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Autore: BurningIce    01/11/2011    5 recensioni
Un piccolo extra di Halloween con i personaggi di "Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no."
Spero che vi faccia sorridere e, anche se agli sgoccioli, buon Halloween a tutti!
Dalla storia: "Ophelia Rosier non aveva paura di niente; o almeno così credette fino a quel fatidico giorno: il trentuno Ottobre duemilaventuno. Ovviamente non aveva mai creduto alle dicerie secondo le quali vampiri, Licantropi ed altre creature oscure, in quel giorno particolare dell’anno, fossero più attivi del solito, perciò non aveva assolutamente alcun problema a camminare da sola lungo il corridoio sotterraneo che portava alla Sala Grande. "
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.'
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James Sirius Potter, Ophelia Rosier, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Melissa Mulciber, Liam Zabini

In …
 

Halloween - Forze oscure ed idioti trasparenti

 

31 Ottobre 2021


Ophelia Rosier non aveva paura di niente; o almeno così credette fino a quel fatidico giorno. Ovviamente non aveva mai creduto alle dicerie secondo le quali vampiri, Licantropi ed altre creature oscure, in quel giorno particolare dell’anno, fossero più attivi del solito, perciò non aveva assolutamente alcun problema a camminare da sola lungo il corridoio sotterraneo che portava alla Sala Grande.
Magari le candele che emanavano luce verde potevano essere vagamente inquietanti, magari le armature che cigolavano al suo passaggio sembravano volerla aggredire, ma tutto ciò non la toccava minimamente. Camminava svelta, fiera, nella sua impeccabile divisa Serpeverde.
Ma un rumore, un rumore alquanto strano la fermò. Sembrava un sibilo, che andava facendosi man mano più acuto.
Un sibilo talmente agghiacciante da farle venire i brividi; si appiattì contro una parete e respirò a fondo.
Non c’era niente di cui preoccuparsi. Era ad Hogwarts, probabilmente il luogo magico più sicuro della Gran Bretagna. Eppure quel rumore non accennava a terminare. Mosse qualche passo, sempre tenendosi alla parete e mantenendo gli occhi rigorosamente chiusi.
Non voleva vedere cosa c’era oltre l’angolo, non era mica una stolta Grifondoro! Così si staccò dalla parete e cominciò a correre verso il suo dormitorio, ma non calcolò, nella sua traiettoria, l’esistenza di una di quelle fottute armature: inciampò nel piede di metallo e cadde rovinosamente a terra, strappandosi i preziosissimi collant. Storse il naso, vedendo quello scempio, ed imprecò: e quando Ophelia Rosier storceva il naso, non era mai un buon segno. Sentì dei passi; qualcuno - o, nel peggiore dei casi, qualcosa - si stava avvicinando a lei. Si mise a sedere sul pavimento di pietra, ancora dolorante, ed urlò:
<< Chi è là? >>
Una sagoma oscura sbucò fuori da dietro l’angolo, ma scomparve immediatamente. Ophelia urlò con tutta la voce che aveva in gola, pregando che qualcuno venisse a salvarla, preferibilmente Scorpius. Poi l’avrebbe portata in Sala Grande ed avrebbero fatto un’entrata trionfale, davanti a quell’arpia di Dominique Weasley, verde d’invidia.
Già, Scorpius… non l’aveva mai nemmeno baciato, non poteva morire senza averlo fatto!
Cominciò a pregare Merlino, Morgana, Salazar e – perché no? – anche i fondatori delle altre Case. Se c’era qualcuno che poteva aiutarla, non bisognava discriminarlo.
Le sarebbe andato bene persino un Grifondoro, anche quell’idiota patentato di James Potter, che la faceva impazzire ventiquattr’ore su ventiquattro con le sue battutacce decisamente stupide. Adesso che ci pensava, Potter non sarebbe stato niente male come eroe.
Perfetto, adesso delirava anche dalla paura!
Qualcosa le afferrò la gamba, che improvvisamente divenne trasparente, e comiciò a trascinarla sul pavimento di pietra, incurante delle sue urla. Quella era la fine.
Sentì una voce che rideva sguaiatamente e le vennero le lacrime agli occhi: quell’ignota creatura oscura, adesso, si stava pure prendendo gioco di lei. Poi, un lampo improvviso. Chiuse gli occhi e si preparò al peggio: qualcuno le aveva appena scagliato un anatema. Le risate si moltiplicarono e Ophelia fu appoggiata delicatamente a terra.
Delicatamente? Che fine aveva fatto il mostro pronto a divorarla o a sottoporla alle più atroci torture? Era forse arrivato il suo salvatore? Aprì lentamente un occhio, senza farsi vedere, e mise a fuoco un’immagine, dapprima confusa. Le apparve davanti un viso schifosamente soddisfatto e tronfio, che poteva appartenere solo ad una persona: capelli neri scompigliati ad arte, occhi nocciola ed un sorriso di scherno.
<< POTTER! >> Urlai, furiosa. Per colpa di quell’inutile Grifondoro mi ritrovavo le calze nuove irrimediabilmente strappate e le ginocchia sbucciate.
<< Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Guarda come mi hai ridot… >> Lia si bloccò nel bel mezzo della sua frase. La faccia di James Potter stava galleggiando ad una notevole distanza dal suolo, come nei suoi peggiori incubi.
Il ragazzo continuava a ghignare, contento di aver finalmente attirato la sua attenzione. Era stato proprio uno scherzo geniale; il premio era l’espressione impagabile della Rosier, immortalata dalla sua macchina fotografica.
Ed ora, il tocco finale: James adorava mandarla fuori dai gangheri. Era ancora più bella, quando era arrabbiata.
Odiosa, certo, ma bella.
<< Cos’hai da guardare, Rosier? >> Chiese, inclinando il capo leggermente, come un bambino davanti al suo giocattolo preferito.
Si odiavano fin dal primo momento in cui si erano conosciuti, lui fermo sostenitore dell’orgoglio Grifondoro, lei convinta Serpeverde: era normale assistere ai loro battibecchi.
<< Non c’è niente da guardare in te, Potter. >> Sentenziò, fredda come il ghiaccio, gli occhi grigi taglienti come lame affilate, ancora bagnati dalle lacrime.
Si rialzò a fatica e sputò con rabbia due terribili parole:
<< Ti odio! >>
Chissà come mai, James si sentì mortificato, quasi triste. Non gli importava più del suo magnifico scherzo ben riuscito: l’espressione ferita di Ophelia era impressa nella sua mente e sentiva una voragine all’altezza dello stomaco.
Si ritrovò a correrle dietro, ma invano. Dopo un po’ era già sparita dietro la parete che celava il Dormitorio Serpeverde.
<< Dannazione! >> James Sirius Potter si sentiva ufficialmente un emerito coglione.
 

 *

 
Ophelia Rosier tardava ad arrivare: strano, non era da lei. L’intera combriccola la aspettava per cominciare la cosiddetta riunione: prima della cena di Halloween, ogni anno, decidevano insieme cosa fare durante la notte. Ovviamente Scorpius Malfoy e Liam Zabini sparivano misteriosamente insieme a qualche ragazzina caduta tra le loro grinfie e riapparivano solo dopo ore, visibilmente scarmigliati e soddisfatti.
Rose Weasley si torturava una ciocca di capelli castani e sferrava di tanto in tanto dei calci ai piedi del tavolo, impaziente, o dei piccoli pugni sul ginocchio del suo migliore amico, Scorpius Malfoy, che la teneva in braccio sotto lo sguardo piccato di Melissa Mulciber.
<< Che c’è, Mel-Mel? Gelosa? >> Le chiese Rose, con un ghigno compiaciuto. Si appoggiò meglio al petto di Scorpius in un chiaro segno di sfida.
La Mulciber sbuffò, voltandosi dall’altra parte ed incrociando le braccia, ma il suo malumore durò poco: cominciò ad accarezzare lascivamente i capelli di Liam Zabini, ricambiando il sorrisetto vittorioso di Rose. Aveva sempre sospettato che quest’ultima avesse un debole per Liam e non poteva biasimarla: mulatto, occhi blu notte e fisico da urlo, Zabini era il sogno erotico di qualsiasi ragazza del castello.
Scorpius, però, era di un altro livello. Se solo non ci fosse stata quella Mezzosangue sempre in mezzo, Melissa avrebbe potuto tranquillamente essere la pseudo-ragazza del biondino. E aveva giurato a se stessa che ci sarebbe riuscita, prima o poi. Con o senza quella stupida Weasley ad intralciarla.
Ophelia arrivò dopo circa mezz’ora, trafelata e spettinata come nessuno l’aveva mai vista; Rose pensò che i capelli dell’amica potessero essere tranquillamente paragonati a quelli di sua madre Hermione. Ovviamente, questo non era un bene.
Dopo una cena abbondante e numerosi litigi, decisero di invadere la torre Grifondoro al fine di abbellire gentilmente i volti degli studenti della Casa, con fatture di dubbia provenienza.
Il coprifuoco era scattato da un pezzo quando sussurrarono ad un'infastidita Signora Grassa la parola d’ordine; Scorpius l’aveva scoperta da una ragazzina del terzo anno, in un modo per niente difficile da immaginare.
A nulla valsero i tentativi dei ragazzi di salire le scale dei Dormitori femminili: evidentemente erano incantate. Così Scorpius e Liam dovettero accontentarsi di cambiare i connotati ai primini, che il giorno dopo si sarebbero risvegliati con la pelle di un bel rosso brillante.
Rose si diresse verso la camera di suo fratello Hugo, con un’espressione sadica dipinta in volto, mentre la Mulciber affermò di voler “fare visita a quel figo del sesto”. Ophelia dubitava fortemente che sarebbe ritornata con loro.
Era rimasta sola in territorio nemico.
Fissò il camino spento per qualche secondo, poi l’illuminazione le giunse, splendida, brillante, coll’inconfondibile retrogusto della vendetta: James Potter poteva dire addio ai capelli neri di cui andava tanto fiero. Salì le scale in fretta, senza fare alcun rumore. Aprì la porta con altrettanta cautela e scostò le tende di ogni letto, fino a trovare quello di Potter, il più vicino alla finestra. Quando lo vide, non potè fare a meno di sorridere: sembrava un bambino.
Dormiva scompostamente, con una gamba fuori dal letto, ed aveva sul viso un’espressione beata che lo faceva sembrare ancora più… no, non poteva aver pensato “bello”.
La smania della vendetta la prese nuovamente e si inginocchiò sul letto, pronta a rasare per bene quella testa vuota. Sollevò la bacchetta, ma un braccio la sorprese, facendola ricadere sul materasso. James Potter gliel’aveva fatta di nuovo: non stava dormendo, si era accorto di lei fin dall’inizio.
<< Bene bene >> Esclamò, posizionandosi sopra di lei.

Era normale che sentisse tutto quel caldo?

<< Guarda chi abbiamo qui >> Illuminato dalla luce della luna, James era quasi spettrale. Ophelia si accorse che indossava solo i boxer e la sensazione di calore cominciò ad aumentare.
<< Lo dicevo che un giorno saresti finita nel mio letto, Rosier >> Quella frase avrebbe dovuto irritarla, ma Ophelia la trovò irresistibilmente sexy.
La ragazza si limitò ad inarcare un sopracciglio, mentre anche James Potter si trovava a fare i conti con i suoi ormoni impazziti. Averla così vicina gli provocava delle reazioni che mai avrebbe potuto immaginare. Aveva una terribile voglia di baciarla.
Si avvicinò al suo volto e soffiò, a pochi centimetri dalle labbra della Serpeverde:
<< A cosa devo il piacere di questa visita? >>
Entrambi si domandavano dove fosse finito tutto l’odio che dicevano di provare l’uno nei confronti dell’altra. Perché, in quella situazione, c’era tutt’altro che odio: Ophelia era come ipnotizzata, non riusciva a sottrarsi al suo tocco delicato sui fianchi; James voleva solo sentirla sua.
<< Volevo ucciderti... >> Non era credibile e lo sapeva: la sua voce era appena udibile e sembrava il mugolio di un animale in calore.
<< Ma davvero? >> James si mostrò falsamente impaurito, allontanandosi un po’ da lei per osservare la sua reazione. Chiunque avrebbe capito che l’unico pensiero che passava per la testa della ragazza era: “avvicinati di nuovo, Potter”. Il suo respiro accelerato parlava chiaro; era il momento.
James le accarezzò una guancia, con una delicatezza di cui non lo credeva capace, e si chinò nuovamente verso di lei, fino a sfiorarla con il petto. Stava per baciarla, ma un boato terrificante li fece sobbalzare. Ophelia cadde dal letto e lanciò a James uno sguardo pieno di confusione, qualche secondo prima di scappare via.
<< Ritirata, ci hanno scoperti! >> Urlò la voce di Scorpius, seriamente allarmato. C’era da aspettarselo: Rose aveva appena scagliato con la magia una poltrona contro Melissa Mulciber, accusandola di averci provato con suo cugino Albus. Ovviamente non aveva aspettato di essere fuori pericolo, aveva pensato bene di sbraitare e scaraventare mobili in giro per la Sala Comune di Grifondoro, svegliando ogni essere vivente nel raggio di chilometri.
<< Tu… brutta… TROIA! >> Melissa si era appena rifugiata dietro uno stendardo, tremante.
Scorpius prese una recalcitrante Rose per le spalle e la trascinò fuori dalla stanza, seguito da Ophelia, Liam e Melissa, traumatizzata, poco prima che una folla di Grifondoro infuriati si riversasse nella Sala Comune.
<< È stato un fallimento >> Commentò Scorpius, amareggiato. << Un totale fallimento. Rose, hai mandato tutto all’aria! >>
Ma Rose, inaspettatamente, ghignò.
<< Non direi, mio caro. Ecco, dovrebbe succedere proprio… ora! >>
Le espressioni interrogative degli altri quattro trovarono risposta nelle urla che si levarono alle loro spalle: dentro il Dormitorio, da qualche parte, l’intera scorta di Fuochi Forsennati di Hugo Weasley era misteriosamente esplosa.
<< Rose Weasley, non so cosa tu abbia fatto, ma sei un genio! >> Scorpius la abbracciò di slancio, impedendole di vedere Liam e Melissa che si allontanavano con fare cospiratorio; Ophelia, intanto, sospirava, sempre più confusa.
Rose e Scorpius non avrebbero mai potuto immaginare che dopo pochi giorni la loro amicizia sarebbe stata compromessa inevitabilmente.
Ophelia Rosier, d’altra parte, non aveva mai creduto che le forze maligne si risvegliassero durante la notte di Halloween; eppure, quella sera, la forza che l’aveva spinta nel letto di James Potter doveva essere decisamente malvagia.


*
Buonasera e buon-quel-che-resta-di-Halloween a tutti!

Volevo postare questa one-shot pomeriggio, ma la connessione me lo ha impedito. I personaggi sono quelli di: Sono una ragazza perfettamente nella norma. O forse no.

Leggetela, se vi va, capirete meglio cosa succede. Vorrei fare alcune precisazioni:
1. La scena tra Scorpius e Ophelia ha una piccola parte in cui i dialoghi sono uguali a quelli del quarto capitolo della storia a cui appartengono i personaggi, che ho appena citato.
2. Anche la battuta di Rose, rivolta a Melissa, è un riferimento al primo capitolo della storia.
3. James non si chiede cosa ci faccia Ophelia nel suo letto. Andiamo, è un po' addormentato ed è troppo contento di averla lì per poter farsi delle domande!
4. Ho usato la terza persona, questa volta, per rendere meglio i pensieri di ogni personaggio.
Detto ciò, spero che vi sia piaciuta :)
5. James, ovviamente, sta usando il mantello dell'invisibilità del padre.
Un bacio, Iv.

 

 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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