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Autore: Kira Kinohari    05/11/2011    0 recensioni
Nella vita si incontrano tanti stronzi, Kira lo sapeva, ma nessuno mai si era comportato come lui, nessuno.
Kira non l'aveva mai voluto quel ragazzo fiero e ricco, ma lui le aveva rovinato la vita per un solo capriccio.
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Takao Kinomiya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kira sbuffò seduta sulla sua poltrona di pelle nera. Le cose tra lei e Brian sembravano essere crollate a qualche giorno dalla proposta di matrimonio. Era sempre molto staccato e scortese con lei.
Molte volte lei aveva provato a chiedergli la ragione di tutto quel comportamento, ma lui rimaneva sempre sulle sue dando la colpa al lavoro e ai colleghi, allo sport e al suo stupido carattere.
"L'unica cosa che ha di stupido il suo carattere è la mancanza di coraggio nel dire la verità" pensò la grande manager.
- signorina Kinohari -
- si? -
- c'è un uomo che vuole avere un colloquio con lei. -
- mh, fallo entrare. -
Stava giocando con la sua penna piumata che la sua bambina aveva voluto comprare a coppia. - una per me e una per te, mamma. - le aveva detto e lei aveva accettato come faceva sempre.
- cavolo, giochi ancora con le penne? -
La sua voce le aveva fatto venire la pelle d'oca. Non aveva certo bisogno di voltarsi per sapere che lui era lì.
- posso chiederle cosa la porta qui signor Hiwatari? Ci sono molti chilometri dalla sua amata capitale alla sede della mia azienda. -
- naturalmente sono passato a congratularmi con te, piccola mia. -
- non sono piccola e soprattutto non sono tua. -
- questo perchè mi sei fuggita per troppo tempo, ma ora ti ho trovata e tu sarai ancora mia, questa volta per sempre. -
Kai amava ammirarla, le era mancata tantissimo e vederla in tutto il suo splendore, immobile, davanti a sè, con quello sguardo carico di emozioni intense, per lui, lo mandava in fibrillazione.
Sarebbe stata sua a qualsiasi costo.
"Ora lo caccio via a calci" pensava Kira guardando in faccia quell'uomo che odiava dal più profondo del suo cuore.
Lui non sapeva cosa voleva dire prendere e partire per un nuovo stato, incinta, con nulla in mano se non pochi soldi risparmiati da una vita. Non sapeva cosa voleva dire farsi da sola, un'azienda nuova tutta.
Kai sapeva solo avere con uno schiocco di dita, perchè tutto gli era concesso, perchè aveva tutto per diritto di nascita, perchè era sempre stato ricco e senza un cuore.
- mi dispiace dirglielo, ma se non ha nulla di cui parlarmi di davvero importante può andarse, grazie. -
Muovendo solamente due dita richiamò su di sé l'attenzione di Mary Ann che capì istantaneamente cosa doveva fare.
Entro pochi secondi i due addetti alla sicurezza sarebbero stati lì, pronti a portarsi via il disturbatore.
L'inferno era finito, per ora.

Non era certo facile per Brian assimilare tutte quelle verità sulla sua futura consorte, ma Kira era sempre stata sincera con lui, quindi non sapeva nemmeno se credere o meno a quello che gli avevano riferito.
- amico, dovresti parlarle. -
Il suo migliore amico lo aveva visto davvero troppo giù, ma lo conosceva bene da sapere che rimandava il confronto diretto con il suo problema perchè aveva troppa paura di uscirne perdente.
- non posso, non posso. Ho il lavoro a cui star dietro. -
- dovresti smetterla di nasconderti dietro il lavoro. Sei ancora un codardo per quanto riguarda la vita, ma dovresti davverlo parlarle, lei sarà tua moglie. -
- sì, bella moglie che avrò! -
- io non ti capisco, non vedevi l'ora di chiederle di sposarti! -
- lo so, è che poi mi hanno riferito certe cose... -
- quali cose? -
Brian sembrava restio a parlarne, ma infondo era il suo migliore amico e a lui aveva sempre detto tutto, cosa poteva cambiare?

"ancora due ore e sei a casa Ki, resisti".
L'apparizione di Kai le aveva fatto dimenticare che a casa avrebbe incontrato un futuro marito che la rifiutava per non si sa quale motivo.
- signorina, un'altra persona vuole vederla. -
- chi? -
- dice di essere Josh, l'amico di Brian. -
- oh, fallo passare, per piacere. -
- certo. -
Josh entrò velocemente nella stanza, i due si scambiarono due baci sulle guance, poi lui si accomodò sulla poltroncina che qualche ora prima era stata occupata da un essere viscido.
- cosa ti porta qui Josh? -
- il comportamento di Brian. -
- oh, mi nasconde qualcosa e io non so cosa, è così diverso. - Josh le aveva sempre ispirato fiducia e con lui si sentiva libera di essere se stessa, preoccupata, anzi, disperata per il comportamento dell'uomo con cui voleva passare il resto della sua vita.
- beh, io so cos'è. -
- davvero? -
- sì! Qualcuno gli ha riferito cose bruttissime sul tuo conto, gli ha detto che da piccola ti facevi pagare per prestazioni sessuali perchè avevi il vizio di drogarti, che crescendo cambiavi fidanzato una volta al mese, che in paese ti conoscevano tutti come la ragazzetta di turno perchè avevi strani modi di fare l'amore, anche con più di un ragazzo nello stesso tempo. Gli hanno riferito che non sai nemmeno tu chi sia il padre di Hope perchè quella sera c'erano troppe persone da capire chi fosse stato davvero a inseminarti. -
- COSA? -
- c'è qualcosa di vero in tutto questo? -
- certo che no Josh! Dio, ma chi è stato a raccontargli queste cose? -
- non lo sa nemmeno lui, ha ricevuto numerose buste con dentro tutte queste informazioni. -
- oh merda, Hiwatari! -
- chi? -
- il padre di Hope, è venuto a farmi visita in ufficio, l'ho dovuto cacciare con gli addetti alla sicurezza, quasi. -
- vuole Hope? -
- no, non mi ha nemmeno parlato della piccola, non glien'è mai importato di lei. Lui vuole me, è ossessionato da me. -
- devi parlare con Brian, lui deve sapere. -
- lo farò. E non devi preccuparti, non farò il tuo nome. -
- Ki, Brian sapeva che sarei venuto a parlare con te, l'ho sempre fatto, quando lui non aveva il coraggio di andare incontro ai problemi, io facevo sì che i problemi andassero incontro a lui. -
I due amici si salutarono e tornarono a lavoro.
Kai era un uomo davvero schifoso per aver fatto tutto quello.

- ciao famiglia Mc Lennon, sono a casa! -
La piccola Hope saltellò fino alla mamma.
- ciao amore della mia vita. - mormorò lei baciando la sua unica ragione di vita.
La piccola la strinse forte più che poteva, nonostante i pochi anni di vita aveva una buona presa e sembrava abbastanza perspicace. -
- papà dov'è tesoro? -
- in camera grande. Stiamo facendo un puzzle di Hello Kitty. -
- puzzle? E da quando abbiamo il puzzle di Hello Kitty? -
- l'ha comprato oggi papà! -
- ooh, ma che bravo papino che abbiamo. - disse la mamma affettuosa e si diresse verso la camera da letto con la sua bambina tra le braccia, intenta a sfuggirle dalla sua morsa solleticosa .
Quando fu arrivata sulla soglia della porta vide il suo futuro marito affacciato sul terrazzo, con il torso nudo e un jeans stretto in vita. Sulle spalle aveva ancora segni di penna. Sorrise.
- avete fatto di nuovo il gioco dei tatuaggi? -
- sì, scusa mamma. -
Hope sapeva che non le piaceva quel gioco perchè l'inchiostro non era molto salutare sulla pelle, ma fece un'eccezione per non vedere la sua bambina soffrire.
- vabbè, vai a mettere a posto i tuoi giochini? -
- certo, mamma. -
La sua bambina le sorrise e andò sul lettone a togliere i pezzi del puzzle per riordinarli nella loro scatola colorata.
Kira uscì sul balcone e abbracciò il torso nudo del suo uomo, appoggiando la guancia alla spalla e sospirando.
- Bri, amore, ho visto Josh. -
- lo sapevo che sarebbe venuto da te. -
- perchè non mi hai detto nulla? -
- non sapevo cosa dirti. Non avevo idea di come parlartene. -
- beh, sappi che nulla di ciò che ti hanno detto è vero. Nulla. E io conosco l'uomo che ti ha mandato quelle cose, che ti ha raccontato quelle fandonie. Si tratta del padre di Hope. Si chiama Kai Hiwatari e per caso mi ha vista mentre ero in riunione a Tokio. Purtroppo sembra che nonostante gli anni non sia riuscito a digerire l'ossessione per me e quindi mi ha seguita, non so come, e oggi è venuto nel mio studio a minacciarmi che sarei stata presto sua, quindi presumo che pensasse che tra noi non ci fosse abbastanza dialogo da cadere in queste stupide trappole, ma noi siamo più forti amore, noi non ci facciamo spaventare da quel verme, vero? -
Brian sospirò. Era così bello sentirsi dire quelle cose, sentir smentire tutte quelle notizie che l'avevano tanto preoccupato negli ultimi giorni. Era così bello avere le sue mani calde addosso, sentirsi amato come il primo giorno, ma allo stesso si sentiva tanto stupido per aver creduto a fandonie nate dal primo sconosciuto che voleva dividerli. Come poteva sposare una donna tanto buona, come poteva aver pensato che quelle oscenità sulla sua donna fossero vere? La cosa peggiore e che aveva dubitato quasi immediatamente di lei, forse aveva troppa paura di perderla, forse era l'emozione del possibile matrimonio, o il fatto che Hope non fosse la sua vera bambina, anche se l'amava più di un padre vero, eppure le sue convinzioni eran crollate come le casette di carte ad un soffio di un bambino dispettoso, peccato che quel bambino viziato avesse trentanni, una villa, un'azienda e davvero tanti, troppi soldi rispetto a lui, ma questo non lo sapeva, e Kira non aveva intenzione di dirglielo, era la cosa peggiore da fare.
Brian si voltò nell'abbraccio e ricambiò appoggiando le braccia sulle spalle e stringendosela al petto, lei da parte sua si sciolse in quell'abbraccio e la tensione sparì in poco tempo così come era arrivata. Fu una sensazione fantastica riavere l'uomo che amava con sé, e in quel momento mancava solo la piccola, grande, ragione di vita che spuntò come un funghetto tra di loro.
- siete belli insieme, mamma. -
- no, amore mio. Siamo belli insieme, tutti e tre. -
  
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