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Autore: michiru_    07/11/2011    2 recensioni
A volte ti rendi conto della fortuna che la dea Bendata ti ha riservato. Vi capita mai di sentirvi soli? A me spesso e, ogni volta, mi sento terribilmente in colpa. E provo rimorso semplicemente per il fatto che, sentendomi sola, mento a me stessa e mi ferisco inutilmente. Sola, fortunatamente, non lo sono!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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L i l i u m

 

Lilium. Da sempre, tutti i miei coetanei, si complimentano con i miei genitori per lo splendido nome datomi quando, un lontano 20 marzo, venni al mondo. La notte in cui nacqui fu una splendida sera a cavallo della primavera: il cielo, di un profondo blu e sereno come non mai, era ricoperto di sfavillanti stelle le quali, insieme alla luna, illuminavano timidamente l'imponente orizzonte notturno. Mi narrarono che il giglio, bianco fiore dai lindi petali, è l'intenso simbolo della candida purezza. È il regalo da donare alle persone volenterose, generose, altruiste, sempre pronte a sacrificarsi per i propri cari, costantemente disposte a lottare per l'amore, l'amicizia, i nobili sentimenti. Odio il mio nome, lo disprezzo, con tutto il cuore; se solo potessi oscurerei tutta la sua purezza, il suo candore. Mi sono spesso ritrovata in situazioni a dir poco esasperanti. Tuttavia, probabilmente, non risultavano così tanto drammatiche da destare il minimo interesse di qualcuno. Siete mai stati soli? Io sì, e lo sono tutt'ora. La solitudine, lo strano stato d'animo che invade la mente e travolge i pensieri nei suoi profondi antri, il sentimento che impone a noi stessi di farci forza e di contare sempre e solo sulla nostra persona. Essermi ritrovata nelle viscere del buio senza alcuno accanto rimane sicuramente uno dei motivi per il quale detesto i gigli. E la neve. Quei bianchi fiocchi che, lentamente, cadono dal cielo e, in silenzio si posano, eterei, sulla distesa terrena in cerca di pace. Non sopporto la taciturna quiete; non sono in armonia con il mio spirito. Infondo, sono solo una nota stonata alla ricerca del suo giusto accordo. Sono la tempesta che, furiosamente, si abbatte sul mare, agitando le trafelate acque. Oppure sono semplicemente Lilium: il candido fiore che, disperatamente, attende qualcuno capace di intonare la mia fioritura all'unisono con l'armoniosa realtà.

 

Coloro che definiscono il nostro mondo come “pianeta blu” cadono spesso in errore. La Terra non è blu; colore profondo degli animi sensibili, le sfumature del profondo cielo mai sarebbero in grado di descrivere l'ambiguità, la stranezza degli esseri umani. In quest'ultimo periodo il mio cuore, ricoperto da boccioli di gigli ancora chiusi, ha cominciato a mostrare la sua nobile corolla a quelle poche persone capaci di accogliere la fragilità dei miei petali. Tuttavia come la piccola gemma, delicata ed emotiva, riesce gradualmente a schiudersi, altrettanto facilmente può nascondersi in se stessa, emarginando la sua grazia dalla realtà circostante. I girasoli manifestano tutta la loro solarità irradiando la vita del colore della codardia. Il giallo. Ed è proprio a causa del loro splendore appariscente che io, Lilium, non sono capace di svelare la mia persona. Il mondo non è blu; non è calmo, ne profondo. La Terra è gialla e frivola: i giganteschi fiori seguono ordinariamente il sole e, senza un'entità suprema e dominante, non sarebbero in grado di vivere, mai saprebbero dare un valore alla loro esistenza. Sono falsi, subdoli, senza un minimo di orgoglio. Guardano solo i loro interessi e mancano di rispetto alla loro stessa persona. Non sono caparbi, ne brillanti: la loro luminosità è dettata solo dalla prevalenza dominante del Sole. Con la luna, i girasoli, sono persi in labirinti oscuri, senza vie di scampo.

 

Iniziai a fiorire all'improvviso, nel momento in cui capii che non ero l'unico giglio esistente in questa vita. Simile a me, ma con una personalità forte e sicura, talvolta fredda ma altrettanto candida, trovai il giglio notturno. La Ninfea. Dorme sull'acqua, cullata dalla notte finché all'alba si risveglia, aprendo i suoi puri petali, talvolta rosei talvolta bianchi, abbracciando gli spiriti più fragili e insicuri. Avete mai visto una ninfea in gruppo? Io personalmente no. Ogni suo bocciolo cresce in modo indipendente; le Ninfee non vengono riunite in rami, ne sono donate racchiuse in mazzi di fiori. Sono ammirate singolarmente, in solitudine, silenziosamente. Ma sono così altruiste da schiudersi generosamente e, grazie alla loro amabilità, accolgono dolcemente chiunque necessiti del loro aiuto. Definisco loro come esseri rari, unici nel loro genere. Sono riconoscente alle Ninfee; se non esistessero, io, giglio, rimarrei solo in questo mondo pieno di sleale dominio. Voi, Ninfee, siete state in grado di proteggermi. Avete amato, accarezzato, rassicurato Lilium, me stessa, labile fiore dalle instabili emozioni. Avete nutrito la mia anima, l'avete illuminata, grazie al vostro affetto che custodisco gelosamente nel cuore. Siete state in grado di farmi comprendere come, talvolta, è meglio agire da soli: durante la notte, il vostro momento del riposo, non concepivo perché fossi sola, non comprendevo il motivo per il quale mi ritrovassi frequentemente in solitudine nel profondo buio. L'oscurità conduce a riflettere su noi stessi; per poter ritrovare la serenità è necessario annientare le ombre emarginandosi dal mondo esterno e abbattendo loro con la sola nostra forza di volontà. Ora, finalmente, l'ho capito.

 

Per fiorire ho ancora bisogno di tempo. Tempo che servirà per accettare la mia persona, ma, soprattutto, tempo che sarà utile per evadere dalla mia sensibilità. Tuttavia oggi sono felice. Forse sono una nota stonata. Oppure sono realmente l'inquieto mare in tempesta. Probabilmente mi descriverò sempre come un fiore in disarmonia con la realtà, incapace di schiudersi ancora per lunghe ere. Ma la mia anima è colma di amore. Affetto che mai dimenticherò e che riesce, con il suo bagliore, ad oscurare persino i girasoli, proteggendo il mio candore dalle impurità del mondo.

 

 

   
 
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