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Autore: _Syn    01/11/2011    4 recensioni
Albus S./Scorpius
Rotolini di ciccia sui fianchi.
Cic-cia.
Su Scorpius.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Note: Fanfiction scritta per la Notte Bianca di maridichallenge con il prompt di nefene "Rotolini di ciccia". 


Rotolini di ciccia

Scorpius è sempre stato magro come uno spillo, con quella pelle che sembra ricoprire le ossa come fosse un velo, uno strato quasi superfluo. E' così sottile che basterebbe un niente per ferirlo gravemente e profondamente. Ed è pallido. Così pallido che riesce a intravedere l'azzurro delle vene del compagno come un reticolo. Gli piace seguirle con un dito, ma perde presto il senso della direzione e finisce per accarezzare quella pelle come gli capita, sentendo i brividi di Scorpius sotto le dita.
Se Albus non si assicurasse, di tanto in tanto, di pizzicarlo e vedere la pelle arrossarsi penserebbe che quella sia solo una visione, una specie di materiale creato in laboratorio a sostituzione della cute umana. Quando poi ci poggia le labbra sopra, quando fa scorrere la lingua lungo il suo collo, la sente persino riscaldarsi, reagire umanamente a quel contatto, e allora tutti i dubbi vanno via. E' una reazione naturale, umana, a cui dovrebbe essere perfettamente abituato, ma all'inizio era difficile non rimanere incantati.
Dopo aver realizzato l'umanità di quella pelle, Albus si è reso conto che alla fine dipende tutto dal modo in cui Scorpius indossa la sua pelle. Alcuni esseri umani, stando nudi di fronte a qualcun altro, non mostrano altro che... nudità. Quella nudità può provocare varie reazioni, ma di fronte a Scorpius ognuna di quelle reazioni diventa quasi scontata. Oppure non vengono prese neanche in considerazione.
“Che ha la mia nudità che non va?” gli ha chiesto Malfoy la prima volta che Albus gli ha fatto notare quanto strana fosse quella... emozione che aveva provato guardandolo.
“Niente, è solo così perfetta che magari, a prima vista, uno neanche se ne accorge che sei nudo. Deve essere il modo in cui ti muovi o respiri.”
Così strano e diverso che a volte, dopo averlo spogliato, Albus crede di aver mancato qualche pezzo. Ma no, c'è sempre e solo pelle chiara e calda.
Appunto, pelle.
Ma non si sarebbe mai aspettato che a quella pelle – bella, perfetta, inumana, liscia e pallida – si aggiungesse un altro elemento.
Rotolini di ciccia sui fianchi.
Cic-cia.
Su Scorpius.
Sembra un ossimoro, ma la realtà parla meglio di una figura retorica e dimostra il fatto: Scorpius ha i rotolini di ciccia sui fianchi. Sono appena accennati, si notano a malapena quando l'elastico del pigiama si stringe intorno ai fianchi e forma dei lievissimi rigonfiamenti ai lati. Il velo non scene più graziosamente come prima, ma si riempie in due curve che contengono qualcosa di misterioso e sorprendente per Albus. Qualcosa di umano e imperfetto che, proprio per quella sorpresa, lo rendono ancora più bello.
L'ha appena notato quella mattina, mentre Scorpius si sistema il pigiama e gli dà le spalle. Sta trattenendo il respiro, girato di fianco sul materasso, e guarda quello spettacolo per qualche secondo, il respiro bloccato in gola, e poi mormora:
“Wow.”
E Scorpius si volta, l'espressione assonnata e perplessa. In quel momento anche le sue guance sembrano più piene, ma l'effetto è sicuramente dovuto all'immagine ancora impressa a fuoco nel cervello di Albus di quei fianchi “ciocciottelli.” Chiamarlo grasso sarebbe un'esagerazione immane, ma quella è indubbiamente carne in più.
E' pelle con cui giocare, da mordere, da pizzicare, da occhieggiare furtivo durante le loro passeggiate sopra la cintura dei pantaloni e in rilievo sotto il maglioncino di cotone bianco, pelle da afferrare e da modellare piano con le dita. Da baciare, da ammirare e da conservare così a costo di comprare scorte in più di dolci e schifezze varie.
“Wow.” ripete Albus. Si mette a sedere, le gambe incrociate sul letto, e posiziona il suo sguardo su quei fianchi. Gli occhi verdi, innaturalmente grandi, sembrano come ipnotizzati.
Anche quei rotolini sono indossati con classe, ma in quel modo la nudità di Scorpius appare in maniera più ovvia. Albus sa che non ha dimenticato niente, che non c'è nessun pezzo in più da sfilare da quei fianchi, e la cosa non lo disturba più di tanto, perché spogliare quei rotolini sarebbe sacrilegio. Sono così lievi, come pianure appena appena incurvate verso il cielo, che solo chi conosce il suo corpo alla perfezione potrebbe accorgersene. E proprio quel loro essere così lievi a rendere il corpo di Scorpius ancora più delicato, eppure dotato di forme più marcate. Dovrebbe aprire uno studio su quel corpo, cercare di capirlo attraverso la teoria, ma non sarebbe soddisfacente come la pratica, teme.
“Mi viene voglia di giocarci.” mormora poi, mentre Scorpius fatica ancora a comprendere il filo del discorso – monologo – di Albus.
“Albus, è appena l'alba, e abbiamo appena finito.” replica Scorpius, immaginando che lo sguardo basso di Albus sia più centrato che laterale.
Albus non coglie il fraintendimento e ignora il fatto che tra un'oretta dovrebbero, in teoria, essere a casa Potter-Weasley per festeggiare il ritorno di Teddy dalla sua missione in Romania (evviva gli affari internazionali). E' solo che quei fianchi sono così belli e le sue mani così vuote. Albus non sa se la virilità di uomo si determini da quanti peli sul petto abbia, da altre questioni di lunghezza o dal modo in cui si rade. Ma comunque, come che stiano le cose, quei fianchi sono di quanto più maschio e desiderabile abbia mai visto.
“Solo un pochino, il tempo che mi renda concretamente conto di quello splendore.”
Scorpius diventa rosso, praticamente ovunque, e Albus striscia sulle ginocchia verso di lui e afferra un lembo dell'elastico del pigiama.
“Splendore?”
Le mani cercano immediatamente quelle curve accennate e si sentono riempite. Scorpius rabbrividisce perché le sue mani sono fredde, e poi, quando le carezze ai suoi fianchi sembrano continuare per un tempo abbastanza lungo, solleva un sopracciglio, confuso. Ad Albus piacciono i preliminari, d'accordo, ma non ha mai dedicato così tante attenzione – devozione, quasi – ai suoi fianchi. E' come se ne stesse imparando a memoria la fisionomia, come se quei fianchi stessi facessero la sua felicità. Eppure, gli piace, perché sono carezze attente, che saggiano la sua pelle centimetro per centimetro. Alla fine le mani di Albus si riscaldano e altro calore di irradia dai suoi fianchi fino allo stomaco e sospira di piacere.
Solo quando teme che Albus si sia addormentato e che le sue mani stiano continuando per conto loro, Scorpius gli chiede:
“Che stai facendo?”
Albus ride e gli bacia le labbra, felice come pasqua di prima mattina e persino prima di colazione – evento – e poi gli pizzica i fianchi.
“Coccolo i tuoi rotolini di ciccia.”


E ce ne vuole per convincere Scorpius del fatto che sia ingrassato, ma alla fine lo convince anche a stringere di più la cinta per evidenziare ancora di più quei rotolini sotto il maglioncino. Ma poi, quando lo sguardo di Albus si illumina contento, non può che gongolare e guardarsi allo specchio con una certa soddisfazione. Ha fatto proprio bene a passare più spesso a casa della nonna di Al, Molly, e ad accettare con gioia ogni sua fetta di torta.



  
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