Serie TV > I ragazzi della prateria
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Autore: Daydreamer    04/07/2006    5 recensioni
Un'altra breve fic per spiegare come, secondo me, Kid e Lou sono tornati insieme. La stretta di mano che si sono dati dopo il funerale di Doritha non è sufficiente, no?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DI NUOVO INSIEME

by Daydreamer

Eccomi con un altra fanfiction! Sono stata veloce, eh? In realtà sia questa storia che la prima che ho inviato le avevo già pronte da un po' perché le avevo postate in un sito di ff in inglese. Mi e bastato riscriverle in italiano per averle pronte. Ne ho già un'altro paio, ma sono ancora sulla carta e quindi ci vorrà un po' più di tempo prima che io riesca a pubblicarle. Sempre che a qualcuno interessi ovviamente...

Un grazie a Jenny 76 per il suo commento. E' il primo che ricevo in questo sito, e sinceramente non mi aspettavo di riceverlo così presto. Dopotutto ho postato la storia solo ieri sera!

Buona lettura, Daydreamer

******

Fisso il soffitto, non riesco a smettere di pensare a Kid stasera...ma chi voglio prendere in giro, non ho mai smesso di pensare a lui, anche se sono mesi che ci siamo lasciati...

Ma stasera è diverso, continuo a sentire le sue braccia che mi circondano la vita e i suoi singhiozzi soffocati contro il mio grembo. Oggi c'è stato il funerale di Doritha. Kid è stato devastato dalla sua morte, dopo Jed lei era l'ultimo legame con il suo passato.

L'avevo trovato al suo posto preferito, vicino allo stagno. Aveva stretto la mano che gli avevo teso e poi mi aveva tirato a se, nascondendo il viso contro di me, piangendo.

Mi si era spezzato il cuore, gli avevo circondato le spalle, gli avevo mormorato parole d'amore incoerenti: che gli sarei sempre stata vicino, che non era solo...finché i suoi singhiozzi si erano calmati. Mi aveva preso in braccio allora, continuando a stringermi; avevo baciato via le sue lacrime e poi eravamo rimasti semplicemente così. In quel momento mi ero sentita felice, colpevolmente felice, perché aveva bisogno di me, perché era come se tra noi non fosse cambiato nulla... per la prima volta mi aveva parlato della sua vita in Virginia, della  sua infanzia segnata dagli abusi del padre, della sua amicizia con Doritha che lo aveva aiutato a superare tanti momenti difficili.

Ne ero stata gelosa, mi aveva fatto male sapere quanto fossero stati uniti, ma non avrei mai voluto che finisse così; ora lei era morta e Kid aveva perso un'altra persona importante della sua vita.

Eravamo tornati a casa mano nella mano, mi aveva ringraziato prima di entrare e poi mi aveva baciato la fronte.

E ora mi ritrovo qui, con le lacrime agli occhi e il cuore che batte forte. Mi ero detta che potevamo essere solo amici, che sarebbe stato meglio per entrambi. Ma non posso andare avanti così, noi non possiamo essere solo amici, non lo siamo mai stati...Voglio che mi prenda ancora tra le sue braccia, che si confidi con me, che mi soffochi con le sue preoccupazioni, che mi ami...

Quando lo lasciai il mio cuore si spezzò. Mi ero odiata per non essere pronta a dividere la vita con lui, e perché non ero stata in grado di rivelargli nulla del mio passato. E avevo pianto per ore a causa di Samantha, perché mi dicevo che non aveva mai tenuto veramente a me, e che era stata colpa mia, perché io non gli avevo mai permesso di conoscermi veramente.

Mi mancava terribilmente, ma ero così arrabbiata, così addolorata, che potevo a malapena sopportare la sua presenza, perché ogni volta che lo guardavo nella mia mente risuonavano quelle orribili parole: "Per quanto tempo dovrei soffrire per qualcosa che non era destinato a durare?". Mi fa ancora male il cuore al solo pensiero.

C'era voluto un sacco da entrambe le parti, ma alla fine eravamo riusciti a chiarirci. Allora fui in grado di guardarlo ancora negli occhi, e in essi vidi lo stesso dolore che provavo io. Capii che ciò che aveva detto lo faceva soffrire quanto stavo soffrendo io e fui in grado di perdonarlo allora, e di lasciare che spiegasse i suoi sentimenti. Salvammo la nostra amicizia. Ma io non mi sentivo in grado di affrontare si nuovo tutto questo dolore, e allora feci quello che mi riesce meglio: nascosi i miei sentimenti in fondo al cuore e andai avanti come se nulla fosse.

Ma adesso, adesso questo non mi basta più. Adesso il mio unico desiderio è stare con lui. Anche se non sarà facile, anche se litigheremo, anche se dovrò trovare la forza di essere completamente onesta con lui.

******

Mi sveglio di colpo. Gli altri si sono già alzati e stanno facendo colazione.

"Meglio tardi che mai, Lou!" mi saluta sarcastico Cody.

Io gli faccio la linguaccia, per una volta che non è l'ultimo ad alzarsi, ha poco da fare lo spiritoso.

Scendo dalla mia cuccetta. Tentando di scacciare gli ultimi residui di sonno. Cerco Kid, non è al tavolo con gli altri. Mi giro per guardare la cuccetta dietro di me. Il letto è rifatto e non ci sono le sue cose in giro.

"Dov'è Kid?" la mia voce suona più allarmata di quanto voglia far vedere.

"Ehi, Lou! Non ti preoccupare." Cody non prova nemmeno a nascondere il suo divertimento, "Kid sta preparando Katy, ha una corsa tra poco."

Rapidamente mi dirigo verso la porta, non voglio rischiare che se ne vada prima che io gli abbia parlato.

"Ehm...Lou, non così tra poco..." Noah mi ferma con un sorrisetto.

Io lo guardo male, non capisco cosa vuole. Sono già agitata di mio, non ho alcun bisogno dei loro scherzi. Passa qualche secondo, ma alla fine Buck viene in mio soccorso:

"Lou, sei ancora svestita..."

Cosa! Mi guardo, sono ancora in long-johns (1)! Arrossisco furiosamente, dopo questo, non mi daranno tregua per settimane!!

Ritorno alla cuccetta, afferro i miei vestiti e mi vesto alla svelta, prima esco di qui, meglio sarà!

Mi dirigo verso la stalla, Kid sta sistemando le ultime cose, io lo osservo di nascosto. Non mi stancherei mai di guardarlo, tutti i suoi piccoli gesti, le sue abitudini, mi sono familiari come se fossero miei. Mi avvicino a lui e lo chiamo piano:

"Kid."

Lui alza lo sguardo e sorride dolce quando mi vede: "Ehi." mi saluta.

Il mio cuore perde un battito, la sua voce è ancora così triste...

"Ehi." gli sorrido, ma ho paura ora. E se lui non volesse tornare con me? ...E se quello che abbiamo passato gli abbia fatto perdere la fiducia in un futuro per noi due?...E se dopo aver rincontrato Doritha avesse capito che è quello il tipo di donna che fa per lui? Lui merita una signora, non un maschiaccio testardo e orgoglioso come me...

"Basta!" mi redarguisco mentalmente, non posso continuare così. Devo dirgli ciò che provo e accettare ciò che mi risponderà, nel bene e nel male.

"Lou..." mi chiama di nuovo. "Lou, tutto bene?"

"Ti devo parlare." Devo avere una faccia terribile, perché mi guarda preoccupato. "Kid." lo guardo per l'ultima volta. "So che non ho alcun diritto di parlare dopo quello che ti ho fatto passare...ma non riesco ad andare avanti così..." la mia voce trema, ma non mi importa. "Io non riesco ad esserti solo amica...io voglio, ...io vorrei, io vorrei che tutto tornasse come prima tra noi." Ho parlato tutta d'un fiato, ma voglio dirgli tutto prima che perda il coraggio. "Per favore, pensaci. Ti chiedo solo questo..."

Lo guardo, è scioccato. Distolgo lo sguardo immediatamente. "Beh...dovrei andare ora...devi prepararti per la tua corsa..."

Mi allontano prima che possa dire nulla. Improvvisamente mi afferra il polso e mi ritrovo tra le sue braccia.

"Davvero, Lou?" sento il suo respiro caldo sull'orecchio. "Non mi lascerai di nuovo, vero?" la sua voce trema. Lo guardo, nei suoi occhi vedo la speranza, l'amore e la paura, tutti insieme.

Sento i miei occhi riempirsi di lacrime.

"Kid, lasciarti è stata la cosa più stupida che io abbia mai fatto, non posso stare senza di te; non so perché ci ho messo così tanto a capirlo."

Mi posa un dito sulle labbra. "Perché io sbagliavo. Ti soffocavo, ti volevo tutta per me. Pensavo solo a fare la cosa giusta, non a ciò che era giusto per noi." conclude con un sorriso triste.

Scuoto la testa e prendo le sue mani nelle mie. "Eri preoccupato per me. Forse un po' troppo..." sorrido "Ma io non ho neanche provato a capire i tuoi sentimenti. Sono stata insopportabile, certe volte..."

"Vero, puoi essere davvero una peste se ti ci metti." sogghigna anche lui. "Ma non so che ne sarebbe di me se ti succedesse qualcosa..." la sua espressione torna seria. Mi accarezza la guancia e mi fissa negli occhi.

"Prometto che cercherò di non farti preoccupare più." dico.

"E io prometto che cercherò di non essere più così protettivo."

I suoi occhi azzurro cielo scintillano d'amore, l'amore che pensavo di aver perso. Si china per baciarmi, immediatamente mi alzo in punta di piedi e le nostre labbra si scontrano. Lui ride della mia impazienza, ma io lo afferro saldamente per il collo e approfondisco il bacio. Lui sospira allora, e mi stringe a se. Quanto mi era mancato tutto questo...

Dopo qualche minuto si allontana, lasciando un ultimo dolce bacio sulle mie labbra. Il suo volto è triste ora, e questo mi spaventa un po'.

"Lou, potrai mai perdonarmi per quello che ho fatto l'altro giorno?" mi chiede preoccupato "Non avrei mai dovuto gridare in quel modo..."

"Tu eri preoccupato per Doritha e io mi stavo impicciando..." la mia voce si spezza. Intendo veramente ciò che ho detto, quante volte io l''avevo trattato nello steso modo? Ma non posso scordare il suo viso arrabbiato quando mi aveva gridato di andarmene.

Era come se mi avesse colpito fisicamente. Mi ero sentita così rifiutata da lui solo un'altra volta, quando l'avevo sentito parlare di Samantha. Abbasso la testa, non avrei voluto pensare a quello ora. Ma lo conosco, si sarebbe sentito in colpa fino a quando non si fosse spiegato, e non fosse stato sicuro di avermi rassicurato. E' quello di cui ha bisogno, e di cui ho bisogno anch'io.

"Ascoltami Lou." gentilmente mi alza il mento perché torni a guardarlo. "Doritha era importante per me, ma mai quanto lo sei tu. Lei è stata la prima a farmi battere il cuore, ci sono state volte in cui la sua sola presenza mi faceva stare bene. Ma tu, tu mi hai fatto capire cosa vuol dire amare veramente qualcuno. Anche se mi facevi impazzire di preoccupazione e non mi ascoltavi, anche se ho sofferto e ti ho fatto soffrire nel passato. Io non ho mai smesso di amarti."

"Non volevo farti soffrire, Kid..." i miei occhi si riempiono di nuovo di lacrime.

"Neanche io Lou." mi prende il viso tra le mani. "Abbiamo fatto un sacco di sbagli e ci siamo fatti del male. Ma io voglio ricominciare tutto da capo con te."

"Andremo piano. Un passo alla volta." gli rispondo. "E non fuggirò stavolta, anche se dovremo discutere ogni giorno."

"Non vedo l'ora..." sorride.

Le ultime lacrime scivolano sulle mie guance e lui le asciuga. Poso le mani  sul suo petto. Vorrei baciarlo ancora una volta, ma un grido ci interrompe:

"Corriere in arrivo!"

Non posso evitare un sospiro di delusione, ci scambiamo un veloce bacio a fior di labbra, prima di uscire. Kid sale in groppa per aspettare la mochilla(2) di Jimmy.

Gli poso una mano sul ginocchio. "Ti amo, Kid." non l'avevo ancora detto e non volevo che partisse senza sentirlo.

Mi stringe la mano "Ti amo anch'io, tesoro." mi sorride per l'ultima volta, poi sprona Katy e afferra la mochilla.

Sospiro e osservo la prateria finché la sua figura non scompare all'orizzonte. Quando torno verso la bunkhouse(3) sento che il mio stomaco è pieno di farfalle e che sul mio viso c'è uno stupido sorriso che non riesco a controllare.

Sul portico incontro tre paia d'occhi che mi osservano divertiti. Quattro, dato che Jimmy si è unito agli altri. Questa sarà una giornata molto, molto lunga...

 

FINE

 

(1) I long-johns sono le "tutine" che i ragazzi usano per dormire.

(2) La "mochilla" è la borsa della posta.

(3) Bunkhouse significa letteralmente 'dormitorio', nella versione italiana del telefilm questa parola è stata tradotta come 'baracca', ma dato che per me ne l'una ne l'altra rendevano l'idea, ho preferito lasciare il termine inglese.

 

 

 

  
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