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Autore: HeavenMayBurn    02/11/2011    1 recensioni
Ma c’erano molte cose che non aveva mai immaginato accadessero e il caso voleva che avessero tutte a che fare con John.
[Taking Back Sunday, Brand New; Adam Lazzara/John Nolan; Jesse Lacey/John Nolan; (sottointeso Adam Lazzara/Jesse Lacey).
Scritta per la notte bianca di maridichallenge]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'You need me like a bad habit.'
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Disclaimer: I personaggi presenti in questa storia sono realmente esistenti ed appartengono a loro stessi, ed io non intendo dare rappresentazione veritiera ne del loro carattere ne della loro sessualità o offenderli in alcun modo. E per finire non guadagno nulla da tutto questo, boohya! \o/

Note: Scritta con il prompt:  John Nolan/Jesse Lacey/Adam Lazzara, incontri notturni alla luce di un lampione della Notte Bianca di maridichallenge.

Quanto Long Island drama, la mia giornata oggi ne è piena *w*

Okay, come forse saprete già, questa per me è THE ULTIMATE OT3 anzi, no, è THE ULTIMATE PAIRING *vomita arcobaleni e UST* ed ho sempre sognato di scrivere su di loro.

I JUST HAVE A LOT OF FEELINGS! Non lo so, prima o poi scriverò qualcosa con tanto sesso sessuale, per intanto beccatevi questa \o/ #EverythingIsLongIslandDramaAndNothingHurts

E’ ambientata ad inizio 2010, dopo la litigata 2.0 di Jesse e John (mi pare sia avvenuta nel 2007, più o meno quando John si è sposato), quando John e Adam stavano ritornando BFF ma prima che andassero a vivere insieme in Arkansas (o dove diavolo siano ora XD) *ride mentre pensa a quanto la loro vita sia simile ad una fan fiction o ad una soap opera*  BOYS ILU XD

Ah, la maglietta di cui parlo è ‘Mics are for singing not swinging. Googlatela perché se la scrivo qui le mie note diventano troppo lunghe, ma questa (e Taking Back Sunday - proudly swinging since 1999’) è solo l’ennesimo caso di attacchi passivi/aggressivi che questi tre si fanno da ormai una decade XD *ama* 

Titolo da Vices dei Brand New \o/

E rinnovo l’invito: come to the Long Island’s drama, we I have cookies! (Davvero, non posso esserci solo io in questo fandom, è una cosa troppo triste ;___; #foreveralone)

Conteggio parole: 1.358

 

He said goodbye to the ground.

 

Se solo non fosse stato impegnato a tenere lo sguardo basso per evitare che loro incrociassero il suo sguardo, Jesse avrebbe riso, perché era tutto così dannatamente divertente.

Si immaginava Dio in quel momento tenersi la pancia dalle risate e guardandolo mentre si copriva la fronte con il cappuccio della felpa. Un gran senso dell’umorismo era l’unica spiegazione per cui, nella città più grande del mondo, in un bar uguale a mille altri, la luce di un lampione avesse illuminato proprio quel tavolino.

 

John stava osservando la schiuma della birra nel suo bicchiere scomparire lentamente, un piccolo sorriso gli increspava le labbra mentre Adam faceva cadere la cenere della sigaretta per terra e ricominciava a parlare.

Sei miliardi di persone sulla terra e lui aveva incontrato proprio le uniche due persone che avrebbe pagato pur di non vedere.

Fino a quel momento aveva seppellito il pensiero di loro due infondo alla testa, cercando di zittire la voce che continuava a ripetergli quanto ancora facesse male, ma la verità era che, nonostante il rumore del traffico e le risate sguaiate dei passanti, non era mai stata più chiara ed comprensibile che in quel momento.

 

Un sorriso amaro gli solcò le labbra mentre realizzava ciò che era diventato. Se la persona che era a venticinque anni avesse potuto vederlo ora, l’avrebbe preso a pugni.

Cinque anni prima non avrebbe mai pensato di diventare uno che cambiava strada pur non incrociare lo sguardo di qualcuno, per quante notti la persona in questione potesse avergli tolto il sonno.

Ma c’erano molte cose che non aveva mai immaginato accadessero e il caso voleva che avessero tutte a che fare con John.

Si morse le labbra e prese un respiro, mentre il suo orgoglio gli imponeva di attraversare la strada con un grosso sorriso sulle labbra.

Non avrebbe permesso a John di essere l’unico a farlo. Quello comparve sul suo viso sarebbe stato ancora più splendente e luminoso e gli avrebbe fatto vedere che no, lui non era il solo a non sentire più dolore.

Dopotutto serve un bugiardo per riconoscere un altro bugiardo e forse, per questa volta, sarebbe stato al sicuro.

 

Vide lo sguardo sul viso di Adam incupirsi appena i suoi occhi incrociarono quelli azzurri di Jesse, e l’espressione del su volto divenne leggermente più sicura.

Certe cose non cambiavo mai.

John si voltò, appoggiando i gomiti sulla sedia. Il sorriso sul suo viso era ancora lì, gli occupava ormai tutto il viso, ed era così schifosamente sincero che Jesse ebbe voglia di vomitare.

-Jesse?- domandò nonostante fosse già in piedi, pronto per abbracciarlo, come se  avesse dimenticato i tre anni in cui non si erano scambiati una telefonata nemmeno per farsi gli auguri a Natale.

Adam si accese un’altra sigaretta.

Jesse ricambiò l’abbraccio e notò quanto tutto sembrasse sbagliato e fuori luogo. Al diavolo quello che potesse dire il suo orgoglio, quella non era stata una buona idea.

-Forza,- esclamò John indicando la sedia vuota tra lui e Adam. –Siediti. E’ passato così tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti…-

Adam ingoiò il fumo ed allontanò la propria sedia nello stesso istante in cui Jesse si sedette.

Dio, così gli rendeva le cose facili.

 

-Vedo che le cose ti vanno comunque bene- mormorò Jesse tra i denti, lanciando un’occhiata ad Adam che continuava a fissare la propria sigaretta consumarsi senza dire una parola.

Dalle labbra di John uscì una risata imbarazzata. –Sì, beh…- si interruppe un solo istante cercando di afferrare qualche pensiero nella sua testa che lo aiutasse a cambiare argomento. –Non pensavo fossi in città.- disse alla fine.

E Jesse aveva così tanta voglia di rispondere qualcosa che lo mettesse in difficoltà, di sentire il sapore di tutto quello che aveva sulla punta della lingua da ormai tre anni mentre usciva dalle labbra, da avere difficoltà a trattenersi.  L’unica cosa che lo fermò furono gli occhi castani di Adam che sentiva puntati sul suo viso.

Stava aspettando solamente un suo passo falso, un motivo per tirare un sospiro di sollievo perché, finalmente, Jesse Lacey era uscito dal gioco, e lui non gliel’avrebbe dato.

 

Quando Jesse si voltò, il suo sguardo rifletteva la stessa luce fredda che aveva sette anni prima, quella che era così viva nei ricordi di Adam da fargli venire la nausea. La piega che prendevano le sue labbra quando vedeva qualche ragazzino indossare quella stupida maglietta, il modo in cui rideva ogni volta che qualche giornalista gli chiedesse dei Taking Back Sunday.

Ma Adam non aveva più ventidue anni. Non sarebbe rimasto a guardare Jesse sogghignare mentre calpestava il suo cuore spezzato.

La situazione si era capovolta, ed Adam doveva tenerlo a mente se non voleva che lui si accorgesse dei battuti del suo cuore che non facevano altro che aumentare.

Perché, sarebbero anche potuti passare altri dieci anni, ma Jesse l’avrebbe sempre considerato lo stupido ragazzino ingenuo, nient’altro che l’ombra di quello che John voleva in realtà. Ed era quello che lo faceva incazzare più di tutto, il fatto di non essere all’altezza nemmeno di essere considerato una vera minaccia.

 

-Vedo che le cose tra di voi si sono chiarite- iniziò Jesse, cercando di riprendere in mano la situazione.

Adam sussultò e Jesse sorrise.

In realtà durante tutti quegli anni aveva pensato ad Adam più di quanto gli piacesse ammettere con se stesso.  Il modo in cui i suoi occhi guardavano John, in cui sembrava fidarsi così ciecamente di lui, l’avevano colpito a tal punto da chiedersi fino a che punto sarebbe potuto arrivare, o anche solo se ci fosse un punto di rottura.

No, a quanto pare non c’era. O, almeno, poteva sempre essere aggiustato per poi essere distrutto di nuovo.
Le loro storie erano l’una lo specchio dell’altra, e Adam probabilmente era l’unica persona sulla terra che potesse davvero capire cosa stava provando in quel momento.

Sospirò combattendo l’impulso di portare lo sguardo verso il cielo. Quella non era più ironia, qui si sfiorava il patetico.

 

-Già!- John si bagnò le labbra con la birra, rilassandosi contro lo schienale della sedia. –Nessuno lo sa ancora ma ci sono grandi novità nel futuro dei Taking Back Sunday!-

Jesse aprì leggermente la bocca. Gli sarebbe piaciuto poter dire di esserne sorpreso, ma non lo era. Perché era John di cui si stava parlando. Dei suoi sorrisi leggermente imbarazzati ed il modo in cui tutto sembrava girare intorno a lui, nonostante non facesse nulla per meritarsi tutta quell’attenzione. Poteva infilarti un coltello nella schiena, e poi guardarti negli occhi e convincerti di essere ancora il tuo migliore amico.

 

Adam si acese la terza sigaretta nel giro di dieci minuti, ispirando piano.

La luce negli occhi di Jesse si spense. Fu solo un attimo, ma non abbastanza veloce perché gli sfuggisse.

E, Dio, voleva così tanto ridere, ma le risate sembravano essere bloccate in gola. Perché John non era diverso dalla sigaretta che stava fumando; sapeva che gli avrebbe fatto male ma il pensiero di smettere non aveva mai nemmeno sfiorato i suoi pensieri. E alla fine l’unica cosa che gli rimaneva era il fumo.

Jesse invece era… Era tutto quello che amava odiare.

E la verità era che i sentimenti che provava per lui non erano così diversi da quelli che sentiva di avere per John. Entrambi avevano monopolizzato ogni suo pensiero negli ultimi dieci anni e, per entrambi, lui non sarebbe mai stato abbastanza.

 

-Immagino- disse Jesse sostenendo lo sguardo di Adam.  Ci fu un istante di silenzio, così pesante da  poter essere tagliato con un coltello, e poi Jesse si alzò di nuovo in piedi. –Io devo andare… Ho promesso a Kevin che saremmo andati a bere qualcosa insieme…-

-Oh.- la delusione nello sguardo di John fece più male ad Adam di tutte le volte in cui Jesse l’aveva preso per il culo nelle sue canzoni. Perché erano ancora loro tre, avevano ancora poco più di vent’anni e non sapevano fare altro che lanciarsi occhiate fredde, scambiarsi piccoli sorrisi agli angoli delle labbra e spezzarsi il cuore.

Nulla era cambiato davvero.

 

-E’ stato bello rivederti, Jesse. Spero davvero che tu stia bene.- mormorò John mettendogli di nuovo le braccia intorno alle spalle.

Jesse fece un sorriso tirato e non disse nulla, cercando di allontanarsi velocemente da quello stupido bar, da quello stupido lampione e da chi sapeva non avrebbe abbandonato mai i suoi pensieri.

 

 

   
 
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