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Autore: LeftEye    08/11/2011    1 recensioni
«Sorpresa!» gridarono i suoi colleghi, comparendo magicamente in massa nello stretto corridoio.
Marco si irrigidì per lo shock, ma poi cercò di far buon viso a cattivo gioco e si voltò mostrando un sorrisetto forzato.
«Credevi che ci fossimo dimenticati del tuo compleanno, eh?» lo schernì Gianluca, l'unico coetaneo dell'ufficio.
"No, ma lo speravo" pensò lui. *** Questa oneshot è stata scritta per il "Giro dell'Oca" di Writers Arena Rewind.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ricettario dell'anima'
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Tiramisù






Marco controllò l'ora sul pc: le 18.26.
Tentennò qualche secondo davanti alla tastiera, indeciso sul da farsi, poi cliccò sul Desktop per spegnere il computer, sistemò i documenti sparsi sulla scrivania, afferrò giacca e ventiquattrore ed uscì dal suo ufficio.
Si affacciò di soppiatto sul corridoio principale, quello che portava all'ascensore, e accertatosi che non ci fosse nessuno nei paraggi, lo imboccò a grandi passi, ma non aveva percorso due metri che venne bloccato da un boato che esplose alle sue spalle:
«Sorpresa!» gridarono i suoi colleghi, comparendo magicamente in massa nello stretto corridoio.
Marco si irrigidì per lo shock, ma poi cercò di far buon viso a cattivo gioco e si voltò mostrando un sorrisetto forzato.
«Credevi che ci fossimo dimenticati del tuo compleanno, eh?» lo schernì Gianluca, l'unico coetaneo dell'ufficio.
"No, ma lo speravo" pensò lui.
«Ti abbiamo organizzato una festa, non sai che faticaccia preparare tutto di nascosto!» gli rivelò Marina, la segretaria cinquantenne.
«Ehm, già, mi avete proprio fatto una sorpresa» mormorò imbarazzato il giovane avvocato.
«Vieni» disse Francesco, il tirocinante, prendendolo per un braccio e scortandolo verso la sala riunioni. «Ti abbiamo preparato un banchetto da re.»
Marco lasciò che tutti i suoi colleghi lo baciassero, gli stringessero la mano e gli dessero pacche affettuose sulla schiena, si fece spostare come un giocattolo da una parte all'altra della stanza senza riuscire a protestare, ma desiderando abbandonare quel posto il prima possibile.
Quando ebbe un attimo di tregua, pescò il cellulare dalla sua valigetta ed iniziò a comporre un messaggio:
"Stasera faccio tardi", e fece appena in tempo a spedirlo, perché di nuovo venne circondato dai colleghi che volevano fargli gli auguri per il suo trentesimo compleanno. Il cellulare venne abbandonato su un tavolino, e Marco fu trascinato al centro della sala per spegnere le candeline che erano state appoggiate sopra ad un tiramisù fatto da Marina.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma di sicuro aveva perso anche l'ultimo treno per tornare a casa; non era un problema, avrebbe chiesto un passaggio a Gianluca, ma voleva tornare al più presto.
Peccato che ci fossero ancora i regali da scartare, ed erano dannatamente numerosi!
"Cavolo, compio trent'anni, non tredici!" pensò Marco, anche se in realtà tutte quelle attenzioni gli facevano piacere.
Quando ritenne che fosse trascorso un tempo sufficientemente ragionevole, chiese a Gianluca di dargli uno strappo a casa, ma passò un'altra mezzora, tra chiacchiere e ricerca del cellulare disperso, prima che abbandonassero l'ufficio.
Controllò il display del telefonino: "Ok" diceva l'ultimo messaggio ricevuto, ma dubitava che fosse veramente così.
Virginia doveva essere furiosa, considerato che anche la sera prima avevano litigato e non si erano visti per tutto il giorno successivo, a causa dei reciproci impegni lavorativi. Gli dispiaceva, non avrebbe voluto trascorrere la sera del suo compleanno a discutere, per questo Marco era così ansioso di tornare a casa.
Quando finalmente varcò la soglia del suo appartamento, carico di borse e pacchetti, erano le dieci passate. Il bilocale era quasi completamente al buio, fatta eccezione per la luce della cucina e quella del televisore acceso e regolato con il volume al minimo, ma sembrava non esserci nessuno.
Ad uno sguardo più attento, però, si intravedeva un paio di scarpe col tacco posate sul bracciolo del divano e la cui proprietaria, avvolta in un accappatoio rosa confetto, giaceva addormentata, rannicchiata su un fianco.
Marco si avvicinò silenziosamente, notando i capelli acconciati, il trucco elaborato e delle autoreggenti che sbucavano da sotto la vestaglia; volse lo sguardo verso la cucina e trovò il tavolo apparecchiato e illuminato da due candele.
"Merda" pensò amaramente. Si inginocchiò davanti a Virginia e le scostò delicatamente un ciuffo di capelli dal viso.
«Ciao...» la salutò quando la vide aprire lentamente gli occhi.
«Oddio, mi sono addormentata... che ore sono?» chiese ansiosamente lei.
«Le dieci passate. Ho fatto tardi, scusa.»
Lei sbadigliò piano portandosi un mano davanti alla bocca e stringendo gli occhi come un gatto.
«Non importa. Credevo fossi ancora arrabbiato con me.»
«Anch'io credevo che tu fossi ancora arrabbiata. Ma volevo tornare presto, solo che mi hanno fatto una sorpresa in ufficio...»
«Davvero? Anch'io te ne avevo preparata una. Mi sono vestita come una cretina...» ridacchiò la ragazza scostando un lembo della vestaglia, e rivelando un reggicalze, delle mutandine di pizzo e un corsetto nero sul quale Marco passò la mano, accarezzandole i fianchi generosi e morbidi.
«Sì, un po'! Lo sai che mi piaci anche in pigiama!»
Si avvicinò al viso di lei e la baciò dolcemente.
«Sai di cioccolato, cos'hai mangiato?» gli chiese Virginia.
«La Marina ha fatto il tiramisù.»
Fu allora che sul volto della ragazza apparve un'espressione delusa.
«Oh, no, te l'ho preparato anch'io...»
«Non ti preoccupare» la rassicurò Marco. «Quello della Marina era un mattone, e la crema al mascarpone sapeva troppo di uova. Ne ho assaggiato solo una cucchiaiata. So che tu lo fai meglio!»
«Allora ti va se ne mangiamo un fetta, e poi andiamo a letto?»
«Certo!»
«Tirami su, va'. Mi si è incriccata tutta la schiena.»




***

Note: una storiella semplice, che mi è venuta in mente in treno, e come al solito era molto più bella nella mia mente ù_ù

Evidentemente mentre sonnecchiavo avvolta nel cappotto e nella sciarpa mi sentivo molto coccolosa ù_ù

Stavolta non ho messo la ricetta perché ognuno ha la propria versione di tiramisù: ad esempio, io lo faccio con i frollini perché i savoiardi non mi piacciono!

Questa storia è stata scritta per la challenge "Giro dell'Oca" organizzata da Writers Arena Rewind.

   
 
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