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Autore: Lizzie_Siddal    01/11/2011    4 recensioni
[Tyler/Caroline - 1x07]
Sospira, lasciandosi finalmente crollare contro il legno del tavolino, chiudendo gli occhi.
Bere fino a quando qualcuno non sembri sexy abbastanza da poter farci cose...
Sulla carta, il piano della Forbes gli era parso molto migliore di così.
"Tyleeeer!” trilla una voce ben nota, e lui non può fare altro che riscuotersi, infastidito.
Parli del diavolo.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Worst Halloween trick ever
Fandom:
The Vampire Diaries
Personaggi/Pairing(s):
Tyler/Caroline; hints Damon/Caroline
Genere:
Commedia, Introspettivo
Challenge/Prompt:
scritta per la Notte Bianca #4 @maridichallenge, col prompt Caroline/Tyler, la festa di Halloween della 1x07 di alister_
Avvertimenti:
het, oneshot, qualche parolaccia, un po' di UST, nefaste conseguenze di una sbronza
Timeline: ambientata durante la 1x07, ed ispirata allo scambio di battute di Caroline e Tyler, durante il loro brindisi (“I am gonna drink until someone is hot enough to make out with” “Sounds like a plan”)
Note iniziali: ci son stata dietro un pomeriggio e ne è uscita una roba senza senso. Prima Forwood che scrivo, prima volta che posto qualcosa per la Notte Bianca. Chiedo scusa in anticipo.


Un grazie speciale a Laura e Alis per la consulenza Forwoodiana ♥



Tyler sta cominciando a perdere il conto di quanti alcolici si è scolato, a quella stupida festa di Halloween.
La testa, tenuta su solo dal sostegno pigro della mano che non stringe il bicchiere di carta, è pesante, pulsa maledettamente.
E la musica orrenda del Mystic Grill, sparata a palla dalle casse, non aiuta affatto, sembra scavargli nel cervello come un fottuto trapano fatto dei suoni distorti e dei bassi assordanti tipici della musica dance più odiosa.
Quella sera, Vicki si è volatilizzata e così, preso dalla noia, e com'è sua abitudine fare, Tyler s'è messo a provarci con ogni ragazza di bell'aspetto che gli capitasse sotto il naso.
Dopotutto, lui e Vicki non hanno firmato nessun contratto di fedeltà, no?
Meredith, Dana, Lucy, Natalie. Quelli sono solo un paio dei nomi che Tyler ricorda con certezza, e tutte, dalla prima all'ultima, l'hanno mandato in bianco.
Stronze snob.
Preso dalla disperazione, ad un certo punto deve pure averci provato con la sfigata della classe, quella che si chiama Judie, o forse Juliet – Tyler proprio non se lo ricorda, non al momento, per lo meno – e perfino lei non l'ha degnato di uno sguardo.
Che diavolo hanno tutte, quella sera? L'ego di Tyler si rifiuta di fargli formulare risposte del tipo che
forse, essendo sbronzo marcio, il solo sentirsi respirare addosso da lui basti ad allontanare chiunque possieda un pizzico di sobrietà e buon senso.
E Tyler Lockwood non è mai stato uno da potersi permettere ragazze del genere, per la cronaca. Il solo fatto che frequenti Vicki Donovan ne è la prova.
Sospira, lasciandosi finalmente crollare contro il legno del tavolino, chiudendo gli occhi.
Bere fino a quando qualcuno non sembri sexy abbastanza da poter farci cose...
Sulla carta, il piano della Forbes gli era parso molto meglio di così.

"Tyleeeer!” trilla una voce ben nota, e lui non può fare altro che riscuotersi, infastidito.
Parli del diavolo.
Caroline si è appena accasciata sulla sedia accanto alla sua, e ora, una bottiglia di Bacardi tra le dita, lo squadra in tutta la sua
made-in-Caroline-Forbes-superiorità, appunto. Certo, pure lei è parecchio stordita dai festeggiamenti – viso stravolto, trucco sciolto attorno agli occhi azzurri e lucidi, guance rosse ed accaldate – così che l'effetto generale risulta un po' disfatto, ma in sostanza ha sempre lo stesso sguardo da anche da ubriaca sono migliore di te e ho l'istinto irrefrenabile di giudicarti.
"Sei messo da schifo, Tyler Lockwood” sentenzia infatti piantandogli un indice contro la fronte.
"Gentile come sempre, Forbes” biascica lui in risposta, troppo stanco per cominciare un battibecco degno di loro due.
"Allora, hai rimorchiato almeno tu?” chiede Caroline distratta, senza mostrare particolare interesse per la risposta: sta occhieggiando con insistenza uno belloccio dall'aria familiare, jeans e giacca di pelle.
"Negativo. Tu invece dovresti smetterla di scoparti con gli occhi quello là, e fartelo per davvero” le consiglia lui, con una schiettezza che non oserebbe da sobrio.
La Forbes è pericolosa: a Tyler è già capitato di ricevere dolorosissime gomitate tra le costole, subdoli pizzicotti sul dorso delle mani e ginocchiate in zone decisamente delicate per un ragazzo.
D'istinto, serra le cosce e ritrae le gambe da sotto il tavolo. Non ci tiene a ripetere l'esperienza.
Ma a quanto pare, la sbronza ha reso Caroline indulgente ed immune all'idea di mettere in atto una delle sue solite vendette. È tutta concentrata sul bel tenebroso parcheggiato al bancone del bar.

"Me lo sono già fatto” risponde secca, assottigliando le palpebre.
Le luci della stanza danzano in modo buffo tra le sue ciglia truccate, e quell'espressione imbronciata – così lontana dal solito sorrisetto vanesio – la fa sembrare diversa, come più adulta.

"Non ne valeva la pena, comunque” continua incolore la ragazza, e si attacca alla bottiglia come fosse un biberon, svuotandola.
Nonostante le proprie parole, però, continua a fissare il tizio.
Tyler invece fissa lei, e d'improvviso comincia a sentirsi strano.
Comincia a sentirsi quasi come se Caroline Forbes sia d'un tratto diventata abbastanza sexy da...No.
Come gli vengono in mente certi pensieri?
Non è che sia una brutta ragazza. Okay, in quanto a tette non è il massimo, ma per il resto può andare.
E Tyler non l'ammetterebbe mai, ma l'ha sempre trovata carina, fin da quando erano bambini e alle tette nemmeno ci pensava.
Solo che la Forbes è la Forbes: un concentrato di 'bionditudine' letale shakerato con sarcasmo al vetriolo in grado di smontare il più affamato degli adolescenti in tempesta ormonale. È semplicemente insopportabile per qualcosa che non siano una bevuta insieme, quattro chiacchiere scontate o una partita a biliardo al Grill. Ecco perché il rapporto tra lei e Tyler non è mai andato oltre a quello.
Il fatto che adesso la possibilità di farci qualcosa di più gli ronzi come una mosca molesta nel cervello è assolutamente irrilevante, figuriamoci.
Tanto vale dedicare una lapide alla propria autostima, e via: Caroline Forbes deve essere una di quelle che, davanti ad un uomo nudo, si mettono a trovargli mille difetti, e poi, dannazione, Tyler già se la vede tutta presa a comandare a bacchetta, a strillare 'così non va bene, non sai soddisfare una donna, e, ommioddio sì, più forte, ma attento a non scompigliarmi i capelli!'
La sola idea di poter... Ehi.
Basta. Tyler non ha appena pensato a cosa potrebbe strillare Caroline Forbes mentre è a letto con qualcuno, a quali siano le sue espressioni facciali in certe circostanze, no. Non ha pensato a niente di tutto questo.

"Uh, m'è tornata la voglia di bere” annuncia Caroline, d'un tratto più allegra: il tipo con la giacca di pelle se n'è andato. Tyler, che s'è perso a guardarle il davanzale senza sapere il perché – non c'è proprio nulla da guardare - , si trova d'accordo con lei.
Bisogna affogare quei deliri dentro un altro paio di drink.
Si passa una mano tra i corti capelli neri, e poi sugli occhi impastati dalla stanchezza. Alzarsi dalla sedia sarà un bel problema.
Caroline invece è già in piedi: barcolla leggermente sugli stivali col tacco, ma resiste, e Tyler sente di odiarla.

"Aiutami, dai” sbotta, burbero.
"Il grande Leonida che implora l'aiuto di una delicata fanciulla?” lo sbeffeggia Caroline, riferendosi al suo costume di Halloween.
Lui rotea gli occhi, o almeno, così crede – forse il risultato è più simile ad uno sguardo strabico pieno di scetticismo.

"Delicata non è l'aggettivo che avrei usato” osserva con un ghigno, che scompare immediatamente sotto il calcio ben assestato che riceve in piena tibia. Ma la Forbes nonostante tutto non se l'è presa: si china a passare un braccio esile sotto quello muscoloso di Tyler, cercando di sollevarlo come può.
A Tyler viene da ridere a sproposito.

"Quanto sei inutile!” esclama Caroline, tirandoselo addosso.
"Anziché ridere potresti...” Non riesce a finire la frase, perché perde l'equilibrio e corre il rischio di schiantarsi a terra.
Si salva solo aggrappandosi al collo robusto di Tyler.

"Mi stai strozzando, stupida!” abbaia lui, e per tutta risposta la Forbes gli ridacchia dritto dritto nell'orecchio. Una stilettata acuta ed argentina, accompagnata da una scia di brividi – sbagliatissimi – lungo la schiena di Tyler.
E adesso come mai gli è venuta voglia di affondare il naso tra i capelli biondi e piastrati di Caroline?
Deve essere il suo profumo – sa di bagnoschiuma alla fragola, cosmetici, e di, Tyler non saprebbe come altro definirlo, di buono – ma anche questo è completamente sbagliato da pensare.

"Mi stai...annusando?” domanda Caroline scostandosi un po'. Non sembra seccata, quanto più incuriosita.
"Cos- no! Che viaggi ti fai?!” annaspa Tyler, subito sulla difensiva. Cazzo, che figura di merda che sta facendo.
Quella serata è proprio strana e delirante, gli sta giocando brutti scherzi. Vuole mettervi fine all'istante. La prospettiva di bere ancora scompare, sostituita dalla voglia di fiondarsi in bagno e infilarsi due dita in gola per sbarazzarsi della nausea incombente, assieme a quelle sensazioni assurde.

"Senti, devo vomitare” le comunica senza tanti giri di parole. Deve riuscire a raggiungere almeno la porta della toilette, o farà un disastro.
Meno male che sono vicini.

"Okay” annuisce Caroline, più tranquilla di quel che si sarebbe aspettato.
"Andiamo”
Magari anche a lei è appena venuta quell'urgenza lì.
Riprendono a caracollare, e di certo sono uno spettacolo ridicolo: un ragazzone tutto muscoli come Tyler sostenuto dalla figura snella e femminile di Caroline – ma non è il caso di formalizzarsi, adesso.
Tirano un sospiro di sollievo all'unisono, alla fine, una volta entrati nel bagno.
Al diavolo tutto, ce l'hanno fatta.

"Vado prima io”
"Scordatelo”
"Come osi non dare la precedenza a una signora?! Ominide!”
Finiscono incastrati l'uno contro l'altra sulla soglia del cubicolo, consistente gli unici servizi igienici – unisex - del Mystic Grill, prima che Tyler perda del tutto la pazienza e afferri Caroline con forza per le spalle, quasi spostandola di peso.

"Prima. Io.” ringhia tra i denti. Ed è in quel momento che accade, senza possibilità di ritorno: a Tyler lampeggia in testa l'idea folle di prima, quella a cui assolutamente non dovrebbe pensare, sì.
"Tyler..?” mormora Caroline, confusa dalla sua calma immobile ed improvvisa.
"Eh” soffia fuori lui, senza sapere bene cosa dire.
"Che hai?”
I secondi passano, e forse la sta guardando con occhi insani da omicida, o forse con quelli di chi vorrebbe disperatamente baciarla. Tyler non lo sa, eppure è importante saperlo. La Forbes è facile ai fraintendimenti, ed è molto più saggio farle credere di volerla tramortire di botte, piuttosto che di altro.

"Sai la cosa di bere fino al punto in cui...” gli esce fuori contro la propria volontà, in tono roco e strascicato.
"... in cui qualcuno non diventi sexy abbastanza da voler farci cose” termina lei, inciampando sulle parole.
"Non ti sopporto” esala Tyler con un filo di voce.
"Altrettanto” è la risposta sospirata, e sembra tanto che stiano prendendo fiato prima di tuffarsi – le mani di Caroline già serrate ai lati del viso di Tyler, quelle di lui abbrancate ai suoi fianchi con furia – , prima di andare in apnea.
Non fosse che.
Non fosse che i loro stomaci hanno la meglio, e li costringono ad allontanarsi immediatamente per piegarsi insieme sulla tazza del water.

"...Schifo” geme Tyler, pulendosi la bocca con il mantello. Sporco.
Nessuno dei due ha fatto centro, purtroppo.

La gonna! La mia gonna!” sbraita Caroline a decibel incalcolabili, le mani tra i capelli ed una crisi isterica in dirittura di arrivo.
È proprio il peggior scherzo di Halloween che si potessero fare a vicenda.
Per fortuna sono così sbronzi che domani non ricorderanno niente più di quello... O almeno, Tyler si augura che sia così.

   
 
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