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Autore: londra555    02/11/2011    6 recensioni
In una Lima avvolta da un incessante pioggia una serie di avvenimenti poco chiari stravolgono la routine quotidiana della piccola città di provincia.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: lo so, teoricamente dovevo pubblicare domani ma vista la recensione di Elettra anticipo! Tutto per te… come minimo mi aspetto che tu mi faccia sapere cosa ne pensi!!!
 
CAPITOLO 12
 
Blaine fissava intensamente la ragazza al suo fianco con un’espressione indecifrabile dipinta in volto. Aveva fermato la macchina per potersi concentrare solo su di lei, sembrava quasi che la stesse valutando. Prese un profondo respiro mentre Santana si schiacciava contro lo sportello dell’auto senza riuscire a staccare i suoi occhi da lui.
-Ma sei cretina o cosa?
Lei sobbalzò dalla sorpresa. Lui proseguì.
-Non sono io! Kate! L’altro elemento comune è Kate!
-Ma se è sparita!
-Sparita appunto! O almeno è quello che ci vuole far credere!
-Per quale motivo?
-Quando siamo andati a casa sua quella famosa notte aveva una versione del Necronomicon. Io e Sam le abbiamo fatto un paio di domande e, solo per un secondo, entrambi abbiamo avuto la sensazione che lei ci credesse fermamente.
-Mi spieghi cosa centra quel libro con lei?
-Dalle schede personali prese in prestito dalla scuola, ho scoperto che è stata adottata. Aveva una sorella più piccola che è morta per cause naturali davanti a lei.
-Continuo a non capire cosa c’entra il libro!
-In quel libro c’è un incantesimo che serve per riportare in vita chiunque si voglia. Lo sapevo perché qualche giorno fa ho trovato Sam che lo leggeva in biblioteca. E sai cosa è necessario perché funzioni?
-Sorprendimi!
-Sacrifici umani!
Santana spalancò la bocca incredula.
-Sacrifici umani?
-Si! Esattamente per questo particolare incantesimo sono necessarie quattro vittime.
-Vediamo se ho capito bene! Tu credi che Kate abbia sequestrato quattro persone, fingendo anche la sua sparizione per cercare di riportare in vita sua sorella attraverso un incantesimo che si trova in un libro finto?
-Esatto!
-E come avrebbe fatto? In fondo è una ragazza anche lei valgono le stesse obbiezioni che valevano per me!
-I suoi sono medici! Sono sicuro che ha la possibilità di drogare le sue vittime!
-Mettiamo che sia vero! Come fai a essere sicuro che non abbia già provato questo fantomatico incantesimo?
-Perché è necessario aspettare che ci sia il novilunio! Cioè stanotte!
-E dove stiamo andando adesso?
-Nella sua casa di campagna! Direi che è perfetta, isolata e ha una quantità di stanze sufficienti!
-Andiamo allora! Insomma mi sembra comunque un’idea ridicola ma perché siamo ancora fermi?
Blaine si guardò intorno perplesso.
-Perché ci siamo persi! Le indicazioni stavano nel foglio che ho lasciato a Quinn perché potessero arrivare a darci una mano nel caso abbia ragione!
-Aspetta fammi capire! Se hai ragione, la mia ragazza si trova in mano di una psicopatica che la vuole sacrificare a un demone inventato alla fine dell’ottocento per una serie di racconti pseudo spaventosi, e la sua salvezza è in mano a te, che ti sei perso, e a Puck? Dimmi che scherzi!
-A parte che potrei chiederti da quando sarebbe la tua ragazza, inoltre cosa volevi che facessi? Ti sembra una cosa da poter dire alla polizia senza che ti sbattano in un centro di recupero per malattie mentali?
-Oddio! Trova questa dannatissima casa o ti assicuro che sarai tu il prossimo a sparire.
Lui la guardò storto.
-Sta tranquilla, siamo vicini! Deve essere a destra!   
Percorsero gli ultimi metri in silenzio e finalmente fermarono la macchina davanti alla porta principale. Santana si buttò fuori dalla macchina immediatamente ma Blaine fu lesto a raggiungerla afferrandole la mano.
-Aspetta San!
-Aspettare cosa? Lasciami!
-Non possiamo suonare il campanello! Cerchiamo di entrare senza fare troppo rumore!
Lei cercò di liberare la mano con uno scatto, ma proprio in quel momento Blaine sentì il rumore di un'altra macchina che attraversava il cancello d’ingresso e si accorse che era quella di Puck. Allora afferrò con forza Santana per obbligarla ad aspettare i rinforzi mentre lei scalciava disperatamente per liberarsi da quella stretta.
 
 
Finn guidava velocemente cercando di ascoltare solo Quinn che gli leggeva le indicazioni ma era difficile mantenersi concentrato! La pioggia sul parabrezza lo infastidiva quasi quanto l’infinita discussione che stavano portando avanti Puck, che aveva lasciato la guida a Finn proprio per essere libero di esprimere le sue opinioni senza distrazioni, e Kurt sul sedile di dietro. Entrambi sostenevano le proprie ragioni, uno spiegava con convinzione perché fosse chiaramente Blaine il responsabile delle sparizioni e l’altro, altrettanto fermamente, spiegava come non fosse proprio possibile. Quinn nel frattempo cercava di intervenire per farli stare zitti ma era impossibile. Poi improvvisamente Finn imboccò il vialetto d’ingresso alla casa.
-Siamo arrivati! Oh cavolo!
L’esclamazione di Finn fece calare il silenzio mentre tutti sollevavano lo sguardo per cercare di capire cosa l’avesse provocata. Fu allora che ebbero la conferma dei loro peggiori pensieri. Blaine bloccava violentemente Santana che cercava disperatamente di liberarsi. Non aspettarono nemmeno che la macchina si fermasse del tutto. Si catapultarono fuori dal mezzo con una velocità degna del miglior atleta. Blaine sollevò lo sguardo e il sorriso gli morì sulle labbra mentre vedeva avvicinarsi a velocità folle il corpo muscoloso di Puck che andò ad impattare violentemente su di lui come se si fosse trattato di un placcaggio di football. Contemporaneamente Finn prese Santana per abbracciarla ed assicurarle che tutto andava bene adesso che l’avevano salvata. Kurt stava fermo con le mani nei capelli e gli occhi gonfi di lacrime mentre Quinn gli teneva una mano cercando di tranquillizzarlo.
Santana non capiva cosa stesse succedendo, per quale motivo Finn la stava abbracciando? Avrebbe fatto meglio ad avere una ragione valida! Ma non aveva molto tempo per scoprirla così decise di liberarsi di lui nel miglior modo possibile. Gli assestò un calcio sulla gamba e lui immediatamente mollò la presa per saltellare sul posto tenendosi la parte dolorante. Poi afferrò Puck per le spalle e lo fece rotolare al suolo mentre urlava.
-Puck razza di idiota! Cosa stai facendo?
-Ti sto salvando!- rispose incredulo.
-Ma figuriamoci! Mi stai salvando da un nano da giardino?
-Ma lui ti ha sequestrata!
-Ma chi? Il passero? Ma ti sembra che possa sequestrare qualcuno? L’idea più stupida che abbia mai sentito!
Blaine le lanciò un’occhiataccia, non tanto per gli insulti, quanto perché dieci minuti prima pensava la stessa cosa.
-Grazie per difendermi Santana - disse ironicamente mentre prendeva la mano di Finn che lo aiutava ad alzarsi.
-Ma allora si può sapere cosa facciamo qui?- chiese Kurt che stava rischiando una crisi isterica.
-Il tuo fidanzato qui presente ha deciso di risolvere il caso da solo e pensa che sia Kate quella che ha fatto sparire le altre e che lei stia solo fingendo di essere sparita.- spiegò rapidamente Santana davanti allo sguardo allibito degli altri.- Adesso cerchiamo di entrare per vedere se ha ragione o stiamo qui a chiacchierare sotto la pioggia?
-Va bene, cerchiamo di non fare più rumore di quanto abbiamo già fatto! Adesso ci dividiamo in due gruppi, uno va a destra e l’altro a sinistra e cerchiamo una porta secondaria o una finestra aperta - iniziò a spiegare Blaine.
-E quando troviamo l’ingresso facciamo uno squillo, poi ci riuniamo e entriamo cercando di non far rumore - propose Finn.
Fu allora che un fortissimo rumore di vetri infranti li fece voltare immediatamente. Santana aveva appena rotto la finestra più vicina aiutandosi con un vaso di fiori, li guardò sollevando le spalle.
-Davvero pensavate che sarei stata qui ad ascoltare i vostri stupidi piani? Andiamo seguitemi.  
Si infilarono nella finestra aperta cercando di non tagliarsi con le schegge di vetro e si trovarono nel salone principale dove, una vita prima, avevano passato una notte tranquilla. Si fermarono di colpo quando videro una figura seduta a gambe incrociate che li guardava con occhi vacui. In mano aveva una fotografia di una bambina e un piccolo oggetto che non riuscirono a identificare in quel momento.
-Kate? Cosa stai facendo?- chiese Quinn cercando di mantenere un tono di voce tranquillo.
Blaine bloccava Santana affinché non le saltasse addosso. Kate lasciò cadere la foto e si concentrò sull’oggetto che aveva in mano, mentre si passava una mano tra i capelli che si doveva aver tagliato da sola in quei giorni, finalmente si resero conto che era un accendino. Infilò una mano nella tasca e tirò fuori un mazzo di chiavi.
-Siete venuti qui per questo vero?- chiese in un sussurro sollevando le chiavi.
-No, Kate, siamo venuti per te. – continuò Quinn facendo un passo avanti lentamente.
Puck allungò la mano per fermarla, le si avvicinò all’orecchio e le sussurrò:
-Non senti quest’odore? Benzina! E lei ha un accendino.
-Perché non mi dai quell’accendino? Non è successo niente in fondo, si risolverà tutto.- Quinn fece un altro passo ignorando il ragazzo.
Kate sollevò la mano che teneva l’accendino e appoggiò il pollice sulla pietra ma senza muoversi oltre. Tutti si fermarono in attesa.
-Dimmi che è viva! - la voce dura di Santana li fece sobbalzare tutti e attirò l’attenzione di Kate che aggrottò le sopraciglia mentre annuiva.
-Adesso tu mi dai quel dannato accendino e la finiamo qui. Non posso perderla Kate, mi capisci? Non posso!
Kate la guardava mentre si dondolava avanti e indietro.
-Tu hai perso qualcuno. Non posso credere che lasceresti che qualcun altro possa soffrire come hai sofferto tu. In fondo lo sai che non cambierebbe niente  – Santana addolcì il tono, vide Kate che lasciava cadere le chiavi per poter accarezzare la foto. Continuavano a guardarsi negli occhi, tutti trattennero il respiro per quelle che sembravano ore. Lentamente Kate abbassò lo sguardo concentrandolo sulla mano che stringeva l’accendino. Puck si tese, pronto a scattare a qualunque movimento, conscio del fatto che era troppo distante per riuscire a prenderla di sorpresa. Poi la ragazza abbassò la mano lanciando lontano quell’oggetto. Finn la raggiunse immediatamente seguito da Puck che afferrò le chiavi e le lanciò a Blaine.
-Kurt, chiama la polizia e un’ambulanza – disse questo mentre si precipitava nel corridoio seguito da Santana e Quinn.
Arrivarono alla prima porta mentre Santana urlava il nome di Brittany e batteva le mani sulla porta. Blaine iniziò a provare le chiavi cercando di trovare quella corretta.
-Santana, smetti di colpirlo! Non lo aiuti così!- disse Quinn mentre cercava di trattenerla.
-Ma ci sta mettendo troppo tempo!- si difese questa cercando di liberarsi.
-Ci sono almeno una decina di chiavi! Dammi un attimo! Ecco, è questa! Entra maledizione!
Santana lo spinse via per entrare nella stanza e la vide. Era immobile sul letto. Sentì il suo cuore che smetteva di battere per la paura e corse a prenderla tra le braccia. Quando la vide muovere lentamente la testa e cercare di aprire le palpebre tirò un lungo sospiro di sollievo. La strinse mentre sussurrava il suo nome e, quando sentì la sua voce trattenne il respiro.
-Sei venuta a salvarmi, San?
Santana non riusciva a parlare, si voltò accorgendosi che Blaine le stringeva una spalla per rassicurarla e riuscì ad articolare con difficoltà poche parole.
-Certo, siamo qui. Guarda.
Aiutò Brittany a sollevare la testa e la vide riuscire a sorridere alla vista degli altri.
-Sapevo che saresti venuta.- le disse allungando lentamente una mano per accarezzarle la guancia.
-Ti amo. – le disse in un sussurro prima di baciarle dolcemente le labbra.
Quando si allontanò rimase interdetta notando il volto triste e deluso di Brittany, non riusciva a capire il perché di quel cambio improvviso.
-Piccola? Cosa c’è? – provò a chiederle.
-Pensavo fossi venuta a salvarmi davvero!
-Eh? Cosa?
-Invece lo sto solo sognando!
Santana si voltò verso gli altri con sguardo interrogativo ma si accorse che avevano la stessa espressione allibita disegnata sul volto.
-Brit, guardami! Sono io davvero! Non stai sognando, siamo venuti a prenderti!
Brittany la guardò aggrottando le sopraciglia, sembrava particolarmente confusa.
-Non è vero!- disse alla fine scuotendo la testa dopo aver pensato a lungo.
Blaine le prese la mano per cercare di dare manforte a Santana che aveva aperto pericolosamente la bocca in un’espressione di stupore.
-Brit, siamo noi. Guardami sono Blaine, li c’è Kurt, Quinn, Finn e c’è anche Puck nell’altra stanza!
-No tu devi essere un folletto dei sogni! Se foste voi davvero e questo non fosse un sogno non l’avrebbe mai fatto!
-Chi? Cosa? – chiese Santana che cominciava a pensare che Brittany avesse ragione.
-Tu! Mi hai detto che mi ami e mi hai baciata! Davanti a loro? Impossibile!
Santana lanciò un’occhiataccia omicida in direzione degli altri che avevano iniziato a sghignazzare come matti e gli puntò l’indice contro per minacciarli.
-Oddio San, devi ammettere che ha ragione!- disse Quinn cercando di tornare seria con scarsi risultati.
-Direi che è il coming out più spettacolare a cui ho assistito!- aggiunse Finn che invece non ci provava nemmeno a stare serio.
-Certo perché tu assisti ogni giorno ad almeno un paio di coming out, vero? E comunque mi dovete venti dollari a testa! – disse Kurt.
Brittany nel frattempo li guardava stupita, quel sogno le sembrava particolarmente vivido.
-Tesoro, mi prenderanno già in giro abbastanza per questo quindi, per favore, non farmi parlare troppo! Ti amo! E no, non è un sogno! Chi se ne frega degli altri! Io voglio stare con te!
Santana si portò una mano a coprire il viso esasperata quando sentì gli altri che commentavano con frasi come “che dolce!”, “ma quella è davvero Santana Lopez?”, “datemi i miei venti dollari!”
Poi la mano di Brittany le liberò il volto mentre la guardava sorridendo. Si sollevò a fatica e la baciò.
 
 
 
 
EPILOGO.
 
Erano passati diversi giorni, ormai erano conosciuti come gli eroi del McKinley, potevano vedere gli sguardi curiosi dei compagni. Quella mattina i ragazzi del glee si trovavano tutti insieme vicino agli armadietti, era una giornata importante. Santana e Blaine si avvicinarono agli altri che sorridevano e parlavano del più e del meno.
-Allora torna oggi? – chiese Puck quando fu vicina.
Santana solo riuscì ad annuire deglutendo rumorosamente.
-Oh oh, sembri un po’ nervosa!- la prese in giro Quinn.
Santana le lanciò un’occhiataccia ma senza riuscire ad articolare parola, scatenando una serie di sorrisi ironici.
-Incredibile! Non pensavo che avrei vissuto abbastanza per vederti senza parole! – sorrise Kurt.
Santana si portò le mani alle tempie cercando di ritrovare la forza per poterli insultare come si meritavano.
-Esattamente come pensi di farlo se non riesci nemmeno a parlare con noi?- chiese incuriosito Mike.
Santana aprì la bocca per parlare ma la richiuse immediatamente sospirando rumorosamente, poi si accorse che gli sguardi dei compagni la stavano ignorando per rivolgersi dall’altra parte del corridoio e si voltò con il cuore in gola. Lei aveva appena attraversato l’ingresso con un sorriso radioso e salutava tutti quelli che le passavano vicini con un cenno del capo ma aveva occhi solo per la ragazza che la stava guardando a pochi metri. Iniziò ad andarle incontro. Blaine fu afferrato per un braccio e trascinato dietro di se da Santana tra gli sguardi sorpresi degli altri. Quando furono a un metro di distanza entrambe si fermarono.
-Ciao San.- disse Brittany.
Santana la fissava intensamente ma non sembrava capace di aprire bocca, strinse con forza il braccio di Blaine che la guardò storto prima di capire cosa volesse. Sollevò gli occhi al cielo e sorrise.
-Santana vorrebbe dirti che sei bellissima, Brit.
Un sorriso apparve sul volto della ballerina.
-Grazie, San.
Blaine aspettò un attimo passando lo sguardo da una all’altra.
-Vorrebbe anche aggiungere che le sei mancata da morire e adesso è felice che tu sia qui con lei.
-Anche tu mi sei mancata, San.
Blaine continuò a sorridere guardando Santana che probabilmente aveva anche smesso di respirare e decise che era ora di finirla.
-Inoltre vorrebbe chiederti il permesso di baciarti qui. In mezzo al corridoio!
-Davvero, San?
Santana non si muoveva, appena sbatteva le palpebre. Blaine le diede una piccola gomitata per farla reagire ma fu inutile, allora sospirò e proseguì.
-Si Brit, ma visto che è troppo nervosa per riuscire a muoversi la sostituirò io!
Fece un passo per avvicinarsi ma il palmo destro di Santana impattò contro la sua nuca strappandogli un grido di dolore.
-Va bene basta così! Grazie passerotto ma questo lo faccio io!
Fece un rapido movimento per annullare la distanza e la baciò esattamente al centro di quel corridoio pieno di ragazzi e ragazze che si ammutolirono di colpo. Una ovazione che si alzava dai ragazzi del glee le fece staccare e si voltarono verso quel gruppo con un grosso sorriso sul volto. Sorriso che si spense immediatamente sul viso di Santana quando vide cosa stavano facendo.
-Kurt! – urlò allora mentre si dirigeva a grandi falcate verso di lui.
Tutti si erano gelati con il denaro della scommessa fermo a mezz’aria.
-Oddio ha ritrovato la voce. – si lamentò il ragazzo con espressione terrorizzata.
Santana si fermò a pochi centimetri da lui indicandolo con l’indice della mano destra mentre la sinistra teneva ben stretta la mano di Brittany.
-Prima di tutto mai più vi passi per la testa di scommettere sulla mia vita! Secondo sappi che metà di quel denaro è mia! – si fermò guardandoli uno a uno con sguardo rassegnato. – Vi prego facciamolo in fretta perché sono sicura che mi verrà l’orticaria: venite qua che vi abbraccio tutti!
 
 
          
Note finali: come avrete visto l’ultimo capitolo è molto meno “serio” del resto! Ma non riuscivo a scrivere seriamente di 17enni in versione salvataggio di ostaggi! Alla fine spero che vi abbia divertito tutta questa follia!
Vorrei ringraziare tutti voi per aver letto, recensito e seguito in generale! GRAZIE!     
  
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