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Autore: Writer96    02/11/2011    4 recensioni
Oggi non c’è niente di diverso dal solito.
Lui sparge molliche di pane per tutto il tavolo.
Lei si è fatta cambiare la forchetta due volte.
E continuano a guardarsi di sfuggita e di nascosto.
Nessuno dei due conosce il nome dell’altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marinaio.




Avrebbe scritto mille pagine, mille racconti, dedicandoli a lui.
Riempiendoli di ricordi fino a stare male, colorandoli con emozioni di ogni tipo.
Gli avrebbe raccontato la sua storia, intrecciandola con le sue idee.
Avrebbe usato metafore e frasi segrete che solo loro sapevano interpretare.
Avrebbe sprecato momenti preziosi e fogli di carta, finendo penne e temperando matite, pur di raccontare la loro storia.
Ma alla fine, sarebbe stato comunque inutile.
Perché la verità era che nemmeno lei avrebbe saputo cosa scrivere.

 

Sono giovani, non piccoli.
Avranno sui quattordici anni e non si parlano.

Si guardano,tanto, e spesso a lei cade la forchetta.
Lui, invece, non riesce a magiare il pane, perché ogni volta se lo fa sbattere sul naso.
E’ capitato, un giorno, che si sorridessero quasi per sbaglio.
Labbra sollevate per due secondi.
E qualcosa che cade, che reclama l’attenzione subito dopo.

Oggi non c’è niente di diverso dal solito.
Lui sparge molliche di pane per tutto il tavolo.
Lei si è fatta cambiare la forchetta due volte.
E continuano a guardarsi di sfuggita e di nascosto.
Nessuno dei due conosce il nome dell’altro.

 
-E poi lei gli fa “Ehi, idiota, guarda dove metti i piedi!”-
Lei parla a voce alta, sorridendo sfacciatamente e dondolando un piede.
Il ragazzo accanto a lei sorride e la spinge, facendola cadere.
Urla, lei, ma continua a ridere.

L’altro lui, con un pallone in mano, guarda la scena dalla sua sedia, seduto in silenzio.
Ogni tanto lancia il pallone e lo riafferra, con aria svogliata.
Ha quattordici anni e mezzo e ha già avuto due ragazze.
Ma lei ride, e ride così tanto da far sorridere anche lui.
 

Finalmente lui si avvicina e per la ragazza il caldo aumenta.
Stupido Effetto Serra.
Ha una maglietta anonima e un paio di calzoncini blu.
Non ha niente di simile ai ragazzi che lei ha visto, ammirandoli di nascosto, durante l’ultimo anno.
Ma quando sorride, lei si dimentica di non sapere il suo nome.
Lui la guarda, e guarda l’altro che le sta vicino, forse con troppa confidenza.
-Lei è Elisa.-
-Io sono Paolo.-

Ora può dare un nome a quel sorriso.
Leo fa sedere Elisa e strizza l’occhio a Paolo.
Non lo sa ancora che ha dato un nome ha qualcosa di indefinitamente pericoloso.

 
-Tornerai l’anno prossimo?-
Elisa annuisce e agita una mano prima di abbracciare Leo.
-Scrivimi, se capiti dalle mie parti!-
Paolo vorrebbe dire sì, ma lei non parla con lui.
Una ragazza comincia a reclamare la sua attenzione, e lui si gira.
Quando si volta alla ricerca del suo sorriso, Elisa è sparita.

Mentre cammina, i suoi passi sanno di parole non dette.
Tornerò.
Elisa ancora non sa quanto amerà questa promessa.
 

Una foto appare nel bel mezzo del computer, una foto con tante persone tutte insieme.
Elisa si vede, vicina a Leo e a Marco, che le fanno il solletico.
Giorgia le poggia la testa sulle spalle e ridacchia.
Sarà un ottimo sfondo, per il computer.
Per lo meno, quella foto senza il suo sorriso renderà la lontananza di Paolo meno dolorosa.

Paolo spegne il computer, voltando la sedia e guardando il letto con un sospiro.
Non ne ha trovata una, di foto.
Niente che gli ricordi che quell’estate ha portato con sé due novità.
Elisa e il suo fottutissimo sorriso.
Per fortuna, può fuggire da lei, adesso.
Non molto coraggioso, ma sicuramente più salutare.


Il calendario diventa sempre più sottile e lascia spazio all’anno nuovo con un inchino.
Elisa ha il cellulare in mano e manda messaggi a raffica, in blocchi di dieci.
Buon anno :)
Con un sospiro, aggiunge anche quel numero che non conosce bene, che sa ancora di nuovo.

Il telefono vibra nella tasca dei pantaloni di Paolo e lui lo tira fuori sbuffando.
Gli ennesimi auguri.
Il numero di Elisa lampeggia sullo schermo ed è più luminoso dei fuochi d’artificio.
Grazie Eli, anche a te. :)

E’ tornato Agosto, con il suo caldo afoso.
E’ tornato Agosto, inseguito da Elisa, che nei suoi nuovi shorts poggia la borsa in camera.
Si sporge e riesce a vederlo, sul balcone della casa a fianco.
Il costume rosso di Paolo.

Paolo è in spiaggia e gioca a pallavolo svogliatamente.
La palla vola fuori dal campo e lui alza gli occhi per seguirne la traiettoria.
Si congela tutto, mentre vede due finestre aprirsi.
La palla atterra con un tonfo, ma lui non la sente, troppo impegnato a studiare la figura di Elisa che si staglia alla finestra.
Non sa se riuscirà a  scappare ancora.


-Come hai passato l’inverno?-
-Avendo freddo. E tu?-
-Mi sono trascinata su per quella fottuta salita tutti i giorni. Direi che qui è abbastanza piatto, in confronto.-
-Bagnetto?-
-Sento Leo e Giò, se vogliono venire...-

Paolo annuisce, mentre si alza svogliatamente.
L’acqua sarà fredda.
E sicuramente Leo cercherà di affogarlo ancora una volta.
 

Elisa ha un vestito, addosso.
Né corto né lungo, un semplice vestito che le arriva sopra il ginocchio fasciato dalle calze leggere.
Si guarda allo specchio, girando su se stessa per trovare l’immancabile imperfezione.
Una scarpa è mezza rotta, ma non le importa.
Rimarrà a piedi nudi, in spiaggia.
Scende e saluta con il suo solito sorriso Paolo, che la aspetta accanto a Leo.
C’è anche Giorgia e presto arriverà Sara.
Sarà una bella serata.

Finiscono, anche quest’anno, le tre settimane.
Tornano i saluti, i sorrisi, gli abbracci.
Le promesse.
Paolo abbraccia Elisa, baciandola su una guancia.
Si sente vuoto, nel lasciarla.

-Mi raccomando, scrivimi.-
Elisa non lo lascia, mentre quel cuore pazzo cerca di farla avvicinare di nuovo a lui.
Lei ha mantenuto la sua promessa.
E’ tornata.
Ora tocca a lui.
Paolo annuisce, scompigliandole i capelli.
 

Paolo mantiene la sua promessa e le scrive.
Si scrivono spesso, come hanno sempre fatto da quando si conoscono.
Se la immagina sorridente davanti al computer, con una tazza di tè in mano.
Non l’ha mai vista con qualcosa di caldo, ma se l’immagina perfettamente.
Con un sospiro si volta per guardare le foto arroccate sopra il pianoforte.
Elisa lo saluta con un sorriso, mentre lui decide che è ora di smettere di scappare.

Elisa non è infelice.
Non sta male ed è serena.
Ogni giorno si ripete la stessa tiritera, fino a stare male.
E ogni volta riesce a crederci, dopo aver letto quello che lui le scrive.
Sono vicinissimi nel loro essere così lontani.

 
Squilla il telefono ed Elisa risponde.
La voce di Paolo la fa sobbalzare e per qualche secondo non parla.
Poi si lascia andare, perché è lui, il suo Paolo, che la chiama per sapere come sta.
Scompare tutto, anche il suo problema con i ragazzi.
Scompare tutto, a parte il telefono che vibra caldo contro l’orecchio.

Non sa nemmeno più perché l’ha chiamata.
Sa solo che voleva sentirla, dirsi che era reale.
E lo è, a meno che non abbia una segreteria molto convincente.
-Ehi, Paolo. Mancano solo tre mesi ad Agosto!-
Annuisce, lui, mentre la saluta.
Tre mesi, prima di smettere del tutto di correre via.

Si rivedono ed è bellissimo, conoscersi, volersi bene.
Elisa lo abbraccia e si butta in una chiacchierata lunga, infinita.
Lui la guarda e gli pare bellissima.
Glielo dice e lei arrossisce, mentre lo ringrazia.

C’è silenzio, per un po’.
Poi lei si avvicina e lo bacia piano.
Hanno sedici anni e tre settimane davanti.
Leo, da dietro alla finestra, li guarda con una strana espressione.



Quest’anno, i saluti sono più dolorosi.
Un ultimo bacio, un ultimo abbraccio.
Un’ultima promessa.
Si sorridono, e per Paolo il sorriso di Elisa è l’estate stessa, è quell’Agosto luminoso che li ha fatti conoscere.

Elisa ha già nostalgia, mentre sale in macchina lasciandolo lì a salutarla con la mano.
Quest’anno sarà lungo, troppo lungo, già lo sa.
Poggia la testa contro il finestrino e dorme, cercando di convincersi che in un sogno vero non si può dormire.

Paolo cammina per strada, quando passa la macchina.
Lo colpisce in pieno e lui vola.
Stava pensando a cosa scriverle, quando ha attraversato.
Tutto il mondo è scuro e i suoni sono confusi.
Paolo strizza gli occhi, mentre un dolore acuto lo pervade.
Ho smesso di fuggire appena in tempo.
Perché di tempo, ormai, non ne ha più.


Elisa guarda il telefono, che è spento.
Ha gli occhi gonfi e rossi e non mangia da tre giorni.
Non vuole dormire.
Continua a ripetersi, con forza, con ansia, che se questo è un incubo lei giustamente può non dormire.

-Staremo insieme davvero?-
-Devo promettertelo?-
-Solo se pensi che riuscirai a mantenere la tua promessa...-
-Allora sì. Te lo prometto.-

Marinaio.

 

Sto scrivendo una quantità spropositata di Originali, per essere una fan sfegatata di Harry Potter.
Ma non c'è niente da fare. Questa volta, l'amarezza ha preso particolarmente il sopravvento.
Sta a voi trovare il pezzo di evrità che c'è in questa storia, esageratamente triste e priva di trama.
Sono flash, che raccontano di due ragazzi, due amici particolari.
Le frasi iniziali... Forse sono quelle a cui tengo di più.
Quelle nascondono la vera Writ, quella dannatamente insicura dietro al suo sorriso e alle sue storie.
Mi auguro vi sia piaciuta, perchè a me *indovina indovina* non piance nemmeno questa volta.
Grazie, a chiunque la leggerà.
Grazie a chiunque recensirà.
-W

 
 
 
   
 
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