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Autore: xMurderScenex    05/07/2006    4 recensioni
[Cambiato titolo]Virginie è ricca, ha un ragazzo invidiabile e va alla scuola più prestigiosa di Montrèal. David è abbastanza povero, vive in perfieria e ha continui problemi con la famiglia. A causa di un incidente, i due si conoscono e da poco a poco nasce qualcosa di più. Una storia che si alterna con i pensieri di lei e quelli di lui.. Spero che vi piaccia ^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Guardo la città sotto di me. E’ bellissima Montrèal d’estate. Sono sul punto più alto di tutta la città e sto per sfrecciare con il mio skate nero per una grossa via in discesa. I miei amici erano sul ciglio della strada con lo skate sotto il braccio che aspettavano andassi giù. Li guardai uno per uno.
Pierre. Uno dei miei migliori amici. Quello di cui mi fidavo un casino. Aveva i capelli neri un po’ sparati e una faccia abbastanza tenera. Seb. Con quegli occhini azzurri avrebbe sedotto ogni ragazza sulla faccia della terra. Jeff. Aveva un po’ di capelli ma era uno dei chitarristi più bravi che io conosca. Chuck. Era il più intelligente del gruppo ed era un buonissimo amico. Poi Pat che aveva una telecamera per fidanzata ed era sempre lì che ci filmava. E poi io. David. Il biondino e forse il più stupido del gruppo. Siamo sei ragazzi in cerca di qualcuno che non corrisponda a delle ragazze oche super tirate che ci userebbero solo. Ma qualcuna di vera. Qualcuna a cui potrei sussurrare delle parole dolci all’orecchio e chiamarla veramente Tesoro.
-Hey Dave entro domani ce la faremo mai?- mi chiese Pierre con un’aria scocciata.
-Si si..- dissi mettendomi il casco e mettendo un piede sulla tavola.
-Ed ecco Desrosiers che si prepara per una discesa mozzafiato!- commentò Pat dalla sua telecamera.
-Pat spegni quella dannata roba..-
-Eddai così la offendi.. Non ti preoccupare piccola non ascoltarlo..- Guardai il mio amico parlare con la telecamera e sorrisi ironicamente scuotendo la testa.
-Pat tu devi essere matto..- mi diedi una piccola spinta con lo skate e cominciai ad aumentare velocità.
-Desrosiers acquista velocità.. sempre di più sempre di più e…. Bom fra poco non investe una!!- Fermai di botto il mio skate scendendo barcollando. Avevo di fronte a me una ragazza che mi guardava colpita. Gli altri scoppiarono a ridere.
-Ed è una della MaryLand!- continuò Pat chiudendo la telecamera. Guardai la sua divisa. La gonna a pieghe perfetta e pulita, La camicia e il cravattino nero. Però le All Star nere con i lacci rossi la cambiavano. Le sue unghie erano dipinte di nero e una mano teneva in mano un frullato. Si, era della MaryLand.
-Scusa non l’ho fatto apposta..- dissi mettendomi una mano sulla fronte per guardarla meglio, dato che avevo la luce negli occhi.
-Ah beh avrei voluto vedere se l’avessi fatto apposta..- Sbuffai. E guardai i miei amici. Pierre era impegnato a guardarle il culo mentre gli altri ci guardavano divertiti. Bevve un sorso del frappè squadrandomi dall’alto al basso alzando un sopracciglio. -Beh che sono un mostro?-
-mm più o meno..-
-ah ah ah –
Mi fulminò con lo sguardo e poi guardò verso sinistra. Sbuffò.
-Beh che c’è?- dissi mettendomi le mani in tasca.
-Niente. Devo andare a casa. Ciao sfigatelli- Agitò la mano molto da pigliata per il culo massima e poi se ne andò. La vidi sparire dentro una grandissima villa. No. Non poteva essere lei.

***

-Sono a casa!- dissi entrando nel grande salone di casa mia. Non sentii nessuna risposta umana ma solo il rumore delle scarpe prodotto da James. Il maggiordomo.
-Salve Miss-
-Ciao James.. mia madre?- dissi buttando la giacca della divisa su una sedia di velluto. Lui la raccolse e se la portò sul petto e mi sorrise.
-Beh sua madre è al Club e suo padre al lavoro.. –
-Ah.. come immaginavo..- dissi delusa. Andai di corsa nella mia camera e mi buttai sul letto. Odio questa vita. Pensai fortemente. Era da un bel po’ di tempo che avevo questa fissa in testa. Odiavo essere così. Essere giudicata solo dal lavoro che faceva mio padre. Okey sono ricca. Ma che importa alla gente? Mi alzai e aprii il mio “armadio”. Presi una maglietta rosa con un teschio davanti dei “The Rancid” e dei jeans con una cintura con le borchie. Mi pettinai un po’ i capelli e misi un po’ di eyeliner sugli occhi. Mi guardai allo specchio e sorrisi. Così va molto meglio. Quell’aria da snob mi dava sui nervi.
-Cazzo Dave muoviti!- Scostai un po’ le tende e aprii le finestre dell’immensa terrazza. Era veramente carino quel ragazzo. Ma era off limits per me. I tipi come lui, non stavano con le tipe come me. Sentii la mia tasca vibrare e presi il mio cellulare in mano.
-Hey Bubu!-
-Ciau Emy!- Emy aka Emily era una delle mie migliori amiche insieme a Caro. Andavamo tutte e tre nella stessa scuola ovvero la MaryLand. Una scuola privata piena di “fighette e fighetti”.
-Senti ti va’ di vederci al centro commerciale? La Caro è là che ci aspetta..-
-Va bene ci vediamo là.. ciao..- Chiusi il telefono e scesi di corsa le scale sbattendo contro la grassa Cuoca.
-Dannazzione a te Virginie! Quante volte ti ho detto di guardare dove vai?- sbottò lei. Aprii la porta di casa e sorrisi. –Troppe Antoniette..- e uscii scendendo velocemente le scale. Ri-passai davanti a quei ragazzi. Quello di prima sfreccio davanti a me e mi sorrise.
-Peccato, avrei dovuto ucciderti.. Ma non ci sono riuscito..-
-E perché?-
-Boh costeresti cara poi..- Sentii ridere da dietro le sue spalle. I suoi amici ridevano per la sua battuta. La sua cazzo di battuta.
Feci uno sguardo abbastanza triste e deluso. –Siete tutti uguali..- dissi con un grande espressione di rabbia e poi me ne andai.

- La seguii con lo sguardo. Cazzo l’avevo proprio offesa. I miei amici proseguirono a ridere come degli scemi, mentre io ero lì impalato a guardarla allontanarsi. Perché rovino sempre tutto? Per una volta che potevo avere un legame con una della MaryLand, l’ho spezzato. Il fatto è che tutti vogliono fare parte della MaryLand. E’ una delle scuola più belle di tutta Montrèal e pare che ci siano le ragazze più fighe.. Ma lei? Lei, la figlia del più importante Produttore Discografico della città, che aveva di così importante da farmi pentire di averla presa in giro?
Come si chiamava? Cazzo. Non lo so.
-Ragazzi andiamo al Centro commerciale a cazzeggiare?- disse Seb passando i piedi sulla ghiaia in modo alquanto fastidioso. Non ottenne risposta. Frack Frack Frac continuava con la ghiaia. Le vene del collo pulsavano in modo abbastanza esagerato.
-Cazzo Seb smettila! Andiamo va bene!- esclamai urlando. Lui sorrise e poi cominciò ad andare avanti.
-Ottengo sempre quello che voglio..-
Prendemmo gli skate e cominciammo a sfrecciare verso il grandissimo Centro Commerciale. Eccoci arrivati davanti alla grande porta di vetro scorrevole. Le porte si aprirono. Quando ero piccolo, mi soffermavo per osservare le porte che si aprivano quasi come per magia. Adoravo e odiavo allo stesso tempo pensare alla mia infanzia. Mi faceva deprimere alcune volte.
-Su david ti muovi?- disse scocciato Pierre con lo skate sotto il braccio. Bofonchiai un si e poi entrai. Era pieno di ragazzi e ragazze della nostra età. Soprattutto tipe della MaryLand. Vedevo i miei amici che le seguivano con lo sguardo e poi pulirsi quasi la bava da quanto erano carine.
-Cazzo ma è il paradiso qua..- esclamò Jeff che aveva gli occhi che assomigliavano vagamente a delle palline di tennis. Sogghignai e mi sedetti sul bordo delle grande rotonda fontana al centro del centro. Misi una mano dentro l’acqua e cominciai a pacioccare un po’.. Sentii delle voci femminili che parlavano un po’ distanti da me. Loro non mi vedevano e io neanche, ma le sentivo.
-Ma Virgy di che ti preoccupi? Sono tutti così quei ragazzacci di strada..- disse una voce dall’aria un po’ troppo saputella.
-Si ma non ne posso più di essere trattata così..- La sua voce. Era lei. Così sapevo che si chiamava sicuramente Virginie. Uau. Quindi era dispiaciuta per quello che avevo detto!. -Su andiamo a..-
-David attento!- Non feci in tempo a sentire che Pierre mi aveva buttato con il busto in acqua. Bravo coglione, così non avevo sentito il discorso.
-Cazzo Pierre!- Lui si stava rotolando dalle risate, sbuffai e poi mi dirigetti verso il grande negozio di vestiti. Stavo rovistando da una pila di maglie in un cesto. Vidi una maglietta nera con un teschio. L’afferrai ma mi accorsi che la mia mano non era l’unica a tenerla. Alzai lo sguardo e lo incontrai con quello di Virgy. MI guardava severamente.
-E’ mia.- pronunciò duramente.
-No.-
-Si invece..-
-No mi dispiace cara ma l’ho vista prima io..-
-Non è vero!- Ribattè lei urlando. Ecco cosa odiavo delle ragazze, urlno per ogni occasione.
-Senti facciamo una cosa.. La paghiamo a metà e poi facciamo a turno..- Cavolo non pensavo di essere così furbo. Lei ci pensò un po’ su. La sua fronte si addolcì di poco e mi fece un mezzo sorriso.
-Okey.. però comincio io..- Disse dirigendosi velocemente alla cassa con la maglietta in mano. La rincorsi e mi misi di fianco a lei. La commessa ci guardò da dietro il bancone un po’ incuriosita e poi sorrise.
-Volete altro?-
-No grazie- disse lei con voce mielosa.
-Sono venti dollari..- Presi dalla tasca i miei soldi, erano 20 dollari, tanto mi avrebbe dato il resto. La commessa mise il sacchetto sul bancone e lei lo prese velocemente e se ne andò.
-Te l’h fatta!- esclamò correndo via.
-cazzo..- sussurrai.
-Signore? Qualcosa non va?-
-No .. anzi si, forse la ragazza di prima..- Lei sorrise e poi io me ne andai. Gliel’avrei fatta pagare.
  
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