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Autore: LeFleurDuMal    05/11/2011    9 recensioni
“Diamond Dust!” Gridò Camus, con la sua voce limpida e fredda, come a evocare quella nebbia d’argento e averla per sé. Hyoga la guardò e la trovò stupenda. Come luna sbriciolata. Come diamanti ridotti in polvere.
Il ghiaccio si incrinò. Il ghiaccio infrangibile della Siberia. Sotto la Polvere di Diamanti creata da Camus.
Poi, scricchiolando, si spezzò in due.

Neve è un tributo amorevolissimo a Hyoga e a tutta la “Siberian Family”, tirando dentro anche Milo che la completa, pur restandone nella sua Atene. Copre il periodo dell’addestramento del Saint di Cygnus in Siberia con Camus e Isaac - e con Milo che si intrometterà, appunto, qualche volta - dal suo arrivo fino al ritorno a Tokyo.
Di tanto in tanto capiteranno capitoli Shonen Ai / Yaoi più espliciti. Non mi sembra il caso di cambiare il rating generale della storia, poiché episodi simili saranno molto rari ( l'unico Shonen-Ai/ Yaoi previsto riguarda la coppia MiloxCamus, quindi, considerata la presenza marginale di Milo, si tratta di una percentuale davvero scarsa sulla fanfiction ), ma li indicherò laddove si presenteranno, capitolo per capitolo.
[Unica considerazione forzata: si parla del regista Evgenij Bogratjonovic Vachtangov. In realtà Vachtangov muore mel 1922, quindi diversi anni prima della nascita di Hyoga. Gli ho DECISAMENTE allungato la vita. A voi, ora, decidere se ne è valsa la pena.]
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Cygnus Hyoga, Kraken Isaac, Scorpion Milo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Settembre era luminoso e terso nel cielo di Tokyo

CAPITOLO:  Come la Neve
PERSONAGGI: Hyoga di Cygnus. Poi: Seiya di Pegasus, Shun di Andromeda, Shiryu di Dragon, Ikki di Phoenix, Jabu di Monoceros, Geki dell’Orsa, Ichi dell’Hydra, Saori Kido. E Katjia e Isaac di Kraken.

IN PROPOSITO: Alla fine è come all’inizio: Galaxian War.
COSE: Neve si conclude alla fine di questo capitolo. Grazie per essere stati con me.

 

 

Settembre era luminoso e terso nel cielo di Tokyo.

Luce e rumore vomitati con tanto, troppo entusiasmo se paragonati al Bianco della Siberia. La forza aspra di quella terra era così lontana… eppure germogliava lì, dentro di lui.
Come la Neve.

Hyoga era rimasto immobile, in silenzio per molto tempo. Come un lupo nella taiga che restava sotto vento e attendeva l’odore acuto della bufera, prima di attaccare.

La folla attorno al Colosseo Grado era fluita all’interno con molta calma e adesso cianciava dalla platea. Terza giornata della Galaxian War.

Spettacolo da baraccone.

Torneo per ottenere la Sacra Gold Cloth di Sagitter.

Crogiolo di traditori di Athena.

La cupola di cristalli liquidi si chiuse sul Colosseo e presto si illuminò con le tinte serene di un cielo stellato, come se d’improvviso fosse scesa la sera.

L’altoparlante pretese l’attenzione degli astanti stridendo, poi il presentatore introdusse la scena.

Spettacolo da baraccone.

“Attenzione prego. Riguardo al mancato arrivo di Cygnus e Phoenix: le regole della competizione prevedrebbero la loro squalifica, ma come risultato dalla discussione dei membri del Comitato, aspetteremo ulteriormente il loro arrivo…”

“Ma come? Non sono ancora arrivati?” vociò qualcuno.

“Che stanno facendo? Non hanno intenzione di partecipare?”

“…nel frattempo” riprese la voce dall’altoparlante “lo scontro di Pegasus contro Dragone verrà anticipato”.

Nascosto oltre gli spalti, nell’ombra, il Saint di Cygnus fece una smorfia.

Il Giapponese era una lingua che non si adattava più a Hyoga della Neve. Eppure il suo suono rievocava in lui ricordi lontani, di un anno trascorso in quelle terre.

 

Le voci sul prato di Villa Kido, nei giochi rumorosi, maschili, di cento bambini. Cento bambini.

E la tua discendenza, Abramo, sarà numerosa come le stelle nel cielo.

Anche quella di Mitsumasa Kido lo era stata. I suoi figli sono cento e schiamazzano sul prato della Villa, sotto un cielo di settembre che somiglia molto a quello che sei anni più tardi, luminoso, veglierà sulla Galaxian War.

“Qualcuno mi faccia da cavallo!” Più maschia tra i maschi, è la fanciulla Athena a farsi avanti. Dea della strategia e della virtù, deve ancora imparare la giustizia sulla propria pelle.

Hyoga ancora non lo sa di girarsi verso la divinità che, con amore, giurerà di proteggere. Insieme a Shun e ad altri novantotto bambini lo fa con gli occhi sgranati, fissi sulla piccola Saori Kido, nipote adottiva di Mitsucoso ed erede di qualunque cosa si veda fino all’orizzonte.

Geki mette il broncio e molla Jabu: la scazzottata stava arrivando al culmine. Shiryu tace e Ichi, con le occhiaia fonde anche a sette anni, rabbrividisce.

Tutti temono Saori lì.

A parte Ikki, che si pianta a gambe larghe, tra lei e Shun: Ikki l’ammira, anche se non lo dice. La considera avversario suo pari, ancora. Niente vestiti con pizzi imbarazzanti, ancora.

“Qualcuno” si impone lei, ignorando Ikki: avversario alla sua altezza, meglio ripiegare su qualcun altro. “Mi faccia”. Magari quello là, che le piace anche, un pochino. “Da cavallo!”.

Hyoga segue lo sguardo di Saori fino a Seiya, che si rilassa appoggiato a un albero.

“Tu! Ti chiami Seiya, vero?”

“Sono un uomo. E non ho nessuna intenzione di fare il cavallo!”

“Mettiti a carponi e fai il cavallo!”

“Arrangiati!”

Hyoga assiste – senza saperlo – al duello mitologico del cavallo alato Pegaso che si ribella alla Glaucopide. Un duello che verserà il sangue di Jabu, in sacrificio, perché Athena possa capire il dolore, che da statua di pietra gelida diventi fanciulla tiepida.

 

Le parole di Jabu di Monoceros fecero alzare il viso di Hyoga, nascosto nella penombra.

“Per colpa di quei codardi di Cygnus e Phoenix non abbiamo nemmeno il tempo di riposarci!” Sogghignò verso Ichi di Hydra che, ancora con le sue occhiaie, presto di Hyoga sarebbe stato il primo, sfortunato avversario. “Il loro ritardo ci costringerà a combattere prima”.

Hyoga non attese oltre: balzò dall’ombra e li raggiunse.

Il pubblico se ne accorse prima di Jabu e mandò un boato, come se i monti Verhojansk avessero perso ancora una volta il loro Muro di Ghiaccio Eterno.

“Cygnus è arrivato!” latrò l’altoparlante. “Quindi lo scontro avrà luogo come da programma: Cygnus contro Hydra!”

Seiya si girò di scatto, pronto a tutto e Shun, un passo dietro di lui, dischiuse le labbra nella sorpresa.

Il Saint di Cygnus apparve ai suoi compagni d’infanzia - di una vita ormai molto, troppo lontana - in tutto il fulgore non solo di un Saint di Athena, ma di un allievo di Camus dei Ghiacci.

Hyoga della Neve balzò nell’arena.

A quattordici anni, era poco più di un bambino. Eppure rifulgeva di potere.

L’armatura che lo aveva incontrato e accolto lo rivestiva in un abbraccio candido, gelido e protettivo e i suoi occhi erano azzurri e privi di ombre.

L’elmo alato lo incoronava giustiziere, inviato dal Santuario di Atene per estirpare il tradimento e la vergogna. Principe del Bianco e della Siberia.

 

Non farti prendere dallo sconforto.” Isaac appoggia le mani sulle spalle di Hyoga. “Non ce ne è motivo.”

Il bambino biondo alza lo sguardo a incrociare quello dell’amico. Lo studia a fondo, come per capire se davvero dica la verità o se gli sta mentendo. Gli occhi di Isaac sono verdi e limpidi e nessuna menzogna ne ombreggia la bellezza. Hyoga annisce..

Katjia li ha accompagnati per un po’, nel candore abbagliante della pianura e adesso li saluta ridendo dalla collina ghiacciata, che ha scalato con l’agilità di una lince.

Isaac si gira a guardarla e le sorride. Hyoga agita la mano nella sua direzione, Katija fa lo stesso, poi scompare nel Bianco tutt’attorno.

“Devi concentrarti ed essere forte: il maestro Camus dice che non c’è niente come la forza del ghiaccio e niente di più puro della neve, fredda e bianca. Credi di capire? Grazie agli insegnamenti del Maestro, diventeremo Santi di Athena.”

Lo dice con una tale sicurezza che Hyoga ha la certezza di esserlo già un Santo di Athena. Di quell’Athena lontana e misteriosa. Fredda. Bianca. Come la neve.

Gli occhi verdi di Isaac mandano un bagliore che il piccolo Hyoga ha già visto in quelli di Camus: un bagliore di una forza così limpida e pulita da far credere davvero che non esista altro al di fuori di quella.

Nonostante non ci sia più la mama, nonostante ci sia solo freddo pungente.

Sbatte le palpebre.

C’è come qualcosa che cerca di ricordare e che afferra in quello sguardo fiero, nello sguardo di Isaac e nello sguardo del Maestro Camus.

E’ qualcosa che – tempo prima – ha ammirato con la bocca socchiusa e gli occhi spalancati, in una cantina di Mosca, e che gli ha fatto giurare a sé stesso, con la certezza tipica dei bambini, che sarà  forte per sempre e che non si arrenderà mai.

 

“Dovremo essere contenti di rivederci qui, visto che abitavamo insieme alla Villa della famiglia Kido, ma non mi sembra che ci sia un’atmosfera adatta a sentirsi felici.”

Hyoga li guardò uno per uno, i suoi fratelli di un tempo. Li condannò con lo sguardo ieratico di chi renderà fiero del proprio operato il Maestro lontano, fiera la mama che lo veglia dagli abissi e dalla morte.

Sarebbe stato implacabile.

Come la Neve.

“Io sono venuto dal lontano mare del Nord per uccidervi tutti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NEVICATE DI FINE STORIA:

Lo so che ho fatto una cosa tremenda. Quanto tempo è trascorso dall’ultimo aggiornamento! Saranno secoli ormai. No. E’ un anno.

Molti di voi che apriranno questa pagina adesso forse nemmeno si ricorderanno più di me.

E’ passato davvero un secolo! *C* Sarete cambiati tutti!

Io ho atteso fino adesso con quest’ultimo capitolo di Neve.

Per tanti motivi.

Un po’ perché Neve è stata la fanfiction più lunga della mia vita, porca miseria, e a mettere la parola fine mi manca un po’ il fiato. Sono venticinque capitoli e sono pressappoco due anni e più di lavoro. Terminarla vuol dire terminare anche un periodo della mia vita strutturato in un certo modo che è giusto rimanga chiuso qui.

E’ anche vero che Neve l’ho finita da un bel po’, in realtà, ed è rimasta a dormire nel mio pc per tanto tempo, prima di stasera. Probabilmente proprio per rimandare la fine del famoso periodo di cui sopra. E anche un po’ per ansia da prestazione, lo ammetto: scrivere Neve mi è piaciuto moltissimo perché amo moltissimo i suoi personaggi: Camus e Milo in primis, poi Hyoga che tra i cinque Bronze è sempre stato il più amato, per me. E Isaac ovviamente che si è scavato un bel posto nel mio cuore. Katjia-Tetis è stato un abbinamento temerario, ma spero di aver reso bene il personaggio.

Ma anche perché tanto amore da parte mia è stato ripagato: i vostri commenti mi hanno sempre commosso. E quindi, insomma, chissà se questo ultimo capitolo sarà all’altezza?

Il mio intento è quello di finire la storia del piccolo Hyoga dove inizia quella del Cygnus Saint, ovvero alla Guerra Galattica, dove lo incontriamo per la prima volta.

Accompagnato sul ring, farà da solo: sappiamo come andrà a finire.

Così mi faccio da parte e vi lascio alla fine, ma vi abbraccio uno per uno.

Ringrazio prima di tutto Rucci, che è stata il mio Camus di Aquarius di quel periodo racchiuso in Neve, ed è stata un Camus meraviglioso. Ringrazio Kijomi e Shinji, ovvero Aphrodite e Hadessama.

E tutto Gold Insanity, che si è sciroppato capitolo dopo capitolo. In particolare: Ruri, Beat, Adar, June, Kiki May, Ayako e Dima. E via andare.

Un grazie speciale a Damaris che prima di scomparire mi lasciava commenti come dei lenzuoli.

E ovviamente  tutti gli altri che non hanno mollato fin qua, che abbiano commentato o no.

In breve, riguardo agli ultimi commenti (di DODICI mesi fa): charrm_strange, il duello con Camus c’è già stato in flashback! L’avventura di Hyoga si conclude qui. Lady Aquaria, grazie per le tue belle parole! Sono ben felice se anche poco poco apprezzi Cygnus!

Dea Eris, grazie anche a te. Spero che l’ultimo capitolo possa essere una degna conclusione! Del resto Hyoga e Shun s’incontrano qui dopo sei anni! çOç

Sagitta72, chiedo io perdono a te. Un anno, ci ho messo! Probabilmente hai perso le speranze, ma mi auguro di raggiungerti comunque.

Un bacio a tutti.

Grazie per essere stati qui fino a questo momento. Chu.

 

   
 
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