A volte ognuno di noi sente la necessità di scrivere, anche un fatto futile, ma scrivere qualcosa che può cambiare la nostra ora di vita. Possono essere parole sensate, insensate, ma non è tanto il significato che noi vogliamo comunicare con esse, è l’esigenza di pensare, riflettere qualcosa sul mondo, su noi stessi o su qualsiasi altro argomento ed essere capaci di esprimere, sotto forma di testo, i nostri pensieri.
Ecco, in questo momento io sto cercando in qualche modo di passare diversamente quest’ora della giornata, attraverso questa mia passione della scrittura e, infatti, mi sento bene, e forse non è una coincidenza se appare un sorriso soddisfatto sul mio volto non appena finisco di scrivere qualcosa che a me piace; può anche non piacere a chi legge, ma io penso che “la vera gioia è la nostra soddisfazione” e non quella degli altri e questo motto dovrebbe entrare a far parte della nostra vita quotidiana.
Quando sento da voci esterne che alcuni bambini, ragazzi, signori, anziani non riescono a scrivere, mi viene rabbia per due motivi: il primo è perché loro giustificano il difetto di scrittura con la grammatica, pensando che se scrivessero un testo sarebbe un ingorgo senza punteggiatura e senza lettere iniziali… Come secondo motivo è perché ognuno di noi ha dei sogni che puntualmente vengono interrotti con il giudizio degli altri. Quindi quando una persona scrive un testo, ne è felice e ha paura di far leggere questo suo prodotto a un’altra persona per paura di essere discriminata oppure, con le parole che ha scritto, essere considerata ignorante. E qui mi ritorna in mente ciò che ho detto prima: “la vera gioia è la nostra soddisfazione”.
In conclusione, quando scriviamo un testo, quando abbiamo un’idea che possa cambiare la nostra vita attraverso la pubblicazione di un testo o di un saggio, non dimentichiamoci di una cosa: non abbiamo paura degli altri, abbiamo paura di noi stessi, perché possiamo sorprenderci di ciò che abbiamo appena scritto. E far morire d’invidia gli altri. *