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Autore: ohijackles    02/11/2011    4 recensioni
Un college londinese. Un errore. Una ragazza costretta a condividere la camerata con cinque ragazzi, due dei quali l'hanno particolarmente colpita. Cosa succederà?
E' la mia prima FF, quindi siate buoni. Spero che vi piaccia!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.

Le lacrime mi rigavano il volto mentre con sguardo perso guaradavo fuori dall'oblò di quel maledetto aereo che mi stava portando via dalla mia casa, dalla mia migliore amica e da colui che era stato il mio primo vero ragazzo. Le cuffie nelle orecchie non mi fecero percepire la voce di mia madre, che, esasperata dai continui richiami, mi tirò un pugno sulla spalla.
"Ahia!" esclamai togliendo le cuffie dalle orecchie "Che vuoi?"
"Liz, non essere così acida.."
"HAYLEY, per te è Hayley. Per gli amici è Liz.." dissi scontrosa.
"Hayley Elizabeth Pierce, piantala di rispondere così male a tua mamma." s'intromise mio padre.
"E tu cosa c'entri?" lo fulminai con lo sguardo più fulminante che mi potesse venire "Cosa c'è, mamma?" chiesi
"Asciugati quelle lacrime." disse lei con tono pacato.
Con le maniche della mia felpa mi tirai via le ultime lacrime che mi rigavano le guance "Tutto qui? MI hai fatto interrompere la canzone per dirmi di smettere di piangere? Non mi merito un po' di tristezza dopo quello che mi avete fatto?"
"No. Volevo dirti che la hostess ci ha avvisato che stiamo atterrando. Devi spegnere quell'affare."
"Si chiama Ipod mamma. I-P-O-D!" dissi spegnendolo. Tornai a guardare fuori; ci stavamo avvicinando a terra, le luci di quella città che mi avrebbe fatto da casa per i prossimi anni apparvero da sotto le nubi.
"Bah.. Londra. Cosa ci trovano di speciale in questa città proprio non lo capisco.." dissi sottovoce.
Dopo l'atterraggio le persone iniziarono ad uscire dall'aereo. "Toh, piove. Non me lo sarei mai aspettato" borbottai mettendo piede fuori dall'aereo.
"Hayley, vuoi piantarla di lamentarti? Ti ci abituerai.." rispose mio padre.
"Non stavo parlando con te." sbottai aumentando il passo e lasciando i miei genitori indietro. Entrai nell'aereoporto più famoso di Londra, l'Heathrow; era enorme. Mi stavo guardando intorno incantata da tanta bellezza quando qualcuno mi venne addosso. Mi ritovai con il sedere per terra e un forte dolore al braccio.
"Oddio, scusami!" disse il tizio fermandosi e tornando indietro per darmi una mano. 
"Nah, niente di che. Tutto a posto." dissi poco convincente. Il ragazzo rise e mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi. La afferrai con il braccio buono e con uno strattone mi ritrovai con la sua faccia molto, molto, vicino alla mia. Arrossi di botto e mi allontanai un po' da lui; era vestito con una maglia bianca a righe rosse e dei pantaloni beige. Lo guardai in faccia e mi sorrise. Cavolo se era bello: occhi azzuri, capelli castani e un sorriso incredibile.
"Ehm, hai intenzione di lasciarmi la mano o devo venire a casa con te?" chiese con tono divertito. Abbassai lo sguardo e notai che la mia mano era ancora stretta nella sua; mollai subito la presa. "Oh, s-scusami" dissi balbettando.
"Nah, niente di che. Tutto a posto." disse lui facendomi il verso "Comunque piacere! Io sono Loui.." il ragazzo non fece in tempo a terminare la frase che mio padre con una presa salda mi afferrò il braccio dolorante dopo la caduta e mi trascinò via. Guardai per l'ultima volta quel ragazzo, il quale aveva teso la mano per presentarsi e ce l'aveva ancora lì a mezz'aria, prima di voltarmi verso mio padre e urlargli contro: "Si può sapere cosa vuoi TU dalla mia vita?"
"Si può sapere cosa stavi facendo TU con quello sconosciuto?" urlò lui di risposta. Metà dell'aereoporto si era girato nella nostra direzione per vedere cosa stava succedendo; diventai subito rossa in volto.
"Non era uno sconosciuto!" abbassai la voce cercando togliere il braccio dalla mano di mio padre.
"Ah sì? E allora avanti, dimmi come si chiama." disse lui fermandosi.
"Bè.. Lui.. Vedi.. E' che sei arrivato tu.. E.. Si chiamava Loui-qualcosa." cercai di trovare un nome possibibile, ma prima che ci arrivassi, mio padre sbottò: "Loui-qualcosa eh? Ma fammi il favore Hayley. Cresci un po'. Andiamo a prendere il taxi, forza."
"Ma.. E le valigie?" chiesi guardandomi intorno nella speranza di rivedere Loui-qualcosa, mentre mio padre mi trascinava per il braccio.
"Già prese. Cammina."
   
 
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