Occhi chiusi

Una lacrima ha radici più profonde di un sorriso.
Emil Cioran

Dormiva quando accadde, stremato dall’ansia e dalla veglia.
Gli piace credere che lui abbia scelto di andarsene così: senza addii, nel silenzio di una stanza buia, per non mostrargli al risveglio uno sguardo impaurito o un dolore contratto.
Ma solo due occhi chiusi e un petto senza più respiro.
Una morte senza brutti ricordi.

E ora, ai piedi di una zolla scura che sotto la pioggia diviene fango, Carmaux non ride più.
Perché lui, la sua risata, l’ha sempre concessa a tutti.
Ma non il suo pianto.
Non ride, Carmaux.
Perché, nel luogo che un giorno s’aprirà anche a lui, è Wan Stiller a farlo per entrambi.
 

[110 parole]

 
Note dell’autrice: era da un secolo che avevo in mente di scrivere qualcosa del genere, una missing moment con Death!Character.
Salgari chiude “Jolanda, la figlia del Corsaro Nero” proprio con Carmaux e Wan Stiller che “ormai invecchiati e stanchi di menare le mani, avevano seguito il loro antico luogotenente, godendosi in pace gli ultimi anni della loro tribolata ed avventurosa esistenza.” Non poteva fare un regalo migliore a due personaggi che hanno l’onore non solo di aprire il ciclo delle Antille, ma di concluderne la prima trilogia. Con mio rammarico, né Carmaux né Wan Stiller avranno posto negli ultimi due libri, “Il figlio del Corsaro Rosso” e “Gli ultimi filibustieri”.
Ci si potrebbe chiedere se la scelta del personaggio da far spirare sia stata casuale.
Assolutamente no.
Da subito ho avuto in chiaro quale sarebbe stata la reazione di Carmaux alla morte del suo migliore amico, ma se dovessi capovolgere i ruoli non saprei dove sbattere la testa, sinceramente. Spero di aver fatto un buon lavoro, soprattutto nell’IC.
Grazie a chi mi segue, mostrando la sua presenza o meno.
Satomi