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Autore: MaggieMurdock    06/11/2011    1 recensioni
(Jake Gyllenhaal - Anne Hathaway)
Quando i personaggi di un copione e gli attori si fondono, dando vita a sentimenti del tutto inaspettati..
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ho scritto questa storia traendo ispirazione dal film Love And Other Drugs, da tempo sono convinta che Jake e Anne Hathaway siano bellissimi insieme, probabilmente anche influenzata da quanto mi siano piaciuti i personaggi di questo film. 
Nella mia storia quindi è proprio sul set che nasce qualcosa tra di loro.
I primi due capitoli mi sono serviti più che altro per introdurre il contesto e il modo in cui ho immaginato i personaggi, mentre è negli ultimi due che le cose ''si complicano''! (il rating arancione l'ho messo per quest'ultima parte, ecco xD).
Una piccola precisazione: Anne è vegetariana, ma in questo capitolo la vedrete mangiare un hamburger.
Il fatto è che ero all'oscuro delle sue scelte alimentari e quando l'ho scoperto avevo già scritto la scena, che mi piace così, quindi ho deciso di non cambiarla.
Per ora ho scritto solo 4 capitoli, ma penso di continuarla quasi sicuramente.
Intanto, buona lettura :)

Ero uscito dall'albergo ancora assonnato quella mattina, sbadigliai un attimo prima di salire in macchina e pensai che mi serviva urgentemente un caffè.

Mi ero trasferito per un periodo a Pittsburgh, per girare ''Love and Other Drugs'' , e la produzione mi aveva fatto sistemare in un piccolo hotel molto carino, la camera era ampia e luminosa e dotata di tutti i comfort.

Il letto in particolare, era gigantesco, due piazze di assoluta estasi del riposo, quasi meglio di quello che avevo a casa.
E dire che io non ero mai stato un pigro, preferivo uscire in bicicletta all'alba piuttosto che stare steso senza far niente.

Le piogge frequenti e il clima freddo di Pittsburgh però non invitavano certamente a mettersi in strada di mattina presto, quindi avevo deciso che per una volta nella vita mi sarei goduto le comodità.

Quella notte poi, dopo un' intensa giornata di riprese, avevo fatto tardi per rivedere alcune battute e così mi ero svegliato stanco, assonnato, desideroso di rimanere a letto.

Esigo da me stesso molta professionalità quando lavoro e tutti quei nomi di farmaci, patologie e termini clinici volevo farmeli entrare in testa alla perfezione.
Avevo accettato il ruolo di Jamie Randall, rappresentante per una importante industria farmaceutica, perchè mi era sembrato subito un personaggio interessante.

Mostrava agli altri una maschera da perfetto stronzo, che non era altro che un muro che aveva innalzato per difendersi, nascondendo un lato fragile e insicuro.
Questa sua ambivalenza mi aveva stimolato.
Il copione era brillante, pur essendo una classica storia d'amore, ogni personaggio era ben caratterizzato ed interessante e Josh Gad, che nel film interpretava mio fratello, mi faceva morire dalle risate, quel tipo era un portento vero.
C'era sempre un'atmosfera piacevole sul set, il regista ci lasciava liberi di esprimerci, di discutere con lui dei personaggi e si era dimostrato fin da subito una persona aperta e disponibile.

Con Anne avevo già lavorato ai tempi di Brokeback Mountain, ma la conoscevo superficialmente, non avevo avuto molte occasioni di frequentarla fuori dal set, dagli eventi a cui eravamo costretti a partecipare e dalle prime dei film in cui ci eravamo limitati a quattro chiacchiere non particolarmente profonde e a innumerevoli pose per i fotografi, però la stimavo come attrice e la trovavo seria, umile e simpatica.

Dividere la scena con lei mi fece piacere, ci trovavamo bene a recitare insieme, c'era stata da subito una buona intesa, quindi il fatto che il copione prevedesse che i nostri due personaggi avessero una relazione sentimentale non ci aveva creato nessun problema.

Una volta arrivato mi diressi in camerino, per indossare gli abiti di scena, uscii carico e positivo dopo aver finalmente bevuto un bicchierone di caffè che la mia assistente era stata così gentile da portarmi.

La giornata prevedeva appunto una scena hot tra me e Anne, che poteva rivelarsi piuttosto imbarazzante, tuttavia non mi sentivo nervoso, c'eravamo già baciati diverse volte per esigenze di copione ed ero convinto di poter affrontare anche situazioni più intime con la stessa tranquillità.. in fondo, ero riuscito a recitare scene di quel tipo con Heath in Brokeback e a risultare credibile, perchè non avrei dovuto farcela ora?

Sospirai profondamente quando il suo ricordo giunse tra i miei pensieri.. cazzo, mi mancava da morire, era stato come un fratello per me e ogni volta che pensavo a lui sentivo le lacrime pungermi gli occhi.

Stavo per abbandonarmi a una potente malinconia, ma ricacciai indietro quelle sensazioni, dicendomi che non potevo lasciarmi vincere dalla tristezza proprio un attimo prima di cominciare a girare.

A salvarmi fu il pensiero di come avevamo trovato il modo di scherzare insieme sul set, nonostante l'imbarazzo per quello che il copione prevedeva.

La mia bocca, un attimo prima contratta in un'espressione tesa e preoccupata, si allargò in un sorriso e mi sembrò quasi di sentire la sua voce nella mia testa mentre mi sbeffeggiava, sempre con evidente affetto nei miei confronti.

Mi sarei sentito sempre fortunato ad averlo avuto nella mia vita, mi aveva ispirato con il suo genio creativo oltre a diventare il mio migliore amico.

Con lui ero riuscito ad instaurare un rapporto vero, ci eravamo tenuti in contatto nonostante i rispettivi impegni e, appena potevamo, passare del tempo insieme era un piacere per entrambi.

Ci piaceva andare insieme a una partita, berci una birra con altri amici o semplicemente starcene da qualche parte a chiacchierare, ma soprattutto riuscivamo a capirci perfettamente e a confidarci i problemi reciproci con estrema naturalezza.

Probabilmente, era la sola persona al mondo, esclusa la mia famiglia, di cui sapevo di potermi fidare ciecamente.

Mi tirava su di morale, mi spronava quando ero in crisi per qualcosa, mi sgridava se ce n'era bisogno, mi faceva tornare il sorriso anche solo con una telefonata.

E quando se n'era andato, il colpo per me era stato durissimo.
Passai giorni infernali chiuso in casa da solo, tentando di realizzare che non lo avrei più visto, non riuscendo a darmi nessuna spiegazione plausibile.
Per un periodo mi sentii tradito, come se mi avesse abbandonato, poi mi dissi che provare rabbia e risentimento non mi avrebbe aiutato in nessun modo e fu allora che cercai di dirgli addio davvero e di accettare la sua assenza.. ogni giorno andava un po' meglio, un passo alla volta cercavo di convivere con il fatto di aver perso un amico come pochi al mondo.

Non era facile, ma sapevo che Heath non avrebbe mai voluto che mi rassegnassi e lo facevo per lui oltre che per me stesso.

 

Recuperai un po' di serenità mentre camminavo verso il set allestito per le prime scene e a metà giornata mi dissi che stava procedendo tutto nel migliore dei modi, quando venne il momento di affrontare la scena calda.

Avrei dovuto aprire la porta per poi ritrovarmi davanti Anne con solo un impermeabile addosso.

Una volta entrata se lo sarebbe tolto rimanendo nuda davanti a me.

La scena in realtà sarebbe stata assolutamente comica, vista la presenza di Josh che doveva fingere di dormire sul divano e doveva svegliarsi di soprassalto trovandosi davanti ''la mia ragazza'' senza neanche un vestito addosso.

Dopo qualche minuto, arrivò anche Anne, la osservai avvicinarsi e pensai che era assolutamente radiosa.

I capelli castani, lunghi e arricciati alla perfezione le incorniciavano il viso rendendola anche più affascinante del solito.

I grandi occhi scuri, da cerbiatta, si aprivano su un incarnato candido e luminoso e quando il mio sguardo finì sulle sue gambe, non potei fare a meno di notare la grazia con cui si muovevano e quanto fossero sensuali le sue caviglie sottili.

Mi ero incantato a guardarla e dovevo ammettere che cominciai a sentirmi strano.
Cos'era quella sensazione?

Eppure non l'avevo mai considerata niente di più che un'amica, neanche troppo stretta.

Scacciai quei pensieri il più in fretta possibile, non era tempo di farsi domande del genere perciò cercai di concentrarmi sul mio personaggio.

Di nuovo, lasciavo correre la mia mente nel momento sbagliato.

Anne mi dava le spalle, intenta a parlare con Ed,il regista, che le stava dando alcune indicazioni in merito alla scena.

Poi si girò verso di me con un sorriso – Ciao Jake! -
- Ciao bellissima! - e le diedi un bacio sulla guancia, sentendomi di nuovo tranquillo.

Meno male, pensai.

Mi veniva quasi da ridere, per quanto mi ero sentito stupido appena pochi istanti prima, che diavolo mi era venuto in mente?

Dopo poco, arrivò anche Josh - Ehi gente! - ci salutava sempre in quel modo, come se fossimo amici da anni, cosa che contribuiva a renderlo simpatico a tutti.
- Josh! Come sei sexy! - gli dissi ridendo come un pazzo. Indossava un pigiama ridicolo, e io mi divertivo troppo a sfotterlo, sapevo che sarebbe stato al gioco senza minimamente offendersi, anzi mi rispondeva sempre a tono.
- Sei solo invidioso, mucchietto d'ossa, vorresti anche tu avere tutto questo ben di dio! - disse toccandosi la pancia, che mi ricordava quella di Babbo Natale.

Gli diedi una pacca sulla spalla – Mi hai scoperto! - Replicai senza smettere di ridere.

Invidiavo il suo carattere sempre allegro e gioviale.

La scena riuscì perfettamente dopo pochi tentativi e per fortuna quei pensieri fugaci su Anne, che mi avevano attraversato la mente,sembravano essersi dileguati.
- Ok ragazzi, ottimo lavoro! Direi che per oggi abbiamo finito, grazie!- esclamò Ed.

- Figo! - disse Josh e poi rivolgendosi a me – Abbiamo la serata libera, fratello! Che ne dici di farci una birra? -

- Perchè no? Mi cambio in un attimo - gli risposi sorridendo.

- E tu Anne, sei dei nostri bellezza? - sentii dire a Josh mentre mi dirigevo verso il camerino.

- Sicuro! - rispose lei con entusiasmo, non era certo il tipo da tirarsi indietro di fronte a un po' di svago.

Ci ritrovammo in un pub, seduti a un tavolo di legno su delle panche anch'esse in legno, l'arredamento tipico di una birreria. Era caldo e accogliente, e vista la temperatura fuori non potevo che esserne felice.

In più quel tipo di posti, rustici e senza pretese, mi erano sempre piaciuti.

Mentre chiacchieravamo, ridendo degli episodi buffi accaduti sul set, mi soffermai ad osservare Anne che era seduta di fronte a me.

Beveva una birra portandosi la bottiglia direttamente alle labbra, apprezzai la semplicità del gesto, pensando che era proprio una ragazza tranquilla e solare, senza manie da primadonna.

Non avrei potuto dire lo stesso di tante altre, molto meno famose e dotate di lei, ma che già al primo film si atteggiavano come se fossero attrici da premio oscar.

Non avevo mai sopportato il tipo di ragazze che si comportano come ce l'avessero solo loro, mi davano proprio ai nervi.

E mi stupì ancora di più quando addentò con gusto l'hamburger che aveva ordinato, senza tante cerimonie.

Probabilmente la stavo fissando in modo un po' troppo insistente, perchè lei mi guardò con aria interrogativa – Jake che c'è? Non dirmi che ho della salsa sulla faccia, mi succede sempre, sono proprio un disastro! - disse toccandosi il viso con le mani, cercando di pulirsi, con un'espressione veramente tenera.

- No, sei a posto! Scusami, ero sovrappensiero! - dissi con un tono che non dovette risultare un granchè convincente.

- Sei già ubriaco dopo una sola birra? - disse Josh dandomi una gomitata e guardandomi con aria divertita.

- Macchè, io l'alcool lo reggo perfettamente, mi ci vorrebbe una cantina intera per ubriacarmi! - quella frase da uomo vissuto mi uscì senza neanche pensarci, avevo una gran fretta di cambiare discorso e dissi la prima sciocchezza che mi venne in mente.
- Jake, se è vero, io non mi vanterei più di tanto! - replicò Anne, ridendo di me.

Ecco, avevo fatto la figura dell'alcolista, mi complimentai con me stesso.

Lei però sembrò divertita dalla mia goffaggine, probabilmente ero anche arrossito come un adolescente, la verità era che non volevo darlo a vedere ma mi accorsi di provare interesse per lei.

Una sorta di attrazione che non sapevo spiegarmi e che cercavo di cancellare.

La mia ultima relazione importante era stata con Reese, ma era finita malissimo, con me che le chiedevo di sposarmi e lei che rifiutava.

Da allora mi ero chiuso in me stesso, avevo avuto altre storie, ma niente di veramente importante, mi sentivo bloccato e non mi sembrava proprio di essere pronto ad aprirmi di nuovo totalmente con un'altra ragazza.

Eppure il sorriso di Anne e la sua spontaneità mi avevano smosso qualcosa dentro.

Josh cambiò argomento, appena in tempo, prima che mi incartassi in una situazione da cui non avrei saputo come uscire.

Né lui né Anne sembrarono notare che ci fosse qualcosa di particolarmente strano in me e tirai un sospiro di sollievo.

Se era vero che sul set ero bravo a calarmi nella parte, nella vita di tutti i giorni ero una persona trasparente, ci tenevo a dire sempre chiaramente ciò che pensavo, dato che il mio lavoro consisteva nell'appropriarmi della personalità di qualcun'altro.

Eppure, in quel frangente dovevo frenarmi per forza.

Primo, non ero per niente sicuro di cosa provassi per Anne.

Secondo, anche ammesso che volessi approfondire la faccenda, non era quello il momento né il luogo.

Si trattava di una semplice uscita tra colleghi, non dell'angolino dei sentimenti di Jake.

Diedi un'occhiata al locale mentre gli altri due continuavano a chiacchierare.

Il pub era semivuoto, fatta eccezione per una coppia che sembrava non essersi accorta minimamente di noi, presi com'erano l'uno dall'altra.

Parlavano fitto fitto, tenendosi le mani e guardandosi negli occhi.

Al bancone erano sedute due ragazze, e furono proprio queste ultime ad avvicinarsi al nostro tavolo.

Sembravano avere poco più di vent'anni, una bionda e longilinea, e l'altra più formosa e con una massa scompigliata di capelli ricci tinti di rosso.

Le avevo notate un paio di volte mentre ci fissavano, ma avevo finto di non accorgermene.

Fu la rossa a parlare per prima – Scusate tanto – disse timidamente – potreste farci l'autografo? -
- Ma certo! - rispose Anne, con un sorriso – come vi chiamate? -
- Lily– rispose la bionda – e lei è Sophie-

La ragazza bionda allungò ad Anne un foglio e una penna e lei scrisse: A Sophie e Lily, poi lo firmò e lo passò a me.

Vidi i volti delle ragazze illuminarsi e scambiarsi un'occhiata soddisfatta.

Firmai velocemente, cercando di non far caso agli sguardi sempre più insistenti che le due mi stavano rivolgendo e Josh appose la sua firma poco distante dalla mia.

Riconsegnò il foglio tra le mani di Sophie, ma lei e la sua amica non si mossero.. tra l'altro continuavano a fissare me.. - Scusa – mi disse infine quest'ultima – ti dispiacerebbe fare anche una foto con la mia amica? Lei è una tua grande fan, ma si vergogna a chiedertelo -

A queste parole Sophie incenerì Lily con uno sguardo, imbarazzata dalla rivelazione che mi aveva appena fatto.

Non era mia abitudine essere scortese, in fondo farle un favore mi avrebbe portato via solo due minuti, poi le fan timide come lei mi facevano sempre una gran tenerezza, chissà come doveva sentirsi ''inadeguata'' in quel momento.

Sorrisi a Sophie e dissi che non c'erano problemi, quindi mi alzai e mi misi accanto a lei, che ebbe un sussulto quando portai il mio braccio intorno alle sue spalle.
- Ok, fermi! - disse Lily e scattò la foto.
- Grazie – disse Sophie e finalmente trovò la forza di sorridermi, aveva l'entusiasmo dipinto sul volto e mi fece piacere.
- Figurati, per così poco – le risposi sorridendo di rimando.
- Beh, noi andiamo, scusate ancora e buona serata! - concluse Lily e tornarono a sedersi al bancone.


- Che carine – commentò Anne – avete visto quanto erano imbarazzate? La riccia poi deve avere proprio una bella cotta per te, Jake – e mi sorrise allusiva.
Josh scoppiò in una risata – Ma che fai alle donne tu? - disse con tono canzonatorio.
Risi a mia volta, senza rispondere, perchè sinceramente, non lo sapevo minimamente.
Avevo stima di me stesso e mi piacevo, ma odiavo apparire un pallone gonfiato.
- Sarà per quegli occhioni blu! - disse Anne dandomi un buffetto sulla guancia.
- Ma che ne so, chiedilo a loro – risposi facendole una smorfia divertita.

Certo che era proprio bella quando rideva.. oh no di nuovo, pensai, stupido Jake!
Pagammo il conto e dopo aver salutato le ragazze, uscimmo dal locale.
Anne indossò una berretta di lana nera, che le stava deliziosamente e mentre parlavamo del più e del meno ci incamminammo verso il mio hotel, dove alloggiavano anche gli altri.
Una volta arrivati, Anne ci stampò un bacio sulla guancia e ci salutò prima di tornarsene in camera sua.
Io e Josh decidemmo di fumare una sigaretta, prima di andare a dormire.
- Certo che quella ragazza è proprio fantastica – fece Josh
- Sìsì, è simpatica – gli feci eco io, sperando che non avesse notato come l'avevo guardata tutta la sera.
- E sexy – aggiunse lui guardandomi sornione.
- Mah, non è il mio tipo, però certo è bellissima – cercai di dissimulare.
- Amico, quella è il tipo di chiunque, lasciatelo dire! - mi guardò come se avessi detto la più immane cavolata che avesse mai sentito e scoppiò a ridere.
Risi a mia volta, senza confermare né smentire la sua affermazione.
- E domani se non sbaglio dovete girare un paio di scene interessanti – aggiunse con una certa malizia.
- Ahah massì, comunque per me si tratta solo di lavoro – risposi, eppure dentro di me sapevo che cominciava a non essere poi così vero.
- Mah sarà.. - disse Josh poco convinto, lasciando la frase in sospeso.
- Te lo assicuro – cercai di usare un tono sicuro, ma ebbi l'impressione che si fosse accorto di qualcosa.
Spensi la sigaretta sul marciapiede e lo salutai dicendo che ero stanco e che non vedevo l'ora di mettermi a letto.
- A domani -

- Sì, a domani – ed entrai, ancora con il viso di Anne stampato nella mente.

  
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