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Autore: Buildingalife    01/11/2011    7 recensioni
Aspira, espira, fumo che vola via.
Solo quello?
Silenzio.
Piede mosso, vaso rotto.
Mondo crollato addosso.
Ma la ragazza non ricorda.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Posizione fetale su un letto, accucciata su sé stessa.
Delle specie di vene artificiali connesse alle orecchia appiccicate ad un apparecchio che riproduce musica.
Vita infranta.
Vita finita.
Vita iniziata.
Il mondo gira, ah-ah.
E come gira.
Posacenere.
Prendi, aspira, espira, fumo che vola via.
Occhi chiusi, palpebre con una leggera sfumatura di trucco.
Aspira, espira, fumo che vola via.
Solo quello?
Silenzio.
Piede mosso, vaso rotto.
Mondo crollato addosso.
Ma la ragazza non ricorda.
Oh, com'è possibile? Possibile non ricordare niente?
Ma chi era la ragazza?
Chi ero io?
La ragazza - ah, ancora non riesco a dire IO, non  mi riconosco più!-, la ragazza dicevo, ormai era devastata. 
Ricordi? No.
Ogni tanto qualche flashback di un secondo, troppo veloce per riuscire a coglierlo e ricordare la storia di una vita arrivata in cima alla felicità.
Quanti anni aveva la ragazza?
Diciotto? Venti? Quaranta? Cinque?
Diciassette mi dissero, diciassette!
Così giovane?
Così giovane? Così giovane già doveva riiniziare una vita?
Non doveva prima morire per poi rinascere in un'altra vita?
Aspetta, ero morta?
No no.
"Sono morta?" chiesi d'un tratto.
Ma non c'era nessuno.
Un bigliettino sul comodino: "Torno tra poco. Baci, mamma."
Uh, avevo anche una mamma?
Chissà se avevo un fratello, o una sorella.
Ad un certo punto sentii urla di qualche canzone provenienti da una stanza, mi alzai, e percorsi quei posti sconosciuti, che però componevano qualcosa che veniva chiamato "casa". Mi dissero che era anche mia quella casa.
Arrivai nella stanza da dove provenivano i rumori. Bussai.
Sentii la musica abbassarsi, e la porta si aprì davanti a me.
"Buongiorno." disse un ragazzo bellissimo sorridendomi.
"Buongiorno anche a te..." mi bloccai, non sapevo il suo nome.
"Davide." disse lui sorridendo.
Lo guardai ancora un po' confusa "Davide, tuo fratello." disse lui, quasi piangendo, ma forzando un sorriso.
"Ma che bel fratello che ho." dissi sorridendo cercando di allentare la tensione.
Scoppiò a piangere, e mi abbracciò fortemente.
Ricambiai l'abbraccio, forse un giorno sarei riuscita a ricordare qualcosa.
"Ti voglio bene Giò."
Giò viene da Giorgia no? Quindi mi chiamavo Giorgia a quanto pare.
Bel nome.
Sbadigliai, avevo ancora un po' di sonno.
Mi guardò e mi disse: "Dai che hai ancora sonno, ti riaccompagno in stanza."
Mi riportò in stanza e dopo che mi stesi sul letto, sentii lui accanto a me. 
"Ho sonno anche io." disse, e anche se non ricordavo nulla, qualcosa di vecchio in me era rimasto, era rimasto l'affetto per lui. Sentivo che era speciale, e così lo abbracciai.
   
 
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