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Autore: _Jaslene_    07/11/2011    3 recensioni
52 capitoli sui momenti di vita quotidiana di Roy ed Edward.
Ogni settimana aggiungerò un capitolo nuovo.
"Sei ancora...troppo piccolo, Mame-chan." No. Non potevo aver detto realmente quelle parole, non quando avevo di fronte a me un bellissimo ragazzo biondo che stava facendo di tutto pur di ricevere un po' di attenzioni..
Bacio, Jas.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Saaaalve bella gente.
Sono ancora quà, eh già. XD
Lo so che avrei da continuare l'altra fic, ma ieri sera mi è venuta in mente questa schifezza quì sotto e ho deciso di provare a pubblicarla.
Ogni settimana aggiungerò un capitolo dedicato a questa coppia meravigliosa.
:3
Il raiting varierà da capitolo a capitolo.
Recensite in tanti. :)

Bacio, _Jaslene_

 

52 weeks of... Roy/Ed


The beginning
 

Era da circa un quarto d'ora che Mustang faceva avanti e indietro per il suo ufficio, lanciando ogni tanto fracciatine ad un certo fagiolino che se ne stava tranquillamente seduto sulla sua poltrona come se niente fosse. "..Quindì mi stai dicendo che tu e tuo fratello, decifrando un libro di cucina, avete scoperto che per produrre la pietra filosofale vengo usati.." si accigliò "..esseri umani?" Il biondino rispose con un cenno del capo, "Nel laboratorio 5 venivano usati i condannati a morte." Mustang si fermò d'un tratto, guardò Edward negli occhi: se quello che diceva era la verità, possibile che il Comandante Supremo non ne fosse a conoscenza? O forse era stato lui a dare il via a questa cosa..  Sbuffò, massaggiandosi le tempie. Tutto questo trambusto gli aveva fatto venire il mal di testa, in più si aggiungevano quell'odiosa pioggia autunnale e il lavoro arretrato. Decise di non pensarci per ora. "Sai niente di Alphonse?" Edward abbassò lo sgardo, triste. Qualche ora prima, quando era ancora in ospedale, il fratello aveva cominciato a comportarsi stranamente: gli aveva fatto mille domande sul passato, sui suoi ricordi, e poi tutto d'un tratto gli aveva detto che, testuali parole, lui non era altro che un fantoccio armatura e che i suoi ricordi erano stati creati dal maggiore. Subito dopo avevano litigato, Edward continuava a ripetere che non era vero, ma Alphonse non voleva dargli ascolto. Così Accaio, in un moto di stizza, gli aveva detto di andare al diavolo, e il più piccolo era uscito dalla stanza correndo. Non era andato a cercarlo, poichè troppo arrabbiato. Come aveva potuto Al non fidarsi di lui, di suo fratello maggiore? Di colui che aveva sacrificato il braccio destro per legarlo ad un'armatura? Gli faceva male al cuore saperlo. Qualche ora dopo, quando la rabbia era sbollita, non vedendolo tornare a casa si era preoccupato ed era andato a cercarlo. Mentre vagava per le strade di Central aveva incontrato il Colonnello che lo aveva fatto salire in macchina e lo avevano cercato assieme. Dopo una buon'ora Mustang gli aveva detto "Vorrà restare un po' da solo. Ora torniamo al Quartier Generale, devi fare rapporto. Se non rientra entro le 18.00 torneremo a cercarlo." E Fullmetal aveva annuito, mesto. 
Adesso erano le 17.15 e Al non si era ancora fatto vivo. "No." Rispose, in un sussurro. Poco dopo qualcuno bussò alla porta, e quando Mustang diede il permesso di entrare un Hawkeye alquanto preoccupata si fiondò nella stanza. "Edward-kun, hanno trovato tuo fratello." Al biondo mancò un battito. Ripresosi subito dopo intimò al Tenente di portarlo da lui, il Colonnello li seguì. Il viaggio fu trascorso in silenzio e quando arrivarono in una vecchia stradina l'immagine davanti ai loro occhi terrorizzò Edward. Di Alphonse restavano solo un braccio, una gamba, la testa e la schiena, tutto il resto era stato disintregrato. Il biondo si precipitò subito da quello che rimaneva del fratello, e congiungendo le mani ricostruì il suo corpo, attento a far rimanere intatto il sigillo di sangue. "Al! Alphonse, mi senti?!" Teneva le spalle del più piccolo, lo scuoteva, ma nessuna risposta gli arrivò alle orecchie. Il sigillo era a posto, quindi non poteva essere morto, possibile che fosse solo svenuto? Intanto, il Tenente Hawkeye stava informando il suo superiore dell'accaduto. "Alcuni civili hanno detto che è stato un uomo con una grande cicatrice sul volto, sicuramente si tratta di Scar, Taisa." "Sapete dove è andato?" "E' scappato nei sotteranei." "Manda una squadra a cercarlo, non devono attacarlo, solo seguire i suoi movimenti e non farsi scoprire, in caso contrario non avrebbero possibilità." Hawkeye annuì.
Successivamente Edward, aiutato dagli altri soldati, portò
nel loro dormitorio Alphonse, il quale rinvenì due ore dopo. Subito ci furono momenti di imbarazzo, poi entrambi si scusarono e fecero la pace. Accaio era incavolato nero con il fratello che prese una bella sgridata per essere andato in giro da solo alla quale rispose "Scusami Nii-san, non lo farò più." E immediatamente lo sguardo di Edward si addolcì.

Il Taisa stava facendo un giro per il Quartier, ripensando al viso di Edward quando aveva visto il fratello esamine a terra. Gli si era stretto il cuore a vederlo così, e non sapeva perchè. Aveva avuto una tremenda voglia di abbracciarlo, strasmettergli calore, baciare quelle sue labbra morb- ma a che stava pensando? Scacciò subito quei pensieri dalla testa, mimando il gesto con le mani. Proprio in quel momento stavano passando Havoc -con la sua immancabile sigaretta in bocca- e Alphonse, che salutarono cordialmente il moro. "Sto andando in mensa, Al mi accompagna. Viene anche lei, Colonnello?" L'interpellato scossa la testa, e si rivolse all'armatura. "Come stai, Alphonse?" "Adesso bene. Grazie, Taisa." Mustang fece per andarsene quando "Potrebbe andare da mio fratello e dirgli di raggiungerci giù? A me non da retta!" "E pensi che ascolterà me?" Disse divertito. Si incamminò poi per la camera di Acciaio, quando sentì dei singhiozzi provenire dall'interno. Aprì piano la porta e si ritrovò un Edward disteso sul letto, con la faccia sul cuscino e gli occhi rossi. Quando il più piccolo si accorse che era entrato qualcuno si affrettò ad asciugarsi le lacrime con le maniche della giacca, e a mettere su un broncio adorabile mettendosi seduto. "T
uo fratello ti aspetta giù." "Le dica che arriverò tra cinque minuti.." Tirò su col naso. Mustang si avvicinò a lui, sedendosi anch'esso sul materasso e stringendolo a sè in un caldo abbraccio. Si aspettava un'imprecazione o un pugno, che però non arrivò. Abbassò lo sguardo e vide che Edward si era accoccolato meglio sul suo petto e che aveva ricominciato a piangere. "Non avrei dovuto lasciarlo andare.." disse di punto in bianco Edward, singhiozzando un po' più forte. Roy prese ad accarezzargli i capelli, "Eri arrabbiato, e poi è stato un caso che Scar lo trovasse, non è colpa tua." Ma il pianto di Fullmetal non sembrava voler diminuire, così Roy prese il suo mento con due dita e lo guardò negli occhi. "Questo me l'hanno insegnato quando ero piccolo, ti fa smettere di piangere.." disse con voce roca, sensuale, prima di ghignare e avvicinare le proprie labbra a quelle del biondo. Le premette insieme in un bacio a stampo. E, quando stava per allontanarsi, con sua sorpresa il biondo lo tirò maggiormente a sè stringendo tra le mani il colletto della camicia. E fu sempre il biondo ad approfondire il bacio, insinuando la lingua nelle labbra del maggiore, che rispose con lo stesso entusiamo al bacio. Stettero così ancora un po', e quando si staccarono Edward aveva smesso di piangere.
 

  
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