_quante perline colorate?_
>INTRO<
quante perline colorate…
può costare
vendere terra e cielo e ciò che c’è
di mezzo
per un mondo finto?
e se schiavi furon
resi
ognun di loro credeva d’essere re di
mondo finto
e perfetto in sua finzione
Per questo morirono lentamente
col sorriso falso di chi crede
d’avere ogni ricchezza
quando ha vissuto da morto
sotto-liquido protettivo
in barattolo sterile
tanto a lungo
finché non arrivò morte vera
a dare sollievo al finto vivere
Ma avendo finito le lacrime di pietà
ci sorprese la rabbia
poiché i barattolai
erano nostri nemici
poiché gli imbarattolati
avevano aiutato a fare i coperchi
anche per noi
e noi continuammo a rompere vetri
tagliandoci con quelli
piuttosto che vederceli
chiusi intorno a troncare ogni
contatto
a renderci su schermo
vita mancata, insostituibile
D’intorno
lasciato grigio di cemento e vomito di fumo
sprizzano
di colore le pubblicità a tirare patina di finzione
Poiché
se solo i soldi contano, poiché se solo il denaro fa valore…
Allora
dimmi, dottore, di che colore le mie pillole per migliore alienazione
Posso
lasciare perdere tutto il mondo che sta fuori, tutto quanto
e
chiudermi nello spazio lasciatomi per rendere le cose esattamente come voglio
arredare
d’ora in ora la mia scatola reale o virtuale, dove ospitare
amicizie
virtuali, e ognuno abbia il sacrosanto diritto di transumanarsi come vuole
il
principio di mostrare di sé solo ciò che così per pre-costruito desidera
giacché
qualsiasi cosa si può mettere in progetto su carta, persino se stessi
i
tuoi bambini e cagnolini e giardini dietro lo schermo, da considerare solo
quando ti pare
E
ricordi la terra vera che richiedeva tanta fatica? Quando oggi basta il dito
sul ‘clic’
non
ti senti ora una divinità? Di un mondo finto, oh sì, signore
L’alienazione
è una grande autostrada in discesa e ha tutto da offrire
e
fa terra bruciata tutt’intorno, ma sarai invitato a far altro per non sentire
puzza di marcio
mentre
comunque ci affondi, comunque ci affondi
Per
questo corro forse
corro
verso quel giorno
come
i bambini che tirano
sassi
contro vetri dei treni per divertimento
Quante
divise ho visto lanciare
persone
senza pelle, carte, abiti giusti
fuori
da questi convogli
alta
velocità per lasciare indietro, per travolgere chi?
Ci
sarà chi v’aspetterà al varco
poiché
se esultano i nostri cuori
e
se possiamo giocare come bambini
non
è gioco questo, non gioco per noi
Si
è invitati, sedotti, incantati in questo vortice di onnipotenza da operetta
in
modo che la costrizione, il divieto, l’oppressione e repressione sia ben
lubrificata
per
ficcarvela meglio immaginate dove
quando
barattarono i mondi loro (e non i loro mondi) per perline laccate
che
differenza nello scambiare ora la vita delle giornate per una finestra su un
mondo finto?
Puoi
essere padrone assoluto del modellino che preferisci, mentre straziano il mondo
intanto
mentre
chi ti ha comprato conta le caselle in cui tanti si son fatti felicemente
rinchiudere
e
in questo vasto pollaio o canile si marcisce e ci s’accanisce
dare
la caccia a chi tirò pietre per spezzare le catene, aiuto-poliziotto gratuito
Come
ti venne in mente di restare a guardare mentre trascinavano via un uomo senza
documenti
e
oggi aiutare a perseguire coloro che per lui e con lui, con quell’uomo,
condivisero libertà e prigionia?
si
scorge una logica, un certo modo di fare, allora a parole non mentirmi, ti
taglierò la lingua
Consegnare
e fare la spia a chi si fa sanguinare i pugni cercando di tirare giù i muri
cosa
si può dire dunque a chi è felice d’essere imprigionato nella falsa felicità
liofilizzata?
di
cosa sono questi muri di parole instillate che ammazzano il comunicare davvero?
L’orrore
di qualcuno che ti parla con le identiche parole di una televisione
e
non è il fuoco che mi fa terrore, ma il sorgermi la visione di persone che
camminano
con
testa rinchiusa dentro una televisione, e non vedono se non attraverso uno
schermo
che
spieghi esattamente come vanno interpretate le cose, cosa va visto e cosa no
antenne
su gambe se ne vanno in giro e sembrano ora solo sapere fare da ripetitori
Spegni
la testa, soffoca la rabbia, accendi uno schermo, attacca la spina
accendi
una sigaretta, attaccati alla bottiglia, ingolla la tua droga
Resta
nella tua gabbia tranquillo, e il carceriere passerà ogni tanto a fingere di
ascoltarti per un po’
persino
a garantire che tu possa abbaiare, poiché è tuo diritto
quindi
siediti per un po’, ogni tanto, e abbaia tutto ciò che vuoi
il
carceriere preposto annuirà con un sorriso attraverso la gabbia
e
ti garantirà che ripasserà ad ascoltare il prossimo abbaio, per favore in tono
moderato semmai
E
io ho una sola parola…
per
chi deve sfogare ciecamente le sue frustrazioni
accumulate
coi punti della spesa giorno per giorno
E
io ho solo una parola…
per
chi non vede questa novità (e quanto vecchia)
di
cercare un’emozione nella caccia alle streghe
E
io ho solo una parola…
per
chi al guinzaglio fa il cane del kapò
pronto
ad azzannare l’”uomo nero”
E
ho solo una parola…
per
gli ammaestrati dagli schermi e dai rotocalchi, ed eventualmente con essi
collaborando
s’improvvisano
giudici, arbitri, poliziotti, spie, opinionisti e quant’altro
una
sola parola… ch’è ‘infame’