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Autore: Lunastorta92    03/07/2006    3 recensioni
Anne, una vita che assomiglia troppo a quella di Bridget Jones; Carrie, una migliore amica troppo bella e David, l'eccezionale ed estremamente affascinate nuovo fidanzato... di Carrie!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                 CAPITOLO 17.

Oggi è la Vigilia di Natale.
E sono appena stata svegliata da David, che si è fiondato nella mia stanza e ha aperto le tende con la delicatezza di un elefante imbizzarrito, è saltato sul letto baciandomi dolcemente sulla spalla e si è messo ad urlare come un bimbo di cinque anni in piena crisi isterica.
-E' la Vigilia di Natale, è la Vigilia di Natale!-
-Lo so David, lo so...- farfuglio, cercando di sottrarmi da questa tortura.
La Vigilia di Natale fa schifo, è solo una giornata trascorsa a prepararsi per il Natale, quello vero, e in più ti mangi le unghie perchè non hai ancora trovato un regalo per tutti e cinquantotto gli zii che vivono in Svezia, e le cugine di quarto grado che vivono in Australia e per tua madre, che sistematicamente ti farà notare quanto il tuo regalo (sempre che tu riesca a trovarne uno) sia orrendo e inadatto.
-Che... che ore sono?- gli domando
-L'una, del pomeriggio...- mi dice lui, sempre sorridendo
-L'una del pomeriggio?!- ripeto, incredula. Ho dormito fin troppo.
-Ti volevo bella e riposata, stanotte partiamo!- aggiunge lui, in risposta al mio sguardo interrogativo
-Stanotte... partiamo...- ripeto, confusa, lui si limita ad annuire, sempre con quel sorriso ebete stampato sul volto
-Per dove?- gli chiedo
-Non te lo posso dire!- esclama, rimettendosi in piedi.
Mi metto a sedere sul letto, e sbadiglio:
-Cosa vuol dire che non me lo puoi dire?!-
-Quello che hai appena detto: che non te lo posso dire!- mi risponde, cercando di far suonare la cosa ovvia
-Sei un essere diabolico...- mormoro
-Ed è per questo che ti ho conquistata, no?- mi dice lui, sorridendo sornione.
Si infila la giacca, mi bacia sulla bocca ed esce:
-Ma dove vai?- gli urlo
-Devo vedere il mio editore, tu prepara le valigie!- esclama, e lo sento chiaramente sghignazzare.
Razza di subdolo, spregevole e ignobile fidanzato che non sei altro!
-Ti amo!- mi urla, prima di chiudere la porta.

Le valigie sono sul letto, non sapendo la destinazione del nostro viaggio mi sono messa dentro: un costume da bagno, in caso si trattasse di un luogo tropicale; dei maglioni, in caso ci fosse il clima invernale atlantico; l'ombrello; gli occhiali da sole e un paio di racchette da neve in caso mi portasse in Siberia.
Giuro che lo ammazzo se mi porta in Siberia! Io volevo andare a Londra...
Questa cosa mi sta facendo diventare isterica, ho preso un atlante e ho guardato tutti i posti possibili e immaginabili del Pianeta, sto facendo congetture da tutto il pomeriggio; e non ho la minima idea... su nulla!
David rientra nel mio appartamento, verso l'ora di cena. Entra in salotto con una rosa rossa in mano:
-Ciao...- mormora, sorridendomi. Si avvicina per baciarmi, ma lo allontano:
-Cosa ho fatto?- mi chiede, sempre sorridendo
-Mi vuoi dire dove mi porti?!- esclamo, un tantino scocciata
-No...- si limita a rispondere, sogghignando.
Lo spingo sul divano, cercando di assumere un'aria arrabbiata, ma lui continua a ridere:
-Dimmelo...- gli dico, con un sorriso e un tono supplichevole
-No...- ripete lui, e detto questo mi prende le mani e mi trascina accanto a lui, sul divano
-Ti prego!- dico ancora, cecando di essere il più sopplichevole possibile
-Mmmh, forse...- mormora lui. Mi si avvicina e mi bacia, spostandomi una ciocca di capelii dietro l'orecchio.
Perfetto, si sta distrando, ancora qualche secondo e potrò estorcergli qualsiasi tipo di informazione, potrei persino sapere di che colore porta le mutande sua madre e come lo chiamava Carrie nell'intimità.
-Vestiti...- mormora lui, allontanando per un secondo la sua bocca dalla mia.
Aspetta, qui c'è qualcosa che non va, siamo sul divano che ci scambiamo ehm... "effusioni", e lui mi dice di vestirmi?!
-Credevo che in situazioni come questi si dovesse parlare di svestirsi!- replico io.
David ride, guardandomi negli occhi:
-Ti porto al Four Seasons per una cenetta romantica!- mi risponde divertito
-Ma non dovevamo partire?- gli chiedo, inarcando un sopracciglio
-Sì... dopo cena, se non che Vigilia di Natale è?!-

-Sei pronta?- mi domanda, prendendomi per mano, una volta usciti dal Four Seasons
-C-Certo...- gli rispondo, un po' incerta
-Perfetto!- esclama contento, tirando fuori dalla tasca della giacca una mascherina, di quelle che si usano per dormire
-Mi stai bendando!- esclamo, esterrefatta
-Lo so...- mi risponde lui, apparentemente divertito
-Perchè?- gli chiedo
-Perchè deve essere una sorpresa!- mi risponde, con aria impaziente.
E dopo di che... il buio!
So per certo che siamo saliti su un taxi, ma non so dove siamo diretti...
-Attenta ai gradini.- mi dice lui, prendendomi per mano, dopo circa un'ora di buio e silenzio totale.
Sempre tenendomi per mano David mi fa sedere su una poltroncina, potrei essere su un treno, in un teatro, al cinema, su un aereo, in uno shuttle diretto sulla Luna...
Si pregano i gentili passeggieri di allacciare le cinture...
-Siamo su un aereo!- sussurro a David
-Come sei perspicace...- replica lui, con sarcasmo
-Non sento nessuna voce!- mi lamento io, sempre sussurrando
-Forse perchè in questo aereo ci siamo solo noi!- mi risponde David
-Che cosa?!- esclamo, incredula
-Siamo su un jet privato, Anne...- mi risponde
-E dove l'hai trovato un jet privato?- gli domando, spazientita
-E' del mio editore...- mi risponde lui, con noncuranza
-Il tuo editore è così ricco da avere un jet privato?- gli domando, sempre più incredula
-Sì, è così ricco!- mi risponde David, e io sento chiaramente la sua risatina divertita.
Trovo tutta questa situazione mortalmente imbarazzante, sono bendata da ore, credo, totalmente ignara di tutto ciò che sta succedendo, e David trova la cosa parecchio divertente.
-Non è divertente, David...- gli sussurro, a denti stretti
-Il fatto che tu non trovi la cosa divertente, non vuol dire che non lo sia!- ribatte lui, lo sento sogghignare
-E smettila di ridere!- esclamo
-Caffè?- mi domanda lui, gentile.

-Anne, Anne...- la voce di David mi sveglia.
Apro gli occhi, ma sono ancora bendata, mi sono addormentata ma non so quanto ho dormito, e credo di avere la testa appoggiata sulla spalla di David:
-Sei sveglia?- mi domanda, baciandomi sulla testa
-Sì, perchè?- gli rispondo
-Siamo arrivati...- mi sussurra lui, dandomi un tenero bacio
-Non mi hai portato in Siberia, vero?- gli chiedo preoccupata
-Ma certo che no!- risponde lui, dandomi un buffetto.
E, ancora una volta, ancora buio.
Siamo all'esterno adesso, probabilmente fuori dall'aeroporto, fa freddino, quindi non siamo ai Caraibi, o comunque non mi sembra di essere in un posto di mare...
Ora siamo su un taxi, e David ha mormorato ancora una volta al tassista la nostra meta.
Il tassista parla inglese, ma con un accento straniero, e la cosa mi confonde ancora di più.
Devo ammettere che il mio fidanzato ha una mente diabolica...!
E' un po' che camminiamo, mano nella mano, sono stanca morta, e sono andata addosso ad un sacco di persone.
-Sei pronta?- mi domanda David, ad un certo punto, sussurrando all'orecchio
-Immagino di sì...- gli rispondo, incerta
-Bene... bene...- lui mi si mette dietro, sfilandomi la mascherina.
Mi viene da piangere.
Davanti a me ho la più fantastica visione, davanti a me c'è tutto quello che potrei desiderare per il mio Natale.
Davanti a me c'è Harrods.
E intorno a me c'è la mia Londra, con le sue luci, i suoi colori, i suoi negozi, le sue persone...
E' tutto così bello!
Mi giro lentamente verso David:
-Io... davvero... non so che dire...- farfuglio, una lacrima di commozione mi scorre lungo la guancia, lui si è ricordato di quanto mi sarebbe piaciuto essere a Londra questo Natale.
Lo so che non c'è niente di speciale, ma dopo aver trascorso tanto tempo lontano da casa non c'è niente di più bello...
-Allora non dire niente...- mi suggerisce lui, facendomi l'occhiolino
-Io... grazie...- farfuglio ancora.
David sorride soddisfatto, è riuscito nel suo intento: rendermi la donna più felice della Terra:
-Ti amo, sai?- gli dico, ricambiando il suo sorriso
-Beh, è una buona cosa...- si limita a rispondermi lui.
Poi mi prende il viso tra le mani e mi bacia:
-Sai ora che facciamo?- mi domanda
-Ehm... no...-
-La tua attività preferita: Shopping Natalizio Sfrenato!- esclama, e gli butto le braccia al collo, facendolo quasi cadere per terra.
Entriamo ad Harrods, David prede subito in mano la carta di credito...

Stiamo passeggiando da un po', mano nella mano, e io sembro essere in grado solo di farfugliare ringraziamente imbarazzati.
Senza neanche accorgermi, mi trovo davanti alla stazione della metropolitana di Earl's Court.
Non c'è niente di romantico, di dolce o di emozionante nella Stazione di Earl's Court; ma ora mi sembra il posto più bello del mondo.
L'unico posto in cui avrei voglia di stare, con l'unica persona con cui voglio stare.
David mi guarda e sorride, il suo sorriso, con gli angoli della bocca rivolti verso il basso.
-Buona Natale...- sussurra.
E, ne sono pienamente sicura, da questo momento Anne Wright non è più come Bridget Jones...

                                                                                                       FINE (Almeno per ora...)

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Finalmente sono riuscita a finire la mia prima "fatica letteraria"! ;-)
Un grazie di cuore a tutte le brave persone che sono state tanto gentili da lasciarmi una recensione, mi ha fatto VERAMENTE piacere!
Spero che la lettura di questo racconto sia stata piacevole e interessante... Lo so che la fine è mielosa, ma cosa ci posso fare se sono una romanticona?!
Avrei in mente qualche idea per un sequel di questa storia, ma magari "Anne e David" sono diventati noiosi... quindi per ora non so!
Baci a tutti...
Lunastorta92
P.s. La fine di quello che ho appena scritto sembra la fine di una lettera... va beh...! XD



  
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