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Autore: Selene Silver    03/11/2011    3 recensioni
«Non è importante, davvero. Puoi fartela con chi vuoi. Scopare con chi vuoi.» Guardami, guardami adesso, capisci cosa c'è dentro i miei occhi. Ma la verità era semplicemente troppo grande e pesante per un paio di iridi così chiare, che ora stavano diventando così lucide.
Keith rise. «In fondo, non so neppure perché te l'ho chiesto. Ci sei uscito neanche mezza volta.»
Le labbra di Mick tremarono, forse per assecondare la risata ironica dell'altro.
Guarda, guarda oltre me, vedi cosa vuoi davvero. Ma ancora una volta i suoi pugni si strinsero, così come il suo cuore ed i suoi denti, a intrappolare la verità. «Sei un coglione. Fa' ciò che vuoi.»
Voltò la testa verso il vetro rigato di pioggia, mentre la sigaretta abbandonata nel posacenere si consumava; una spirale di fumo, bianca come la piuma di un angelo, si sollevava nell'aria.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Look at me, after me

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«Non è importante, davvero. Puoi fartela con chi vuoi. Scopare con chi vuoi.» Guardami, guardami adesso, capisci cosa c'è dentro i miei occhi. Ma la verità era semplicemente troppo grande e pesante per un paio di iridi così chiare, che ora stavano diventando così lucide.
Keith rise. «In fondo, non so neppure perché te l'ho chiesto. Ci sei uscito neanche mezza volta.»
Le labbra di Mick tremarono, forse per assecondare la risata ironica dell'altro. Guarda, guarda oltre me, vedi cosa vuoi davvero. Ma ancora una volta i suoi pugni si strinsero, così come il suo cuore ed i suoi denti, a intrappolare la verità. «Sei un coglione. Fa' ciò che vuoi.»
Voltò la testa verso il vetro rigato di pioggia, mentre la sigaretta abbandonata nel posacenere si consumava; una spirale di fumo, bianca come la piuma di un angelo, si sollevava nell'aria.
Keith pensò che quell'atmosfera così malinconica donava al corpo magro di Mick, ai suoi capelli castani che quella luce tingeva di riflessi dorati. Donava anche alle sue spalle dall'aspetto così fragile, che d'improvviso aveva voglia di sfiorare in quella che si sarebbe potuta definire una "carezza". Ma che sarebbe molto di più, per entrambi
«Domani torno, okay? Proviamo a scrivere qualcos'altro.»
«Certo. Tu torni sempre…» Il suo sussurro sembrava sottintendere qualcos'altro - come se si stesse chiedendo perché facesse la fatica di tornare, sempre e sempre, anche se avrebbe potuto rimanere; e invece tornava, come se si divertisse a riaprire vecchie ferite - ma, come al solito, non si premurò di chiarirgli nulla. 
Posò semplicemente la mano sul vetro appannato, e, con le dita che un po' tremavano, tracciò ghirigori senza senso e parole prive di contesto nella condensa. Scrisse il proprio nome e poi il suo, quindi cancellò con un rapido svolazzo dell'indice.
«Ciao, Mick.»
Si voltò verso di lui e lo guardò; ma Keith teneva lo sguardo fisso sulla finestra, e gli pareva che il mondo, e anche Jagger, fossero stati avvolti dalla nebbia.
Non riesci a vedermi, vero? E a guardarmi neppure, vero? «A presto» replicò.

C'erano cose non dette che salivano attraverso la nebbia che li aveva circondati; il modo in cui avevano smesso di toccarsi, e poi di parlare - di come i sensi di colpa e la fama li avessero resi diffidenti l'uno verso l'altro. Di come non riuscissero più a guardarsi.
In fondo, anche gli angeli hanno le loro colpe, e loro non erano altro che uomini.

Il giorno dopo una canna passava fra loro mentre la chitarra suonava. Mick alzò il viso dal foglio scarabocchiato, continuando a parlare di una nuova idea. Keith teneva lo sguardo rivolto al suo strumento, un lieve sorriso sul volto.
Jagger socchiuse le labbra. Guardami, guardami ora.
Keith si voltò per capire come mai avesse smesso di parlare. Per la prima volta dopo mesi lo guardò. Guardami, guarda oltre me.
Allungò una mano e gliela posò sulla guancia, come per sentirgli la temperatura. Non era quello, il motivo, e lo sapevano entrambi. «Che succede, Mick?»
Ma non serviva chiederlo, non più, non mentre gli occhi dell'altro s'inumidivano. Mick si alzò, andò alla finestra e gli diede le spalle.
La chitarra venne rapidamente messa da parte mentre Keith si alzava. Prima gli sfiorò la schiena, poi lo abbracciò. Abbracciare qualcuno da dietro era la massima espressione di fiducia che riuscisse a immaginare, e non l'aveva mai fatto.
«Non mi vedevi» sussurrò Mick. «Non ero più una persona. Ero… non so cos'ero, ma… non esistevo.»
«Scusa.» Passò le dita sul suo collo, poi sul suo viso. Era umido.
«Dopo tutti questi anni in cui ho pensato di essere importante per te…»
«Lo sei.» Lo fece voltare. «Mia moglie, ricordi?»
La risata di Mick era debole; scosse la testa. Keith sfiorò coi pollici le sue ciglia bagnate, poi gli fece alzare il viso. «Per me esisti, esisterai sempre. Anche quando saremo lontani, io sentirò che tu esisti. Che ci sei. Che vivi e che stai respirando, anche se lontano da me, e ciò mi farà sentire felice.»
Mick appoggiò la testa sulla sua spalla. «Ma non puoi promettermi che non te ne dimenticherai.»
Tacque. Una parte di lui sapeva che quelle parole erano vere.
Jagger prese un profondo respiro, alzò il viso verso il suo, sorrise. «Ma ora mi hai visto di nuovo. Guardami, guarda oltre di me, vedi ciò di cui hai bisogno. E poi resta.»



Idk. Sinceramente. Vorrei semplicemente riempire un po' questa sezione, e insomma, una Jagger/Richards mi sembrava d'obbligo. Sono un OTP, insomma.
In verità, avrei voluto pubblicarne un'altra su Brian Jones. E poi una threesomme, di cui non vi parlerò *troll*; ma l'ispirazione per questa mi è venuta prima. Fanculo, ispirazione, inizierai a farmi fumare peggio di Mick e Keith, lo so! urgh.
La mia amata Mitch m'informa che è una fan fiction TWT (Time line? What Time line?), ed in effetti è vero: sinceramente questa cosa non mi piace molto, dimostra quanto io sia ignorante x9 Ma è semplicemente qualcosa che volevo dire su Mick e Keith, e che penso sia accaduta davvero - questo modo che hanno le persone di non accorgersi più della reciproca esistenza, cadendo in un rapporto superficiale, che spesso fa soffrire. Non so, davvero. Comunque, scrivendo me li sono immaginati come ai tempi di Sticky Fingers, più precisamente in questo video. E poi in quella foto sono beddi, e quella foto è stata l'inizio di tutto. La trovo splendida, ma anche molto malinconica ^^
Come genere ho inserito "angst" perché a me sta cosa mette ansia, però boh, magari la sento solo io. Essendo un tipo di situazione che sento vicino, mi mette ansia e rabbia LOLOL. E niente. Grazie a chiunque leggerà e si degnerà di commentarla, in quanto merdina che è - e perdonate gli eventuali errori di battitura e ortografia T_T -, e un grazie ancor più grande a Mitch che, come al solito, mi fa da cavia e tenta di resuscitare la mia autostima. ILU -crai
  
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