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Autore: Maricuz_M    31/10/2011    3 recensioni
Corse giù dalle scale con quell’aggeggio a cui si dedicava da mesi nella mano destra.
I due amici, in salotto, si girarono nella sua direzione, notando come prima cosa i piedi del ragazzo che si ostacolavano da soli, rischiando di farlo sfracellare a terra non appena sceso l’ultimo scalino.
Genere: Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorsi dieci anni da quelle settimane passate da un’epoca all’altra.
Adesso Fortuné aveva ventinove anni, così come Carlotta. Michael, invece, ne aveva trentasette. Erano cresciuti, o invecchiati, che dir si voglia.
Il loro obiettivo era stato raggiunto. Erano riusciti a non far creare la macchina del tempo e, non appena il “pericolo” fu sventato completamente, si erano ritrovati in tutt’altra situazione. Giusto per dirne una, i due più piccoli non stavano insieme, ma la loro memoria non era stata cancellata, per cui, fondamentalmente, non era cambiato niente fra loro, considerando l’ultimo giorno trascorso nel futuro. Erano ufficialmente fidanzati, adesso.
Per quanto riguarda Michael, inizialmente per lui non si era modificato niente. La smossa nella sua vita era stata data da Emma. Ovviamente lei non sapeva niente di tutto ciò che era successo. Gli unici a saperlo, in quell’epoca, erano i tre giovani.
La ragazza, una bella venticinquenne, un giorno si era casualmente scontrata con il riccioluto, che ricordandosi di lei aveva fatto di tutto pur di conoscerla, dopo aver superato la confusione iniziale (non poca). Anche loro facevano coppia fissa.
Parlando della loro vita in generale, avevano occupato i loro giorni studiando o lavorando. Era tutto normale, insomma, omettendo sempre quel piccolo particolare che aveva cambiato le loro vite, e non in senso metaforico.
 
Quella mattina, Fortuné stava guidando verso l’università. Era il suo primo giorno, ed era anche leggermente teso. Sapeva che non doveva esserlo, infondo doveva solamente insegnare a delle giovani menti! No, così non si aiutava.
Arrivò, parcheggiò, prese la sua tracolla ed entrò nel grande edificio.
In piedi davanti all’aula, prese un respiro profondo ed avanzò, varcando la porta. Una schiera di ragazzi seduti sulle sedie a parlare, almeno chi conosceva già qualcuno, o a sfogliare il libro comprato da poco, curiosi di sapere ciò che aspettava loro.
In pochi secondi, rifletté su quale tattica usare per approcciarsi al meglio con loro. Escluse immediatamente l’opzione di fare il rompiballe, anche perché non ne sarebbe stato capace.
Tossì, in modo da far presente a tutti che fosse lì, e si appoggiò alla cattedra. L’aula calò nel silenzio, e lui sorrise soddisfatto. Si sentiva potente.
-Buongiorno!- disse tranquillo, incrociando le braccia.
Un coro di saluti si alzò. Squadrò bene tutti i volti, cercando qualcuno di familiare. Incrociò lo sguardo con quello color miele di una ragazza, bionda e molto graziosa.
Spalancò leggermente gli occhi, riconoscendo Sophie.
-Ehm..- cercò di non passare da idiota nel primo minuto di insegnamento, così riprese a parlare -Io sono..-
-Perdono! Chiedo perdono!- un ragazzo moro e con due occhi incredibilmente chiari, fece il suo ingresso spalancando la porta e respirando a fatica, probabilmente per la corsa appena fatta per arrivare in tempo alla prima lezione.
Fortuné si lasciò sfuggire un sorrisetto ironico. William. Sperò che non fosse come quello con cui aveva già avuto a che fare.
-Leanthere- disse a mo’ di saluto -sei perdonato, siediti.- E fece un cenno con la testa in direzione dei banchi.
-Scusi ma.. come fa a sapere il mio nome?- chiese William, con sguardo perplesso, mentre camminava verso il banco accanto a Sophie.
-La verità?-
Il ragazzo annuì, poi, ormai seduto, si avvicinò al volto della bionda sfiorandogli la guancia con le labbra, baciandola dolcemente. Quell’immagine fece sorridere ancora una volta il ventinovenne. Per ora la vita non aveva fatto che migliorare per tutti, dalla distruzione della macchina del tempo.
-La verità è che so tutto, tranne le cose che non so.-
-Ma..- William aggrottò la fronte e tentò di continuare con le domande, ma venne interrotto dal suo professore, che aveva alzato l’indice.
-Ah. Silenzio. Ancora non sapete neanche il mio nome.-
-Si, ma lei sa il mio.- Insisté il moro.
-Appunto, non è giusto che tu non sappia il mio. Sono Fortuné Penniman. Non commentate, non prendetemi in giro in mia presenza e non ridete. Chiamatemi professor Penniman e si risolve la questione, tutto chiaro?-
I ragazzi annuirono con espressione divertita, sembrarono rilassarsi.
-Perfetto. Allora direi di iniziare a chiacchierare un po’.-
 
-Oh Cristo.- Si passò nervosamente la mano libera fra i corti capelli biondi.
-Emma? Emma, mi sto preoccupando.- Carlotta bussava ripetutamente alla porta, non ottenendo nessuna risposta da parte dell’amica, chiusa in bagno da almeno dieci minuti senza produrre il minimo rumore o suono.
-Totta..- si lamentò.
L’italiana aprì la porta e si fiondò accanto all’altra. Sbirciò, osservando il piccolo oggetto tra le dita di Emma e, come aveva fatto poco prima l’amica, sussurrò -Oh Cristo.-
Rimasero ferme per un po’ di tempo, giusto per realizzare la realtà dei fatti.
-Ok.. Come glielo dici?-
-Aspetto che torni a casa e parliamo.- Deglutì.
-E come? Insomma.. Io ci ho sempre pensato. Cioè, non sempre, ma è capitato. Se fossi incinta.. Non saprei come dirlo a Fortuné.-
-Penso basti dire.. Sono incinta. O no..?-
-Si, dovrebbe.-
Di nuovo degli attimi di silenzio.
D’un tratto, Emma rise. Carlotta si voltò a guardarla perplessa. Ok, avere un bambino era una situazione piuttosto bella, ma non comica. Poi capì, quando vide due lacrime scorrere sulle guance della donna. Si era resa conto di tutto.
Avrebbe portato in grembo per nove mesi una creatura nata dall’amore tra lei e il suo ragazzo. Era una cosa stupenda.
Sorrise, commossa, e abbracciò la bionda dai grandi occhi blu, e solo allora ci pensò.
Melanie. La loro figlia proveniente dal futuro. Sarebbe tornata tra di loro? Avrebbe avuto il suo aspetto, la sua allegria, la sua forza? Scosse la testa. No, probabilmente no. Questo dipendeva dai cromosomi, mica da altro.
Si allontanò -Forse sarà meglio che vada, prima che torni Michael..-
Emma annuì sorridendo e asciugandosi le lacrime.
Carlotta uscì dal bagno, poi anche dall’abitazione dell’amica. Avrebbe voluto assistere alla reazione di Michael, ma era giusto dar loro più privacy. Era comunque sicura che avrebbe preso bene la notizia, e che la sua replica sarebbe stata senza alcun dubbio divertente, come qualsiasi cosa detta da quella persona che ormai, oltre che amico e semi-cognato, era come un fratello maggiore.
Proprio lui, mentre la bionda si stava preparando un tè seduta alla tavola della cucina, entrò allegramente e urlando, come nelle famiglie dei film -Sono a casa!-
Emma prese un respiro profondo chiudendo gli occhi, poi si alzò nello stesso momento in cui il suo uomo varcò la soglia della stanza.
-Ehi..- lo salutò.
-Ehi!- le si avvicinò sorridente e le posò un leggero bacio sulle labbra. Era difficile attribuire quella dolcezza ad un personaggio come lui, sempre euforico ed esuberante, ma lei lo cambiava. Persone come Carlotta e Fortuné, che lo conoscevano da sempre, erano rimasti sorpresi dal modo in cui lui trattava la donna. Era innamorato perso.
-Ehm.. Vuoi un tè? Biscotti? Magari una cioccolata calda..-
-Emma.- La fermò, appoggiando le mani sui fianchi di lei e guardandola preoccupato -Che succede? Sai benissimo che se ho fame o sete, mangio e bevo immediatamente.-
La bionda abbozzò un sorriso, poi circondò il collo di Michael con le braccia e iniziò a toccargli i ricci, concentrandosi sugli occhi dell’amato -Io.. ti devo dire una cosa.-
-..Ti amo.-
Emma aggrottò la fronte.
-Ti amo. Te lo dico, semmai tu voglia lasciarmi, sappi che ti amo.- L’espressione del riccioluto sfiorava quella di un cane bastonato. Gli scoppiò a ridere in faccia.
-Ma sei scemo? Non ho intenzione di lasciarti! E comunque ti amo anche io.- Ridacchiò ancora qualche secondo, guardando il suo ragazzo sospirare di sollievo e sentendo i suoi muscoli rilassarsi.
-Allora cosa devi dirmi?- le domandò sorridendo.
Emma riprese a respirare profondamente. Guardo le sue dita, che giochicchiavano con i capelli di Michael, poi tornò a guardare i suoi occhi castani.
-Io.. Sono incinta.-
Silenzio.
-..Sono incinta.- Ripeté Michael.
-No, io sono incinta, non tu.-
-Sei incinta.-
-Si, sono incinta.- Disse di nuovo Emma.
-Sei incinta..- soffiò l’uomo, che per risposta, stavolta, ottenne solo un cenno con la testa.
-Ommioddio.- Fissava gli occhi della donna senza vederli realmente. Era come proiettato in un’altra dimensione, dove immaginava un marmocchio o una bambinetta che urlava e rideva mentre giocava con lui. Sorrise, spontaneamente.
Vedendo l’espressione del viso dell’altro, sorrise più tranquilla anche Emma.
L’abbracciò forte, stringendola a sé felice come non mai.
-Dimmi che non scherzi.- Disse ridendo, sul punto di scoppiare a piangere dalla contentezza.
-Non scherzo.- Lei non si trattenne, e lasciò libere di scorrere le lacrime. Avrebbe avuto un figlio o una figlia, e il padre l’aveva presa nel modo migliore possibile. Non era nemmeno svenuto.
-Da quanto lo sai?- si staccò leggermente per guardarla negli occhi e accarezzarle la guancia teneramente, come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
-Con certezza da una ventina di minuti..-
Lui annuì, continuando a sorridere, ed Emma lo guardò attentamente. Era bellissimo, anche se per lei lo era sempre, ma in quella situazione ancora di più. La cosa che più amava in quel momento erano i suoi occhi. Solo guardandoli poteva capire la reale felicità dell’uomo. Brillavano. Brillavano così tanto che quasi pensò che gli avessero puntato una qualsiasi luce in faccia.
-Come lo chiamiamo?- domandò raggiante.
-Non sappiamo neanche se è maschio o femmina, Michael.-
-Melanie. Se è femmina, possiamo chiamarla Melanie?- l’espressione del riccioluto si era fatta seria. Ovviamente si ricordava di quella ragazzina. E pensare che aveva sottovalutato la cosa, credendo che fosse una realtà più vicina a quella di Ixen.
-Melanie..- mormorò la bionda -Si.. Si! Mi piace!-
Michael sorrise, poi si avvicinò al viso della donna -Non ti ho ancora baciata come si deve.-
 
-Allora, come è andata la prima giornata da professore?- si buttò sul letto, posizionando poi le mani dietro la testa.
-Eh.. E’ andata!- le sorrise, poi cominciò a sbottonarsi la camicia seguendo i suoi stessi movimenti attraverso lo specchio nella loro camera.
-Parlamene!-
Lui sospirò divertito dalla curiosità della sua fidanzata, sfilandosi l’indumento e rimanendo quindi a petto nudo. Afferrò la prima maglietta a portata di mano e se la mise, preferendo stare più a suo agio in casa.
-Penso.. Penso che il nostro passato slash futuro si sta incrociando con il nostro presente.-
-Mh.. Cioè?- domandò Carlotta, non riuscendo a capire.
-Oggi sono arrivato nell’aula dove si sarebbe svolta la prima lezione. Indovina chi c’era tra gli studenti.- Fortuné si sedette sul letto, per poi stendersi anche lui accanto alla mora, sistemandosi sul fianco e appoggiando la testa sulla sua mano.
-Non lo so, dimmelo tu.-
-William e Sophie.-
Spalancò gli occhi chiari -Davvero?-
-Giuro. E stanno insieme.-
-Oh Dio!- Carlotta sorrise, mentre Fortuné annuiva convinto.
-Anche io allora posso raccontarti una cosa del genere. Non c’entrano William e Sophie, però qualcun altro si!- si tirò su euforica, mettendosi seduta a gambe incrociate.
-Vai, spara. Hai visto Wayne?-
-No!-
-Oddio. Non dirmi Cedric.- Fortuné assunse un’aria preoccupata, e non poco.
-No! Dio, no! Molto meglio! Non ho visto nessuno, comunque. A parte Emma..- si morse il labbro inferiore trattenendosi dall’urlare la verità.
Il ragazzo la scrutò con apparente calma soppesando le parole dell’altra, e cercando di decifrare la sua espressione eccitata.
-Emma.- Ripeté.
-Si..-
-C’entra con lei, quindi.-
-Si..- Carlotta iniziò a saltellare sul posto con il sedere.
-Ferma.- Rise lui, prendendole la mano, che cominciò a carezzare mentre rifletteva.
Illuminazione.
-Ma che è incinta?!- urlò quasi.
-Si!- Carlotta si buttò addosso all’altro cominciando ad abbracciarlo e baciarlo ripetutamente sul viso presa da un attacco di dimostrazioni d’affetto acuto. L’altro, piacevolmente colpito, se ne stava buono, zitto e fermo sotto le attenzioni e il corpo dell’italiana.
Dopo qualche minuto di coccole, si fermò e si accomodò come un cucciolo smarrito tra le braccia del suo amato, rilassandosi e chiudendo gli occhi.
Fortuné cominciò ad accarezzarle la schiena dolcemente, fissando il soffitto con un sorriso sulle labbra, che pian piano si affievoliva sempre più.
-Chissà cosa sta succedendo nel futuro..- bisbigliò la ragazza, ed era la stessa identica cosa che stava pensando in quel momento anche l’altro.
-K.K., Ixen..-
-Loro non esistono più, Totta.- La ragazza alzò il viso per guardarlo negli occhi ed ascoltarlo -Voglio dire.. Esistono, ma probabilmente non si fanno chiamare in questo modo da molto tempo. Saranno cambiati..-
-E’ tutto troppo complicato.. Il tempo, il destino.. Concetti così astratti e soggettivi..-
Fortuné baciò lievemente Carlotta, poi prese a carezzarle la guancia -Non possiamo farci niente..- disse con tono delicato.
-Dobbiamo vivere così, come capita?-
-Praticamente si.-
Tacquero per qualche secondo entrambi. Era molto tempo che non ragionavano su quella che era o era stata la loro situazione. Pensarci troppo sarebbe stato inutile. Avevano avuto le loro esperienze, le loro avventure, anche senza pistole, coltelli e guerre varie, e ne avrebbero avute altre. Per esempio, Michael ed Emma avrebbero dovuto affrontare una sfida non indifferente: essere buoni genitori.
Fortuné aggrottò la fronte, poi, dopo qualche attimo di esitazione, parlò.
-Ma noi saremo zii.-


THE END.
 


Innanzi tutto.. HAPPY HALLOWEEN! °ç°
Allora.. niente, siamo giunti alla fine.
Non ho molto da dire, semplicemente vorrei ringraziare tutti. Chi ha recensito, chi ha preferito, seguito o semplicemente letto questa mia fan fiction. Vi ringrazio veramente tanto. E' stata una vera soddisfazione! :)
Ora rispondo alle recensioni dell'ultimo capitolo.
@Kokuro: Grazie mille! :D Per i Missing Moments.. Non saprei. Credo che non riuscirei a scrivere molte altre cose su questa storia. Spero comunque che ti sia piaciuto l'epilogo! :D
@mocamars: Ecco cosa succede nel tuo tanto AMATO epilogo! Oddio. E' finita davvero. K.K... Ixen! D: NOOOOOo. Vabè. Calma. Grazie per la recensione! :3
Le risposte alle recensioni all'epilogo, saranno mandate come messaggio.
Grazie ancora per tutto.

Graziegraziegraziegraziegrazie.

Arrivederci! :D

   
 
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