarebbe stato nessun dirigibile.
Kate davanti allo specchio sorride ancora, persa in quei dolci ricordi non molto lontani.
Si rivede a bordo di un traghetto con Stella e Rick, mentre attraversavano il fiume Hudson per andare a trovare Suor Mary all’istituto di Ellis Island, farle incontrare la bambina e rassicurarla su quello che sarebbe stato il suo futuro.
Il paesaggio era meraviglioso, guardava stupita la bellezza del sole luccicante sull’acqua e sulle coste. Eppure aveva preso quel traghetto un’infinità di volte, ma quel giorno era diverso, lei era diversa. Il suo non era lo sguardo della poliziotta sola, intristita dall’omicidio di sua madre e chiusa nel suo dolore, ma di una donna libera, abbracciata al suo uomo e con in braccio la loro bambina. Questo rendeva tutto diverso.
L’istituto Saint Claire era stato costruito nella parte più alta dell’isola, da lassù si vedeva praticamente mezza città e la statua della libertà si erigeva di fronte con tutta la sua imponenza.
Avevano passato la mattinata a visitare l’istituto, i cortili, i giardini interni e Stella non aveva fatto altro che correre e saltare con gli altri piccoli ospiti.
Poi suor Mary li aveva accompagnati nel giardino esterno, era un piccolo parco che racchiudeva l’intero istituto. La piccola correva davanti a loro e ad un tratto era entrata dentro la chiesa. Kate le era andata dietro per fermarla e una volta dentro si era incantata.
-Mamma, gadda!- aveva urlato Stella mostrando in alto davanti a lei con la manina.
La chiesa era piccola, senza fregi o ornamenti preziosi, le pareti spoglie. Solo l’altare presentava nella cupola, un’immensa immagine a mosaico di Gesù con la mano destra sollevata nell’atto della benedizione. Sembrava volesse toccarle, tanto erano vivi i colori e gli occhi con cui guardava l’intera navata! Rick era rimasto sulla porta con Suor Mary e nel controluce guardava Kate, che contemplava rapita quella meraviglia. Le era andato vicino cingendole col braccio le spalle e lei si era risvegliata all’improvviso.
-E’ qui che ci sposeremo, vero Kate?-
Aveva chiesto lui senza esitare, continuando a guardarla. Lei aveva appoggiato la testa nell’incavo del suo collo annuendo.
-Si Rick, è qui che ci sposeremo!-
Quella chiesa era stata la scintilla che li aveva fatti partire, si sarebbero sposati da lì a tre mesi, in settembre. Tempo mite e alberi ancora in fiore le aveva detto Rick e lei era stata d’accordo.
Sposarsi ad Ellis Island significava far prendere un battello agli invitati, potevano esserci degli intoppi, ritardi con gli orari e quant’altro, così Rick aveva deciso di noleggiare  un battello per tutto il giorno, a disposizione degli ospiti. Ma l’idea più bella l’aveva avuta Alexis.
Perché non usare lo stesso battello per festeggiare dopo il si?
-Cioè niente grande ristorante, locale alla moda o qualcosa del genere?- aveva esordito Rick quasi deluso, ma guardando sua figlia e Kate, vicine che ridevano con gli occhi sbrilluccicosi, non aveva potuto non trovarsi d’accordo.
E così era stato. Un grande battello  per l’intera serata aveva fatto la spola da una sponda all’altra, decorato da piccole lanterne bianche e rosse che pendevano giù dalla tettoia di ferro battuto, montata per l’occasione.  Tutto intorno e sui tavoli piccoli bouchet  di candide gardenie, rose rosse e lumini, mentre l’orchestra aveva accompagnato le danze fino a notte fonda.
Si toglie lentamente le forcine dello chignon, una ad una, senza distogliere lo sguardo dalla sua immagine riflessa sullo specchio. 
La sera precedente Esposito, aveva avuto da ridire sul fatto che i futuri sposi dormissero sotto lo stesso tetto la notte prima delle nozze. Così era stato deciso sempre dallo stesso Esposito, che Castle avrebbe dormito a casa sua, non prima di avere celebrato l’addio al celibato all’Old Haunt.
Kate invece era  rimasta al loft con Martha, Alexis e Stella, con loro avevano trascorso la notte Lanie e Jenny, una specie di pigiama party prematrimoniale, così che al mattino di buon ora si erano imbarcate per Ellis Island prima degli altri.
Avevano deciso che era più comodo prepararsi direttamente al Saint Claire e lì aspettare l’arrivo degli ospiti e soprattutto dello sposo e dei suoi testimoni per il primo pomeriggio. 
Avevano passato ore a truccarsi e pettinarsi in vari modi, impiastricciando di cremine e ombretti anche Stella che si ammirava allo specchio arricciando il nasino tutta contenta. Si erano divertite come delle ragazzine in gita scolastica. Poi finalmente Lanie aveva scelto il trucco adatto per la sposa e dopo aver finito, Martha si era occupata della sua acconciatura. Le aveva raccolto i capelli in uno chignon semplicissimo, ornato con boccioli di roselline bianche e qualche  ciocca trasformata in ricciolo lasciata cadere intorno al viso. 
-Kate, può sembrare una frase fatta, ma sei bellissima.-
Le aveva detto Alexis mentre usciva assieme a Stella, Lanie e Jenny per andare ad aspettarla in chiesa.
Martha invece era rimasta lì con lei per aiutarla ad abbottonare il vestitoL’avevano scelto tutte insieme…
Mentre toglie l’ultima forcina e libera i capelli districandoli con le mani, sorride ancora al pensiero di quel giorno di tortura dentro l’atelier a vedere sfilare decine di abiti.
Era convinta che ci avrebbe messo un’eternità a scegliere. Quelli che adocchiava Lanie erano troppo appariscenti, almeno per lei, Jenny aveva gusti troppo stile bomboniera, per Martha erano tutti belli o tutti brutti. Dopo due ore e un quarto passate lì dentro, era diventata insofferente. Al pensiero che avrebbe voluto scappare via, aveva alzato gli occhi e per caso li aveva posati su un vestito imbucato in un angolino, ancora con le imbastiture. Martha se ne era accorta e aveva chiesto alla commessa di farglielo provare. Una sola spallina, incrociato e pieghettato dal seno alla vita e delicati ricami di perline. La gonna diventava leggermente più ampia man mano che arrivava ai piedi, lasciando dietro un piccolo strascico. 
Guardando Kate indossare quel vestito Lanie aveva esultato.
-Signore, ecco a voi l’unico e originale modello Beckett!- 
Aveva ragione, sembrava le fosse stato cucito addosso!
Ancora  seduta davanti allo specchio, tolti i gioielli e sciolti i capelli, prende dalla toletta la catenina con l’anello di sua madre, quello che porta sempre con sé, ovunque. Anche quel pomeriggio lo aveva con lei, lo stringe tra le mani e chiude gli occhi sospirando.
-Kate, le aveva detto improvvisamente Martha dopo aver terminato di abbottonare i bottoncini dell’abito, dammi la catenina con l’anello di tua madre.- 
-L’anello di mia madre?-
-Non dirmi che non l’hai portato con te perché non ci credo.-
-Si, certo che l’ho portato, ma non mi sembra il caso di indossarlo con questo vestito, l’ho messo nel porta gioie!-
-Prendilo per favore.-
Kate fa come le dice e Martha esce dalla borsetta un piccolo sacchetto di raso bianco, ci infila dentro la catenina con l’anello e poi lo appunta con una spilla all’interno del corpetto del vestito.
-Ecco! So che tua madre è sempre con te,  ma così oggi sarà più vicina al tuo cuore.-
Kate non era riuscita a trattenere le lacrime, le aveva preso la mano e se l’era portata sulla guancia.
-E mi ha appena dato una carezza.- le aveva sussurrato.
-Oh tesoro, non lo fare ti prego. Tutto il tempo perso per truccarci. Io vado. Tuo padre è qui fuori da un pezzo ormai… ed è veramente tanto nervoso!-
Infatti mentre le porgeva il braccio, per l’emozione, Jim non era riuscito a dire molto, le aveva solo preso la mano e dato un bacio sulla fronte.
-Tua madre è fiera di te Katie, come lo sono io.-
E dopo un lungo sospiro, si erano incamminati nel parco che conduceva alla chiesa.
Rick era arrivato un’ora prima con tutti gli altri. Stranamente per tutto il viaggio era stato silenzioso. Non era da lui stare zitto più di 2 minuti e soprattutto non ridere e scherzare alle battute dei suoi amici…
Che fosse nervoso?

Ryan ed Esposito, da perfetti testimoni, rendendosi conto del suo stato, avevano pensato bene di tranquillizzarlo come solo loro avrebbero potuto fare.
-Ehi amico, sembri teso!-
Esposito soprattutto sembrava divertito dall’espressione di Castle, che teneva le mandibole serrate.
-Dovresti esserci abituato ormai, è la terza volta!-
-Non è la terza volta!-
Risponde lui sempre più nervoso.
-Si che lo è.-
Continua Ryan.
-No che non lo è. Non mi sono mai sposato con… con Lui che mi guarda a quel modo…- aveva fatto segno con gli occhi alla raffigurazione di Gesù sulla cupola -mi sento osservato!-
-Beh amico, sentiti osservato da 6 occhi allora, perché se la fai soffrire, l’ira si abbatterà su di te, dal cielo e dalla terra!-
Aveva risposto Esposito, mentre Ryan se la rideva sotto i baffi e Castle… si era sicuramente tranquillizzato all’istante!
All’entrata in chiesa al braccio del padre, Kate si era soffermata un momento. Gli invitati erano davvero pochi intimi, più i colleghi scrittori nonché compagni di poker di Castle e immancabili Janet e il mitico giudice Wonswart.
Niente giornalisti, niente fotografi. Gina era stata brava a contrattare con la stampa. Avrebbero avuto 10 minuti tutti per loro, per  articolo e foto, solo a cerimonia conclusa.
Non riusciva ancora a credere di essere realmente lì. Dopo la morte di sua madre aveva smesso di sognare, aveva allontanato l’amore dal suo cuore, costruendoci attorno un muro per proteggersi. Ma la vita è imprevedibile, a volte ti costringe a tornare sui tuoi passi,  facendoti inciampare su qualcuno che rivoluziona ogni tua certezza, sgretolando quel muro, mattone dopo mattone, con pazienza. Da lì a pochi secondi al braccio di suo padre, avrebbe attraversatola navata centrale per unire la sua vita a quella di quel qualcuno, davanti a tutti e per sempre… senza più paura! Forse perché alla fine, il suo cuore non era altro che un semplice cuore di donna, finalmente libero e innamorato.
I suoi testimoni, Lanie e il capitano Montgomery la guardavano sorridenti, mentre Rick non accennava a girarsi.
-Strano che Richard non si volti verso di te?-
Le aveva sussurrato il padre.
-Non lo farà!-
-Come fai a dirlo?-
-Lo capisco da come tiene le spalle. E’ teso come una corda di violino, anche se non immaginavo potesse esserlo… non si volterà, puoi scommetterci la testa  papà!-
Alexis davanti a lei, teneva per mano Stella che portava il cuscinetto con le fedi e una volta consegnatele al prete, non ne aveva voluto sapere di andare a sedersi con la nonna, si era invece aggrappata ai pantaloni di Rick.
-Stellina, non puoi stare qui con me!-
Ma lei continuava a stringere la manina sui pantaloni.
-No, pappà!-
Aveva protestato con il musetto imbronciato.
-La lasci pure Richard- il prete gli aveva messo la mano sulla spalla - gli angioletti hanno il diritto di stare sull’altare.-
Rick lo aveva guardato con gratitudine, la vicinanza dell’angioletto gli dava coraggio.
Così mentre Stella stritolava i suoi pantaloni, lui, come aveva scommesso Kate, non si era girato a guardarla fino all’ultimo.
-Se mi giro smetto di respirare e non mi sembra il caso!-
Continuava a ripetersi mentre la sentiva avvicinarsi passo dopo passo. Finalmente era accanto a lui. Finalmente si era girato a guardarla.
Non aveva smesso di respirare, ma non era riuscito a dirle che era splendida, le aveva solo preso la mano e lei gliel’aveva stretta forte. 
Non aveva provato niente del genere quando aveva spostato Meredith e Gina. Era emozionato, teso e felice come non mai e in quel momento la cosa importante era  prendere fiato e dire… si.
Era bastato semplicemente guardarsi  negli occhi e perdersi ancora una volta nello sguardo dell’altro,  perché quel SI venisse fuori naturalmente con la voce, con il sorriso, con le mani intrecciate tra loro. Suggellato dal dolce bacio di rito, dall’affetto degli amici che avevano sottoscritto quell’assenso con un grande applauso e con Stella abbarbicata alla gamba di Rick per tutta la cerimonia.
 
La cena sul battello era stata davvero suggestiva. Gustare l’ottimo cibo, viaggiando di continuo da una sponda all’altra, mentre le luci della città circondavano il fiume con i loro colori, rendeva tutto surreale. Dopo il taglio della torta, Rick e Kate avevano aperto le danze e poi tutti li avevano seguiti ballando per tutta la sera. Mentre Rick ballava con Alexis, Kate si era avvicinata alla balaustra contemplando il panorama. Sembrava di essere su uno di quei battelli antichi che viaggiavano sul fiume Mississippi ai tempi degli schiavi. Mancavano solo le pale a ruota che facevano muovere il battello lento e silenzioso sull’acqua.
Lanie la guardava ad un paio di passi da lei, in silenzio come se avesse paura di rompere l’incanto dei pensieri della sua migliore amica. Quando Kate se ne era accorta aveva abbassato lo sguardo sul piccolo cerchietto dorato che aveva al dito.
-L’avresti mai immaginato dottoressa Parrish?-
-Io si, l’unica che non ci voleva credere eri tu!-
-Già! E tu, quando hai intenzione di capitolare?-
Le aveva chiesto lei facendo segno verso Esposito.
-Io? non so nemmeno se è una storia seria!-
-Piantala Lanie, è innamorato. Ti è stato dietro tutta la sera come un cagnolino, ed io di cagnolini, se permetti, me ne intendo!-
-Ma sentila! Quella che non voleva ammettere i suoi sentimenti!-
-Io mi sono sposata… prima di te!-
-Colpita e affondata detective Beckett! Beh, vorrà dire che quando me lo chiederà, risponderò subito di si.-
-Chi dice che deve chiedertelo lui!-
-Ah, beh… questa poi! Ora lei ha la fede al dito e fa la saputella con le altre!!! Magari glielo accenno per vedere come reagisce!- Aveva continuato Lanie mentre si abbracciavano ridendo. -Ora pensiamo al tuo di matrimonio. Ti meriti tutta la felicità di questo mondo, tesoro.-
 
Adesso da sola, rivive i  momenti che l’hanno portata in quella stanza.
Li vede passare sullo specchio come se sfogliasse un vecchio album di fotografie in bianco e nero. Fotografie che nessuno oltre lei vedrà mai e non saranno mai attaccate sul suo album di nozze. Perché non si possono fotografare i sentimenti, non si possono fotografare le persone che hai avuto accanto per tutto il giorno, ma che non erano realmente lì con te. Non si possono fotografare i ricordi, ma solo imprimerli nel cuore e nell’anima. 
Rilegge mentalmente la lettera di Royce 'non c’è niente che faccia sentire vivo più dell’amore, l’ultima cosa che ti auguro è guardarti indietro e chiederti… se solo…' Stringe ancora l’anello di sua madre tra le mani e si alza per uscire sul terrazzo. Il buio sul fiume è interrotto dalle mille luci colorate della città di fronte a lei e dalle stelle in cielo. Alza gli occhi e quella stella più luminosa è sempre lì.
-Guidami tu Hellen. Restami vicina per crescere bene la nostra bambina. E’ a te che mi affido, tu sai cos’è bene per lei. Sii anche la mia luce!-
Rick rientra in camera con un carrellino.
-Ha richiesto lei il servizio in camera, madame?-
Lei non lo guarda e lui si accorge che si sta asciugando gli occhi, segno che sta piangendo.
-Cosa c’è Kate?-
Le chiede raggiungendola sul terrazzo.
-Niente, stavo solo ammirando quanto è bello tutto questo.-
Lui alza lo sguardo.
-E quanto è splendida Hellen!-
-Sai comincio a non sopportarlo più.-
-Cosa?-
-Questo tuo leggere dentro il mio cervello. Devo cominciare a criptare i miei pensieri.-
-Cripta pure tutto quello che vuoi, tanto io ho un decriptatore incorporato!-
Si volta a guardarlo mentre versa lo champagne, lo sorseggiano in silenzio tenendosi per mano. Quell’uomo in tanti anni l’ha irritata, innervosita e qualche volta delusa, ma ogni volta che lei si è lasciata prendere dallo sconforto, è stato lì a risollevarla.
Questo l’ha tirata fuori dal guscio, la paura dei suoi sentimenti è stata sopraffatta dalla paura di non averlo vicino.
-Mi aiuti a togliere il vestito?-
Gli sussurra mentre posa il calice sul carrello.
In silenzio comincia a sbottonarle piano, uno per uno i piccoli bottoncini dell’abito e quando la schiena resta in parte nuda, l’accarezza leggermente. Lei si volta e lo bacia mentre il vestito scivola via dal suo corpo, cadendo dolcemente ai suoi piedi.-
Non ci posso credere!- 
Sussurra lui, mentre fa scorrere delicatamente le sue mani dal viso, al collo, alle spalle.
-A cosa?-
-Ancora dopo tanto tempo, ogni volta che ti tolgo i vestiti diventi rossa, detective!
Lei abbassa la testa e si morde il labbro.
-Sarà per il modo in cui mi guardi!-
-Perché, come ti guardo?-
-Come se fossi l’unica cosa esistente al mondo.-
-Esattamente questo sei per me signora Castle!-
Lui fa per baciarla, ma lei si divincola e si volta verso il terrazzo.
-O santo cielo, a questo non avevo pensato! Sono la signora Castle adesso!-
Rick resta un attimo immobile. Se ne rende conto solo ora? Kate senza voltarsi comincia a ridere, lui sospira e la cinge da dietro baciandole il collo.
-Mi hai fatto prendere un colpo, ci sono cascato di nuovo.-
-Già! Per essere un giocherellone prendi tutto troppo sul serio. Non mi starai diventando adulto Rick?-
-Te  l’ho già detto, che se si tratta di te prendo tutto sul serio!-
-Ripetilo.-
-Se si trat…-
-Non questo Rick!-
-Ahhhh, vuoi dire signora Castle? Comincia a piacerti? Suona bene vero?-
-Mmmhhh… nveramente suonerebbe bene anche signor Beckett!-
Lui la guarda serio, la prende in braccio e la porta sul letto.
-Fa come vuoi strega. Con te potrei anche essere il signor Nessuno, l’importante è che tu faccia la parte della signora Nessuno!-
Lei si fa una sonora risata.
-Adoro sentirti ridere, signora Castle, Beckett, Nessuno, Pinco Pallino…-
Le risate di Kate risuonano per tutta la stanza, poi scende il silenzio.
L’unica luce che li avvolge è quella delle stelle in cielo.
Una di loro avrebbe brillato nella loro vita per sempre, illuminandoli per trovare in ogni momento la  strada di casa, così da tenere al sicuro il suo gioiello, perché Hellen,  anche se inconsapevolmente, aveva lasciato loro un dono meraviglioso… 
Un dono di nome Stella!



*FINE*
 




Angolo di Rebecca: L'abito scelto da Kate (attraverso me) è questo!

Image and video hosting by TinyPic

 
Eccoci qua!
Stellina è pronta a salutarvi. Veramente ha fatto il broncio per tutto il giorno, perché le dispiace lasciarvi, ma ho cercato di spiegarle che le vorrete bene comunque e che non la dimenticherete facilmente, e lei si è tranquillizzata mostrandomi ancora una volta il suo delizioso sorriso.
Mi viene difficile pensare a quei due di nuovo separati e senza la piccola peste, per questo avevo il magone a cliccare sulla casella “completa”.
Però la dolce Stefy mi ha detto:
Dovrai essere soddisfatta quando cliccherai 'completa' nella storia :) hai regalato delle bellissime emozioni >.< Stellina rimarrà sempre nei cuori, hai creato veramente un mito con quella pupetta *-*
Addirittura!!!
Perciò non posso che essere orgogliosa e contenta, se è vero che ho regalato bellissime emozioni. Almeno lo spero!
Ho cercato di descrivere i sentimenti in tutte le loro forme, da quelli da apina, termine conosciuto qui su efp grazie a Cri, MariLena e Maria Rita. Ma anche sentimenti cattivi e crudeli, da Signore oscuro, come Fede (che poi tanto oscura non è!). 
Grazie a tutti di cuore, per l’affetto che mi avete riservato.
Primo fra tutti anche questa volta sempre lo zio Marco, soddisfatto del caso e della cattiveria, un po’ meno del miele sdolcinato alla fine, ma che ha tenuto duro seguendomi fino in fondo. J
La mia editrice LuciaSai cosa mi fa impazzire della tua storia e del tuo modo di scrivere? Rendi tutto davvero reale, i personaggi, i dialoghi veloci, le descrizioni, l'omicidio... tutto! A quando la stampa e la presentazione in libreria Lu? Fammi sapere :>
Monica, manchi da un pò… ma tu sei quella della teoria migliore La suora risolve il caso prima di Beckett e si scopre che l'assistente sociale è davvero la sorella di Michael e alla fine ballano tutti thriller. Sei sempre nei miei pensieri e ti aspetto…
Virginia, le cui considerazioni precise sui sentimenti provati, mi hanno emozionato di volta in volta, perchè ha amato Stellina nel leggerla, come l’ho amata io nell’inventarla e come se non bastasse l’ho anche plagiata. E’ diventata miele dipendente!capitolo dopo capitolo, sto scoprendo che, se preparata e "confezionata" da te, potrei sviluppare un'adorazione smisurata per la melassa, ma anche per il miele, lo zucchero e tutti i loro derivati :D
Vale, grazie per…io so, che tu sai, che lei sa…
Giorgia che sta leggendo poco per volta, ha terminato la parte inquietante e piano si ingozzerà di zuccheri anche lei.
Vorrei citarvi tutte, ma siete troppe e senza smentirmi, sto per pubblicare il 29° capitolo di questa storia da titolo “GRAZIE!”
Così per non farmi linciare e non dimenticare nessuno, basterà solo che urli…
Grazie alle matte più matte tra le fan di Castle…
LE RAGAZZE DEL CASTLE MADE OF EFP WRITERS…
e con questo ho detto tutto!

Grazie anche a chi ha letto in silenzio :>
 
Ci sono momenti in cui un pensiero scritto da chi non conosci e perciò senza secondi fini, può essere motivo di compagnia, svago e gioia per un cuoricino triste che si sente una nullità.
Questo avete fatto per me con il vostro affetto in questi mesi.
Grazie! 
  
Leggi le 26 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: 1rebeccam